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mercoledì 4 luglio 2012

Alga killer: emergenza a Palermo, monitorata attentamente la Liguria


FONTE:VIRGILIO NOTIZIE

Torna la preoccupazione per Ostreopsis ovata, famigerata alga tropicale, nociva per animali e persone che da qualche anno ha colonizzato le acque del Mediterraneo. Ecco come riconoscerla e i sintomi dell'intossicazione



Torna l’allarme alga tossica sulle coste siciliane. Densità considerate sopra la soglia limite sono state trovate dall’Arpa Sicilia in corrispondenza delle acque antistanti i litorali palermitani
E così Ostreopsis ovata, microalga tipica dei mari tropicali, ma che da qualche anno – si suppone a causa dei disordini climatici – si affaccia anche sui litorali italiani, ricomincia a creare problemi a livello ambientale e sanitario, preoccupando tutta Italia: dalla punta dello Stivale fino in cima. Fioriture dell’alga unicellulare sono state rilevate dai primi anni del 2000 in Puglia, Toscana ed Emilia Romagna, poi in alcuni tratti di costa liguri, passando al Lazio, al Friuli Venezia Giulia e alle Marche fino ai litorali siculi.

Generalmente presente sulla superficie di macroalghe (alghe rosse e brune) sui fondali marini, in condizioni favorevoli prolifera abbondantemente fino a raggiungere una densità di milioni di cellule per litro. Ed è proprio questo fenomeno, cui si assiste generalmente tra luglio e agosto, che in alcuni casi provoca tossicità.

Gli effetti prodotti sull'uomo, si legge sul sito dell’Arpa Liguria – causati dall'inalazione di aerosol marino – cioè piccole gocce d’acqua di mare che portano con sé particelle dell’alga, sono temporanei e rapidamente reversibili, e riguardano le prime vie respiratorie; solo talvolta si sono registrati stati febbrili (con temperatura superiore ai 38°C). Sintomi tipici: faringite, tosse, disturbi respiratori ma può sopraggiungere anche nausea, cefalea, congiuntivite e dermatite.
Va specificato, che la fioritura è condizione necessaria ma non sufficiente per il rilascio della ovatossina – sostanza responsabile delle intossicazioni. Sebbene il fenomeno sia ancora allo studio, particolari condizioni meteorologiche e marine possono contribuire alla diffusione delle particelle dannose: come l'alta pressione atmosferica, mare calmo, presenza di barriere artificiali che impediscono il ricambio delle acque, elevata temperatura e venti di mare in grado di trasportare le piccole gocce d’acqua trasportatrici della tossina.

E allora come si può riconoscere la presenza di Ostreopsis vicino alle nostre spiagge? Risponde l'Arpa con un opuscolo dedicato. Dalla superficie: presenza di schiuma, opalescenza delle acque e materiale di consistenza gelatinosa in sospensione devono fare scattare l’allarme. Sott’acqua, invece, si può intravedere una pellicola bruna che avvolge gli scogli e tutto ciò che si trova sui fondali, fiocchi di materiale sospeso che in controluce presentano puntini rossastri e segnali di sofferenza in alcuni organismi marini come ricci o stelle marine che possono perdere del tutto o in parte aculei e bracci. Appena si dovessero notare questi segnali è utile contattare l’Arpa della propria regione e segnalare il fenomeno.
In Liguria, nella Provincia di Savona, il monitoraggio Arpal è iniziato i primi di giugno e continuerà fino a settembre al fine di mappare le aree interessate dalla possibile presenza dell’alga. «Abbiamo 13 zone campione per diversi tratti di costa suddivise per le tipologie di rischio – spiega Angelo Perato dell’Arpal di Savona – daremo informazioni alle Asl e faremo un bollettino ad hoc per una eventuale interdizione della balneazione».

Intanto in Sicilia,l'assessore regionale all'ambiente Alessandro Aricò ha convocato il Tavolo tecnico delle acque al fine di individuare soluzioni alla elevata concentrazione in acqua della Ostreopsis ovata.



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