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venerdì 22 novembre 2013

Su il sipario, da sabato 16 novembre fino a tutto maggio, al Teatro A. Genovesi di Salerno



Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Srritiello

Il Teatro A. Genovesi di Salerno in Via Sichelgaita 12, sabato 16 Novembre, ha finalmente sollevato il sipario sulla stagione teatrale 2013-2014, evento atteso  con impazienza da quanti amano il teatro e seguono con ammirazione la “Compagnia dell’Eclissi”. L’apertura, in ritardo di un mese, rispetto a quella canonica, per motivi burocratici, ormai superati, ha subito dato il via ad un’ineccepibile performance della Compagine salernitana, che ha riportato sulle scene un cavallo di battaglia “ Il Berretto a sonagli”, pluripremiato in tutte le manifestazioni ed in cartellone ogni sabato, alle 21,00 e ogni domenica, alle 19,00 fino al 15 dicembre.

 La Compagnia dell’Eclissi, fondata nel novembre del 2006, con attori provenienti da varie esperienze teatrali, fin dall’inizio ha teso orientare le sue scelte verso la drammaturgia degli ultimi decenni dell’Ottocento e i primi del secolo successivo. Ibsen e Pirandello, con i loro scritti che denunciano le convenzioni morali e sociali, le inquietudini e le contraddizioni del mondo esterno, sono gli autori più scelti dal gruppo  e testi fondamentali rappresentati e riproposti, con sempre grande consenso di pubblico, sono: Casa di bambola, La ragione degli altri,  Il berretto a sonagli, Il Piacere dell’onestà a  e Tutto per bene.

Ed ecco i protagonisti del dramma pirandelliano “Il berretto a sonagli”, rendere la recitazione un autentico capolavoro interpretativo, sì, perché come riescono a raffigurare loro, Pirandello, nessun altro. Il premio Nobel 1934 ha qui la sua sede naturale e la Compagnia dell’Eclissi è la sola ad avere la "vis  drammatica" adatta per rappresentarlo. Tutti i protagonisti offrono un perfetto affresco piccolo borghese, nel quale si muovono Fana (Anna Maria Fusco Girard), l'incapace ed obbediente serva, per continuare con Fifi La Bella (Leandro Cioffi), che si serve dei soldi della sorella per onorare i debiti contratti, con la Saracena (Lea di Napoli), bella e spavalda, con Nina Ciampa (Nadia D'Amico),  poco più di una muta ma ardita nei  fatti, con Angela Guerra, la puntuta Assunta La Bella, attenta a mantenere lo status quo della famiglia, sia pure a danno della figlia e con  Felice Avella, perfetto nella caratterizzazione del delegato. Su tutti, due mostri sacri, Flavia Palumbo ed Enzo Tota, così bravi, così scenici, così umani, così disperati e così calati nella parte che si fatica, una volta finita la rappresentazione, a dare loro altro volto se non quello di Ciampa, e di Beatrice Fiorica. Eccellente e accorta nei particolari, la regia di Marcello Andria, per cui  tutto lo spettacolo risulta di grande pregevolezza
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Maria Serritiello
www.lapilli.eu














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