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lunedì 17 novembre 2025

“Prima di amare , scopri la maschera” è lo slogan della campagna sociale del Rotary Club Salerno Duomo sulla violenza delle donne


 Fonte :www.lapilli.eu

di Maria Serritiello

È martedì, 18 novembre, alle ore 10,30, presso la Fondazione Menna, in via Lungomare Trieste, la presentazione della Campagna Sociale contro la violenza sulle donne, fenomeno tristemente in ascesa. Il Rotary Club Salerno Duomo, presieduto dal Dott.re Gaetano Cuoco ed il Consiglio Direttivo tutto, hanno inteso dare concretezza alla problematica, così sentita, lanciando una vasta operazione di conoscenza, soprattutto presso i giovani con lo slogan “Prima di amare, scopri la maschera”, un chiaro invito ad accorgersi, prima di essere coinvolti dall’amore, quale persona ci sia dietro la maschera. A dare la visibilità, oltre alle parole che si spenderanno nelle scuole, alle quali principalmente la campagna è diretta, ci ha pensato il Fotografo Armando Cerzosimo e qui le parole non bastano mai per sottolineare la bravura dei suoi scatti e se ne ha conferma, se fosse necessario, nelle 5 fotografie realizzate per esaltare tutta la campagna. La   purezza delle linee si sposa con il messaggio invocato e la problematica s’infrange negli occhi visionari. Le immagini attraenti campeggeranno sulle   brochure distribuite nelle scuole e sui manifesti affissi in città.

Alla presentazione sarà presente, la dottoressa Rosa Esposito, Ginecologa, già Responsabile del Centro Antiviolenza AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno, per sottolineare l’importanza dell’ascolto per chi ha subito violenza. Le conclusioni saranno affidate alla professoressa Vittoria Marino, Ordinario di Marketing presso l’Università del Sannio – Benevento, che replicherà l’obiettivo di tutta la campagna sociale.

Il Presidente Cuoco, infine, annuncerà una raccolta fondi tra tutti i soci rotariani, per finanziare almeno due corsi di OSS per donne che sono state vittime di violenza. 

Maria Serritiello

www.lapilli.eu




lunedì 10 novembre 2025

È Chico, il cane di Francesco Taverna, ad insegnarci l’amore universale al tempo dei social

 




Fonte:www.lapilli.eu

di Maria Serritiello

Chico è un amabile cagnolino dei social, in carne ed ossa, non un pupazzo, come quello creato dall’ IA, dal nome “Papi Bot” e che impazza sul web con tutte le finte funzioni canine, Chico di suo, invece, ha conquistato un milione di Follower, ovvero “frollewuer” come lui, storpiando il suo linguaggio, li chiama.

Chico è il Maltipoo, un incrocio tra un barboncino e un Maltese, dal pelo riccio, color albicocca, che ha cambiato la vita al suo padrone, Francesco Taverna. Viene spontanea però, la riflessione se non sia è stato il padrone a cambiare Chico. Infatti pur rimanendo reale cagnolino è diventato il piccolo di casa Taverna, combinando di tutti i colori e partecipando da protagonista alla vita di e Mamy e Papà, da lui soprannominato Fricchettone. Le avventure sono tante, l’una più divertente dell’altra, attese con trepidazione da tutte quelle persone appassionate di cani a cui Chico fa compagnia in modo sapiente e divertente.

Io stessa (N.D.R.) mi sono accostata a questi video per trarre conforto dalla perdita del mio Jace, un jack russel vivace ma tanto affettuoso. Chico ha catturato la mia attenzione e man mano mi ha fatto affezionare così tanto da ritenerlo un piccolino di famiglia, che vive lontano.

