Pagine

giovedì 19 giugno 2025

Il 24 giugno 2025 si proclama il 1° ed il 2° posto del concorso Professione reporter Memorial Antonio Serritiello

 






Fonte: www.concorsoprofessionereporter.it

di Maria Serritiello


Memorial Antonio Serritiello

V° Concorso Professione Reporter

a cura di Maria Serritiello

Organizzazione Spazio Up Arte

Supporto Tecnico

Cerzosimo


Il giorno 24 giugno 2025

alle ore 19,00

presso la Galleria Fotografica Armando  Cerzosimo

in Via Da Procida, n° 9 Salerno

si proclamerà il vincitore del concorso



Mostra fotografica di 12 opere scelte da quelle inviate



domenica 11 maggio 2025

La dolce mammina di Maria Serritiello


Fonte: Quando Amore c'è. Poesie  Sema Edizioni


di Maria Serritiello

La  dolce mammina

Dolce mammina,

la tua, la mia,

la giovane allontanata

in bianco e nero,

senza più la casa

dove il torrente scorre 

e il salice già piange;

sul lavatoio

di grezzo granito, china

e per le strade

polverose sfollate.

Dolce mammina allegra

l'armoniosa piena in movimento,

l'usignolo che canta

e le favole ci racconta; 

magica al piano

come al lento gesto del ricamo.

La dolce  mammina,

la tua , la mia.

Intatta !

Salerno  7-8- 1998            Maria Serritiello






        





Tosca di Giacomo Puccini al Teatro Di Costanzo-Mattiello di Pompei per la direzione artistica e produzione del Salernitano Eugenio Paolantonio



 

Fonte:www.lapilli.eu

di Maria Serritiello

Il 3 maggio scorso a Pompei, una serata di musica lirica, ad ingresso libero, di gran fascino e di magica suggestione, nel rappresentare “Tosca”, musica di Giacomo Puccini, libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, dal dramma di Victorien Sardou. Il teatro, Di Costanzo-Mattiello, fu realizzato negli anni Venti, secondo lo stile liberty in voga in quel periodo, ha una capienza di 394 posti, di cui 387 in platea e 107 in galleria, tutti occupati per la gran soirée. In effetti la Tosca richiama sempre il grande pubblico per la tragica storia d’amore rappresentata e che si consuma con soavità tra la musica che l’accompagna. L’ampia selezione in forma scenica ha dato modo di muovere sul palcoscenico, di 120 metri quadrati, la coreografica processione del Te Deum, espressa compitamente da tutto il coro filarmonico Jubilato Deo, diretto magistralmente dal Maestro Giuseppe Polese. La produzione e la direzione artistica di questo capolavoro della serata è opera di Eugenio Paolantonio, con il Patrocinio ed il sostegno della città di Pompei e dell’associazione culturale Temistocle Marzano. L’orchestra “Temistocle Marzano” diretta dal giovane e talentuoso Maestro Nicola Polese, come nelle migliori tradizioni musicali ha preso posto nella parte sottostante del palco e forse non è stata una buona idea per l’esiguità dello spazio e per la mancanza della buca d’orchestra, utile ad inglobare la musica equilibrando perfettamente le note ed il canto. Una sottigliezza superata abbondantemente dalla bravura di tutti i componenti musicali e canori

Ed iniziamo a seguire l’opera introdotta gentilmente dalla chiara sintesi della narratrice, tale da seguire in modo partecipativo all’opera in tre atti, di cui il primo ha luogo a Roma di martedì del 17 giugno 1800 e si svolge nella basilica di Sant'Andrea della Valle, il secondo a Palazzo Farnese e il terzo su una terrazza di Castel Sant'Angelo.

La cantante Floria Tosca, amante del pittore liberale Mario Cavaradossi, è corteggiata dal ministro della polizia pontificia Scarpia. Questi imprigiona il pittore e ricatta Tosca: se la donna non si concederà a lui, Cavaradossi sarà fucilato. Tosca si fa dare il salvacondotto da Scarpia, non sapendo che il suo amore è stato realmente fucilato e poi lo uccide. Tosca capito che, alla fine, non ha scampo, si getta giù da Castel Sant’Angelo.

Recondita Armonia, E lucean le stelle, Vissi d’arte le romanze più belle di tutta l’opera, che i cantanti: il tenore Davide Battiniello a turno con la soprano: Martina Sannino, hanno interpretato con sublime trasporto, creando emozioni nel pubblico rapito dall’ascolto.

