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mercoledì 2 febbraio 2011

Addio ad attore e regista Daniele Formica



DANIELE FORMICA

FONTE:ANSA.IT

L'attore e regista Daniele Formica è morto ieri per un tumore al pancreas. Piemontese, 61 anni, il comico era ricoverato in un centro specializzato in Veneto. Formica ha avuto il momento di maggiore successo negli anni '80 e '90 in seguito a numerose trasmissioni televisive della Rai, successivamente si è dedicato quasi esclusivamente al teatro, anche come autore di testi e spettacoli. Formica è stato poi sempre impegnato politicamente.

UN ARTISTA DA BECKET A PAPERISSIMA

Daniele Formica - l'attore morto ieri per un tumore in un ospedale di Bassano del Grappa a 61 anni - aveva alle spalle una intensa carriera come protagonista in teatro, come comprimario in cinema e tv, dai classici, insomma, a 'Paperissima'. Ma il momento forse più creativo e felice è quello che, nei primi anni della carriera, lo portò ad interpretare 'Trio per Samuel Becket' in un lontano Festival di Spoleto del 1977. Allora, Romolo Valli, che era direttore del festival, lo convinse a truccarsi da Samuel Becket, sfruttando una indubbia somiglianza con il volto affusolato del drammaturgo; per di più, come il grande scrittore, Formica vantava una nascita in Irlanda (Donegan, 10 giugno 1949), figlio di un violinista irlandese e di una madre cameriera italiana. Quello spettacolo a Spoleto restò una pietra miliare, o piuttosto il trampolino di lancio di una carriera d'attore, affrontata sempre con rigore artistico e con una vena di autoironia molto apprezzata in palcoscenico e sullo schermo. Cresciuto in Irlanda, Formica aveva studiato al Trinity College di Dublino. La passione per la recitazione negli Anni Settanta lo spinge a debuttare con 'Rabelais' di Jean Louis Barrault. Padrone della lingua inglese come pochissimi attori italiani, si trasferisce a Londra, dove lavora anche sotto la direzione di Tony Richardson ne I Claudius (1971). Nel 1973, entra nella compagnia del Teatro Stabile dell'Aquila. Poi, dopo il Festival di Spoleto, partecipa a vari film italiani, a cominciare da Cerca di capirmi di Mariano Laurenti, accanto a Massimo Ranieri. Nel frattempo, per la televisione italiana, recita in miniserie come 'Lungo il fiume e sull'acquà, 'L'assassinio dei fratelli Rossellì e 'Giandomenico Fracchia''. Nel 1976, è diretto da Manuel De Sica ne 'La domenica'; poi interpreta 'Il giuoco delle parti' e 'Amleto in trattoria', a teatro. Comincia a curare lui stesso la regia teatrale e la sua verve comica esplode in 'Terapia di mucchio', un successo che lo spinge a scrivere, dirigere e interpretare lavori come 'Madri & figli', 'A luce rossa' e 'Formicando all'improvvisò. Dopo la serie televisiva 'A tutto gag', Mario Monicelli lo sceglie per recitare con Vittorio Gassman e Monica Vitti in 'Camera d'albergò. Sposato con Ombretta Bertuzzi dal 1990, alterna teatro, cinema e tv, di volta in volta accanto a Maurizio Micheli, Sergio Rubini e Rodolfo Laganà. Compare anche nel programma 'Paperissima' condotto da Lorella Cuccarini e Marco Columbro, poi nel telefilm 'Linda e il brigadiere' e nel film tv 'Ladri si nasce'

Il deputato a caccia di escort. In Parlamento


CRONACA

FONTE:OGGI.IT

Avevamo deciso di non pubblicare il nome del deputato del Pdl ritratto alla Camera mentre guarda un sito di escort sull’iPad. Non intendevamo screditare un singolo individuo, bensì volevamo mostrare in modo incontrovertibile a che punto sono ridotte le nostre istituzioni. Quel deputato è stato mandato dai cittadini in Parlamento per rappresentarli, e il fatto che durante una pubblica seduta della Camera egli ritenga di usare il suo tempo in quel modo non fa che confermare tristemente il livello di degrado a cui è arrivata la Casta, o parte di essa.

Ora il deputato ha fatto coming out, e non c’è più ragione di proteggerne l’identità: si tratta di Simeone Di Cagno Abbrescia, ex sindaco di Bari. Parla di «goliardata». Ma ciascuno può giudicare.

I FATTI

Martedì 26 gennaio, Camera dei Deputati, discussione sulla mozione di sfiducia al ministro Sandro Bondi. Un deputato del Pdl si mette a navigare su internet grazie al suo iPad e si intrattiene su un sito a luci rosse.