In casa Taverna tutto ruota intorno a Chico, alle sue bonarie malefatte, alle sue richieste ed ai suoi desideri, uno su tutti stare incollato al suo umano, dire padrone sarebbe inadatto. Quasi ogni giorno il suo sodale, il buon Francesco Taverna, ne inventa una, dandogli fiato ed anima per la gioia dei suoi fans. Ha una voce strascicata e carezzevole, ormai non abbaia più e non so se mai l’ha fatto, le parole sono un divertente lessico tutto inventato, ma tanto appropriato per la sua divertente leggerezza come “la cammarella per caramella, croccrodrillo per il pupazzo a cui è affezionato, kato per il gatto del giardino, Alfredo svolassi, per il piccione di cui segue il corteggiamento amoroso dedicato a Gianna cossialunga, tacca la macarena, quando scalcia sulle zampe, la cicolata, per quella goduria sempre vietata, perché si sa ai cani, è sempre di un quattro zampe di cui stiamo parlando, fa malissimo. Chi lo segue con sistematica regolarità ha imparato una quantità di parole divertenti, neologismi ricavati dall’intreccio di un linguaggio il più delle volte onomatopeico. E cosi: tesosforo, zzzzecca, prosiutto relaxssss, Recchio camuffo, pippolstrello, biccio, corso di sedussssione, sguardo scenciuale, tubola, tubola, succhina, besbol, gassella, fantasma cappuccino, autoveloss, cabbarinieri, brazzelletta, intrenett, piciu piciu antistresss, siekera, siekera, shqualo prolungandosi su ualoooo  e poi è bravo ovunque così al mercato o a sciare, come a trovare rotte per avventure o strade cittadine, oppure dispensando consigli all’ingenuo padrone, un passo indietro, ormai, al suo cane. Capita di trovare semplicemente, il frugolino albicocca, al telefono, interloquendo, invariabilmente con la pattinatrice artistica mondiale, Carolina Kostner, o con Domenico Berardi, giocatore di punta del Sassuolo, o, per sfogare la solitudine di qualche volta lasciato a casa, ad ordinare su Amazon, tutto e di più con la carta di credito del povero padrone. A volte si pensa che stia bullizzando il capo di casa, tanti sono i segnali, se non fosse che è lo stesso Fricchettone ad inventare, non solo le avventure, quanto a dargli la voce, per cui gli va genio così e poi chi potrebbe resistergli?  Va ai concerti, stornella con il cantante di turno, fa un gran casino al tour di motocross, ovunque va si mostra partecipativo e produttivo, insomma è un ineccepibile compagno di vita.

L’affezione dei fans cresce e con essa la voglia di avere qualche cosa che lo rappresenti e così a Milano in galleria, presso la Mondadori, nasce uno store dove si vendono gadget i più disparati, dal set pappa, ai collari, dalle magliette, alle tazze, dalle medagline, al calendario dell’anno, non trascurando la divertente app Maps con la voce del canino che indica il percorso da seguire. E non è finita, Francesco ci ha preso la mano e da buon content creator racconta sui suoi canali social le peripezie di Chico, ormai vera e propria web star. Gli episodi raccontati sono diventati anche libri: Ciao, io sono Chico (Fabbi, 2023), A tutto Chico (Fabbi, 2024), Chiedilo a Chico, libro delle risposte di Chico su vita, amore, libertà e cicolata (Fabbi, 2024), Chico. Missione amore (Fabbri, 2025).

E udite, udite, è di qualche settimana fa la notizia che Chico è stato nominato, quale Digital Ambassador di Milano Cortina 2026, XXV Giochi Olimpici Invernali e sarà il primo testimonial digitale a quattro zampe nella storia dei giochi a promuovere i valori dello sport e raccontare il mondo olimpico e paralimpico.

Evviva, ne stai facendo di strada Chico, ad meliora semper

Francesco Taverna, il papà di Chico, 30 anni, sposato e senza figli. Cantautore dal nome Tavo, durante il covid per volere della moglie prende Chico e la sua vita cambia totalmente. Famoso sui social network, TikTok e Instagram, vive a Valsolda in provincia di Como, in una casa di campagna.

“Chicco missione Amore” Edizione Fabbri 2025, è l’ultimo scritto, ma il primo romanzo di Francesco Taverna, nel quale si ritrova a riconquistare l’amore perduto. Una semplice favola da leggere per far bene al cuore. L’impianto è quello classico della fiaba, basato su di un personaggio principale, nel nostro caso, due, che innamorati perdono l’oggetto dell’amore e vanno alla ricerca. L’avventura principia in tarda mattinata, quando il padrone di casa e Chico si risvegliano da un sonno beato e non trovano più la Mamy. Chico comincia a cercarla in tutte le stanze, ha un fiuto infallibile che non dà risultati.  Ansioso e con il fiatone grosso comunica la sparizione al papà che prende la cosa con salomonico interesse, tornerà, dove si vuole che vada. Trascorrono le ore, ma della Mamy neppure l’ombra. Chico è sempre più agitato, mentre il papà è giunto alla determinazione di doversi dare una scrollata per capire a che è dovuta la sparizione. Così ha inizio la ricerca, con Chico pronto ad agire con coraggio, fiuto e una buona scorta di biscottini alla cannella, e Fricchettone, mesto, ciabattante, senza volontà di agire e già sconfitto in partenza. A leggere l’indice si può immaginare l’iter del racconto che è fatto d’imprevisti, di paure e fatica fisica, prima di sbrogliare l’arcano, oppure, semplicemente, rispolverando lo schema di Vladimir Propp, che in soccorso aiuta a capire che la fine della storia sarà lieta.  Di più non è dato sapere, se non che il libro è in tutte le librerie ed è un vero best seller.