Voce possente, i do di petto si sprecano e l’interpretazione sicura fanno del tenore Davide Battiniello un jolly sicuro, un professionista serio, un interprete eccezionale. Così si dica anche del soprano Martina Sannino, la sua voce uno scoppiettio di trilli eccezionali, note espresse per restare nel cuore, per un po’. Accanto ai due principali interpreti, con sicurezza e bravura nei loro rispettivi ruoli, Maurizio Esposito, Davide Sabatino, Luciano Lualdi, Vicenzo Mazza a completare la riuscita del prodotto musicale.

Gli applausi a profusione e continuativi sono stati la dimostrazione che ognuno, nel proprio ruolo, ha interpretato con diligenza e massima professionalità l’opera romantica del Maestro Puccini. Il bel canto italiano è stato, sì ben rappresentato nel massino cittadino di Pompei.

Il nostro grazie va al dottor Eugenio Paolantonio, Presidente dell’Associazione CulturaleTemistocle Marzano”, per l’impegno a regalarci quest’emozioni, al Coro Filarmonico: Jubilate Deo, all’ Orchestra: Temistocle Marzano, e ad Ornella Iezzone, Scene e Costumi.

 

Per saperne di più

Il nome, Temistocle Marzano, è stato dato all’ orchestra, in onore del compositore nativo di Procida (2 gennaio 1821), ma salernitano di adozione, sconosciuto ai più

 

Eugenio Paolantonio, Presidente dell’Associazione Culturale “Temistocle Marzano”, a fine serata, visibilmente commosso nel ringraziare tutti della viva partecipazione, ha affermato che allestire uno spettacolo del genere, per altro gratis, è stato un vero miracolo. Poteva essere diversamente Presidente, trovandoci a Pompei?


Maria Serritiello

www.lapilli.eu













 


 

 







domenica 4 maggio 2025

L’artista Maria Elisabetta Novello espone alla Galleria Paola Verrengia di Salerno “Là dove il sentiero si perde”


 Fonte:www.lapilli.eu

di Maria Serritiello


Fino al 16 maggio c.a. è possibile visitare la mostra “Là dove Il sentiero si perde” dell’artista Maria Elisabetta Novello presso la Galleria di Paola Verrengia di Salerno, curata da Renata Caragliano e Stella Cervasio. Una bella unione di donne, 4 di numero, volte a creare bellezza ed efficienza espositiva. Nella lucida e trasparente galleria, per il vetro che l’avvolge, il luogo è il sicuro porto per i quadri materici, dell’artista vicentina che assembla con cura certosina e che vive e lavora a Gonars, in provincia di Udine.  Cenere, carbone, polvere sono i materiali che l’artista manipola, conservando tracce del reale e trasformandosi in teche di plexiglass, nelle quali stipa la polvere del Vesuvio, mescolata a petali di ginestra, il fiore caro a Giacomo Leopardi per la sua umiltà, coraggio e resistenza al contesto arido e deserto.

Le opere di Elisabetta Novello, presenti in galleria, perciò, danno nuova vita alla natura arida del Vesuvio, dove in perlustrazioni performative ha raccolto terra e cenere, quest’ultima come simbolo di memoria e trasformazione e come ultimo residuo della combustione del legno che rappresenta sia la fine che l’inizio di nuove forme e significati. Aver usato la cenere del Vesuvio, poi, offre alle sue opere un significato più intenso e locale.

Una gigantografia in bianco e nero, nel fondo della galleria, con l’immagine della ginestra, irta tra i cigli del Vesuvio chiude quest’esposizione a palcoscenico, dove il visitatore è fruitore, è protagonista, è in simbiosi con l’artista.

La mostra è accompagnata, inoltre, dallo scritto di Renata Caragliano e Stella Cervasio dal titolo “Là dove il sentiero si perde” che richiama l’idea di un percorso discosto, nell’ignoto ma anche nella dimensione della propria anima.

La Galleria Verrengia

La galleria Paola Verrengia in Via Fieravecchia, 34- Salerno è stata fondata nel 1993. Fin dal principio si è focalizzata sull’arte contemporanea, promuovendo opere di artisti giovani ed affermati in vari campi come pittura, scultura, fotografia e video. Hanno presentato mostre di artisti celebri come Alighiero Boetti e Gianni Asdrubali e nel tempo hanno collaborato anche con importanti istituzioni e musei.

