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domenica 6 aprile 2014

I primi 10 anni del “Delle Arti” di Salerno festeggiati all’interno della Giornata Mondiale del Teatro



Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello


Proprio bella la festa del 27 marzo scorso al Teatro delle Arti di Salerno per la Giornata Mondiale del Teatro, nella quale di diritto sono rientrati i festeggiamenti per i primi 10 anni compiuti dal “Delle Arti”, il teatro più moderno d’Italia, per la composita struttura. La sua costruzione fu ripresa da una vecchia già preesistente, il refettorio dell’ex seminario regionale e fu inaugurata precisamente il 2 febbraio 2004, alla presenza di numerose autorità. Claudio Tortora, Pina Testa, Peppe Natella, Gaetano Stella e Marcello Ferrante, conosciutissimi operatori dello spettacolo, intelligentemente unirono le forze, facendosi affiancare anche da un supporto tecnico, Franco Tortora ed Alfonso Tortora e 10 anni fa lanciarono la sfida artistica e cioè quella di mutare il Teatro “Delle Arti” in una fabbrica dello spettacolo, che ricoprisse cinema, teatro, danza, musica, televisione, senza trascurare la formazione. E così in tutti questi anni, al Delle Arti , sono passati circa settecentomila persone, per assistere ai 1000 spettacoli e alle 5000 proiezioni cinematografiche. 
Ogni anno vengono proposte al pubblico due stagioni teatrali, una classica ed una solo comica e di cabaret ed ancora 30 produzioni per le scuole, inserite in stagioni di diversi teatri italiani, tra i quali il Sistina di Roma e il Politeama di Napoli. Per la Danza, invece, il cartellone prevede i più grandi nomi del ballo e le compagnie italiane ed internazionali, oltre ad organizzare una rassegna a cui partecipano buona parte delle scuole di danza di Salerno e della Regione. Ma non è finita, a cura della Compagnia dell’Arte, s’istituiscono 5 laboratori di formazione, con oltre cento allievi che mano a mano vanno ad arricchire lo spettacolo più tenero del Delle Arti, le favole in musica, interamente dedicate ai bambini. Una ricaduta in termini lavorativi sul territorio da non trascurare per attori, registi, scenografi, tecnici, grafici, tipografi, addetti stampa e personale amministrativo, assunto a tempo indeterminato. Inoltre il COS, sigla per dire, Consorzio Operatori dello Spettacolo, nel quale sinergicamente si sono uniti gli artisti e i professionisti salernitani, unico esempio al Sud, ha formato una compagnia la Stabile del Teatro di Salerno, con la quale nel 2010, 2011 e 2012 ha prodotto ; l’Odissea, un musical dei fratelli Marco e Massimo Grieco, Vita d’Artista ( Charlie Chaplin), scritta da Claudio Tortora, con musica di Marcello Ferrante, le coreografie di Pina Testa, le scenografia di Peppe Natella e la regia di Gaetano Sella. Il team si ricompone di nuovo nel 2012 e produce C’era una volta ‘60.

Ecco, questa è la bella realtà del “Delle Arti” che il pubblico salernitano conosce ed apprezza, non disertando mai una serata, anche se infrasettimanale per esempio e loro, gli operatori artistici, con lo stesso stile di formazione, da squadra vincente, si sono tutti esibiti nello spettacolo di giovedì 27 marzo. Sul palco 16 metri per 12, ad apertura di sipario, come da varietà, hanno sfilato per prime le ballerine, piccole e grandi del Professional Ballet di Pina Testa, creando un clima di gioiosa festività. La serata, presentata dal misurato Gaetano Stella e dal direttore artistico Claudio Tortora, è stata una sintesi dei numeri più salienti, in cui si è prodotto il Delle Arti, nel corso degli anni, inserendo anche qualche novità, come i“Malgrado Tutto”, un duo comico, Made in Salerno, Manuel Mascolo e Davide Zottii, in cerca di successo. Cresciuti sotto l’egida del Patron del Premio Charlot, hanno richiesto, per il loro lancio, di utilizzare un vecchio cavallo di battaglia della “Rotonda”, il trio di successo a livello nazionale, dal 1979 al 1995, tra i quali Claudio Tortora, autore ed attore. Sono lanciatissimi, hanno l’energia giusta, tanto che a pochi mesi dall’inizio, già si sono prodotti in cinque spettacoli, con il tutto esaurito al Ridotto, il tempio della comicità di Salerno, Dopo il rap e la risata giovane, in sequenza si alternano, Renata Tafuri, attrice di classe, proponendo un sagace monologo sulla donna e sulla sua vita attuale, sempre sull’orlo di una crisi di nervi e ne elenca le ragioni. Brillante e divertente, poi, il pezzo dei due coniugi, Elena Parmense e Gaetano Stella, in cui lei è derisa bonariamente dal marito per la fissa di essere un’attrice drammatica mentre l’unica cosa che le riesce di fare è il Caffè Chantant. Bravi entrambi per come sono affiatati. Nella grande bellezza della serata, durata due ore mezza di fila, si fa strada la magia della musica e che musica, distendendosi soave e poderosa all’insieme su tutto il Delle Arti, fiatata dal magico sassofono del Maestro Guido Cataldo, accompagnata da un pezzo da novanta qual è Marcello Ferrante. Il “Vincerò”, lanciato con sostenuta passione e vigore assoluto da Guido Cataldo, tratto dal “Nessun dorma” della Turandot di Puccini, ha trasportato tutto il pubblico, in un empireo di bellezza e di emozioni senza pari. Grazie Guido (ndr: è il pezzo suonato da te che più adoro). Uno dopo l’altro, tutti concorrono a rendere unica la serata teatrale, dalla “Bottega San Lazzaro”, con due pezzi di Eduardo, tratti da Non ti pago e Natale in casa Cupiello, alla calda e passionale voce della giovane cantante salernitana Lucia Lisi, dal monologo di Letizia Netti sulla libertà, alle intense interpretazioni di Renata Tafuri ed Elena Parmense, le due Filumena Marturano d’eccezione, dalla Compagnia dell’Arte diretta da Antonio Ronga e Valentina Tortora che hanno presentato un pezzo, tratto da Mary Poppins e dove il padre dei ragazzi è caratterizzato perfettamente da un inaspettato Gianluca Tortora, al musical “Roma Caput Mundi” dei giovani ma già capaci e disinvolti, Serena Stella ed Alessandro Caiazza. Una menzione a parte va all’ immenso Claudio Tortora, uomo di spettacolo a tutto campo, da sempre impegnato a scrivere testi, a cantare, a dirigere, a scoprire nuovi talenti, a sostenere i giovani, a concepire il premio più prestigioso della comicità italiana lo “Charlot” e ad essere lui stesso un cabarettista di eccellenza. Il personaggio “Spalletta”, il killer bonario dell’agro, dalla caratteristica parlata con “e” aperte, un personaggio indimenticato, borsalino calato sulla fronte, giacca color carta da zucchero di una taglia in più, cravatta eccedente, giornali sotto il braccio, di una simpatia istintiva, non poteva mancare per esaltare la festa. E lui non ha deluso l’attesa di chi aspettava l’esibizione da anni. Caro Spalletta sei così attuale che è un vero peccato aver messo in pensione il personaggio, hai sempre la verve giusta per divertire quanti vogliono ridere ma anche pensare e con la comicità di Spalletta si può.

Maria Serritiello
www,lapilli.eu









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