Pagine

martedì 3 aprile 2012

Ultimissime sul caso Emanuela Orlandi



Fonte:Uaar Ultimissime

PER QUANTO MI RIGUARDA MANTERRO'ACCESA L'ATTENZIONE SUI MIEI BLOGS, FINO A QUANDO NON SI CONOSCERA' LA VERITA' SUL CASO EMANUELA ORLANDI. SONO IN 8O MILA, TALI LE FIRME RACCOLTE, A VOLERE, COME ME, LA VERITA'. LA CHIESA, NELLA SUA IMMENSA MISERICORDIA, DEVE COMPIERE QUEST'ATTO DI GENEROSITA' VERSO LA FAMIGLIA ORLANDI, CHE HA SERVITO CON ONESTA' E LABORIOSITA'IL VATICANO.(Maria Serritiello)

Qualcosa si muove dopo l’interrogazione di Walter Veltroni al ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, per cercare di far luce sulla strana sepoltura del boss Enrico De Pedis nella basilica di Sant’Apollinare a Roma. Il ministro ha disposto accertamenti, rivelando che la chiesa in questione non è territorio vaticano e che l’ok alla traslazione arrivò direttamente dall’allora presidente della Cei, il cardinale Ugo Poletti. In più, sono emerse pesanti irregolarità – o quantomeno gravi leggerezze – nella documentazione che ha disposto il trasferimento della salma dal cimitero romano del Verano alla chiesa.

Gli inquirenti che si occupano della scomparsa di Emanuela Orlandi tornano alla carica. In Vaticano “qualcuno” sa perché De Pedis è stato trasferito a Sant’Apollinare, dicono. E perché e da chi è stata rapita la ragazza, ormai nel lontano 1983.
Non si ritiene che comunque la tomba dell’ex capo della banda della Magliana possa contenere elementi rilevanti per le indagini, di cui si occupa il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo. La tomba quindi non verrà aperta perché per il procuratore non dovrebbe contenere eventuali resti della Orlandi, oltre a quelli di De Pedis. Tra l’altro, chi segue il controverso caso già sapeva che la basilica non fosse territorio del Vaticano e i dettagli dell’iter per trasferire la salma del boss. Pietro Orlandi, fratello di Emanuela e che da anni si batte per la verità sul caso, esulta. “La posizione dei pm, secondo cui personalità vaticane conoscerebbero la verità su Emanuela è importantissima”, spiega, “ora mi aspetto una risposta dal Vaticano: questo silenzio sta diventando imbarazzante”. Infatti, nonostante l’appello direttamente a Benedetto XVI, non è arrivata alcuna risposta. E lo stesso Orlandi si era detto “deluso”. Ma Orlandi non demorde. Si aspetta “un’azione spontanea” da parte di chi in Vaticano sa e una “risposta ufficiale” della Santa Sede. E non è il solo.


ULTIME NOTIZIE CORRELATE

***Manifestazione davanti Sant'Apollinare

Si è svolta nel pomeriggio di ieri la manifestazione organizzata da Pietro Orlandi per chiedere verità e giustizia sul caso della sorella, Emanuela, scomparsa in circostanze misteriose nel 1983. Tra reticenze del Vaticano e risolti criminali, che coinvolgono la Banda della Magliana.

La manifestazione, con la presenza di centinaia di persone sensibilizzate dal tam tam su internet, si è svolta proprio davanti la basilica di Sant’Apollinare. Dove è sepolto Enrico De Pedis, il boss della Magliana detto ‘Renatino’. Proprio sulla stessa piazza, la scuola di musica che frequentava la ragazza.

Per protesta, è stata affissa una targa con scritto ‘Piazza Emanuela Orlandi’ sul portone della chiesa. E chiesta la rimozione della salma di De Pedis dalla basilica, criticando anche l’omertà della Chiesa sulla questione. Avviata anche una raccolta firme.

Un paio di settimane fa, grazie all’attivismo di un gruppo Facebook, sono stati affissi sulle statue ‘parlati’ della tradizione popolare romana, appelli, poesie e volantini sul caso di Emanuela Orlandi.

***Manifeatazione attenzionata da gendarme e (fotografo) del vaticano

Particolarmente ‘osservati’ i manifestanti che sabato scorso hanno partecipato alla mobilitazione organizzata dal fratello di Emanuela Orlandi, Pietro, per chiedere al Vaticano di far luce sulla scomparsa della giovane.

Un uomo è stato infatti notato mentre fotografava, con una certa insistenza, i manifestanti raccolti davanti alla basilica di Sant’Apollinare. In particolare chi distribuiva volantini e gli striscioni. Nella chiesa in questione è sepolto, col beneplacito della Chiesa, il boss della Banda della Magliana ‘Renatino’ De Pedis. Si è scoperto che il curioso fotografo è un gendarme del Vaticano in borghese, riconosciuto da diverse persone che hanno contattato mercoledì sera il programma Chi l’ha visto?.