Maria Serritiello

www.lapilli.eu




 


lunedì 21 aprile 2025

Papa Francesco ci ha lasciati


 Fonte: web

di Maria Serritiello

Papa Francesco, nato Jorge Mario Bergoglio è, dal 13 marzo 2013, il 266º papa della Chiesa cattolica e vescovo di Roma, 8º sovrano dello Stato della Città del Vaticano, primate d'Italia, oltre agli altri titoli propri del romano pontefice.

Nascita: 17 dicembre 1936, Flores, Buenos Aires, Argentina













Questa l'immagine che più mi commuove

Ti ameremo, ancor di più, Santo Padre



domenica 20 aprile 2025

In Dosella di Maria Serritiello



 Maria Serritiello


In Dosella

               di Maria Serritiello

Lentamente,

l'aria che viene dai campi

e il sole a barre corte

mi svegliano nella casa,

in ogni stanza silenziosa.

Da sola, sul focolare,

brontola l'usata caffettiera

che getta in fuori,

sbuffando,

il liquido nero

in superficie schiumoso.

Sul comodino,

la tazza di cioccolata colma

ed i biscotti rigati

fumano l'invito goloso

di una mattina un pò speciale.

Copiata dalle favole

a lieto fine, 

l'aria regale

s'infila con me

nella vestaglia di cotonina rosa

a fiori bianchi

e si siede sulla sedia

impagliata

come su di un trono

sollevato.

Una volta all'anno,

il rito si compie

e al mio compleanno

con mia madre ci scambiamo i ruoli;

Lei come figlia è deliziosa bambina

io, invece, madre severa.

Ben presto,

ahimè,

il vero ruolo suo

sarebbe stato mio

e questa volta non per gioco, 

ma nella vita e per

davvero


20 aprile di tanti anni fa...





venerdì 18 aprile 2025

Un Poeta un po' Beta, ovvero Roberto Lombardi per la serata conclusiva della 16 esima edizione Festival Teatro XS città di Salerno


 Fonte:www.lapilli.eu

di Maria Serritiello


Roberto Lombardi è “Il poeta un po' Beta”, nell’ultimo spettacolo che ha chiuso il 13 aprile, il 16esimo Festival teatro XS, e lo fa in maniera originale, usando le parole in un gioco creativo senza fine. L’originalissimo spettacolo prende la sua origine dal lavoro con scolaresche, insegnanti e aspiranti scrittori, con i quali ha improntato laboratori linguistici. Innamorato della parola, la scompone e la ricompone a suo piacimento, trovando significati ed uso diverso. Ha un possesso della lingua da “numero primo” e in maniera semplice lo porge, un esercizio continuo che fa con se stesso senza nessuna fatica, è un modo di pensare alla lingua italiana assolutamente originale, una moltiplicazione all’infinito di vocaboli di uso comune o di forma letteraria. Crea all’impronta poesie, pensieri, altro di senso compiuto, accettando la sfida dal pubblico di farsi suggerire lemmi, i più strani e senza un nesso logico, per elaborarli velocemente in modo da creare pezzi linguistici d’ingegno.

Forma e contenuto, metafore, definizioni, sinonimi e contrari, retorica e persuasione nel linguaggio, rapporti fra codici linguistici, il tutto visto dalla particolare angolazione della ludolinguistica: giocare con le parole per svelarne i corto circuiti attraverso repentini capovolgimenti di senso”, tutto questo ha fatto parte del suo divertissement spettacolare che ha convinto, non senza invidia, i tanti presenti, che con la parola qualche volta hanno provato e provano a giocare. Ma tant’è Roberto Lombardi è irraggiungibile, vola alto per adagiarsi su composizioni di grande pregio, di fornire, perfino, un vocabolario povero della lingua italiana “Il Piccolo Zingarello”, un manuale giocoso di fraintendimento del linguaggio.

“Sonetto= cento Grammi; tu ed io= tedio; convento= abitazione da tormenta; cucina=involtini primavera, spaghetti di soia, pollo con mandorle, gelato fritto e sakè; Circoscrivere= la corrispondenza di Liana Orfei; collasso=malessere del giocatore di poker; decadente=chi ha già perso ventidue denti; diabete= di legno…

E così via, per più di 1000 voci, per l’esattezza 1194 di parole vere, non inventate, ma finemente studiate, le cui definizioni, a volte, necessitano di maggiore attenzione, altre d’immediata comprensione, tutte, però, di significato originale e divertente.