Il deputato ultrasessantenne, cravatta di Marinella e capelli riportati a coprire una discreta calvizie, inforca gli occhiali (che di solito non porta) e scruta a lungo immagini e profili di due professioniste, Dollyy e Daisy: sono romane, non fumano, ricevono a casa o in hotel, previo preavviso.

Lo ha scoperto il settimanale Oggi, in edicola da mercoledì, che a partire da una foto curiosa scattata quel giorno è risalita al deputato, originario del Sud, e alle protagoniste delle sue attenzioni: la giovanissima Dollyy, che oltre alla doppia «y» sfoggia capelli miele e una elegante seconda di seno, e si propone di «accompagnare le tue serate per una cena, un intrigante dopocena o un appassionante weekend...». Costo: 450 euro per tre ore. E Daisy, 39 anni, che di «y» ne ha solo una, ma compensa con lunghi capelli corvini e una settima di seno naturale. Daisy offre le sue grazie su Roma e Napoli, è «disponibile esclusivamente per incontri di classe con distinte persone». E per evitare clienti poveri e perditempo snocciola le tariffe: «Cena e dopo cena 700 euro; overnight (cioè l’intera notte, ndr) 1.200 euro; week end 2.500 euro. Mezz’ora, 200 euro; un’ora 400».

Nel suo articolo, Oggi ricorda che Paul McLeay, ministro per i Porti e i corsi d’acqua del Nuovo Galles del Sud, in Australia, quando nel settembre del 2010 lo beccarono a guardare film porno sul Pc del parlamento, si dimise e dichiarò: «Sono umiliato. È stato un errore ma mi rendo conto che la comunità si aspetta standard più alti».

IL COMING OUT

«In un momento di stanca del dibattito, ci siamo distratti scambiandoci l'iPad. Non ne facciamo un dramma, era una goliardata». Così il parlamentare barese del Pdl Simeone Di Cagno Abbrescia ha giustificato il suo comportamento. «In certi momenti bisogna stare in aula anche se il dibattito non è avvincente», ha aggiunto. «Di solito uso l'iPad per informarmi, leggere le agenzie. Ma può capitare di soffermarsi su una di quelle immagini diciamo porno che ogni tanto compaiono. Ora tutti fanno i casti, ma ce n'è di gente che le escort le frequenta, non le guarda su Internet. E le vicende del Rubygate hanno incuriosito tutti, è inutile negarlo».

Nessuna tentazione, al di là delle digressioni telematiche, invece, per il tre volte sposo Di Cagno Abbrescia, ex sindaco. «La mia era solo curiosità, non ho mai cercato la compagnia di professioniste. Del resto ho sempre avuto donne giovani».

Note biografiche

Simeone Di Cagno Abbrescia (Palo del Colle, 1º aprile 1944) è un imprenditore e politico italiano, già sindaco di Bari


Laureato in giurisprudenza, da imprenditore opera nel settore immobiliare e del turismo.

Aderì a Forza Italia sin dalla sua fondazione. Eletto sindaco di Bari nel 1995, è stato riconfermato dal voto del 1999 e ha ricoperto l'incarico sino al 2004. Nel 2006 è stato eletto alla Camera dei deputati per Forza Italia, dove è stato riconfermato nel 2008 nelle liste del Popolo delle Libertà.

Nel 2009 è stato nuovamente candidato sindaco di Bari, raccogliendo il 46,05% al primo turno e il 40,19% al ballottaggio, venendo sconfitto dal sindaco uscente Michele Emiliano. Il 26 Gennaio 2011 viene fotografato nella Camera dei Deputati mentre sta visitando, col suo iPad, un sito di escort.

Onorificenze
Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana
«Su proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri»
— Roma 2 giugno 1994

