La storia del più celebre teatro di Mosca, costruito nel 1856 e chiuso per restauri dal 2005
FONTE:IL POST di Augusto Comé
L’edificio storico del teatro Bolshoi di Mosca riapre finalmente al pubblico. Era stato chiuso nel 2005 per dei mastodontici lavori di restauro e verrà inaugurato il 28 ottobre con un gran concerto di gala. La riapertura del Bolshoi si preannuncia come l’evento mondano dell’anno, a Mosca: a riaprire non è un semplice teatro ma un vero e proprio tempio della cultura nazionale russa. Nonostante i lavori di restauro, il teatro in questi anni ha continuato ad ospitare alcuni spettacoli: nel 2000 infatti è stato aperto un nuovo edificio per ospitare le rappresentazioni durante gli anni di chiusura dell’edificio storico, che continuerà a funzionare anche in futuro. Oggi dunque il teatro dispone di due sale indipendenti.
Il Bolshoi deve molta della sua fama alla rinomata tradizione ballettistica e operistica russa. Il suo palcoscenico ha visto le première di capolavori come Voevoda di Čajkovskij e la Cenerentola di Prokofiev. Ha lanciato artisti del calibro di Ekaterina Maksimova e Majja Pliseckaja. Pliseckaja ha avuto una vita molto difficile: il suo talento ineguagliabile le valse il titolo di prima ballerina assoluta, ma le sue origini ebraiche e l’essere figlia di un “nemico del popolo” le costarono incessanti vessazioni da parte delle autorità sovietiche.
Come da tradizione, il Bolshoi e il Marinsky di San Pietroburgo – il teatro rivale - continuano a essere centri di vivace produzione artistica e a sfornare nuovi talenti. Nel 2001, per esempio, Nikolay Tsiskaridze, un ballerino di origini georgiane di 28 anni, è stato insignito della massima onorificenza in campo artistico, diventando il più giovane Artista del Popolo di sempre.
In russo Bolshoi significa “grande”. Nel 1825, l’anno in cui fu fondato, il monumentale teatro era secondo per dimensioni soltanto alla Scala di Milano. Raso al suolo da un incendio, venne ricostruito nel 1856 in onore dell’incoronazione dello zar Alessandro II. L’edificio, sul quale svetta un Apollo alla guida del carro solare, è il miglior esempio di neoclassicismo moscovita. Fu progettato dall’architetto italo-russo Alberto Cavos, che ebbe il merito di creare un vero e proprio gioiello d’ingegneria acustica, che per lunghi anni valse al Bolshoi la fama di migliore teatro al mondo.
Martedì 25 ottobre alle ore 20.00 presso il Circolo ARCI Mumble Rumble di Salerno
Danzare Insieme Edizione 2011/2012
Festa inaugurale delle Attività
L’ingresso alla festa è libero e gratuito per info: 328 85 967 78 - 328 72 548 31
Ripartono, per il quarto anno consecutivo gli appuntamenti all'insegna della musica e della danza popolare.
Dopo tre anni di incontri e su richiesta di numerosi interessati, ai consolidati percorsi di avvicinamento e approfondimento delle danze e delle percussioni popolari si aggiunge, infatti, un laboratorio sulla ciaramella.
La ciaramella, compagna inseparabile della zampogna, strumento dalle incredibili potenzialità, viene riscoperta da un numero sempre maggiore di appassionati non solo relativamente al repertorio natalizio.
La serata inaugurale sarà occasione di INCONTRO per ritrovare i partecipanti delle edizioni precedenti; ACCOGLIENZA per conoscere i nuovi interessati; PRESENTAZIONE per rendere noto il programma delle attività e dimostrare gli strumenti e i passi; RIFLESSIONE per guardare al percorso avviato e svolto in questi anni; INIZIO per tracciare il punto di partenza di una nuova scommessa.
