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sabato 21 gennaio 2012

Schettino alla Costa: «Ho fatto un guaio»



FONTE: CORRIERE DELLA SERA .IT
REDAZIONE ONLINE

Il comandante al Gip: «In plancia solo cinque ufficiali»
«Non ho abbandonato la nave fino alla fine dell'emergenza»

Se ho fatto un errore, sono pronto ad assumermene la responsabilità. Ma prima è bene che siano individuati questi aspetti, questi errori, verifichiamoli e poi tutti possiamo valutare». Così il comandante Schettino il quale nega che al suo fianco ci fosse la giovane moldava Domnica Cemortan: «Questa persona non stava in plancia». Quella sera «in plancia di comando ci trovavamo io e cinque ufficiali. Non c'erano altre persone». L'eroe in negativo della tragedia della Costa Concordia si difende e passa al contrattacco. Rispondendo alle domande del Gip Schettino respinge su tutto il fronte le ricostruzioni fornite in questi giorni dai media.

«NON HO ABBANDONATO LA NAVE»- «Non ho abbandonato la nave. Sono rimasto sullo scoglio dove mi ha trovato il comandante dei vigili del Giglio», continua la difesa del capitano. Schettino ha spiegato al Gip: «Ero perfettamente riconoscibile perchè indossavo la divisa. Quando i vigili mi hanno proposto di trasferirmi al porto mi sono rifiutato e gli ho detto che volevo restare lì finche l'emergenza non fosse finita».

RICORSO AL RIESAME - A riferirlo è stato il suo legale Bruno Leporatti che ha anche annunciato ricorso al tribunale del riesame contro il provvedimento di arresti domiciliari deciso dal Gip che lo aveva scarcerato annullando il fermo in carcere della Procura. «Impugnerò il provvedimento - ha spiegato il legale - in quanto mi lascia perplesso il pericolo di recidivanza ravvisato dal Gip» per reati colposi. Anche la sospensione di Schettino decisa dalla Costa, ha fatto osservare, è circostanza che induce a presentare il ricorso. «La domanda che si farà al riesame, sarà di annullare gli arresti domiciliari - ha spiegato sempre l'avvocato - si fa domanda di riesame perchè non c'è neanche quell'esigenza cautelare che il giudice ha ravvisato».

«HO FATTO UN GUAIO» - «Il comandante Schettino avvertì subito la compagnia del problema alla nave Costa Concordia. Avvisò subito la Costa come era suo dovere fare». Ha tenuto a precisare il legale. Una circostanza definita «estremamente significativa ai fini dell'accertamento della verità». Le parole dell'avvocato alimentano così il delicato capitolo sull'ora in cui sarebbe stato dato l'allarme. Schettino assicura di aver telefonato immediatamente a Roberto Ferrarini, manager delle Operazioni Marittime e responsabile dell'unità di crisi della Compagnia di navigazione, spiegando: «C'è stato un contatto con il fondale. Sono passato sotto al Giglio e abbiamo dato un urto. Ho fatto un guaio. Ti sto dicendo la verità». Sono elementi che potrebbero risultare decisivi nella ricostruzione dei vari passaggi della vicenda lungo l'intera catena di comando, dalla nave alla compagnia. Da parte sua la procura di Grosseto ha fatto richiesta al Gip per un incidente probatorio sulla scatola nera della nave Costa Concordia, che dovrebbe aver registrato qualsiasi comunicazione avvenuta all'interno della plancia, e quindi anche le telefonate di Schettino. La richiesta è stata notificata anche alle parti, tra cui l'avvocato difensore del marittimo.

RIMORCHIATORE - In una delle telefonate effettuate a Ferrarini il comandante Schettino avrebbe anche chiesto un rimorchiatore per aiutare la sua nave in difficoltà, e in una successiva comunicazione avrebbe chiesto l'intervento degli elicotteri per favorire le operazioni di soccorso. Questa è la posizione che il capitano ha assunto nel corso dell'interrogatorio di garanzia davanti al Gip.

ESAMI TOSSICOLOGICI - Intanto c'è attesa per i risultati degli esami tossicologici sul comandante Schettino. L'uomo si è sottoposto nei giorni scorsi al prelievo di un capello e delle urine, che dovranno accertare se al momento del naufragio aveva bevuto alcolici oppure se aveva assunto sostanze stupefacenti. Una circostanza da lui negata con forza durante l'interrogatorio di garanzia, tanto che alla richiesta dell'esame tossicologico, Schettino avrebbe detto con tranquillità: «Fate pure, non ho niente da nascondere». Ci sono invece dei testimoni, uno dei quali in particolare lo ha riferito durante i collegamenti con alcun trasmissioni televisive, che accusano Schettino di aver alzato il gomito quella sera. In particolare c'è la testimonianza del naufrago savonese Angelo Fabbri, che parlando con alcuni quotidiani ha detto che il comandante ha bevuto diversi bicchieri di vino mentre era a cena con una signora bionda dall'accento straniero e con un altro ufficiale. La signora bionda sarebbe proprio la 25enne moldava Domnica Cemortan, che avrebbe accompagnato Schettino in plancia più tardi. Ma la Cemortan, in un'intervista, nega tutto dicendo: «Ma quando? Sulle navi di Costa Crociere ci sono videocamere in ogni angolo se beccano qualcuno dell'equipaggio che beve in servizio lo licenziano subito».

NEL VIDEO POSTATO NOTARE QUANTI BAMBINI, UN MESE PRIMA, SONO IN CROCIERA CON I GENITORI.



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