QUDERNO A QUADRETTI
RUBRICA DI MARIA SERRITIELLO


LO SPAZIO DELLA MEMORIA

Mia madre era molto devota a San Biagio, suo fratello, uno dei cinque, dei due morti nella seconda guerra mondiale, si chiamava Biagio. In questo giorno, mio padre cattolicissimo, si recava in chiesa per prendere l’olio del Santo e portarlo a casa su di un batuffolo di ovatta, imbevuto del liquido. Ricevuta la bambagia oleosa, mia madre ungeva se stessa, me e mio fratello i lati del collo, l’esterno della gola, rito che ci avrebbe salvaguardati dai mali di quella parte, per tutto l’anno fino alla prossima ricorrenza. Per anni e anche oggi che non c’è più mio padre a prendere in chiesa l’olio santo, io e mio fratello abbiamo la sensazione che la mamma ci debba ancora ungere il collo. Il batuffolo, dopo aver reso il suo servizio, veniva conservato, avvolto nella carta oleosa, sul comò, dietro la statua dell’Immacolata Concezione, che restava fissa sul mobile e verso la quale mio padre, fino alla fine della sua vita, le ha toccato con reverenzia la testa, accompagnando il gesto con una preghiera silenziosa, prima di andare a letto. La statua, come ogni cosa, è nella sua casa e sul capo della Madonna c’è traccia di questo suo devoto gesto. Il 2 febbraio, però, mio padre tornava dalla prima messa, anche con una candela benedetta, simbolo della “Candelora”, cerimonia, a sua volta, emblema di Cristo, che è “luce per illuminare le genti”. Le candele, in questo giorno vengono benedette dalla chiesa per solennizzare la Presentazione di Gesù al tempio. La candelina, insieme ad una piantina di grano presa annualmente dal sepolcro del venerdì santo, venivano conservate nella mia casa come reliquie e in caso di spaventosi temporali, gettate fuori per calmare la furia della natura. Belle credenze di una vita semplice e timorata di Dio, un clima sereno e fiducioso nel quale per poco sono vissuta, peccato, che presto, insieme alle tante cose che non sono state più così serene, da una certa epoca in poi, ho dovuto nella mia vita subire la morte di mia madre a 42 anni, proprio in seguito ad una banale operazione di tonsille.......

Maria Serritiello

Mandela 20 anni fa finiva l'Apartheid


PERSONAGGI

NELSON MANDELA

FONTE: ANSA.IT

Il Sudafrica, ancora turbato per l'improvviso ricovero in ospedale la settimana scorsa del suo leader piu' amato, Nelson Mandela, ricorda il 21 anniversario della fine del regime di apartheid, segnata da uno storico discorso del presidente Frederik Willem De Klerk.

Cogliendo di sorpresa il Paese, il 2 febbraio 1990 De Klerk annuncio' lo smantellamento dell'impalcatura del regime segregazionista in vigore da oltre 40 anni. Soprattutto, dette l'annuncio che il mondo aspettava da anni: la liberazione di Mandela, detenuto nelle prigioni del regime dall'agosto 1962. L'annuncio di De Klerk, presidente da cinque mesi, era in realta' il punto di arrivo di un lungo processo di emarginazione dei settori piu' reazionari del partito razzista al potere, il National Party. Nonostante politiche di segregazione razziale fossero gia' in vigore in Sudafrica da decenni, cosi' come i provvedimenti che avevano privato gli africani neri delle terre e delle enormi risorse minerarie del Paese, l'inizio dell'apartheid e' fatto coincidere dagli storici con la vittoria dell'NP nelle elezioni del 1948.


« Non c'è nessuna strada facile per la libertà. »
(Nelson Mandela, Lungo cammino verso la libertà)


Nelson Rolihlahla Mandela (Mvezo, 18 luglio 1918[1]) è un politico sudafricano, primo Presidente nero del Sudafrica dopo la fine dell'apartheid, e Premio Nobel per la Pace nel 1993 assieme a Frederik Willem de Klerk.

A lungo uno dei leader del movimento anti-apartheid, organizzò anche azioni di sabotaggio e guerriglia. Segregato e incarcerato per ventisette anni durante i governi sudafricani pro-apartheid prima degli anni novanta, è oggi universalmente considerato un eroico combattente per la libertà. Il nome Madiba, titolo onorifico adottato dai membri anziani della sua famiglia, è divenuto in Sudafrica sinonimo di Nelson Mandela. Il nome Nelson Mandela gli venne attribuito dai missionari della scuola elementare.

Apartheid
L'apartheid (lingua afrikaans, letteralmente "separazione") era la politica di segregazione razziale istituita dal governo di etnia bianca del Sudafrica nel dopoguerra e rimasta in vigore fino al 1990. L'apartheid fu applicato dal governo sudafricano anche alla Namibia, fino al 1990 amministrata dal Sudafrica.