E conosciamo, per sapienza, lo schema di Vladimir Propp, linguista e antropologo russo, nato a San Pietroburgo il 15 aprile1895 e morto a Leningrado il 22 agosto 1970, il quale ha applicato il seguente schema identificativo per analizzare le fiabe russe. Quattro le fasi principali per individuare la struttura della narrazione: equilibrio iniziale, rottura dell'equilibrio (esordio/complicazione), peripezie dell'eroe (avventura) e ristabilimento dell'equilibrio (conclusione/scioglimento). Propp ha inoltre identificato 31 funzioni (azioni dei personaggi) e 7 sfere d'azione, ma questa è un’altra storia che ha a che fare con il mio passato di Prof.ssa d’Italiano e che a Chico poco interessa. Grande successo a voi due, ma no a voi tre, alla Mamy, che è pur sempre l’artefice dell’entrata in casa dell’incantevole cagnolino.

Maria Serritiello

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martedì 7 ottobre 2025

Al Piccolo Teatro del Giullare di Salerno, dal 26 settembre ha preso il via la stagione teatrale2025/2026


 Fonte: www.lapilli.eu

di Maria Serritiello


È il 1926, due personaggi che non si conoscono, ma che vengono dallo stesso paese: Caivano, provincia di Napoli, s’imbarcano verso l’America per seguire un loro sogno. Ed infatti l’uno per esportare il liquore d’anice di cui è produttore, l’altro, attore, per rincorrere sogni di gloria ed amare e farsi amare dall’attrice più famosa. Il mantra che segue uno dei due è “Se puoi sognarlo, devi farlo” ed è così sicuro che anche quando la realtà è tutt’altra cosa, non si abbandona alla disperazione. In sostanza il pezzo teatrale dal titolo “Caivano dreamin”, scritto da Fulvio Sacco ed indirizzato da Armando Pirozzi, interpretato da Cristian Giroso e dallo stesso Fulvio Sacco, vuole aiutare ad alimentare il sogno tra giovani, anche in un periodo così poco rassicurante per i più, realizzarlo si può e tentare è già successo, anche se non è così semplice, tant’è vero che lo spettacolo va avanti attraverso le peripezie a cui sono sottoposti i due.  

La scena è scarna, ristretta da un muro basso e sbilenco che dà i contorni all’azione teatrale, un solo orpello, un wc di colore marrone chiaro. I due Caivanesi si trovano imprigionati senza sapere il perché, ad Ellis Island sono stati fermati e portati in galera sprovvisti di notizie che ne forniscano le ragioni. Tentano, congetture, una, sono italiani, due, non parlano la lingua, tre, ecco non sanno proprio a che pensare.  Una cosa la fanno, però, si presentano, si ritrovano paesani, si riconoscono anche con gli stessi soprannomi e decidono di non abbattersi, sicuri come sono, di non aver fatto nulla di male. Intanto i giorni passano, le settimane, addirittura i mesi e la loro galera è sempre più un mistero.

Sulle bottiglie di anice trasportate nella valigia, per aprire il mercato in terra americana, Carmine Gambardella ha raffigurato di proprio pugno, perché la sua passione è il disegno, un topo. A Caivano lo hanno deriso, per questa strana raffigurazione e allo sgorbio hanno dato il nome di mostro, di conseguenza cosi anche il suo soprannome. Il Topolino non era affatto brutto, anzi aveva sembianze umane per via dei pantaloncini indossati e lo sguardo umano, ma tant’è, Caivano era l’oscura provincia e lui ha sognato in grande. Il racconto prende una via immaginaria, anche divertente, affidata ai rumori che si sentono attraverso le pareti del carcere. Sarebbero topi che trasmettono e riportano scritti, proprio dalla prima lettera che l’altro, Michele Sorice, l’attore, ha scritto alla sua amata attrice, sul manifesto di Gambardella. Per essere liberi alfine i due apprendono che basta pagare una cauzione cospicua che loro non hanno e non sanno a chi cercarla, essendo venuti in America, proprio per cambiare vita e dare una svolta all’esistenza miseranda del paese, quando in America è il proibizionismo a fare da padrone. Non hanno speranza, pensano anche ad un duello tra di loro, per porre fine all’episodio più triste della loro vita.

Prima dell’atto estremo, però, si abbandonano ai ricordi, alla vita semplice di Caivano, alla giornata domenicale, a quando usciti dalla messa guardano con compiacimento le ragazze, alle persone che passeggiano ed a quelli che si avviano verso casa con il cartoccio delle paste per la solennità della giornata festiva. Un poetico ed emozionale ricordo buttato là con semplicità ed affezione e condiviso con il pubblico che ha apprezzato.

“Se puoi sognarlo devi farlo” ed eccoli liberi proprio grazie a quel sogno, la cauzione viene pagata da chi si è appropriato di quello sgorbio, Walt Disney e ne ha fatto il simbolo del successo dei suoi cartoni animati: Mickey Mouse, per l’appunto.

A Michele Sorice ed a Carmine Gambardella del sogno non resterà che la libertà, un dono inestimabile, che è tante volte meglio!

 

PS: Una leggenda racconta che una nota distilleria locale, per intenderci di Caivano, avesse come marchio il famoso topolino adottato da Walt Disney per cui Mickey Mouse ha origini nostrane.