Far vivere la tradizione e riattualizzarla nella vita di tutti i giorni, rinnovare l’interesse verso gli strumenti tradizionali e creare occasioni di scambio e crescita comune sono parte integrante del progetto.
TUTTI I MARTEDÌ LABORATORI STABILI di:
- ciaramella tutti i martedì ore 19.00 - 20.00
- danze popolari I e III martedì del mese ore 21.00 - 22.00 II e IV martedì del mese ore 20.00 - 22.00
- percussioni popolari I e III martedì del mese ore 20.00 - 21.00
Tutte le attività programmate sono organizzate dall’Associazione Daltrocanto in collaborazione con il Circolo ARCI Mumble Rumble di Salerno
fb: Associazione Daltrocanto
www.daltrocantoweb.org info@daltrocantoweb.org
Per saperne di più
La ciaramella è un aerofono ad ancia doppia, della famiglia degli oboi popolari, costituito da un fuso a foratura conica, con fori digitali per la modulazione delle note, e campana molto svasata. Normalmente accompagna la zampogna effettuando le parti soliste. Si usa anche l’accostamento alla zampogna di due ciaramelle suonate o da una coppia di suonatori o contemporaneamente dallo stesso suonatore, come è tipico di alcune zone della Basilicata, del Salernitano e del Pollino. Viene costruita, per lo più, dagli stessi maestri artigiani di zampogna, in misure corrispondenti alle diverse tonalità della stessa.
Se le avessero chiesto cosa stesse pensando, seduta ad un tavolo del suo ristorante di sempre, non avrebbe saputo rispondere. Eppure era assorta già da dieci minuti: da quando Didi le aveva servito il suo prezioso Amarone. Al tempo che scorreva nelle sue vene? E che ormai era la costante del suo vivere? Oppure al gioco che continuava a portare avanti?
Anche stavolta era riuscita ad incuriosire: „ quindi, vediamolo arrivare“ si era ripetuta durante il tragitto.
Le piaceva quando l’attesa diventava aspettativa e non certo per gli altri.
Solo il personale e altri due clienti: un non vedente e il suo accompagnatore.
Rispetto alla stagione precedente avevano cambiato gli arredi, forse si puntava ad una nuova clientela. Aveva sentito dire che il nuovo titolare aveva grandi progetti. E, poi, DiDi era diventato il maitre.
Eccolo di nuovo al suo tavolo: „Vuole cenare?"
"No, no. Gusterò il mio vino e poi andrò via. Come sempre, prima di uscire di scena definitivamente. E‘ solo questione di tempo."
"E' una bella serata, non stia a pensarci." Le suggerì.
"Non sempre ci riesco."
Sorseggiava la sua preziosa bevanda e ogni tanto curiosava verso l'altro tavolo. Neanche la sorte di quello era stata clemente, anzi „poveretto“ pensò.
„Buono“ assaporò la sua mente. Sentire il liquido scendere in gola era proprio una felicità tangibile, vera. Il primo doveva sempre essere il migliore, solo così non avrebbe notato la differenza con quello, pessimo, che avrebbe concluso la serata.
Da quanti giorni organizzava quest'ultimo incontro? Sette? Sì sette giorni, ricordò seguendo con
l'indice le figure stampate sulla tovaglia. Sette giorni di distrazione erano quanto di più potesse
sperare di ottenere ormai.
Dilatò inconsapevolmente le narici ricordandosi l'aneddoto con la commessa. Era stato due giorni
prima, quando cercava il colore perfetto per il rossetto. Quelle stupide erano sempre impeccabili nelle loro divise eleganti, sempre più giovani: "Accidenti a loro." si morse un labbro stizzita. E una si era anche permessa di chiederle se avesse bisogno di aiuto! Non si era neanche voltata, un cenno del capo e l'aveva subito liquidata.