L'apartheid è stato proclamato crimine internazionale da una convenzione delle Nazioni Unite, votata dall'assemblea generale nel 1973 e entrata in vigore nel 1976 (International Convention on the Suppression and Punishment of the Crime of Apartheid), ed è stato successivamente inserito nella lista dei crimini contro l'umanità che la Corte penale internazionale può perseguire.

martedì 1 febbraio 2011

Al Caffè dell'artista di Salerno, l'autore "Francesco Puccio"


LICIA DI STASIO INCONTRA L'AUTORE


CAFFE'DELL'ARTISTA SALERNO

L'Associazione Culturale Caffè dell'Artista Salerno

invita

Lunedì 7 febbraio alle ore 17,30
in Via San Benedetto- Circolo Ufficiali
alla presentazione del libro

"Stelle fuori posto"

di Francesco Puccio

edizione Albatros

L'incontro è a cura di Licia Di Stasio



EVENTI


DA VENERDI' 4 A DOMENICA 6 FEBBRAIO PRESSO L'OSTELLO DELLA GIOVENTU'"AVE GRATIA PLENA DI SALERNO IN VIA DEI CANALI, SI SVOLGERA' LA MANIFESTAZIONE "POPOLO E TAMMURRIATA". LA DEDICA ANNUALE è PER I 150 ANNI DELL'UNITA' D'ITALIA, UN'ITALIA CHE SI UNISCE A SUON DI MUSICA

L'INGRESSO E' LIBERO E GRATUITO

Programma

venerdì 4 febbraio
dalle ore 17.00 alle 22.00
FOCUS ITALIA IN FESTIVAL
Vincenzo Avagliano - Festival Vento d’Inverno di Dragonea
Antonietta Caccia - Festival Internazionale della Zampogna di Scapoli
Camillo Carapelle - Festival Soffi D'Abruzzo di Chieti
Ilario Cuozzo - Impronta Popolare – Acerno Folk Festival
Gennaro Gonnelli - Festival della Zampogna di Polla
Pantaleo Iannuzzi - Festival Antichi Suoni di Novi Velia
Monia Valeriano - La Zampogna - Festival di Musica e Cultura tradizionale di Maranola

“'A suttanella 'e tre culure”
Musica popolare e narrazione - i cunti del risorgimento partenopeo
‘E Cunte d'o Tamburo

"Uomini e donne per la rivolta del Cilento del 1828"
Tradizioni musicali lucane nel contesto del'Italia meridionale
Nicola Scaldaferri - Docente di Etnomusicologia presso l’Università degli Studi di Milano

“Terroni”: dal libro al teatro canzone
Mimmo Cavallo - cantautore

“Fratelli contadini di Venosa”: la storia cantata
Compagnia Daltrocanto

Arpa e Zampogna, un matrimonio possibile
Gli Amarimai -Musica popolare lucana

Le radici del tarantismo
Antonio Infantino

Antiche tradizioni e future possibilità
Paolo Cimmino - Docente di Strumenti a Percussione presso il Conservatorio di Musica di Salerno

Coordina
Carlo Pecoraro - Giornalista, redattore de La Città

sabato 5 febbraio
dalle ore 17.00 alle 22.00

Dalla tradizione emiliana alla musica d’oltralpe: piva emiliana, violino, organetto, ghironda, tamburello, zarb
Paolo Simonazzi - Musicista e liutaio
Fabio Tricomi - Polistrumentista

“De li cunti cantanno”
I Fratelli Campitiello - Liutai e suonatori di chitarra battente cilentani

“O mia Patria sì bella e…”: divagazioni musicali per ciaramelle, chitarre, plettri e fisarmonica sull’Unità d’Italia
Antonio Cortazzo e Tommaso Sollazzo con Angelo Loia, Stefano Scafuro, Gianluca Campanino, Francesco Citera

Musica tradizionale con organici classici
Ensemble di clarinetti Càlamus con Franco Barbanera alla gaita galiziana

Burattini a tavoletta: uno “strumento” in disuso
Alfonso Toscano - Riciclatore di legni e costruttore di strumenti musicali della tradizione

“Terra di Fuoco”: un progetto musicale di memorie popolari meridionali
MBL Musicisti Basso Lazio

Coordina
Ciro De Rosa - Giornalista

domenica 6 febbraio
dalle ore 11.00 alle 13.00

Suono, canto e ballo sul tamburo dei Monti Lattari
Nino Galasso e compagnia

dalle ore 17.00 alle 22.00
Castagnette, storia e costruzione di uno strumento “minore”
Antonio Esposito (detto Tonino 'o Stocco) - costruttore

"Mo’ sugno brigantessa!"
Francesca Prestia - cantastorie popolare calabrese
con Vincenzo Messineo, Mimmo Morello, Diego Pizzimenti

Di tradizione in tradizione
Paolo Apolito - Docente di Antropologia Culturale presso l’Università Roma Tre

Coordina
Franco Esposito - Direttore di Telecolore Salerno

TAMMURRIATA COLLETTIVA
Pino Iove; Ugo Maiorano; Biagino De Prisco e Bruno Buoninconti; Picarielli; Kiepò; Imad Zebala; La Paranza d'’o Lione; Rareca Antica; Pynazoriia; Tonino ‘o stocco e Bruno Rea.