E così si chiude il cerchio “Se puoi sognarlo devi farlo”. Grazie Fulvio Sacco!

Maria Serritiello

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giovedì 18 settembre 2025

San Matteo 2025 tra storia e percorso della processione


Notizie raccolte e selezionate da Maria Serritiello 
tratte da Wikipedia 

«Quei di Salerno il lor lunato golfo, /

gli archi normanni, tutta bronzo e argento / la porta di Guïsa e di Landolfo /

aveansi in cuore, e l'arte e l'ardimento / onde tolse lo scettro ad Alberada / Sigilgaita dal quadrato mento.»

La chiesa è dedicata a S. Matteo Evangelista e sorge presso la sepoltura del santo, su un’area precedentemente occupata dalle chiese di S. Maria degli Angeli e S. Giovanni Battista.


Il Campanile, alto 52 metri circa, avente una base di 10 metri per lato, innalzato alla metà del XII secolo per volontà di Guglielmo da Ravenna, arcivescovo in città, si articola in quattro ordini di bifore, mentre il tiburio a cupola è decorato da archetti intrecciati su colonnine di granito.

  

In stile romanico, risalente al secolo XI, fu consacrata dal papa Gregorio VII, il cui sepolcro è conservato all’interno. Vi si accede tramite una scalinata che conduce ad una porta “protetta” ai lati dalle sculture di un leone e una leonessa. L’atrio possiede un caratteristico porticato dove fanno bella mostra 28 colonne di spoglio, recuperate dagli antichi edifici romani, e dove spiccano decorazioni e strutture che richiamano motivi normanni e arabi. Addossati alle pareti sono sistemati molti sarcofagi di epoca romana. Ben visibile svetta il campanile, risalente al XII secolo.

Il cuore della cattedrale è senz’altro la cripta, dove nel 1081 furono deposte le reliquie di san Matteo e dei Santi Martiri Salernitani, mentre nell’adiacente cappella San Lazzaro è ospitato il presepe artistico del Maestro Mario Carotenuto.

'...Sono un pittore figurativo, realista, un po' nostalgico, non catalogabile in nessuna scuola. Sono un cane sciolto, senza padroni,..'

 nato a Tramonti (Sa) nel 1922 e morto nel 2017.

Nel Duomo di San Matteo è sepolto San Matteo Apostolo ed Evangelista, patrono della città, insieme ai resti dei Santi Martiri Salernitani Fortunato, Gaio, Ante e Felice, e alle reliquie dei Santi Confessori. La tomba di San Matteo si trova nella cripta, sotto un altare, ed è un luogo di grande venerazione, parte integrante della cattedrale fin dal Medioevo. 

Sulla tomba di san Matteo, seminterrata, troneggia una statua bronzea e bifronte del medesimo, opera del 1605 dello scultore Michelangelo Naccherino.

San Matteo ha protetto, più volte durante i secoli, la città che lo venera. Nel 1544, secondo la tradizione, il Santo Patrono salvò Salerno dalla distruzione, costringendo alla fuga i pirati Saraceni capeggiati da Ariadeno Barbarossa .


E' sepolto nella cattedrale Gregorio VIInato Ildebrando di Soana (Soana, 1015 circa – Salerno, 25 maggio 1085), 157º papa della Chiesa cattolica dal 22 aprile 1073.

Fu una personalità molto importante nella storia del Medioevo e apportò sostanziali riforme alla Chiesa. Affermò la superiorità del papato sul potere temporale, entrando in aperto conflitto con i sovrani del tempo, in particolare con l'imperatore di Germania Enrico IV, su cui cadde la sua scomunica


PERCORSO DELLA PROCESSIONE


ALLE 18,00 la processione percorrerà: Via Duomo, Via dei Mercanti, Corso Vittorio Emanuele, Via Velia, Via San Benedetto, Via Giovanni Cuomo, Via dei Principati, Via Cilento, Corso Garibaldi, Via Roma fino al Teatro Verdi, Via Porta Catena, Largo Campo, Via da Procida, Via dei Mercanti, incrocio via duomo e risalita verso la Cattedrale





lunedì 25 agosto 2025

A Camera Chiara della galleria Armando Cerzosimo di Salerno, una serata di fotografia e poesia


 Fonte: www.lapilli.eu

di Maria Serritiello

Una lodevole serata, quella del 23 Agosto 2025 a Camera Chiara, per i due eventi riuniti, poesia e fotografia, o forse uno solo con diversa sfaccettatura. Sta di fatto che i numerosi presenti si sono trovati accolti da 9 fotografie, finemente incorniciate in bianco e dove tutta la bravura dell’ospitante Pietro Cerzosimo ha marcato il segno. Figlio d’arte, suo padre Armando è noto per i suoi nobili scatti e per la sua costante ricerca su se stesso, Pietro ne ricalca le orme, rivestendole di quel giovanile che tanto ci piace. Pietro con la modestia che gli deriva da chi sa che il ricercare e il migliorare il talento, dura tutta la vita, ma potrebbe anche non farlo, ha presentato con intime parole ed un linguaggio schietto, le sue creature. L’anima di questo giovanotto, dall’eleganza disinvolta e dall’affettività protesa, verso chi si è soffermato ad interiorizzare il suo visibile, ci è venuta incontro ed è stata la sensazione più piacevole della serata. E così Sognante e sognare si può, se sopra di noi staziona il cielo azzurro del “Postale”, un luogo di fascino incredibile di proprietà Cerzosimo.