 

Roberto Lombardi vanta al suo attivo una lunga e importante esperienza come autore di testi teatrali e narrativi, sceneggiatore, regista, attore, curatore di laboratori. Con lo pseudonimo di Donqi si dedica da anni anche alle arti figurative e plastiche: sue sono le opere in terracotta, legno, ferro e altri materiali, appositamente realizzate per le premiazioni del Festival di Teatro XS. Ha più volta esposto le sue creazioni artistiche in mostre personali.

Maria Serritiello

www.lapilli.eu




 

giovedì 17 aprile 2025

Serata Conclusiva Sedicesima Edizione Teatro Festival XS Città di Salerno a cura della Compagnia dell’Eclissi di Salerno


 



Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello
 

Con la consueta dolcezza nel porgere, unitamente alla compita professionalità, Concita De Luca, giornalista, introduce la serata conclusiva del 16 esimo Festival XS, Città di Salerno, il 13 aprile 2025, annunciando le varie fasi, in sequenza

Spettacolo: Un Poeta un po' beta. Divertissement in rima sciolta di e con Roberto Lombardi

Ringraziamenti: Ai membri delle due giurie, quella dei giovani e quella tecnica. Quest’ultima è stata formata da: Pina Russo e Lissie Tarantino in rappresentanza del Soroptimist Club di Salerno, Pina Masturzo (in rappresentanza dell’Istituto “Genovesi-da Vinci); Rocco Di Riso, Marcello Andria e Gianfranco Casaburi per la Compagnia dell’Eclissi.

Intervento: Enzo Tota, presidente della Compagnia dell’Eclissi, organizzatore della manifestazione, ringrazia tutti per l’ottima riuscita del Festival e per la buona qualità degli spettacoli.

Sono assegnati i seguenti riconoscimenti:

      di competenza della Giuria tecnica

      Premio per il migliore spettacolo (vincitore del XVI Festival XS)

      Premio per la migliore regia

      Premio per la migliore attrice

      Premio per il migliore attore

 

      di competenza del pubblico in sala

      Premi agli spettacoli primi tre classificati per indice di gradimento degli spettatori

 

      di competenza della Giuria dei Giovani

      Premio per il migliore spettacolo

 

 

      conferito dalla Compagnia dell’Eclissi, organizzatrice della manifestazione

      Premio U.I.L.T. (Unione Italiana Libero Teatro)

 

La Premiazione

Premio della Giuria dei Giovani allo spettacolo

INVIOLATA

drammaturgia e regia di David Marzi e Teresa Cecere

messo in scena dalla Compagnia SenzaConfine di Fasano (BA)

 

Premio per la migliore attrice a

MARIA BARNABA, SANDRA DI GENNARO E ILENIA SIBILIO

interpreti di inVIOLATA, messo in scena dalla

Compagnia SenzaConfine di Fasano (BA)

E, ex aequo, a

ARIELE MANFRINI

 

interprete del ruolo di Isabella in Come due angeli sul cornicione. C’eravamo troppo amati

di Roberto Marafante

       messo in scena dalla Compagnia “Paolo Manfrini” di Lizzana, Rovereto

 

Premio per il miglior attore a

 

FABRIZIO PERRONE

interprete di Novecento da Alessandro Baricco

messo in scena dalla Compagnia Filodrammatica Orenese di Vimercate (MB)

 

Premio U.I.L.T. allo spettacolo

ROMANZO BREVE,

        OVVERO UNA PREVEDIBILISSIMA COMMEDIA IN PANTOMIMA MUSICALE

di Cristina Ranzato, Christian Corò e Cristina Maffia

rappresentato dalla Compagnia Ophelia and Corò Nuts di Padova

 

Premio per la migliore regia a

ALESSANDRO IACOVELLO

per lo spettacolo

Che pasticcio, Mrs. Peach! Il musical

di Alessandro Iacovello

messo in scena dalla Compagnia della Lira di Casamassima (BA)

e, ex aequo,

Premio per la migliore regia a

PINUCCIO BELLONE

per lo spettacolo

2.24 dueeventiquattro

di Carbonell e Cornelles

messo in scena dalla Corte dei Folli di Fossano e da Primoatto di Saluzzo (CN)

A partire dall’edizione 2015, il Festival XS ha istituito anche un Premio del pubblico, che ha potuto esprimere un voto da 6 a 10 al termine delle rappresentazioni a cui ha assistito. Da quest’anno il Festival premia anche il secondo e il terzo classificato

Spettacolo terzo classificato

         COME DUE ANGELI SUL CORNICIONE. C’ERAVAMO TROPPO AMATI

Compagnia “Paolo Manfrini” di Lizzana, Rovereto

 