Il vino stava per finire e la porta continuava ad aprirsi per far accomodare famiglie spensierate. Il movimento attirava la sua attenzione, ecco perchè non aveva notato quello che poteva sembrare un quadro sulla parete alla sua sinistra. Fu una frazione di secondo, un battito d’ali, in cui ebbe consapevolezza dell’insieme riflesso in quello che in realtà era uno specchio. Un istante violento come una percossa: ecco cos’era lei!
Ed ecco anche il conato, puntuale come una condanna a morte. Sollevò il bicchiere e rovesciò le ultime gocce sulla lingua. Aveva bisogno di altra felicità ma doveva raggiungere lo sportello della toilette, in camera da letto. Proprio dove teneva i trucchi e le foto in bianco e nero, sulla base, vicino alle spazzole d’argento.
Non aveva senso quell’attesa. Nel prendere la borsa tornò con lo sguardo sul ragazzo non vedente, il caldo all'interno del locale gli aveva fatto sollevare le maniche del maglione e fu allora che vide il sole illuminare due occhi, tatuato sul suo braccio.
L'unica certezza di quell'incontro era proprio quel tatuaggio. Lei non aveva voluto sapere altro.
Com’era possibile? Era cieco! Che ci faceva lì?
Pagò subito la sua consumazione ma non senza danni: rovesciò il bicchiere e nel sollevarlo fece cadere la borsa che, rovesciandosi, svuotò una parte del contenuto. E una di quelle foto che ostinatamente continuava a portarsi dietro come una reliquia, scivolò ai piedi dell'accompagnatore.
"Aspetti, la prendo io" disse pronto.
"No!" urlò quasi, ma l'accompagnatore aveva già raccolto la foto: la guardò distrattamente. Dapprima egli stesso sorrise e sembrava volesse commentare qualcosa. Poi guardò
la signora e con uno scatto tornò sulla foto: non poteva crederci. Conosceva la donna della foto per averla descritta in ogni dettaglio al suo amico, ma non conosceva quello che ne era diventata. Gli occhi erano rimpiccioliti a causa delle palpebre appesantitesi, niente a che vedere con lo sguardo languido che sorrideva dal monitor, nonostante il trucco. La bocca era larga,con labbra sottili ravvivate da un rossetto eccessivo e non perfettamente spalmato. E dov’erano i lucenti capelli corvini? E l’incarnato di porcellana?
Strappò la sua foto dalle mani dell'uomo e l'accartocciò nel pugno con rabbia. Le lacrime,
inghiottite fino a quel momento, avevano iniziato ad appannare la vista. Non riusciva più a trattenerle e farlo non serviva più a niente. Aveva perso il controllo ed era diventata vulnerabile. Uscì dal locale con in volto due strisce nere che ad ogni solco di ruga si dividevano in tante altre più sottili.
"Gaetano, che succede?" chiese il ragazzo non vedente.
"Niente" rispose, „ho solo aiutato una donna a raccogliere la sua borsa.“ Rispose sedendosi e continuando a guardare la porta d’ingresso.
Gheddafi scrisse a Berlusconi L'ultimo messaggio il 5 agosto: «Ferma le bombe»
SCOOP DI PARIS MATCH
"Caro Silvio, ferma i bombardamenti". Lo scoop è del settimanale francese Paris Match: si tratterebbe, secondo il giornale, dell'ultimo messaggio inviato in Occidente da Gheddafi. E il destinatario sarebbe proprio il leader italiano Silvio Berlusconi. La lettera risale al 5 agosto, quando le sorti della guerra in Libia non erano ancora state decise dalla presa di Tripoli. Ma il governo lealista era in grande difficoltà. La lettera fu inviata al premier italiano «attraverso i tuoi connazionali che sono venuti qui per sostenere la nostra causa», che secondo il periodico francese sarebbero Alessandro Londero e sua moglie Yvonne di Vito, responsabili della di Hostessweb (l'agenzia di ragazze che animarono le ultime visite del colonnello in Italia).