La poesia? E’ stata relegata a Cenerentola delle arti


LETTERATURA


FONTE:TISCALI NOTIZIE
DI MARCO LODOLI

Milo De Angelis è uno dei grandi poeti italiani contemporanei, secondo alcuni addirittura il più grande: purtroppo la poesia non è nemmeno più la Cenerentola delle arti, è solo una scopa nello sgabuzzino chiuso, e così accade che un artista intenso, commovente, profondo come Milo De Angelis sia praticamente ignoto persino al pubblico che frequenta le librerie, e lasciamo in pace gli altri, gli indifferenti per principio o per miseria culturale.Da poco è uscita da Mondadori l’ultima raccolta del poeta milanese, Quell’andarsene nel buio dei cortili, e vorrei trascrivere una poesia che mi sembra parli di scuola, di un insegnante che sa amare (De Angelis lavora come professore), di studenti che si perdono nel nulla. Ecco, dunque:

Mi attendono nascosti. Talvolta
li ho portati alla vita, al grande
alfabeto del momento. Ma loro tornano lì,
muti, si stringono a un palo,
non ne vogliono sapere. E il mondo
sembra un’eco della frase
che non trovano più, caduti nel buio
di un gesto qualunque, un sabato,
in un centro commerciale.

Parlo di eroi, naturalmente, corpi
che sul quaderno avevano una spina.Sono di questi giorni gli ultimi dati che confermano quanto forte sia la vocazione del nulla per tanti ragazzi: uno su cinque, tra i sedici e i ventotto anni, non studia e non lavora. Forse sono i giovani di cui parla De Angelis in questa poesia, quelli che per un attimo sembrano arrivare alla vita, “al grande alfabeto del momento” che gli permetterà di leggere i giorni a venire, e i giorni andati. Sembra che ascoltino, che comprendano, perché sono adolescenti, dunque sono puri, intatti, angelici: ma subito si chiudono come un gregge muto e triste attorno a un palo, dentro al recinto di gesti anonimi, in un sabato senza luce, nell’impersonalità di un centro commerciale. Avevano un nome, un seme da rompere, gemme da mettere, fiori da colorare: erano eroi, naturalmente, corpi che sul quaderno avevano una spina – e quella spina il professore l’ha letta, l’ha protetta finché ha potuto, ma il buio chiama più forte, cancella anche quel dolore personale, dunque sacro, cancella i profili, le differenze, la bellezza. Resta l’amarezza di una landa desolata, di tante vite che si sciupano emulando il vuoto, di tanta energia che non muove neppure una girandola, ma si consuma in un silenzio senza più parole per dire, per protestare, per esistere.

Milo De Angelis (Milano, 1951) è un poeta, scrittore e critico letterario italiano


Tra le voci più significative della poesia italiana contemporanea, Milo De Angelis vive a Milano dove insegna in un carcere. La sua prima raccolta di poesie risale al 1976 (Somiglianze).

Scrittore di racconti e saggi, è stato anche traduttore dal francese di Racine, Baudelaire, Maeterlinck, Blanchot, Drieu La Rochelle, e dal greco e dal latino di Eschilo, Virgilio, Lucrezio, dell'Antologia Palatina e di Claudiano.

Ha diretto la rivista di poesia «Niebo» e la collana omonima delle edizioni La Vita Felice, per la quale ha presentato altri poeti contemporanei, tra i quali Marco Molinari, Angelo Lumelli, Dario Capello (di cui ha prefato anche un volume su Torino), Michelangelo Coviello, Maria Attanasio, Andrea Leone, Isabella Leardini, Vladimiro Cislaghi, Lorenzo Chiuchiù, Roberto Bacchetta, Albino Crovetto, Sebastiano Aglieco, Emi Rabuffetti, Tiziana Cera Rosco, e altrove Carmelo Pistillo, Marco Marangoni, Ida Travi, Tiziano Broggiato, Elena Petrassi, Nadia Campana, oltre a opere pittoriche e artistiche di Viviana Nicodemo, Giovanna Caimmi e Paolo Cervi Kervischer.

Ha partecipato e partecipa alle giurie di diversi premi letterari, tra i quali quello promosso dall'Associazione Umbra di Promozione Culturale "Gutenberg", Premio Nazionale di Poesia "Luciana Notari" nel 2009, e quello testimoniato con Davide Rondoni in Subway 2004-2006, sulla giovane poesia nella metropolitana milanese (Net, Milano 2006 ISBN 8851523142).

Con Tema dell'addio ha vinto il Premio Viareggio 2005.