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martedì 18 marzo 2014

“Shakespeare Family” di Giuseppe Manfridi al Piccolo Teatro del Giullare di Salerno




Fonte: www.lapilli.eu
di Maria Serritiello

Dal 22 febbraio al 9 marzo, Bianca, Caterina, Desdemona, Giulietta, Mercuzio e Shylock, tra i più noti personaggi della scrittura shakespeariana, indimenticabili icone nell’immaginario di ognuno, hanno ripreso tutte insieme la loro fisicità per rappresentarsi al Teatro del Giullare di Salerno. “Shakespeare  Family”, questo il titolo del pezzo scritto da Giuseppe Manfridi, drammaturgo romano, per la regia di Carla Avarista, è stato uno spettacolo accattivante, sia pure nella sua semplicità rappresentativa. Fondale nero, nessuna scena, per arredo solo  una scrivania dietro alla quale il personaggio della regista, si ritrova  ogni tanto ed una pedana dalla quale ad uno ad uno si presentano al pubblico i personaggi shakespeariani. A tenere le fila dello spettacolo è proprio lei la scenica regista che pazientemente ascolta ognuno, dialoga con loro, unisce i vari pezzi, interviene, informa e si frappone alle loro conoscenze, sì che i fatti, appaiano diversi da come i personaggi ne abbiano convinzione. E così per circa un’ora, tale è la durata, Giuseppe Manfridi, l’autore,  ridà loro la vita, dopo che Shakespeare ne ha tragicamente suggellato la morte. La prima ad apparire è Desdemona infelice tutt’ora, perché Otello non ha creduto al suo amore e alla sua fedeltà, lei che ha superato l’ostacolo più scandaloso del suo tempo, la diversità di colore della pelle, ma quando saprà del tradimento di Iago, considerato amico e di cui non avrebbe mai sospettato, si rasserenerà, riconciliandosi con il sentimento amoroso. Anche Mercuzio apprende fatti che a saperli prima non gli avrebbero falciata la vita, né quella dei suoi giovani  amici, Giulietta e Romeo. Tanti dolori e tante morti evitate, ma tant’è sono le tragedie così volute dal sommo cantore inglese. Anche gli altri personaggi apprenderanno fatti nuovi, vivranno situazioni diverse, si spiegheranno certe reazioni e comprenderanno la vita precedente. E’indiscusso che  guardandosi a posteriori ognuno sarebbe stato in grado di gestirsi diversamente da come non l’ha fatto all’interno del personaggio, per cui nella fantasia postuma anche Caterina, la bisbetica per eccellenza e Bianca si guarderanno con più tolleranza e complicità e Shylock riuscirà finalmente a capire che la vera perdita non è il denaro ma è la figlia che ha abiurato la religione.

Ingegnoso il testo“Shakespeare  Family”  di Giuseppe Manfridi nel dare continuità ai personaggi, spiegando, argomentando, anche in maniera  corposa, a tratti filosofica e dottrinale ed estraendo dalle loro anime e dai loro pensieri ciò che avrebbero voluto sapere prima. Senza essere una “diminutio”, anzi il contrario, l’immaginazione fantasiosa dei personaggi di Giuseppe Manfridi ricorda, per una certa somiglianza, alle “Interviste impossibili”, andate in onda su  Radio Rai dal 1974 al 1976. Nell’edizione radiofonica alcuni tra i maggiori personaggi della cultura, Calvino, Eco, Camilleri, Manganelli e tanti altri, sono 86 le interviste, incontravano altri celebri, vissuti cento, mille anni prima. La variazione del testo“Shakespeare  Family”, affrontato dal Piccolo Teatro del Giullare, sta nei dialoghi sceneggiati, al posto delle domande rivolte all’intervistato, nello spettacolo radiofonico.

Nell’unico tempo di rappresentazione lo spettacolo scorre fluido, nessun intoppo ai ragionamenti delle varie vite che si manifestano. Di ottimo livello è la recitazione, i personaggi sono stati stigmatizzati perfettamente e con la giusta intensità drammatica.  Ognuno, in scena si è mosso con la naturale precisione, infondendo, laddove richiesto, energia e tragicità come per la mansueta Desdemona, (Adriana Fiorello), per la scatenata vivacità di Caterina e Bianca (Concita De Luca e Elena Monaco), un duo di vitale esuberanza, per la magistrale bravura di Mercuzio (Andrea Bloise), vigorosa fisicità e resa scenica straordinaria, per la dolce Giulietta (Caterina Micoloni) forza e  tragicità insieme ed infine per la confermata bravura di Gaetano Fasanaro (Shylock ) e per la duttilità con la quale si cala in ogni personaggio, Amelia Imparato (Regista). Ad impreziosire lo spettacolo, curato da Carla Avarista, sono stati i video in bianco e nero, “La bisbetica domata” ed “Il  Mercante di Venezia”, mandati sul fondale e scelti opportunamente, da Concita De Luca che,  messa da parte, per quattro settimane, il sabato e la domenica, la professione di giornalista, si è trasformata egregiamente nella Bisbetica domata.

Le luci e la scelta delle musiche sono, come sempre, della brava Virna Prescenzo.

Maria Serritiello
www.lapilli.eu









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