IL MESSAGGIO - Sebbene pubblicamente avesse più volte minacciato l'Italia, privatamente il rais esprime sentimenti di amicizia per l'amico che solo qualche mese prima l'aveva accolto con tutti gli onori a Roma. Ma non riesce a nascondere sorpresa «per l'atteggiamento di un amico con cui avevo sottoscritto un trattato di amicizia reciproca tra i nostri popoli». Tuttavia «non ti biasimo per ciò di cui non sei responsabile, perché so bene che non eri favorevole per un'azione nefasta che non onora né te né il popolo italiano». Quindi la speranza «di poter ancora far marcia indietro». E l'appello: «ferma il bombardamento che uccide i miei fratelli libici. Parla con i tuoi alleati per pervenire ad una soluzione che garantisca il mio popolo da questa aggressione». Infine la promessa: «Stai certo che sia io che il mio popolo siamo disposti a dimenticare e a voltare pagina».
La collettiva, sul tema del 'grottesco', prende ispirazione dalla tragi-commedia di Luigi Chiarelli, dal titolo La maschera e il volto.
Inaugurazione martedì 25 ottobre dalle 20.00
Ego Risto'-caffe' viale De Crescenzo 82, Battipaglia
Ingresso libero
Gli artisti: Raffaella Agosto (pittura) Laura Bruno (pittura) Sabrina Campagna (video art) Rolando Cicatelli (pittura) Roberta Feoli (illustrazione) Pierpaolo Infante (pittura) Marcell La Blanche (digital art) Anna Sergio (fotografia) Andrea Tabacco (pittura) Rudy Zoppi (pittura)
I martedì da “Ego” saranno dedicati ad esposizioni artistiche di ogni genere, mentre la musica live indipendente sarà la protagonista dei giovedì.
Il primo vernissage del 25 ottobre, vedrà partecipare 10 artisti, in esposizione con lavori di pittura, fotografia, digital art, video art e illustrazione.
La collettiva, a tema il “grottesco”, prende ispirazione dalla tragi-commedia di Luigi Chiarelli, dal titolo “La maschera e il volto”, che diede inizio al genere grottesco in teatro
e letteratura, influenzando grandi nomi come Luigi Pirandello e i fratelli De Filippo. Il genere grottesco ha come principale caratteristica quella di mettere in crisi i valori e gli stereotipi convenzionali dominanti nella cultura borghese: la cura dell’apparenza, l’ascesa sociale, la paura della morte, vengono ridicolizzati.
Gli artisti partecipanti esporranno lavori di arte visiva riproponendo in chiave del tutto inusuale e interattiva le peculiarità del genere. Opere intrise da un’ironia pungente, nelle quali ci si rivede rappresentati come in una caricatura. Spesso costruiamo identità alternative per accettare più facilmente noi stessi, ma ridiamo poi della messa in scena di quelli che non sappiamo essere i nostri difetti perché diamo all’arte un ruolo marginale, una finzione relegata ad un mondo che non è quello reale, quotidiano, un mondo secondario, e che quindi non può interferire con il nostro agire: ci sentiamo al sicuro. Torniamo a casa, però, pensando e ripensando a ciò che ci è stato mostrato, ed è lì che qualcosa cambia, che si aprono mille altre sfumature della nostra realtà, mettendo in crisi le certezze costruite che ci costringono a non pensare.
Una “semplice” esposizione collettiva deve poter suscitare tutto questo: trasmettere un messaggio concreto e diretto, far riflettere, creare una reazione spontanea e condivisa, mai passiva!
Alle 21.30 Ilaria Falcone e Rosita Celenta, infatti, si cimenteranno in una visual & body performance a tema con la serata, a cura di Mirko Pierri. Interagiranno con il pubblico esprimendo concettualmente una critica ai costumi della classe media contemporanea, dedita al pregiudizio ed alla “fabbricazione di maschere”.
