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martedì 10 aprile 2012

50 anni fa Sophia vince l'Oscar con la Ciociara



fonte:Ansa.it

Sotto la regia di De Sica, la statuetta come migliore attrice protagonista

- Non c'era Sophia Loren, la sera del 9 aprile 1962, a ritirare l'Oscar per la migliore interpretazione femminile che a furor di popolo la platea dell'Academy Awards le assegnò per 'La Ciociara' di Vittorio De Sica, prima attrice a vincerlo non recitando in lingua inglese. In palcoscenico fu l'inglese Greer Garson a stringere la statuetta e la notizia arrivò invece a Sophia all'alba del giorno successivo, dalla voce di Lello Bersani che bussava alla casa romana di Carlo Ponti con al seguito i microfoni della Rai.

La storia dice che per anni l'intervista rimase nei cassetti perché i dirigenti della tv pubblica giudicarono sconveniente l'abbigliamento in vestaglia della diva che, inoltre, non aveva ancora regolarizzato la sua posizione matrimoniale con il produttore e pigmalione Ponti. Ma per il cinema italiano quella fu una notte da ricordare: non solo si riaffermava il primato del neorealismo, tanti anni dopo i tronfi di 'Ladri di biciclette', ma quel film coronava un percorso di successo partito nel dicembre di due anni prima con gli applausi del pubblico alla 'prima' romana e proseguito con una raffica di riconoscimenti, dal Premio a Cannes nel '61 fino al David di Donatello, dal Nastro d'Argento ai Bafta inglesi, tutti nel segno di Sophia. Realizzato ad appena tre anni dall'uscita del romanzo di Alberto Moravia, il film era una coproduzione italo-francese che garantì Jean-Paul Belmondo per il ruolo di Michele a fianco di un cast di stelle italiane (da Carlo Ninchi a Raf Vallone, da Andrea Checchi a Pupella Maggio, da Vincenzo Musolino a Renato Salvatori), capaci all'unisono di recitare con la semplicità dei non professionisti della grande ventata neorealista.

Oggi il film resta un capolavoro di forza espressiva e di emotività immediata che mette al centro l'indissolubile forza di una madre e una figlia, l'allora giovanissima ed esordiente Eleonora Brown che presto preferì gli studi e il matrimonio alla professione. Per la sua parte si era pensato all'inizio proprio alla Loren che poi accettò di invecchiarsi e vestire i panni laceri di Cesira quando Anna Magnani rifiutò di farle da madre sullo schermo. Nel 1989 Sophia si riprese il ruolo per il remake televisivo firmato da Dino Risi.

Rispetto al romanzo di Moravia gli aggiustamenti della sceneggiatura di Cesare Zavattini sono contenuti e rispettosi, anche se la dimensione emozionale prende volutamente il sopravvento e più forte si fa la metafora che mette sullo stesso piano due donne martirizzate dalla violenza della guerra e un paese, l'Italia, che cerca di rialzarsi dopo essere stato messo in ginocchio dalla furia cieca degli eserciti

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