Accorpato, l’evento poetico di Carla Combatti da Vicenza

La poetessa ha presentato la sua ultima fatica dal titolo: “Femminili frangenti”.

“… Frangenti sono i flutti da cui si può essere sommerse, ma anche le contingenze in cui si trova a vivere, contingenze che accomunano gran parte delle donne, nel mondo presente e nella loro storia. L’attenzione di Carla Combatti è rivolta ai sentimenti che ha vissuto e che spesso le donne vivono. Operazione non lieve, certamente disincantata e tuttavia capace di costruire un’atmosfera lirica che scuote e commuove. È una poesia che ci avvolge in un manto di velluto anche quando esprime la tristezza, il vuoto della perdita, la solitudine in cui ci lascia un amore impossibile. Queste poesie ci regalano momenti di grazia, fatti di parole precisissime nella loro intensità, e di un’armonia del verso che è rara da trovare.» (dall’Introduzione di Paola Corponi)

Letti, con enfasi in più, da Rachele De Prisco, i lemmi delle donne provate dalla storia, invadono l’interno di Camera Chiara, l’antico spazio del centro storico e che nome gli deriva da chi, come Armando prima e Pietro in seguito, di Roland Barthes ne hanno masticato a dismisura. La recitazione avviluppa e sparge attenzione per essere ascoltata, quando non risulta troppo sommessa per bucare le antiche mura e così agli euritmici versi, si riconoscono brani di Einaudi, Chopin, l’adagio di Benedetto Marcello e l’Intermezzo dalla Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni. Un pratico ripasso, per accumunare le disgrazie passate e presenti delle donne e ci si augura non del futuro, è stato porto con disarmante innocenza dalla prof.ssa Esmeralda Ferrara, per cui figure, mai dimenticate, tratte dall’Iliade di Omero, come Briseide, Criseide, Andromaca e la stessa Elena, hanno aleggiato su di noi, riportandoci a momenti scolastici della prima alfabetizzazione, senza il reale bisogno, ma per rafforzare il momento poetico.  

E le foto di Pietro? Un dolce incanto sognante dal quale ci allontaniamo conservandone il ricordo.

Un grazie sentito ai due artisti per averci elevati nell’empireo del bello senza la distinzione del tratto fotografico e della parola scritta.

Maria Serritiello

 

 

Pietro Cerzosimo

E’ la storia che continua. Diplomato all’Istituto d’Arte Filiberto Menna di Salerno, è Creator digitale e parte integrante della filiera di lavoro dello studio fotografico di famiglia con diverse mansioni quali: la gestione delle apparecchiature tecniche, software e hardware, post produzione delle immagini, montaggio e post produzione di video filmati realizzati dallo studio. Nasce a Salerno e lavora a Bellizzi.

Lo studio di cui si occupa, negli anni ha mantenuto una solida reputazione per la qualità, l'affidabilità e la cura artigianale in ogni scatto. Pietro unitamente al fratello Nicola ha portato avanti la tradizione, unendo l’esperienza di Armando Cerzosimo alle tecnologie e alle tecniche più moderne.

 

Oggi, lo Studio Cerzosimo continua a raccontare le storie ricordevoli attraverso immagini che durano nel tempo, rimanendo fedeli a una tradizione di eccellenza verso i propri clienti.

 

Carla Combatti

Carla Combatti è nata nel 1961 a Vicenza, dove risiede e lavora presso la civica Biblioteca Bertoliana. Ha partecipato a numerosi premi di poesia, conseguendo vari riconoscimenti: l’esito più significativo è del 1994, quando si è qualificata nella Sezione Inediti Italiani del Premio Internazionale “Eugenio Montale”, con la silloge Veli, poi confluita nella raccolta Canzoni per via, suo primo libro di poesia, edito nel 2001 dal Poligrafo.

Ha partecipato a varie iniziative tra cui la “Giornata Mondiale della Poesia” 2003 a Rovereto e il “Bosco dei Poeti” a Dolcé (Vr) nelle edizioni 2003 e 2004. Nel 2005 è stata tra le socie fondatrici dell’Associazione “L’ape e il trifoglio”, associazione che si propone lo studio e l’analisi della poesia moderna e contemporanea, mantenendo contatti in ambito scolastico e universitario. Nel marzo del 2006 l’Associazione L’ape e il trifogliosi è fatta promotrice dell’evento culturale Giornata Mondiale della Poesia 2006 per la città di Vicenza, che ha visto la partecipazione di poeti di fama nazionale quali Fernando Bandini, Annamaria Carpi, Jolanda Insana, Franco Loi.