Spettacolo secondo classificato

INVIOLATA

Compagnia SenzaConfine di Fasano (BA)

Ritira il premio Michele Conversano

 

Spettacolo primo classificato

Premio per il maggior gradimento del pubblico a

NOVECENTO

Premio per lo spettacolo vincitore del XVI Festival XS

Città di Salerno allo spettacolo

NOVECENTO

da Alessandro Baricco

messo in scena dalla Compagnia Filodrammatica Orenese di Vimercate

 

***Nell’atrio dell’istituto, davanti all’Aula Magna, si aprirà il buffet, a cui sono invitati tutti gli spettatori.

 

ARRRIVEDERCI ALL’EDIZIONE XVI BIS, E’MEGLIO EVITARE La XVII…


Maria Serritiello

www.lapilli.eu




 



 

 

 

 

 

 

 

 


domenica 13 aprile 2025

“Come due angeli sul cornicione. C’eravamo troppo amati” Ultimo spettacolo in gara al teatro Genovesi di Salerno per il XVI Festival Nazionale Teatro XS città di Salerno.

 





Fonte :www.lapilli.eu

di Maria Serritiello

70 minuti di gradevole spettacolo, ultimo dei sette presentati in concorso alla16esima edizione dell’XS città Salerno. Una commedia brillante, di quelle concertate per far sorridere e divertire il pubblico presente in sala, con battute a raffica, intrecci divertenti e situazioni paradossali. La scena è semplicemente addobbata: due sedie ricoperte da un lenzuolo bianco, sotto cui sono amorevolmente sistemati i due protagonisti, come in un letto- alcova: Isabella e Martino. Si amano alla follia, si giurano amore eterno ed a vederli così uniti, sembra proprio di sì. Sono sposati da sei anni e nessuna nube li ha turbati. Il divenire della storia amorosa è presentato per quadri e da stacchetti musicali “C’eravamo tanto amati”, canta il coro, il che lascia presagire che qualcosa tra i due cambierà. Ed infatti, nel secondo quadro troviamo l’amorosa coppia intenta a dividersi i beni materiali del loro appartamento ed anche l’abitazione, è nel conto, perché sono in odore di divorzio. Le gag rappresentate tra i due, sono ricordevoli di quei divertenti film americani degli anni ’70, dove una strepitosa Doris Day ed un fascinoso Gary Grant, nel “Visone sulla pelle” giocano con l’amore nell’intento di prendersi e lasciare, ma poi prendersi per sempre, come faranno i nostri Martino ed Isabella. I due attori: Ariele Manfrini e Aronne Noriller sono stati davvero molto bravi a caratterizzare la coppia e sue sfaccettature. Settanta minuti o poco più a sostenere il ritmo della rappresentazione, con strilletti, sorrisini, e cambiamenti d’umore, lei, abbondante ironia, sarcasmo e affezione lui. Sicché tutto inutile per Isabella e Martino agganciare altre storie, i nuovi partners non sono altro che copie sbiadite di loro due a confronto. Divertenti e perfettamente caratterizzati sono i quadri dove s’incontrano con i rispettivi e nuovi amori ed il Natale a casa dei genitori di Isabella, allo scuro del loro divorzio. Così, resosi conto che stanno ancora bene insieme, s’incontrano di nascosto per un rendez-vous amoroso, naturalmente come nelle migliori pochade, i partener fiatano sul collo dei due amanti e li scovano, per cui sono costretti a cercare stratagemmi, coinvolgendo, perfino, l’ignara Maria, la colf di servizio, in un innamoramento salva situazione. Ultimo quadro, i due sono in fuga con la macchina di Isabella, che guida malissimo come sempre e di più, data la situazione e poco ci vuole a ritrovarsi all’altro mondo. Staranno insieme per sempre, dopo aver sistemato le cose con il Signore Iddio e forse era proprio questo il loro più ardente desiderio.

La commedia, una commistura brillante, regala uno sguardo leggero ma profondamente umano sulla difficoltà dei sentimenti e le dinamiche che la vita di coppia affronta, giorno dopo giorno. Momenti comici, dialoghi vivaci, personaggi che si moltiplicano, situazioni surreali hanno dato una piacevole effervescenza alla rappresentazione. La vita di coppia è stata rappresentata con varie sfaccettature tra l’amorevole e il disincanto, un divertissement che ci è proprio tanto piaciuto.

