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venerdì 28 ottobre 2016

E' morto Luciano Rispoli, signore della televisione educata



Fonte: La Repubblica.it
di Silvia Fumarola

Volto storico della tv aveva 84 anni. Nella sua lunga carriera ha ideato 'Parola mia' e 'Il tappeto volante'

E' morto Luciano Rispoli, volto storico della tv. Nato a Reggio Calabria nel 1932, giornalista, conduttore radiofonico e televisivo,  già direttore del Dipartimento Scuola Educazione della Rai dal 1977 al 1987. Rispoli si è spento a Roma. "Luciano Rispoli è mancato ieri sera tardi nella sua casa di Casalpalocco", specifica il giornalista e scrittore Mariano Sabatini, a lungo suo collaboratore. "Con grandissima costernazione, e in accordo i la moglie e i figli, devo dare la triste notizia della scomparsa del popolare giornalista, autore e conduttore di programmi celeberrimi: Parola mia e Tappeto volante su tutti. Entrato in Rai, in seguito a un concorso per radiocronisti nel 1954 ricorda Sabatini- ha continuato a proporre la sua televisione civile e rispettosa anche dopo aver lasciato la tv pubblica, dal 1991, su Tmc e poi su altre emittenti, con un rientro in Rai nel 2002-2003". I funerali si terranno domani, 28 ottobre, a Roma, presso la Parrocchia di San Timoteo, viale Prassilia (zona Casal Palocco) alle 11.

DIPOLLINA Com'era bella la tv del pomeriggio, senza scandali e delitti

"Rispoli è mancato dopo una lunga malattia a 84 anni, compiuti il 12 luglio scorso. Io posso solo dire, al di là del grande dolore che provo in questo momento, che è stato un grande privilegio collaborare quindici anni con un padre fondatore della tv come lui. Da Rispoli ho imparato tanto. Tutto. E mi dispiace" conclude Sabatini  "che purtroppo questa Rai a cui aveva dato tantissimo, negli ultimi anni lo aveva dimenticato, provocandogli grande rammarico.

L'amore con la Rai nasce dal 1954, ovvero l’anno dell’avvio ufficiale delle trasmissioni. Rispoli vi approda per concorso, attraverso le selezioni  per radiocronisti e dopo un  provino con Vittorio Veltroni. Per la radio partecipa alle Radiosquadre, conduce il Buttafuori e partecipa all'ideazione della trasmissione cult Bandiera gialla (di cui inventa il titolo), di Chiamate Roma 3131 e della famosa Corrida di Corrado. In qualità di responsabile del settore varietà fa esordire Maurizio Costanzo per i testi di Canzoni e nuvole di Nunzio Filogamo, Raffaella Carrà (Raffaella col microfono a tracolla), Paolo Villaggio, a cui affida il primo programma dal titolo Il sabato del Villaggio e Paolo Limiti. Tra il 1977 e il 1987,  durante gli anni in cui ha diretto il Dipartimento Scuola Educazione (l’attuale Rai Educational), Rispoli ha proposto varie edizioni di Intervista con la scienza, protagonisti luminari della medicina e altre discipline, come l’astrofisica Margherita Hack.

Per il grande pubblico era "zio Luciano", come lo chiamva la pianista Rita Forte. Innamorato del suo lavoro, perfezionista, voce un po' nasale che ha ispirato parodie irresistibili (tra gli imitatori più famosi di Rispoli ci sono Fabio Fazio, Neri Marcorè, Pierluigi Oddi, Mario Zamma e Max Tortora), modi d'altri tempi, a tratti cerimonioso, ospitava nel suo salotto attrici e scrittori "per il piacere di ascoltare". Lo diceva lui stesso: "E' vero che a volte sono un po' cerimonioso. Ho fatto esercizi per parlare in modo più asciutto, meno iperbolico, ma non sono riuscito a cambiare una virgola, sono così. L'urlo, lo scandalo e la volgarità non hanno mai abitato nella mia televisione, per questione di rispetto". Il suo salotto televisivo era sempre affollato di ospiti; ha lanciato Melba Ruffo, Samantha De Grenet, Roberta Capua e Michela Rocco di Torrepadula.

Sposato con Teresa Betto, ha avuto tre figli. Le nozze furono celebrate da Padre Pio. " Il rito era fissato per le 4 del mattino" ha raccontato "Ci avvicinammo all'altare e dopo un po' arrivò. Era un uomo burbero, ai limiti della scortesia, frettoloso anche nella celebrazione del matrimonio. Dava la sensazione di adempiere con fatica e con fastidio agli obblighi enormi della sua vita di santo in terra". Quando ha compiuto 80 anni aveva confessato a Vanity Fair: "Mi avevano messo il pacemaker e non andava mai bene: a volte i battiti cardiaci erano troppi, a volte troppo pochi. C’era solo un momento in cui la frequenza era perfetta: quando il tecnico abbassava il braccio, la spia sulla telecamera si accendeva e io ero in onda". La televisione lo faceva stare bene.






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