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lunedì 23 gennaio 2012

Vogliamo la verità su Emanuela Orlandi



Fonte: il Corriere della Sera
Peronaci Fabrizio

Caso Orlandi Il fratello della ragazza scomparsa: «Servono magistrati come Falcone e Borsellino». E scatta l' applauso
«Fuori De Pedis dalla basilica»

In 500 davanti a Sant' Apollinare. «Diteci la verità su Emanuela» Le voci Mauro, medico a Biella: «Farò firmare ai miei pazienti la petizione al Papa». Silvia, da Osimo: «Emanuela ci ha uniti». Antonietta, da Milano: «Non ho i soldi per comprarmi un posto in Paradiso, come De Pedis» Gli slogan «Roma non dimentica Emanuela» «Il tempo non indebolisce la voglia di verità e giustizia». «Il giorno del giudizio arriverà per tutti». «Anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti»

Padre Pedro Huidobro, il rettore, l' aveva incontrato venerdì sotto l' altare: «Senta, volevo avvisarla che verremo in tanti, domani...». Il sacerdote aveva ascoltato assorto. Poi gli aveva sorriso: «Sono vicino a te e alla tua famiglia, Pietro. Per voi Orlandi le porte di questa chiesa sono sempre aperte». Ma ieri no, il portone di Sant' Apollinare è rimasto sbarrato. Quasi interamente coperto da un enorme striscione («Nessuno Stato né tantomeno la Chiesa possono giustificare la criminalità»), mentre lì di fronte tantissimi tenevano in alto la foto della ragazza scomparsa, alcuni mostravano lenzuola con su scritto «Fuori De Pedis dalla basilica», altri appendevano a uno spago tra due lampioni frasi come «anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti», mutuate da altre stagioni di protesta, Fabrizio De Andrè e il Maggio francese. Il caso Orlandi e il mistero della tomba: ieri pomeriggio, quando alle 16 è iniziata la manifestazione organizzata dal fratello di Emanuela e diventata un evento grazie al tamtam sul web , la scena faceva impressione. Oltre 500 persone davanti a Sant' Apollinare guardavano in assoluto silenzio due volontari che srotolavano la scritta di 4 metri per 2 e collocavano più in basso la «nuova» targa toponomastica: «Piazza Emanuela Orlandi» e, sotto, «Nei cuori dal 22 giugno 1983». Ecco, la presa simbolica della piazza dei misteri (dove la figlia del messo pontificio di papa Wojtyla fu vista uscire dalla lezione di flauto per l' ultima volta e dove è sepolto Enrico De Pedis, capo indiscusso della banda della Magliana ma «grande benefattore» per l' allora rettore della basilica) è tutta lì, in quell' istantanea. «Quante volte l' ho aspettata qui con la moto, per portarla a casa», ricordava Pietro. Come fosse ieri: sono passati quasi tre decenni. E lui ancora la cerca, la sorella di 9 anni più piccola, resa tristemente famosa da quella fascetta dei manifesti che adesso tante manifestanti esibiscono sulla fronte. Un simbolo di appartenenza e di calore umano: l' orgoglio di esserci. «Grazie alla vostra spinta finalmente ci sentiamo più forti - scandisce adesso il fratello, impugnando un microfono allacciato alla presa del bar di fronte - Ho scelto questo posto perché la sepoltura di De Pedis è lo snodo di quel legame omertoso tra Stato, Chiesa e criminalità che si è portato via Emanuela». Pausa. Di nuovo silenzio. Tutti lo scrutano. Pietro si sbottona la giacca e mostra la maglia azzurra con la foto di un giudice siciliano famoso. « Per sciogliere quel legame - riprende gridando - servono autorità politiche non inclini a piegarsi al potere vaticano, una papa coraggioso e magistrati senza paura, come Falcone e Borsellino». Scatta l' applauso. Tutti gli si fanno attorno per stringergli la mano, incitarlo. Molti sono venuti in treno da lontano. Come Mario Sapellani e sua moglie Rosi, di Biella: «Sono medico, farò girare la petizione al papa tra i miei pazienti. Sono stufo di misteri: Piazza Fontana, Italicus, Ustica, Brescia, Claps, Orlandi... Possono bastare?». Maura Feliciani insegna matematica e vive a Bologna: «Ho sempre avuto l' immagine dei manifesti in mente: voglio verità». Maria Antonietta Sambati, operatrice sociosanitaria, abita a Lacchiarella, vicino Milano. «Sono qui - ironizza - perché non ho i soldi per comprarmi un posto in Paradiso, come De Pedis». Cala la luce, si accendono la candele. É il momento più intenso: Gemma, una tredicenne arrivata da Siena con la mamma, improvvisa un concertino per ricordare Emanuela. Da Blowing in the Wind all' inno di Mameli. Pietro, la moglie Patrizia e gli altri ascoltano rapiti. É un attimo: le note finiscono, Gemma non regge all' emozione. Scoppia a piangere talmente forte e con lacrime talmente grandi che tutti si preoccupano. Pietro la stringe a lungo. Molti hanno gli occhi lucidi. Qui, davanti a Sant' Apollinare: lui, il fratello che non ha mai smesso di cercare la «piccolina» di casa, e tra le sue braccia una ragazzina con il flauto tra le dita, più o meno dell' età che aveva allora Emanuela...



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