Maria Serritiello

 

Compagnia di Lizzana

 Paolo Manfrini

Testo e Regia di Roberto Marafante

Personaggi e Interpreti: Isabella- Ariele Manfrini. Martino-Aronne Noriller

 



mercoledì 26 marzo 2025

Due serate al Ridotto di Salerno con Santino Caravella, per “Che Comico 2024/2025”. Rassegna curata da Gianluca Tortora.

 






Fonte: www.lapilli.eu

di Maria Serritiello


Due spettacoli in compagnia di Santino Caravella, “Ridiamoci su” il 22 ed il 23 Marzo, al Teatro Ridotto di Salerno, alla ripresa delle esibizioni, che hanno subito una battuta d’arresto, nel mese scorso, per giustificati motivi di alcuni dei comici partecipanti. Da adesso e fino a fine aprile, ogni fine settimana ci saranno in scena, cambiando teatro, com’è consuetudine: Sergio Rubini, Barbara Foria, Anna Mazzamauro e Peppe Iodice, al Delle Arti.

Ho conosciuto Santino Caravella al Teatro Ridotto, per la prima volta (N.D.R.) nell’anno 2012, lo stesso della sua partecipazione al Premio Charlot e della sua vittoria all’ambito premio. Averlo ritrovato dopo tutti questi anni è stata un felice rincontrarsi soddisfatti entrambi che nessuno dei due aveva dimenticato l’altro.

Ed eccolo in scena, poca la differenza dei 13 anni trascorsi, con il suo completo nero, nera anche la t-shirt che gli dà aria seriosa, un po' emozionato ma anche desideroso di entrare velocemente in sintonia con il pubblico e per quasi due ore prova a divertire, con semplicità e l’onestà del mestiere. La sua, e si capisce subito, è una comicità familiare, sia perché diverte usando la sua di famiglia con difetti e virtù, sia per l’aria confidenziale con la quale approccia il pubblico. Così entrano nel suo monologo le differenze abissali tra uomini e donne, dove il maschio è sempre indietro, nella comprensione di ogni cosa, alla donna e questa diversità naturale viene esaltata, non per piaggeria, ma perché è un dato di fatto accertato. Un esempio per tutti: Se va a fare la spesa l’uomo, diciamo pure Santino, si confonde, non ricorda ciò che deve comprare, chiama disperato la moglie, anche perché ha sbagliato negozio e ha bisogno di una dritta per tornare a casa. Non c’è niente da fare l’uomo è fatto così, evapora le azioni da compiere, ma non lo fa per cattiveria, è la sua natura. Quando ha deciso, veramente l’iniziativa è della fidanzata, di sposarsi è stato uno dei momenti più faticosi della sua vita. Scegliere il luogo della cerimonia, il menù, il vestito da sposa, l’abito dello sposo, i fiori, gli inviti, le bomboniere, il viaggio, non è stato uno scherzo se a seguito c’era la suocera, l’amica, la madre e la sposa, un turbinio di parole senza che lui, escluso da ogni discorso, potesse dire una benché minima parola. E una volta sposati, le cose non vanno meglio, il ménage familiare, con l’aggiunta dei figli è sempre più impegnativo e costoso e rimpiangere “mammà” diventa automatico.

Così la vita quotidiana di Santino è raccontata con un umorismo vivace e capacità di coinvolgere il pubblico, la sua comicità è caratterizzata da un mix d’ironia e sarcasmo. Il monologo semplice è spesso caratterizzato da battute dirette, situazioni quotidiane e riflessioni considerevoli che possono far ridere senza complicazioni e senza riferimenti culturali complicati. Il suo mantra del passato diceva “Sto messo male, ma proprio male, male” e lo ripeteva con paurosa insistenza, preoccupato del futuro; dopo 13 anni al Ridotto può sollevarsi da questa visione negativa, ha casa propria, una bella moglie, due figli intelligenti e sani, il pubblico che non l’ha dimenticato e l’apprezza e un ristorante che se ci si ritrova in quel di San Giovanni Rotondo, dopo una sentita e riverente preghiera per San Padre Pio, è possibile anche incontrarsi.