Le sue più recenti riflessioni l’hanno spinta ad interessarsi delle tematiche femminili e, in particolare, della figura poliedrica e dei molteplici ruoli della donna di oggi. Alcuni aspetti di questo vasto tema e l’esperienza personale hanno portato l’autrice a considerare la fatica della donna contemporanea nel sostenere la duplicità del ruolo di lavoratrice e di casalinga.

 

Camera Chiara

Nel cuore del centro storico di Salerno, tra vicoli ricchi di storia e scorci affascinanti, si trova la Galleria Fotografica Cerzosimo, un luogo che si propone come punto d’incontro per cultura, arte e creatività. Ideata per accogliere eventi di diversa natura, la galleria rappresenta una soluzione ideale per chi cerca uno spazio unico e professionale per presentazioni di libri, mostre fotografiche, workshop e incontri tematici.

Una location strategica: situata in via Giovanni da Procida 9, nel cuore di Salerno, la galleria è facilmente raggiungibile e ben inserita nel contesto culturale della città.

Un luogo che valorizza l’arte e la cultura

Organizzare un evento significa non solo scegliere un luogo fisico, ma anche definire un’atmosfera capace di esaltare il contenuto dell’iniziativa. La Galleria Fotografica Cerzosimo offre uno spazio elegante e versatile, che si adatta a ogni tipo di esigenza.

Le caratteristiche principali dello spazio

Un design unico: l’attenzione ai dettagli nell’allestimento degli spazi crea un ambiente accogliente e stimolante per ogni tipo di pubblico.

Spazi flessibili: la galleria è concepita per accogliere eventi di diversa natura, dalla presentazione di libri alle mostre, fino a workshop e laboratori creativi.





 


 

 


martedì 12 agosto 2025

Quando un'amica se ne va

 


 di Maria Serritiello

A Edda piace il mare, m’immalinconisce usare il passato, ora che l’ha rinchiuso dentro di sé, per sempre. L’acqua salata preferita era quella di Cetara, suo nativo borgo e nulla aveva a che fare con quella di Palinuro, sia pure amata, ma diversa. Alta più di ogni altra, con gli occhi fissi sull’orizzonte e l’imponente camminata, da ragazza si spingeva verso la spiaggia con il desiderio di andare via, per apprezzarne il ritorno. E così, terminati gli studi fu vincitrice di concorso, una delle più giovani d’Italia, ad espletare la funzione di Economa nei Convitti Nazionali e la sede assegnata fu: Firenze. Un’esperienza formativa e professionale unica, continuata con lode nel prestigioso “Convitto Nazionale Torquato Tasso” di Salerno, in via Abate Conforti, fino al raggiungimento della pensione.

Questa sua passione di sistemare le carte ordinatamente, l’ha portata avanti per circa trent’anni anche nel “Caffè dell’Artista”, l’Associazione Culturale per eccellenza della nostra città. Nel manifesto di annuncio della perdita, ha detto di Lei, tra l’altro, la Presidente Florinda Battiloro “Cara Edda sei stata una valida fondatrice dell’Associazione Culturale che ci ha permesso di spaziare in un mondo fatto di arte, di poesia e di scienze, un punto di riferimento per tutte noi.”

Notevole era la sua capacità di cogliere il lato ironico nelle situazioni più disparate e connotare le persone attraverso un lato caratteristico della propria natura. Una donna intelligente, Edda, desiderosa di aggiornarsi e di stare al passo con i tempi, decisa, eppure tanto intimidita nel mostrare le sue capacità creative. I suoi racconti, scritti su mio invito, sono un condensato di scoppiettante allegria e graffiante sarcasmo, una piacevole lettura da recuperare. Quante risate assieme, cara Edda, il senso dell’amicizia tra noi era un potenziale che ci faceva essere complici esclusive, bastava un certo linguaggio, un’occhiata particolare e l’intesa era perfetta. Fisso nella mia memoria è un vivo ricordo, che ci riporta al tuo mare, improvvisa la decisione di fuga verso la spiaggia che ti era cara ed ecco un bagno rubato, come adolescenti, io che mantengo l’asciugamano a te e tu a me, per il cambio del costume, senza vergogna, erano saltati gli schemi, per qualche ora siamo ritornate a sorridere e a farla in barba alla vita. Non lo dimenticherò mai! L’ ultima volta che ti ho visto in salute è stato l’autunno scorso assiema a Flora per dare vita al tuo desiderio di Cetara e di gelato a Marina di Vietri.

Edda cara, sei stata sempre pronta ed accogliente per tutta la numerosa famiglia di origine, amorevole per quella creata con l’unico uomo di una vita intera, tenera con i tuoi adorati nipoti e mamma ammirevole di Stefano ed Irene. L’amore per i figli è stata la forza in più che ti ha sostenuta sempre.  E così, sei andata via in un giorno d’estate, con ancora il calore del sole sulla pelle e l’azzurro dei tuoi occhi, specchio di quel mare tanto amato, sei andata solamente oltre ma senza lasciarci mai!