Il caso è arrivato anche in Parlamento. Walter Veltroni (Pd), che già aveva contestato la sepoltura del malavitoso nella chiesa e chiesto lo spostamento della salma, ha presentato una interrogazione al ministro dell’Interno. Per sapere se le autorità italiane fossero a conoscenza della questione e “se non si ritenga improprio e pregiudizievole l’atteggiamento delle forze di sicurezza vaticane”. Intente, ricorda Veltroni, “a identificare cittadini che manifestavano nel territorio italiano” in maniera pacifica.

***Il Vicariato "De Pedis resta a Sant'Apollinare"

Ecco un altro capitolo di uno dei misteri più singolari e se vogliamo “letterari” di Roma. La vicenda è quella della sepoltura di Enrico De Pedis, detto “Renatino”, nella Basilica di Sant’Apollinare, a due passi da Piazza Navona. De Pedis è uno dei boss della banda della Magliana assassinato nel febbraio e inumato nelle camere mortuarie sotterranee della Basilica il 24 aprile 1990, dopo una prima tumulazione frettolosa al Verano. La trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?” (RaiTre), il 12 settembre scorso, aveva rivelato i documenti sui retroscena della sepoltura del boss che ha suscitato le proteste di molti cattolici. Ieri sera, nel corso di un’altra puntata della trasmissione, è arrivata la replica del Vicariato di Roma, della cui giurisdizione fa parte Sant’Apollinare: in sostanza i resti mortali di De Pedis non saranno spostati – dice una nota – La sepoltura era stata decisa a suo tempo dal Cardinale vicario Ugo Poletti, oggi defunto, ma secondo la gestione attuale del Vicariato non ci sono gli estremi per un’estumulazione dei resti di “Renatino



***Ministro Cancellieri accertamenti su sepoltura De Pedis


La mobilitazione, anche su internet, di Pietro Orlandi per far luce sulla scomparsa di sua sorella Emanuela e sul coinvolgimento del Vaticano e della Banda della Magliana sembra aver ottenuto dei risultati. Uno dei punti tuttora oscuri è la sepoltura nella basilica di Sant’Apollinare a Roma di Enrico De Pedis, detto ‘Renatino’, boss della Banda della Magliana. Il malavitoso, vittima nel 1990 di una faida, è stato infatti sepolto nella chiesa. Perché faceva ingenti donazioni, si sono giustificati i religiosi interpellati. Senza interrogarsi tanto sulla provenienza più o meno lecita di certi denari.

Il ministro degli Interni, Anna Maria Cancellieri, ha annunciato “ulteriori accertamenti” sulla sepoltura di De Pedis. Così ha risposto alla richiesta di chiarimenti di Walter Veltroni (Pd), che da tempo segue la questione, durante il question time di ieri. Presenti anche il fratello e le sorelle di Emanuela Orlandi.

Cancellieri ricorda che per autorizzare quel tipo di sepoltura era necessario “un decreto del ministro della Sanità, di concerto con il ministro dell’Interno, previo parere del Consiglio di Stato”. Rileva che “nessun ufficio di questa amministrazione venne interessato: né la Prefettura di Roma, a cui sarebbe stato necessairo indirizzare la richiesta di tumulazione, né la Direzione generale dei culti, che avrebbe dovuto esprimere il parere di competenza”. Questo perché la basilica godrebbe “del regime di extraterritorialità, essendo ubicata nello Stato del Vaticano”. Ma, evidenzia, ci sarebbe anche un’autorizzazione dal Comune di Roma che ha dato l’ok alla traslazione della salma dal cimitero del Verano alla basilica.

Veltroni non è però soddisfatto per le risposte dal ministro, perché “a noi non risulta così chiaro che Sant’Apollinare sia territorio del Vaticano”. Infatti la chiesa non sarebbe inserita nella lista degli immobili che godono di extraterritorialità, allegata al Concordato del 1929. Ma è presente tra quelli “esenti da espropriazioni e tributi”. Ed è comunque “eticamente inaccettabile che il capo della banda della Magliana sia sepolto in una delle chiese più importanti di Roma”.

Disposti accertamenti anche sul caso del presunto gendarme vaticano impegnato a fotografare la manifestazione del 21 gennaio scorso davanti a Sant’Apollinare, organizzata proprio da Orlandi.

Forse sarà la volta buona per fare chiarezza su un caso ancora non risolto, superando le reticenze del mondo della politica e del Vaticano?



LA STORIA DI "RENATINO" E LA BANDA DELLA MAGLIANA NELLA BALLATA CHE QUI POSTO

Nessun commento:

Posta un commento