Pagine

domenica 30 settembre 2012

Al Delle Arti di Salerno la prima nazionale del musical "L'opera di San Matteo di Guido Cataldo


DI MARIA SERRITIELLO

Che gran bello spettacolo al Delle Arti di Salerno, il 20 settembre scorso, ci ha offerto il maestro Guido Cataldo, con il debutto del racconto musicale "L'opera di San Matteo, alla vigilia della festa del  Santo".  Un' opera complessa  ma allo stesso tempo lieve perché a muovere il tutto è la musica, la bella musica creata dal noto compositore salernitano. Ma non sono solo le note a prevalere nello spettacolo, in questa creazione ci sono altre componenti strettamente legate, come  l'amore, l'innamoramento,  la passione e  il totale coinvolgimento del maestro Guido Cataldo. Un'opera impegnativa che gli ha permesso di delineare la figura del Santo, prima lavorata complessa nella sua mente, poi esposta alla visibilità della scena. Opera scritta e riscritta, con un lavoro ed un impegno di almeno 10 anni e collaborato nell'attenta ricerca dal  bravo e sensibile artista cittadino, Corradino Pellecchia.
La storia musicale, articolata in quattro luoghi diversi: Cafarnao in Giudea, Geapoli in Etiopia del Ponte, Velia in Cilento e Salerno è stata costruita per una spettacolarità scenica da grandi spazi, sicché portarla al teatro Delle Arti è stata una prova, un assaggio di ciò che potrà essere lo spettacolo nella sua completezza. La trama è riconducibile a 13 scene per descrivere la figura del giovane gabelliere, chiamato dal Signore a lasciare tutto per seguirlo, ma i numeri si elevano quando si contano, nel pregevole elenco, tutti gli artisti impegnati a rendere maestoso il racconto. Tredici cantanti, di grande abilità canora, tra cui Diana Coertellessa, Nello Buongiorno, Giulio Liguori e Simone Sibilano, affiancati da otto coristi del teatro Verdi e sei danzatori, un piccolo esercito, sapientemente accorpato da una regia attenta, precisa e non invasiva, come solo sa fare e diligentemente Gaetano Stella. Gli innesti, poi, di Antonella Iannone per la danza, sono sfarfallii delicati, ma opportuni ogni volta.
La fonte, per principiare e considerare la figura del gabelliere è da ricercare nello storico salernitano Matteo Fiore, che, in una sua cronaca, riporta di Salerno e  del giorno 1 febbraio 1780,  quando nel seminario è rappresentata e con successo, l'opera di San Matteo. Dalla curiosità della notizia storica è partita  la ricerca che si è  avvalsa di quattro autorevoli fonti e precisamente: Matteo Evangelista, Iacopo da Varagine, vescovo di Genova, Mons. re Arturo Carucci, studioso della storia di Salerno e Alfano I, arcivescovo, medico, letterato della città,  autore dei "Carmi in onore di San Matteo". L'opera musicale, dunque, ha per fonte eruditi testi che descrivono, in tutti i suoi passaggi, la figura di Matteo, da gabelliere intransigente a vittima immolata per cui nell' unico atto è sintetizzata tutta la  vita del Santo.
 Una felice intuizione quella del  maestro Cataldo, aver pensato ad un personaggio così particolare, un Santo così caro ai salernitani, così legato alle profonde radici dei fedeli, così inscindibilmente unito alla città di Salerno. Un musical che è già patrimonio della città, candidato giustamente a far  parte  delle annuali celebrazioni in favore del santo patrono. Tanti fedeli, infatti, pur venerando il proprio protettore non ne conoscono le sfaccettature della sua nobile figura e il musical colma i vuoti d'informazione.
E poi la musica, che musica! Si sa che Guido Cataldo è un raffinatissimo e noto compositore, la sua sensibilità musicale ci accompagna da quasi 50 anni, per regalarci ogni volta grandi emozioni e neanche questa volta ha deluso. Nel silenzio attento e partecipato del pubblico si  è elevata potente e melodiosa la voce di Simone Sibilano, un ieratico  San Matteo, che ricorda la figura di Cristo, nel musical rock del 1973 "Jesus Christ Superstar" di Tim Rice, diretto da Norman Jewison.  Ma i pezzi dal lui cantati sono di Guido Cataldo ed è tutt'altra musica, si, dolcissima musica, quella messa nella voce di Diana Cortellessa, l'invocazione perfetta al giovane Matteo, ma già in odore di santità, per il suo figlio morente. Melodia bellissima, emozionante ancor più se è una madre che prega per il suo figliolo. Note altissime, confezionate appositamente per esaltare, e solo lei le può sostenere,  la bravura di Diana Cortellessa. Neppure un attimo di tregua alle emozioni ed eccolo apparire in scena, tunica verde, capelli e barba canuti,  Nello Buongiorno, ad  impersonare il "Tempo" con la voce dell' "età", quella che torna nella nostra storia. Un pezzo magistrale, una  cascata di note, di musica soave e di acuti del pregevole artista, che spaccano il silenzio al Delle Arti. Non manca nella musica del racconto, il sound mediterraneo così l'armonia cambia e la scena si anima di tamburi, tammorre e castagnette.
Intanto il maestro, dal suo posto di direttore, è tesissimo ma  incantato, segue Matteo, la sua creatura, emozionato e tenero, identificandosi con  ogni personaggio in scena, si strugge si commuove, canta afono e muove le mani, con gesti precisi affinché la direzione sia assolutamente perfetta. Quando l'ultima nota si doma,  in sala scoppia l'applauso, prolungato ed affettuoso, per questo straordinario musicista e per la sua  stupefacente ed originale composizione.  Il racconto è piaciuto e anche  molto si ché l'opera di San Matteo può e deve entrare di diritto nel patrimonio culturale della città, oltre che varcare i suoi confini. Grazie Maestro, per questo dono tutto "nostrano".

Maria Serritiello















Nessun commento:

Posta un commento