Maria Serritiello




 





“Romanzo Breve” Sesto Spettacolo in concorso al XVI esimo Festival Nazionale Teatro XS Città di Salerno con Ophelia and the Corò nuts di Padova

 



Fonte:www.lapilli.eu

di Maria Serritiello

Ciò che non è dispiaciuto, in questa tornata di spettacoli, concentrati per la maggior parte nel mese di marzo, è che si è fatta la conoscenza di nuove compagnie, nuovi volti, nuove forme di spettacolo (musical e pantomima) per esempio. Le scelte, presentate all’attento pubblico, sono state molto apprezzate, dando colore e calore all’XS, una manifestazione la più nota in Italia per quel che riguarda il teatro amatoriale.

Romanzo Breve di R. Ranzato, C. Corò e C. Maffia è l’incontro tra Felice, scrittore taciturno e sistematico e Dalila una donna l’opposto contrario. Sfrattata dalla sua casa, perché troppo rumorosa, Dalila si catapulta, letteralmente, nell’appartamento del povero Felice, senza che lui riesca a difendersi dall’invasione della donna.  Tra i due è poco più di una guerra nel dividersi gli spazi, nell’imporre il silenzio, nel disegnare a terra i confini del movimento, nel dare l’orario della sveglia mattutina. Tutte azioni impensabili per l’esuberanza mal contenuta di Dalila, ma Felice oppone una strenua resistenza, che col passar dei giorni, però, si fa sempre più debole, fino a diventare assurdamente piacevole la condivisione della vita a due. E così lui scrive, lei rassetta, lui aggiusta, lei lava, lui asciuga e lei esce per la spesa, una coppia affiatata, due persone che hanno voglia di stare insieme. Sparite le schermaglie iniziali, ora sono amorevoli, affettuosi e teneri, fissano le stelle, nelle notti schiarate, si guardano negli occhi e fanno l’amore. E’ la semplicità della vita quotidiana, quella che per essere felici trasforma l’usuale in straordinario.

Le relazioni amorose, però, nella routine giornaliera possono trasformarsi, assumendo un mesto andare avanti ed è quello che succede alla nostra coppia, fino a quando lei, non potendone più della scialba vita, se ne va. Felice cerca di riprendere in mano la sua vita, di ripristinare l’ordine sistematico di prima, quando le giornate giravano tutte intorno a se stesso, perfino il silenzio, tanto auspicato, gli sembra inutile e superfluo il bagno tutto per sé, unitamente alla cucina vuota, come del resto tutta la casa. Le giornate scorrono lente e la scrittura è ferma al giorno in cui Dalila se n’è andata. Il finale ci darà soddisfazione torneranno insieme, la crisi viene superata nel costatare che ogni bene col tempo si trasforma, diventando altro, perché altro si diventa nell’affettività e non è un male, se si ha cura di conservare ciò che si è costruito insieme.

La storia di per sé semplice è resa eccezionale dal modo di rappresentarla. In scena troviamo due giganti, la loro bravura è tanta che lascia ammirati. Si muovono in maniera concitata con una successione di gesti e di atteggiamenti caricaturali, dove la parola viene messa all’angolo per privilegiare i movimenti del corpo e dall’espressione del volto. La scena è scarna ed è fatta di squadre sottili, di scatole, di due sedie, tutto materiale di legno che prende forma man mano che la storia va avanti in 80 minuti circa. Sicché i vari pezzi congiunti, a volta sono porte divisorie, nel momento della prima conoscenza, poi sono unite, quando è l’amore a vincere. Una scena spoglia sì, ma affollata dai loro gesti, dai loro larghi movimenti, da espressività convinta. Felice più di Dalila, un vero acrobata, nel muoversi molleggiando sulle gambe e nel districarsi tra le cassette di legno sparse, inciampa scenicamente molte volte, senza mai cadere rovinosamente. Rimane impresso il rumore del suo tastare sulla macchina da scrivere, anch’essa un pezzo di legno, che è dato dal suo schioccare la lingua tra le labbra, un ticchettio perfetto, unico, ricordevole.

E poi c’è Dalila paffutella in volto, un concentrato di mossette graziose, di bronci, una raccolta di felicità e di dispiacere, di movimenti appropriati e di passi ballati su musica allegra come il Charleston. I suoi gesti sono espressività armonica, mai un fuori posto, mai un’eccedenza, tutto rientra nel voler rappresentare il quotidiano di una coppia, una delle tante, senza la straordinarietà e la rarità, ma solo in modo diverso e dunque, l’uno corollario dell’altro, bravi artisti entrambi.

Infine il loro teatro in movimento, per questo più difficile, affidato quasi esclusivamente alla mimica, senza che il fascino delle parole faccia il resto, ci ha riportato alle comiche in bianco e nero, a miti come Charlot, Stanlio e Ollio, con tutta la loro trascinante allegria.

