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sabato 1 settembre 2012

Blue Moon, nel 2015 un'altra volta





FONTE: IL SECOLO XIX
DI WALTER RIVA

Per la Luna piena di ieri sera nulla di eccezionale, visto che il fenomeno capita una volta al mese. Senonché, ad agosto c’è già stato un plenilunio, il giorno 2. Ecco allora che questa seconda Luna Piena in un mese, anomala ma non eccezionale dato che capita circa ogni tre anni, viene da alcuni decenni convenzionalmente chiamata “Luna blu”.
Senza però che a ciò corrisponda un fenomeno fisico o astronomico particolare, tutt’altro. La “blue moon” è una Luna Piena come tutte le altre: dal punto di vista geometrico, visto da Terra, il nostro satellite si troverà dalla parte opposta del Sole, e quindi la sua faccia visibile sarà completamente illuminata dalla luce della nostra stella. Proprio come accadrà anche il prossimo 30 settembre, il 29 ottobre, il 28 novembre e così via, ogni 29 giorni, 12 ore, 44 minuti e rotti secondi. Questo è infatti il periodo con cui si ripetono le fasi lunari, il “mese sinodico” in termini tecnici. E che non coincide affatto con i nostri mesi, composti come sappiamo da 31, 30 o 28 giorni. Può quindi capitare che quando una Luna Piena cade ai primi giorni del mese, se ne verifichi un’altra negli ultimi giorni e lo stesso, beninteso, vale anche per ciascuna delle altre tre fasi lunari. L’usanza di definire “blu” la seconda Luna Piena di un mese non ha una tradizione univoca: alcuni la fanno risalire alla tradizione anglosassone, degli Stati Uniti in particolare, di assegnare un nome a ogni plenilunio dell’anno.
Di solito i nomi derivavano da caratteristiche stagionali legate alla natura o ad attività umane compiute prevalentemente in un certo periodo dell’anno, in qualche caso risalenti alle tradizioni dei Nativi del Nord America. Ecco allora la “Harvest Moon” (Luna del raccolto, vicina all’equinozio d’autunno), la “Hunters Moon” (Luna dei cacciatori), la “Flower Moon” (Luna dei fiori). In certi anni però, proprio per la citata differenza fra un calendario lunare, che consta di 354 giorni in un anno, e un calendario solare di 365 giorni, ci sono tredici pleniluni e in tal caso la tredicesima luna veniva definita “blue moon”. Ciò significa anche che in questi anni una stagione contea quattro Lune Piene invece che tre e allora una di esse, in genere la terza, assumeva carattere di eccezionalità e punto di riferimento per i propri traguardi, per verificare se i propri scopi fossero raggiunti e per meditare sulle proprie mancanze. Un’occasione per un “check-up” ante litteram, insomma. Ma, ripetiamo, un evento importante solo per il calendario, nessuno deve aspettarsi di osservare la Luna più azzurra del solito.
Dal punto di vista fisico, in realtà, c’è una situazione in cui la Luna può apparire bluastra: quando, per esempio a causa di ingenti eruzioni vulcaniche, l’atmosfera terrestre si arricchisce di una grande quantità di polvere. In questi casi (l’ultimo riportato dalle cronache risale alla grande eruzione del 1883 del vulcano indonesiano Krakatoa), la componente rossa della luce lunare viene dispersa di più di quella blu, che prende quindi il sopravvento. E forse è proprio con riferimento a casi come questo che nella lingua inglese nacque l’espressione “once in a blue moon”, a indicare un fenomeno per l’appunto davvero molto raro. Un modo di dire che potrebbe corrispondere al nostro “a ogni morte di Papa”. E che non si può certo estendere alla definizione moderna di Luna blu, che capita molto più di frequente, per fortuna dei Pontefici.
L’ultima Luna blu, nel senso di seconda Luna Piena del mese, risale al 2009: il 31 dicembre di quell’anno la Luna, oltre a essere Piena dopo esserlo stata anche il giorno 2, era addirittura anche in eclissi, fenomeno che notoriamente rende la sua luce rossastra invece che blu. Il prossimo mese con due Lune Piene sarà invece il luglio 2015. Decisamente più raro e particolare ciò che succederà nel 2018, quando avremo ben due mesi con la “Luna blu”, gennaio e marzo. E febbraio senza alcuna Luna Piena, cosa che può succedere solo ogni 19 anni. A proposito di febbraio, dato che il secondo mese dell’anno ha 28 giorni (29 negli anni bisestili), e dato che le Lune Piene si succedono a cadenza di 29 giorni e mezzo, ecco che a febbraio non ci potrà mai essere nessuna Luna blu. Almeno fino alla prossima riforma del calendario.
* Walter Riva è il direttore dell’Osservatorio Astronomico del Righi




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