Ciao Edda cara, la tua amica che mai avrebbe voluto scriverti il pensato di oggi!

                                              Maria Serritiello

Salerno 11-Agosto 2025










 


giovedì 19 giugno 2025

Il 24 giugno 2025 si proclama il 1° ed il 2° posto del concorso Professione reporter Memorial Antonio Serritiello

 






Fonte: www.concorsoprofessionereporter.it

di Maria Serritiello


Memorial Antonio Serritiello

V° Concorso Professione Reporter

a cura di Maria Serritiello

Organizzazione Spazio Up Arte

Supporto Tecnico

Cerzosimo


Il giorno 24 giugno 2025

alle ore 19,00

presso la Galleria Fotografica Armando  Cerzosimo

in Via Da Procida, n° 9 Salerno

si proclamerà il vincitore del concorso



Mostra fotografica di 12 opere scelte da quelle inviate



domenica 11 maggio 2025

La dolce mammina di Maria Serritiello


Fonte: Quando Amore c'è. Poesie  Sema Edizioni


di Maria Serritiello

La  dolce mammina

Dolce mammina,

la tua, la mia,

la giovane allontanata

in bianco e nero,

senza più la casa

dove il torrente scorre 

e il salice già piange;

sul lavatoio

di grezzo granito, china

e per le strade

polverose sfollate.

Dolce mammina allegra

l'armoniosa piena in movimento,

l'usignolo che canta

e le favole ci racconta; 

magica al piano

come al lento gesto del ricamo.

La dolce  mammina,

la tua , la mia.

Intatta !

Salerno  7-8- 1998            Maria Serritiello






        





Tosca di Giacomo Puccini al Teatro Di Costanzo-Mattiello di Pompei per la direzione artistica e produzione del Salernitano Eugenio Paolantonio



 

Fonte:www.lapilli.eu

di Maria Serritiello

Il 3 maggio scorso a Pompei, una serata di musica lirica, ad ingresso libero, di gran fascino e di magica suggestione, nel rappresentare “Tosca”, musica di Giacomo Puccini, libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, dal dramma di Victorien Sardou. Il teatro, Di Costanzo-Mattiello, fu realizzato negli anni Venti, secondo lo stile liberty in voga in quel periodo, ha una capienza di 394 posti, di cui 387 in platea e 107 in galleria, tutti occupati per la gran soirée. In effetti la Tosca richiama sempre il grande pubblico per la tragica storia d’amore rappresentata e che si consuma con soavità tra la musica che l’accompagna. L’ampia selezione in forma scenica ha dato modo di muovere sul palcoscenico, di 120 metri quadrati, la coreografica processione del Te Deum, espressa compitamente da tutto il coro filarmonico Jubilato Deo, diretto magistralmente dal Maestro Giuseppe Polese. La produzione e la direzione artistica di questo capolavoro della serata è opera di Eugenio Paolantonio, con il Patrocinio ed il sostegno della città di Pompei e dell’associazione culturale Temistocle Marzano. L’orchestra “Temistocle Marzano” diretta dal giovane e talentuoso Maestro Nicola Polese, come nelle migliori tradizioni musicali ha preso posto nella parte sottostante del palco e forse non è stata una buona idea per l’esiguità dello spazio e per la mancanza della buca d’orchestra, utile ad inglobare la musica equilibrando perfettamente le note ed il canto. Una sottigliezza superata abbondantemente dalla bravura di tutti i componenti musicali e canori

Ed iniziamo a seguire l’opera introdotta gentilmente dalla chiara sintesi della narratrice, tale da seguire in modo partecipativo all’opera in tre atti, di cui il primo ha luogo a Roma di martedì del 17 giugno 1800 e si svolge nella basilica di Sant'Andrea della Valle, il secondo a Palazzo Farnese e il terzo su una terrazza di Castel Sant'Angelo.

La cantante Floria Tosca, amante del pittore liberale Mario Cavaradossi, è corteggiata dal ministro della polizia pontificia Scarpia. Questi imprigiona il pittore e ricatta Tosca: se la donna non si concederà a lui, Cavaradossi sarà fucilato. Tosca si fa dare il salvacondotto da Scarpia, non sapendo che il suo amore è stato realmente fucilato e poi lo uccide. Tosca capito che, alla fine, non ha scampo, si getta giù da Castel Sant’Angelo.

Recondita Armonia, E lucean le stelle, Vissi d’arte le romanze più belle di tutta l’opera, che i cantanti: il tenore Davide Battiniello a turno con la soprano: Martina Sannino, hanno interpretato con sublime trasporto, creando emozioni nel pubblico rapito dall’ascolto.