“Romanzo Breve” ci regala una storia poetica e delicata nella pur semplice quotidianità, lasciando spazio all’imprevisto e alla capacità di rompere la monotonia. Nessuno vuole starsene da solo meno che mai Felice e Dalila

Maria Serritiello


“Romanzo Breve”

Commedia romantica in pantomima musicale

di Romina Ranzato, Cristian Corò e Cristina Maffia

Con: Cristian Corò e Cristina Maffia

Ophelia and the Corò nuts di Padova

Regia di: Romina Ranzato



giovedì 20 marzo 2025

Si bandisce il V° concorso fotografico Memorial Antonio Serritiello "Professione Reporter "

 


Fonte: www.concorsoprofessionereporter.it

di Maria Serritiello


Memorial Antonio Serritiello

V° Concorso Professione Reporter

a cura di Maria Serritiello

Organizzazione Spazio Up Arte

Supporto Tecnico

Cerzosimo

Il tema di questa nuova edizione è: 

                                  Scene del Vicinato

La partecipazione è gratuita

Inviare le foto entro il 30 Aprile


Info e Regolamento

                         www.concorsoprofessionereporter.it






sabato 15 marzo 2025

Pietro Genuardi per tutti Armando ( Il Paradiso delle signore) dal 2019-2024

 

Fonte: il web

Ricerca Maria Serritiello 

Ci saluta e per sempre Pietro Genuardi, per tutti dal 2019 "Armando" del "Il Paradiso delle Signore", personaggio il più stabile, il più equilibrato, il più sensibile, il più disponibile verso tutti, insomma niente a che fare con gli intrighi, le gelosie, e le cattiverie di alcuni protagonisti della soap, che pur la fanno andare avanti, ogni giorno dal lunedì al venerdì con un milione e 347.000 mila spettatori e con il 17,3% di share di preferenze. Un successo inimmaginabile, nella fascia pomeridiana, dove su tutti mille canal, (sig!!!) si trovano vendite di poltrone con rotelle, di piatti, di pentole e di corredi per le giovani in odore di matrimonio, il tutto spinto nelle nostre orecchie da una voce sgraziata di un vecchio imbonitore, come si usava nei mercati dei paesi. Un successo, dunque, per la rete ammiraglia che non si è saputa regolare  alla scomparsa di un attore, che ha ben tirata la carretta per il successo di Rai 1. Bastava che sospendesse la puntata di venerdì in segno di lutto e la bella figura la faceva a buon prezzo...ma poi la pubblicità!!!!

E manco mi sta bene la commozione di Caterina Balivo nel ricordarlo nel suo programma "La volta Buona" che già nel titolo ha un che di blasfemo, o no?

Insomma come si dice da noi "i morti con i morti e i vivi con i vivi" CHE TRISTEZZA

HO SENTITO IL BISOGNO DI RICORDARLO NEL MIO BLOG

                            CIAO ARMANDO

Maria Serritiello


 Pietro Antonio Genuardi (Milano, 26 maggio 1962 – Roma, 14 marzo 2025) è stato un attore italiano, conseguì il diploma presso la scuola del Piccolo Teatro di Milano nel 1987. La sua carriera ebbe inizio accanto a registi italiani tra i quali Massimo Castri e Beppe Navello; nel 1995 interpretò il ruolo di Giulio Ricordi nella miniserie televisiva La famiglia Ricordi, diretta da Mauro Bolognini. Si dedicò anche al teatro, non solo come attore, ma anche come autore e regista di numerose opere. Numerosi furono i suoi ruoli cinematografici, tra cui quelli nei film Crack (1991), Dellamorte Dellamore (1994), Bastardi (2007) e il più recente Brave ragazze (2019). Anche sul piccolo schermo si distinse con numerose interpretazioni. Il pubblico italiano lo ricorda in particolare per il ruolo di Michele Nanni nella soap Vivere, ma soprattutto per quello di Ivan Bettini in CentoVetrine, personaggio che interpretò per tredici anni, dal 2001 al 2014. Nel 2019 entrò nel cast della soap di Rai1 Il paradiso delle signore, dove vestì i panni del capo-magazziniere Armando Ferraris. L'anno successivo iniziò le riprese del film Viaggio a sorpresa (Surprise Trip), per il quale, oltre a recitare, curò il soggetto e la sceneggiatura insieme a Ronn Moss. Partecipò inoltre alla serie italiana di NetflixBaby (serie televisiva).