Pagine

martedì 1 novembre 2016

L’Inizio di stagione di “Che Comico 2016-2017” è con Mino Abbacuccio

 
 
 
 
 
Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello


Ha un buon inizio “Che Comico 2016-2017” al Teatro Ridotto di Salerno, conclamato tempio della comicità, con la performance di Mino Abbacuccio, vincitore del Premio Charlot 2010 e comico di successo in tutte le edizioni di Made in Sud. Il giovane artista campano, trentun anni di età, era già stato al Ridotto nel 2011, alla sua prima esibizione d’inizio di carriera. Quando appare in scena, alto, abbigliato in modo informale, con maglia e pantalone nero e dopo aver ringraziato la famiglia Tortora che ha dato l’incipit al suo successo, attacca disinvolto un monologo nel quale rientrano temi giornalieri e per questo apprezzati da tutti, di cui le mamme invasive, i padri vittime della tirannia femminile, le fidanzate gelose, i call center, le zanzare. Un panorama in chiave umoristica della società attuale, ma molto veritiera. Divertente la nuova figura del “Tatuatore” da lui interpretata e che succede al timido giovanotto bistrattato dalla famiglia, in particolare dalla madre, che lo costringe ad apparire con una coniglietta tra le mani per farsi coraggio. “Nessuno mi vuole e saluta Tittì” il tormentone dei suoi monologhi, sostituito dall’attuale “Se non sbaglio nu sbaglio ma se sbaglio, sbaglio” dell’arguto tatuatore.  Un mantra che ormai fa parte del lessico giovanile e che si ripete simpaticamente anche presso chi giovane non lo è più. La comicità di Abbacuccio è attenta, scrupolosa, porta in semplicità da lui che ha tutta l’aria perbene del giovane della porta accanto. Le sue uscite sono fresche, quasi mai scontate, né banali o peggio ancora volgari, le gags sussurrate e non gridate, suscitano un sorriso riflessivo, ma non per questo meno accettato. La risata, poi, non è mai estorta, anzi è tranquilla e poco invasiva. Una serata, quella trascorsa al Ridotto, passata in compagnia di persone pacate, con un comico sereno e gentile che ha condotto l'inizio della stagione teatrale, con tatto e delicatezza, senza sguaiataggine, ne' ferocia. Tutto ciò può apparire riduttivo, ma così non è, forse corre il rischio solo di essere calpestata da troppa volgarità inutile, laddove andrebbe catalogata tra merce rara.

L’ Intervista

Cinque anni fa hai debuttato proprio in questo teatro, che effetto ti fa esserci ritornato?

 Ho provato un piacere enorme a tornare e ad avere strumenti diversi da come potevo averli all’inizio. La prima volta era una situazione forzata, ero al Ridotto perché avevo vinto il Premio Charlot, ma non mi sentivo pronto, tanto è vero che lavorai molto a prepararmi, per affrontare al meglio il pubblico del piccolo teatro, vero tempio della comicità. In sostanza non volevo deludere chi aveva avuto fiducia in me.

Ne hai fatta di strada, tutte le edizioni di “Made in sud”, quanto l’esperienza ti ha fatto crescere professionalmente?

L’esperienza di Made in Sud è stata molto importante, mi ha dato la possibilità di migliorare le capacità e fornirmi di tecniche che all’inizio non possedevo. Con venti puntate all’anno si deve essere, per forza, preparati a scrivere un pezzo ogni settimana e che sappia anche far ridere. Tutto è all’insegno della velocità, ma ciò, però, rafforza.

Da dove trai spunto per i tuoi monologhi?

Dal quotidiano e ciò che mi succedo intorno, basta osservare attentamente la gente che ti passa accanto.

Che fine ha fatto “Tittì” ora che sei il “Tatuatore” che spesso sbaglia?

Dopo tanti anni di Tittì ho cercato un altro personaggio per non stancare il pubblico e perché ne avesse nostalgia. Io sono molto legato a Tittì, è stata la coniglietta a farmi conoscere al grande pubblico ma dovevo trovare un altro personaggio o non avrei più partecipato a Made in Sud, per mia stessa volontà. Così mi sono testato e ci sono riuscito, il personaggio funziona e diverte.

Prima di concludere la chiacchierata, Mino Abbacuccio ha tenuto a sottolineare il piacere di aver rincontrato la scrivente, che 5 anni fa lo ha recensito al suo debutto, in maniera lodevole. Era la prima volta e lui ne ha conservato intatto il ricordo.

Maria Serritiello

 

Mino Abbacuccio si è aggiudicato il premio " Vado al Massimo" intitolato a Massimo Troisi e inserito nel circuito "Bravo Grazie!" la Champions League della comicità. Grazie alla sua verve e alla sua simpatia, il giovane campano ha fatto incetta di premi, portando a casa anche il premio della critica e quello del pubblico. Vado al Massimo ha segnato l'ultima serata della manifestazione E...state a Pignola, giunta alla XX edizione e curata dall'associazione culturale Il Focolare. Abbacuccio ha vinto anche il Premio d'Arte Umoristica nel 2007 e il Premi Otto Volante nell'ambito del premio Massimo Troisi 2009 e il 2010 il Premio Charlot
 
 
 
 
 

 

 

 

 

 

 

Nessun commento:

Posta un commento