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venerdì 13 aprile 2012

Intorno alle notizie su Emanuele Orlandi


FONTE:PIANETANEWS.COM
del 12 aprile2012

Sta sollevando molto imbarazzo in Vaticano il polverone sollevato da Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, sulla scomparsa della sorella a giugno del 1983. Tanto che informazioni su che cosa sta emergendo sono state chieste direttamente da padre Georg, segretario personale del Papa, ad alcuni suoi collaboratori. Ma è piuttosto la procura di Romache in queste ore sta cercando di sbrogliare la complicata matassa. Da quanto ci risulta è possibile che gli inquirenti tornino a chiamare in causa Raoul Bonarelli, già numero due della Vigilanza Vaticana ai tempi di Giovanni Paolo II. Bonarelli fu già interrogato dalla magistratura romana nel ’93 negando di sapere qualcosa in merito. Tutto nacque da un’intercettazione telefonica in cui un alto esponente vaticano mai identificato, ma che sembra fosse il capo della Gendarmeria Vaticana Camillo Cibin, imponeva a Bonarelli di non parlare. Chi conosce il Vaticano sa bene che la Gendarmeria è il primo soggetto a intervenire quando si verificano fatti di cronaca che riguardano cittadini vaticani, ed Emanuela Orlandi lo era. A chi indaga sembra difficile che il numero due della Sicurezza Vaticana non conosca aspetti della vicenda. Dunque è allo studio una rogatoria internazionale per capire da Bonarelli quali sono i legami della vicenda Orlandi con la Banda della Magliana e con la sepoltura del boss della Banda Enrico De Pedis nella chiesa di Sant’Apollinare a Roma. Una delle piste seguite sarebbe il coinvolgimento dell’organizzazione malavitosa romana che negli anni ’90 avrebbe fatto da tramite per far arrivare i soldi della mafia al Banco Ambrosiano e allo Ior, per poi spedirli in Poloni a Solidarnosc. Un certo quantitativo di danaroperò sparì eda qui l’idea di rapire Emanuela per ricattare il Vaticano. La rogatoria potrebbe coinvolgere anche due cardinali, Giovanni Battista Re e Achille Silvestrini che ai tempi del rapimento avevano posti di rilievo nella Curia Romana. «I due cardinali in questione però hanno già fatto sapere per vie traverse di non sapere nulla. La questione all’epoca infatti fu gestita direttamente dalla Segreteria di Stato e dal Governatorato della Città del Vaticano » dice una nostra fonte. Ma gli inquirenti, e anche unaparte della CuriaRomana, contano sulla caparbietà di Pietro Orlandi affinché chi sa si convinca a parlare. In questo senso andrebbe infatti letta anche l’ultima predica pasquale di Padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, che il 6 aprile davanti a Benedetto XVI ha detto: «Quanti delitti atroci rimasti, negli ultimi tempi, senza colpevole, quanti casi irrisolti ».

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