Programma bimestrale degli eventi presso EGO risto-caffè a cura di Graphic Fly e a.DNA project in collaborazione con Più Stile magazine.
Rossi: "Era come un fratello" Tutti piangono SuperSic
Montezemolo: "Per le sue qualità mi ricordava Gilles Villeneuve". Melandri: "Le parole non spiegheranno mai la sofferenza". L'amico Mattia Pasini: "Ho perso un pezzo di cuore". Lorenzo: "Non so che dire: Marco riposa in pace". Hayden: "Ci mancherà tantissimo". La Ducati: "Piangiamo Marco, era uno di noi". Dani Pedrosa: "A volte ci dimentichiamo quanto sia pericoloso questo sport". Max Biaggi: "Una cosa surreale". Dovizioso: "Sono rattristato ed esterrefatto". Il presidente del Coni Petrucci: "Uno dei miei giorni più brutti: ho deciso che tutti gli sport lo onorassero con 1' di silenzio". Domenicali: "Piango un ragazzo solare, vicino alla famiglia"
Marco Simoncelli, deceduto a 24 anni in Malesia. AfpMolta amarezza e dolore nel ricordo di Marco Simoncelli, deceduto al 2° giro del GP di Malesia, colpito da Edwards e Rossi dopo una scivolata.
il dolore di valentino — Valentino Rossi in serata ha scritto su Twitter: "Il Sic per me era come un fratello minore, tanto duro in pista come dolce nella vita. Ancora non posso crederci, mi mancherà un sacco".
agostini — Così Giacomo Agostini, ex pilota e 15 volte campione del mondo: “È sempre dura quando succedono queste cose, non hai parole, ti chiudi in te stesso pensando a un ragazzo giovane che ha perso la vita amando il suo sport che purtroppo sappiamo essere pericoloso. È stato trascinato all'interno della pista dalla sua moto e quelli che arrivavano da dietro non hanno potuto evitarlo. La gomma ha una colpa ma siamo anche noi piloti che vogliamo che la gomma duri dall'inizio alla fine senza calare di prestazione e spingiamo i tecnici a fare delle gomme che durino fino alla fine. Sarebbe più giusto fare come ai miei tempi, quando la gomma si degradava e si andava più piano fino ad arrivare al traguardo tutti nelle stesse condizioni”. Infine un ricordo di SuperSic: “Era ancora un bambino, una persona piacevole che mi aveva promesso di venirmi a trovare a Bergamo in inverno, la sua fidanzata è di quella zona e lo aspettavo con ansia”.
Coriano è in lutto. Ansacoriano con lui — Fiori e cartelli, poi, alla base della chiesa del paese di Sic, Coriano. In molti da questa mattina hanno depositato un ricordo per il campione che non c'è più: "Ora vai e insegna agli angeli come si impenna", recita uno dei tanti messaggi con le firme degli amici appoggiato davanti alle gradinate. L'annuncio della morte ai concittadini del Marco è stato dato questa mattina dal parroco durante la messa. Don Egidio Brigliadori ha anche raccontato come Simoncelli fosse sempre disponibile a partecipare agli eventi benefici della parrocchia. Così come lo ricorda il Comune, che anche quest'anno si apprestava ad organizzare per il 16 novembre, in occasione della fine del campionato, una grande festa per lui. In paese si è fermato anche il mondo del calcio: non si è infatti giocata la gara tra Tropical Coriano ed Imolese (campionato regionale di Eccellenza), perché i giocatori di casa si sono rifiutati di scendere in campo, sconvolti dalla tragedia, e hanno così chiesto al Comitato regionale della Figc, ed otteuto, il rinvio della partita.
il ricordo di jovanotti — Il cantante Jovanotti su Twitter: “Ciao Marco. Grande campione. Persona strepitosa. Energia, entusiasmo, talento, allegria, passione. Ciao Marco. Ciao Sic. Un abbraccio alla famiglia”.
il saluto di melandri — Così il pilota della superbike, Marco Melandri: "Buon viaggio Marco, le parole non spiegherannio mai la sofferenza".
