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lunedì 28 aprile 2014

“L’Anatra all’arancia”, al VI Festival Nazionale Teatro XS, Salerno con la compagnia “GAD” della Città di Trento






Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello

Penultimo appuntamento, sabato 12 aprile, al VI Festival Nazionale Teatro XS, Salerno con  “L’Anatra all’arancia”, commedia brillante scritta da W.D. Homes e M. A. Sauvajon e  portata in scena dalla compagnia “GAD” della Città di Trento,  regista Alberto Uez. Il pezzo è la rivisitazione con qualche inevitabile cambiamento della famosa versione cinematografica, anno 1975, per la regia di Luciano Salce e con due  interpreti d’eccezione: Ugo Tognazzi e Monica Vitti. La commedia, brillante nei dialoghi e disinvolta nei costumi, trasferita in teatro, si è avvalsa di abili caratterizzazioni sì da rendere molto gradevole lo spettacolo.

Ed ecco la buona borghesia, via drappi e mobili roccocò, rappresentarsi nel salotto lucido e colorato, quadri d’autore alle pareti, Mondrian, Picasso, Klimt, il bar rifornito di buoni liquori, perfino l’ orzata per gli astemi, con le smanie di una donna trascurata ed il marito impunito farfallone. Non mancano altri personaggi, indispensabili per  agitare le acque, l’altro, l’altra, la cameriera buffa e la cottura, mentre si consuma il tutto, dell’anatra all’arancia. Livia e Gerardo sono sposati da dieci anni, ormai è una coppia che ha perso il mordente dello stare insieme e sebbene ad entrambi le scappatelle non sono mai mancate, il matrimonio resiste. In uno dei tanti party a cui sono invitati, Gerardo è uno sceneggiatore tv di successo, Lisa riscopre l’amore nel prestante e giovane nobile, Francesco Maria Serravalle Scrivia, da qui una serie di situazioni imbarazzanti,  intorno alle quali ruota la commedia.

Il sipario si apre su di una tranquilla serata casalinga, lei avvolta in vestaglia nera, truccata e sexy, lui in una comoda giacca da camera, giocano a scacchi, si rimbeccano e discutono con leggerezza, quando ad aizzare la serata arriva la languida telefonata di Serravalle Scrivia “ Ciaooooo Lisaaa” fiata nella cornetta e lei  svenevole gli risponde prolungando il ciao,  tra moine  e smorfiette. La telefonata, marito presente ed amplificata per il pubblico, informa sulla decisone di lei di lasciare il coniuge per  andare l’indomani a Parigi, capitale dell’amore, con il nobile ganzo. Gilberto incassa il colpo, si mostra indifferente, appare perfino sollevato, ma è tutta finzione perché lui ama Lisa e non ha nessunissima intenzione di lasciarla andare. Lo sceneggiatore che è in lui si attiva e mette su con finta disinvoltura, situazioni, equivoci e  scambi, invitando perfino il blasonato a casa propria, senza trascure di offrire ospitalità anche alla sua formosa ed appariscente segretaria. Tutti gli equivoci, creati dall’incomparabile regia di Gilberto, andranno cucinati a fuoco lento, proprio come la cottura dell’anatra all’arancia, il piatto haute cuisine che Teresina, la cigliuta cameriera, scandalizzata per quanto avviene in casa, ha messo in forno. Come tutte le commedie brillanti il finale è leggero e va nella direzione che tutti si aspettano.

La versione presentata al Teatro Genovesi, un’ora e quaranta di spettacolo, divisa in due atti, per la regia di Alberto Uez, è stata piacevolissima. Ben diretti gli attori Mauro Gaddo (Gilberto), Mara Sartori (Lisa), Giovanni Rosso(Francesco Maria Serravalle Scrivia), Nadia Rossi (Teresa Cazzaniga) e Giuliana Germani ( Teresina), hanno saputo imprimere un giusto ritmo, sia al testo brillante, che ai dialoghi sagaci. Tutta la trama è un divertissement che tende a modernizzare, con grande senso dell’humor, i costumi della famiglia, senza scadere nell’amorale. Il menage a trois o lo scambio di coppia che sembrano inevitabili, ad un certo punto della storia, tanto da far vergognare la povera serva, non  sono che equivoci resi ad arte perché tutto rientri nella normalità. E se ci sono state  scappatelle per i due padroni di casa, in passato, lungi dall’essere dei biechi tradimenti, ma piccole distrazioni di gente abbiente che si annoia. Gli attori con la loro perfetta recitazione rendono per vero questo clima borghese, dove  tutto non è definitivo e le situazioni capovolgono da un momento all’altro. Brava Mara Sartori, la leziosa Lisa,  ad essere seduttiva e moderatamente provocante nelle mise  sexy indossate, senza che il pubblico si sia accorto della sua avanzata gravidanza, ma bravi tutti gli interpreti a caratterizzare i personaggi, dalla simpatica canaglia di Gilberto, Mauro Gaddo, pizzetto e tempie grigie,  alla spumeggiante Nadia Rossi, la segretaria, una sventola da capogiro, da Giuliana Germani, la serva, con il suo dialetto caratteristico centro-meridionale, all’insulso “bietolone”, come lo chiama il rivale, ovvero lo sdolcinato Giovanni Rosso. Appropriato e piacevole, lo stacchetto musicale, “At The Moment”  di Nadeah, ripetuto di tanto in tanto, per intervallare le situazioni in scena. Nel forno l’anatra, gustosamente all’arancia, si è finalmente cotta, e dipanate anche le intricate situazioni della famiglia, sicché  il raffinato piatto, messo in tavola per gli ospiti, sarà gustato solo dalla coppia che, dopo le turbolenze amorose, riscopre l’intimità familiare.

La compagnia ha un prestigioso curriculum che affonda le radici nel 1946 con il nome T.S.T, successivamente diventa “GAD” sperimentale città di Trento, fondatore Mario Roast, nel 1953 e dal 1979 è affidato ad Alberto Uez.

Maria Serritiello
www.lapilli.eu




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