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lunedì 20 giugno 2016

"In principio era Ippolito”, all’Auditorium del Liceo Classico "De Sanctis" di Salerno

 

Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello

Il 12 giugno scorso, l'Auditorium del Liceo Classico "De Sanctis" di Salerno ha avuto il suo battesimo ufficiale per aver rappresentato “In principio era Ippolito”, liberamente tratto dall’Ippolito di Euripide e curato dall’ Officina del dramma Antico del prestigioso liceo, sorto cinquant’anni fa, nella parte orientale della città. Immerso nel verde e nei profumi del giardino che lo circonda, l’Auditorium ha dato il meglio di sé per rappresentare degnamente, come lo s’invocava da anni, il lavoro finale degli alunni, che si sono dedicati ad una sì nobile attività. Realizzato con l’impiego dei fondi europei, è stato inaugurato il 4 marzo di quest’anno.
La versione-rilettura de "L'Ippolito Incoronato" di Euripide, curata dalla Prof.ssa Anna Rotunno e dalla Prof.ssa Amelia Imparato, è incentrata sul tema della purezza, nella figura di Ippolito. Un segnale rivelato anche dal titolo alternativo, "In principio era Ippolito" a chiarire che la prospettiva era dalla parte del giovane figlio di Teseo, o della purezza, od a volerla dire in termini psicologici, della rimozione, della sessualità, a favore della castità virginale, come scelta spirituale.
Ippolito, figlio di Teseo, re di Atene, e della regina delle Amazzoni si dedica esclusivamente alla caccia e al culto di Artemide, trascurando la vita comunitaria e la sessualità. Per tale motivo Afrodite decide di punirlo suscitando in Fedra (seconda moglie di Teseo e quindi matrigna di Ippolito) una insana passione per il giovane. Fedra appare sconvolta e malata e dietro le insistenze della Nutrice, le confessa la causa del suo malessere. Nell’intenzione di aiutare la sua padrona, la nutrice rivela ad Ippolito, sotto giuramento del silenzio, l’insana passione della matrigna. Alla rabbiosa reazione del giovane, Fedra umilia si uccide, non prima di aver lasciato una lettera, per salvare il suo onore, nella quale si dice violentata dal figliastro. Quando Teseo, tornato da fuori città, scopre il cadavere della moglie ed il biglietto, invocando Poseidone, lancia un anatema mortale nei confronti del figlio. Il giovane si dichiara innocente, ma Teseo non gli crede e a lui vincolato dal giuramento, fatto alla nutrice, non resta che accettare di essere bandito da Trezene. Mentre si allontana, la maledizione puntualmente si compie, infatti un toro mostruoso, uscito dal mare fa imbizzarrire i cavalli, che fanno schiantare il carro contro le rocce. Ippolito viene riportato indietro agonizzante e la dea Artemide espone a Teseo la verità sui fatti, dimostrando quindi l'innocenza di Ippolito. Il re si rivolge allora al figlio, ottenendone in punto di morte il perdono.
La scena rigorosa, essenziale, addobbata da verdi teli fluttuanti e cadenti dall’alto a disegnare in maniera spartana lo spazio recitativo, per effetto delle luci cambieranno di colore nel corso della tragedia, marcando i momenti più significativi. Due sgabelli ai due lati del palco, sono la base su cui issate, per tutta la durata, 55 minuti, la dea dell’amore Afrodite ed Artemide dea della caccia e della purezza, si trasformano in statue viventi. La tragedia di Ippolito che si compie ineluttabile avvince i presenti, grazie alla trasposizione del testo, reso agevole e comprensibile d’impatto, dalla brava Prof Anna Rotunno e grazie alla bravura degli allievi, impegnati seriamente in un’attività non certo facile da portare avanti, quando altre attrattive richiamano con più seduzione. Ma tant’è, il fascino di una scuola viva e protagonista può essere ancora un attrattore pedagogico vincente. Un lavoro di squadra tra alunni e docenti si è visto, che hanno reso la serata perfetta e gli allievi degli attori consumati; tra loro molte eccellenze, ma nel rispetto del lavoro di tutti non se ne privilegia alcuno. Il coro, una parte dei 25 allievi partecipanti, con il loro scandire all’unisono l’evento e la susseguente disperazione, accompagnato da un’espressiva gestualità del corpo, ha creato nell’Auditorium un clima non secondo agli antichi teatri greci sparsi nella penisola. Ottima la scelta musicale, raffinata e non invasiva sul resto, dove s’individuano brani di Julia Kent e di Ludovico Einaudi.
Interpreti: Roberta Melillo, Antonio Cocomero, Nunzio Brancaccio, Gaia Rocco, Morena Viviano, Carmine Nastri, Davide Giudice, Francesca Credentini, Andrea Bonfrisco, Arianna Catino, Francesca Rotolo, Chiara Frallicciardi, Francesco Morrone, Innocenzo Mulieri, Rocco Di Muro, Chiara Salzano, Chiara Alviggi, Silvia Bosso, Chiara Del Grosso, Adriana Durante, Imma Iannicelli, Francesca Troisi, Rocco Di Muro, Francesco Morrone.
Scenografia: Benedetta Maresca, Martina Bacco, Francesca Sparano, Mariachiara Sica.
Luci e Fonia :Giovanni Russo, Davide Giudice,Edoardo Coppola.
Aiuto Regia: Davide Caravano
Regia: Amelia Imparato e Anna Rotunno.
 
Maria Serritiello
 
 

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