Marco Simoncelli in un momento di relax. Ansail lutto di milan e inter — Anche il calcio commemora Marco Simoncelli e oggi sarà osservato 1' di silenzio su tutti i campi. "Ogni sportivo rossonero e la Società AC Milan si stringono nell'abbraccio alla famiglia di Marco, grande tifoso rossonero, alla quale rivolgiamo dal Sito ufficiale le più sentite e sincere condoglianze in questo triste momento". È il messaggio del Milan per la morte di Marco Simoncelli. Anche l'Inter ha ricordato il pilota scomparso: "Il presidente Massimo Moratti e tutta l' FC Internazionale - si legge sul sito nerazzurro -, insieme con Claudio Ranieri e la squadra, partecipano al dolore del mondo dello sport italiano e mondiale per la scomparsa del pilota Marco Simoncelli. Nel ricordo di un giovane appassionato campione, l'Inter abbraccia la famiglia e gli amici di Marco Simoncelli".
SILENZIO AL RALLY — Un minuto di silenzio alla partenza del Rally di Catalogna, dodicesima tappa del Mondiale in ricordo di Marco Simoncelli. Un gesto molto significativo. Perché Sic, come Valentino Rossi, era un grande appassionato e aveva provato il mese scorso una Ford Fiesta RS WRC sull'aeroporto di Kirkbride, beneficiando dei consigli del due volte vicecampione del mondo Mikko Hirvonen.
pernat, il manager — Così Carlo Pernat, il manager: “Marco era un ragazzo solare, amico di tutti. Aveva delle aspettative, dei sogni. Un ragazzo di altri tempi, con una bella famiglia che gli ha insegnato dei valori. È terribile, non ci sono parole, dispiace moltissimo a tutti, poteva diventare campione del mondo un giorno. Ora mi vengono in mente le partite di scopone, i nostri viaggi in America, la voglia di arrivare, era tutta in lui, era veramente dentro di lui, c'era questa voglia di successo perchè sapeva di poterlo avere. C'era arrivato con tante difficoltà ma c'era arrivato grazie alla sua famiglia, onestamente grazie a suo padre, grazie a sua madre. Ripeto, un ragazzo di altri tempi, simpatico, non c'era una persona che non salutava".
hayden addolorato — Nicky Hayden ha purtroppo osservsto l'incidente da vicino: "Una bruttissima giornata per tutti noi, Marco l'ho visto cadere, con la sua moto che andava verso l'interno e le altre che lo colpivano - ha detto lo statinutense della Ducati -. All'uscita di una curva gli è scappato il treno posteriore, probabilmente ha cercato di controbilanciare la moto e non ce l'ha fatta. Quando si è uno sopra l'altro c'è poco da fare. Sento un dolore molto forte, in pista siamo tutti fratelli e facciamo parte della stessa famiglia. Marco ci mancherà tantissimo, era un ragazzo molto simpatico ed ora non so cos'altro dire, solo che possa riposare in pace. Sono vicino alla sua famiglia: in momento come questo bisogna esser forti”.
il ricordo di jovanotti — Il cantante Jovanotti su Twitter: “Ciao Marco. Grande campione. Persona strepitosa. Energia, entusiasmo, talento, allegria, passione. Ciao Marco. Ciao Sic. Un abbraccio alla famiglia”.
il saluto di melandri — Così il pilota della superbike, Marco Melandri: "Buon viaggio Marco, le parole non spiegherannio mai la sofferenza".
