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martedì 7 maggio 2013

"Il Visitatore" del Gruppo Teatrale La Betulla, la quinta rappresentazione alla Rassegna Nazionale Teatro XS Salerno

                                        TEATRO XS
Fonte: www.lapilli.eu
di Maria Serritiello


Avanti tutta al Teatro Genovesi di Salerno, il 21 aprile scorso, con la Rassegna Nazionale "Teatro XS", giunta, con il  "Visitatore", del Gruppo Teatrale "La Betulla",  alla quinta  rappresentazione,  delle sei  in gara.
"Teatro XS Salerno", evento curato dalla Compagnia dell'Eclissi, si è conquistato un preciso spazio nel panorama nazionale di teatro e di successo, presso il pubblico salernitano che, ad ogni rappresentazione, accorre numeroso.
Trama
Nello studio di Sigmund Freud, a Vienna, in Via Berggasse 19, mentre per strada impazzano i cori nazisti, è la sera del 22 aprile 1938 e l'Austria è da un mese annessa al Terzo Reich, si presenta una strana figura in smoking  e bastone. Freud è vecchio, ammalato e disperato, sua figlia Anna, infatti, è nelle mani della Gestapo. Chi sarà mai quell'improvviso visitatore che sembra un impostore? Un pazzo che crede di  essere Dio o è lui stesso in persona? Inizia  tra i due un dialogo serrato in cui l'uno, Freud, cerca di convincere l'altro delle proprie tesi, mentre  Dio, o chi per esso,  cerca di portare acqua al proprio mulino, affermando la propria esistenza.
Commento
"Il Visitatore", un tempo in 85 minuti, muove l'inizio da un'incantevole suggestione: il Concerto per clarinetto in A maggiore K.622, II. Adagio, di Mozart. Dolcissime le note   riempiono la scena, la rivestono di particolari, la caricano di suggestioni, per poi posarsi, nella semi oscurità, sulle sagome immobili di Freud e sua figlia Anna, i personaggi della vicenda. L'atmosfera pacificata e sobria dello studio, malgrado  la malattia del vecchio studioso e il pericolo reale di essere loro stessi deportati, come già avviene per altri, stride con quanto succede per le strade e per ciò che accadrà di lì a poco, nello casa dello scienziato.
L'ombra minacciosa del Terzo Reich e la sua manifestazione più crudele, la Gestapo, entra dalla porta d'ingresso, portandosi via Anna e lasciando nello sconforto suo padre. Ed ecco nello studio di Freud, materializzarsi dal nulla, quasi una marionetta, per come si muove e trastulla le mani, lo strano visitatore, proiezione del suo bisogno, chi altro se no,  di ricevere aiuto, di calmare la sua ansia, di essere confortato, lui che di sostegno agli altri ne ha dato e dà tanto.
 Dinanzi al visitatore, ambiguo e sicuro di sé, Freud appare indifeso, come già lo fu da bambino, all'età di cinque anni, per una sua richiesta di aiuto elusa, l'avevano lasciato solo in casa. Ora però lui è il dott. re Sigmund  Freud, ha conoscenza e sapienza e prova a confrontarsi con il pensiero dello sconosciuto, l'impostore che si vuol far credere Dio e che smonta ogni sua teoria di ateo, senza convincerlo fino in fondo.
 Freud gli oppone resistenza, anzi lo minaccia "Se fosse Dio, stasera, gli chiederei il conto. Gli chiederei di mettere il naso fuori della finestra, una buona volta. Lo sa Dio che il male corre per le strade con stivali di cuoio, con speroni di acciaio a Berlino, a Vienna e presto per l'Europa intera? Lo sa Dio che l'odio ha un suo partito, un odio che riassume tutti gli odi, per gli ebrei, gli zingari, gli omosessuali e per tutti quelli che la pensano diversamente?"
In sostanza ciò che Freud ha da dire a Dio è quello che ognuno di noi vorrebbe esprimergli o chiedergli nell'ipotesi di averlo di fronte e anche se la risposta dell'Ente Supremo è logica, razionale, forse esaustiva, dal punto di vista filosofico –religioso: " Se tu potessi vedere il nastro degli anni a venire saresti anche più violento" dice l'eccentrica figura, ricercata come pazzo evaso, ha un limite, perché nella risposta di Dio  c'è il pensiero dell'uomo che cerca, per l'orgoglio illimitato di cui è pieno, sostituirsi a Lui.
"Il  Visitatore" di Emmanuel Schmitt, un pezzo di spessore, è stato rappresentato in maniera egregia dalla Compagnia "La  Betulla" di Nave (BS), diretta da Bruno Frusca, che ne è anche l'eccellente interprete principale. La su recitazione è stata lineare e pulita come  la regia priva di orpelli inutili. Nei panni di Dio, Pino Navarretta, si è fatto notare sia per la buona caratterizzazione del personaggio, sia per l'agilità dei movimenti, a tratti felini. Divertente il bastone che nelle sue mani, per un gioco efficace di prestidigitazione, si tramuta in bandiera. Quanto a Mariasole Bannò, Anna Freud e Michele Bolognini, l'appartenente alla Gestapo, hanno reso un' interpretazione efficace dei loro personaggi.
Nella commedia, realizzata dalla Compagnia La Betulla, c'è un quinto personaggio che non si vede ma lo si ascolta con trasporto e la cui musica, ripetuta efficacemente, nei momenti più salienti, sovrasta tutto e tutti. Il prodigio musicale risponde al nome di Wolfgang Amadeus Mozart.
Maria Serritiello
www.lapilli.eu



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