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venerdì 6 gennaio 2012

Mi ricordo di Gavino Ledda



QUADERNO A QUADRETTI
RUBRICA DI MARIA SERRITIELLO

"Padre Padrone" è il libro di Gavino Ledda che ha accompagnato i miei anni d'insegnamento giovanili, in Lucania e nella vasta provincia salernitanana. Quasi tutti i miei alunni d' allora hanno letto questo capolavoro, come libro di classe e commentato con me. L'autore, in quegli anni, venne a Salerno, nella bell'aula magna del glorioso Liceo Tasso della città, per uno di quegli incontri che restano dentro tutta la vita. Con me, naturalmente, quel giorno, ci furono gli alunni che gli posero tante domande. Dal mio canto, gli dichiarai, senza riserva, tutta la mia ammirazione e gli notificai come lui, per tanti ragazzi del sud abbandonato era diventato un modello da seguire. Alla fine dell'incontro ufficiale, fui con lui a cena, in casa di amici e ancora rammento le mie considerazioni sulla sua doppia natura e di di come fosse diversa quella dell'intellettuale da quella del pastore. A distanza di tempo, credo che a prevalere su di lui, sia stata l'originaria natura, a cui non avrebbe, giustamente, mai abdicato. Gavino è la Sardegna, quella terra affascinante, dura ed essenziale che anche se prevale nell'immaginario collettivo è quasi del tutto scomparsa.


Gavino Ledda

Gavino Ledda nasce a Siligo, il 30 dicembre 1938; fa il pastore fino a 20 anni, senza frequentare alcun tipo di scuola. Nel 1958 decide di arruolarsi volontario nell’esercito italiano. Nel 1959 diventa sergente esperto in radiotecnica presso la scuola di trasmissioni della Cecchignola, a Roma, e nel 1961, a Pisa, consegue da privatista la licenza media. Nell’aprile 1962 si congeda dall’esercito e ottiene, sempre da privatista, la licenza ginnasiale a Ozieri, in Sardegna, dove è nel frattempo rientrato.

Successivamente, è ammesso alla terza liceo classico, e nel 1964 sostiene la maturità classica. Si iscrive quindi all’Università “La Sapienza” di Roma e nel 1969 si laurea in Glottologia, con una tesi sul dialetto sardo.
Nel 1970 è all’Accademia della Crusca con Giacomo Devoto e nel 1971 è assistente di Filologia romanza e di Linguistica sarda a Cagliari.
Nel frattempo inizia a scrivere “Padre padrone. L’educazione di un pastore”, che completa nel 1974; nell’aprile 1975 il libro viene pubblicato da Feltrinelli e riscuote un notevole successo, ottiene il Premio Viareggio, viene tradotto in quaranta lingue e, nel 1977, diventa un film con la regia dei fratelli Taviani, che vince la Palma d’oro al Festival di Cannes.

Negli anni successivi, Ledda pubblica altri due romanzi, “Lingua di falce”, e “Aurum tellus”, e una raccolta di novelle,“I cimenti dell’agnello”, ripubblicata poi nel 2000 con l’aggiunta di nuovi testi. Nel 1998 è stato ristampato da Rizzoli “Padre padrone” con l’inedito “Recanto”.
Ha avuto anche una parentesi cinematografica, nel 1984, con la realizzazione di “Ybris”.
Nel 2006 gli è stato riconosciuto il Premio Nonino








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