Marco Simoncelli in un momento di relax. Ansail lutto di milan e inter — Anche il calcio commemora Marco Simoncelli e oggi sarà osservato 1' di silenzio su tutti i campi. "Ogni sportivo rossonero e la Società AC Milan si stringono nell'abbraccio alla famiglia di Marco, grande tifoso rossonero, alla quale rivolgiamo dal Sito ufficiale le più sentite e sincere condoglianze in questo triste momento". È il messaggio del Milan per la morte di Marco Simoncelli. Anche l'Inter ha ricordato il pilota scomparso: "Il presidente Massimo Moratti e tutta l' FC Internazionale - si legge sul sito nerazzurro -, insieme con Claudio Ranieri e la squadra, partecipano al dolore del mondo dello sport italiano e mondiale per la scomparsa del pilota Marco Simoncelli. Nel ricordo di un giovane appassionato campione, l'Inter abbraccia la famiglia e gli amici di Marco Simoncelli".
SILENZIO AL RALLY — Un minuto di silenzio alla partenza del Rally di Catalogna, dodicesima tappa del Mondiale in ricordo di Marco Simoncelli. Un gesto molto significativo. Perché Sic, come Valentino Rossi, era un grande appassionato e aveva provato il mese scorso una Ford Fiesta RS WRC sull'aeroporto di Kirkbride, beneficiando dei consigli del due volte vicecampione del mondo Mikko Hirvonen.
pernat, il manager — Così Carlo Pernat, il manager: “Marco era un ragazzo solare, amico di tutti. Aveva delle aspettative, dei sogni. Un ragazzo di altri tempi, con una bella famiglia che gli ha insegnato dei valori. È terribile, non ci sono parole, dispiace moltissimo a tutti, poteva diventare campione del mondo un giorno. Ora mi vengono in mente le partite di scopone, i nostri viaggi in America, la voglia di arrivare, era tutta in lui, era veramente dentro di lui, c'era questa voglia di successo perchè sapeva di poterlo avere. C'era arrivato con tante difficoltà ma c'era arrivato grazie alla sua famiglia, onestamente grazie a suo padre, grazie a sua madre. Ripeto, un ragazzo di altri tempi, simpatico, non c'era una persona che non salutava".
hayden addolorato — Nicky Hayden ha purtroppo osservsto l'incidente da vicino: "Una bruttissima giornata per tutti noi, Marco l'ho visto cadere, con la sua moto che andava verso l'interno e le altre che lo colpivano - ha detto lo statinutense della Ducati -. All'uscita di una curva gli è scappato il treno posteriore, probabilmente ha cercato di controbilanciare la moto e non ce l'ha fatta. Quando si è uno sopra l'altro c'è poco da fare. Sento un dolore molto forte, in pista siamo tutti fratelli e facciamo parte della stessa famiglia. Marco ci mancherà tantissimo, era un ragazzo molto simpatico ed ora non so cos'altro dire, solo che possa riposare in pace. Sono vicino alla sua famiglia: in momento come questo bisogna esser forti”.
Rimosso dalla sua parrocchia dell'Isolotto nel 1968 da allora ha guidato la comunità del popolare quartiere
FONTE:CORRIERE DELLA SERA. IT
È morto a Firenze Don Enzo Mazzi, il sacerdote rimosso dalla sua parrocchia dell'Isolotto dal card. Ermenegildo Florit nel 1968 da allora ha guidato la comunità di base del popolare quartiere fiorentino. La rottura con la Chiesa avvenne per la solidarietà data da Don Mazzi agli occupanti del duomo di Parma. Aveva 84 anni.
IL «PRETE DEL DISSENSO» - La notizia della morte di don Mazzi si è diffusa in serata nel capoluogo toscano ed è stata confermata da fonti vicine alla Comunità dell'Isolotto, la stessa che si è raccolta per oltre 40 anni attorno al "prete del dissenso". La comunità ricorderà la figura di don Mazzi, malato da tempo, domani mattina alle 10,30 nello stesso popolare quartiere fiorentino dove, dopo la sua rimozione da parroco, per decenni è proseguita la celebrazione eucaristica in una piazza sotto le tettoie che abitualmente ospitano un mercato.