Voce possente, i do di petto si sprecano e l’interpretazione sicura fanno del tenore Davide Battiniello un jolly sicuro, un professionista serio, un interprete eccezionale. Così si dica anche del soprano Martina Sannino, la sua voce uno scoppiettio di trilli eccezionali, note espresse per restare nel cuore, per un po’. Accanto ai due principali interpreti, con sicurezza e bravura nei loro rispettivi ruoli, Maurizio Esposito, Davide Sabatino, Luciano Lualdi, Vicenzo Mazza a completare la riuscita del prodotto musicale.

Gli applausi a profusione e continuativi sono stati la dimostrazione che ognuno, nel proprio ruolo, ha interpretato con diligenza e massima professionalità l’opera romantica del Maestro Puccini. Il bel canto italiano è stato, sì ben rappresentato nel massino cittadino di Pompei.

Il nostro grazie va al dottor Eugenio Paolantonio, Presidente dell’Associazione CulturaleTemistocle Marzano”, per l’impegno a regalarci quest’emozioni, al Coro Filarmonico: Jubilate Deo, all’ Orchestra: Temistocle Marzano, e ad Ornella Iezzone, Scene e Costumi.

 

Per saperne di più

Il nome, Temistocle Marzano, è stato dato all’ orchestra, in onore del compositore nativo di Procida (2 gennaio 1821), ma salernitano di adozione, sconosciuto ai più

 

Eugenio Paolantonio, Presidente dell’Associazione Culturale “Temistocle Marzano”, a fine serata, visibilmente commosso nel ringraziare tutti della viva partecipazione, ha affermato che allestire uno spettacolo del genere, per altro gratis, è stato un vero miracolo. Poteva essere diversamente Presidente, trovandoci a Pompei?


Maria Serritiello

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domenica 4 maggio 2025

L’artista Maria Elisabetta Novello espone alla Galleria Paola Verrengia di Salerno “Là dove il sentiero si perde”


 Fonte:www.lapilli.eu

di Maria Serritiello


Fino al 16 maggio c.a. è possibile visitare la mostra “Là dove Il sentiero si perde” dell’artista Maria Elisabetta Novello presso la Galleria di Paola Verrengia di Salerno, curata da Renata Caragliano e Stella Cervasio. Una bella unione di donne, 4 di numero, volte a creare bellezza ed efficienza espositiva. Nella lucida e trasparente galleria, per il vetro che l’avvolge, il luogo è il sicuro porto per i quadri materici, dell’artista vicentina che assembla con cura certosina e che vive e lavora a Gonars, in provincia di Udine.  Cenere, carbone, polvere sono i materiali che l’artista manipola, conservando tracce del reale e trasformandosi in teche di plexiglass, nelle quali stipa la polvere del Vesuvio, mescolata a petali di ginestra, il fiore caro a Giacomo Leopardi per la sua umiltà, coraggio e resistenza al contesto arido e deserto.

Le opere di Elisabetta Novello, presenti in galleria, perciò, danno nuova vita alla natura arida del Vesuvio, dove in perlustrazioni performative ha raccolto terra e cenere, quest’ultima come simbolo di memoria e trasformazione e come ultimo residuo della combustione del legno che rappresenta sia la fine che l’inizio di nuove forme e significati. Aver usato la cenere del Vesuvio, poi, offre alle sue opere un significato più intenso e locale.

Una gigantografia in bianco e nero, nel fondo della galleria, con l’immagine della ginestra, irta tra i cigli del Vesuvio chiude quest’esposizione a palcoscenico, dove il visitatore è fruitore, è protagonista, è in simbiosi con l’artista.

La mostra è accompagnata, inoltre, dallo scritto di Renata Caragliano e Stella Cervasio dal titolo “Là dove il sentiero si perde” che richiama l’idea di un percorso discosto, nell’ignoto ma anche nella dimensione della propria anima.

La Galleria Verrengia

La galleria Paola Verrengia in Via Fieravecchia, 34- Salerno è stata fondata nel 1993. Fin dal principio si è focalizzata sull’arte contemporanea, promuovendo opere di artisti giovani ed affermati in vari campi come pittura, scultura, fotografia e video. Hanno presentato mostre di artisti celebri come Alighiero Boetti e Gianni Asdrubali e nel tempo hanno collaborato anche con importanti istituzioni e musei.

Maria Serritiello

www.lapilli.eu




 


lunedì 21 aprile 2025

Papa Francesco ci ha lasciati


 Fonte: web

di Maria Serritiello

Papa Francesco, nato Jorge Mario Bergoglio è, dal 13 marzo 2013, il 266º papa della Chiesa cattolica e vescovo di Roma, 8º sovrano dello Stato della Città del Vaticano, primate d'Italia, oltre agli altri titoli propri del romano pontefice.

Nascita: 17 dicembre 1936, Flores, Buenos Aires, Argentina













Questa l'immagine che più mi commuove

Ti ameremo, ancor di più, Santo Padre