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lunedì 9 maggio 2016

Al liceo Francesco De Sanctis di Salerno lectio magistralis del Filosofo Sossio Giametta


Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello

Il Liceo Francesco De Sanctis di Salerno, il 18 aprile scorso, ha ospitato, nel nuovissimo auditorium, l’insigne filosofo Sossio Giametta. Insolitamente silenzioso, per la sospensione delle attività didattiche (turno elettorale), il campus si è presentato oltremodo accogliente per il fiorente verde, profumato di pitosforo e di sambuco e con un’aria sottile che, a refoli leggeri, si spargeva intorno. Ad accoglierlo, una rappresentanza di alunni, il Prof. Nello De Bellis e la Prof. ssa Anna Rotunno, che assieme sono stati promotori dell’incontro.
Sossio Giametta, classe 1929, è nato a Frattamaggiore (Na) ed è il più importante studioso di Friedrich Nietzsche. Filosofo e giornalista, nel 1965 si trasferisce a Bruxelles, dove vive tuttora, lavorando per trent'anni presso il Consiglio dei Ministri dell'Unione europea. Ha tradotto ad oggi tutte le opere e gli scritti postumi di Nietzsche, oltre a numerosi testi di Schopenhauer, Goethe e Freud. Come giornalista ha collaborato con Il Mattino di Napoli, il Corriere della Sera, Il Giornale e Il Giornale di Vicenza.
Il tema del suo intervento ha per titolo Cristianesimo e laicità: un duello plurisecolare. Lo studioso lo dedica al suo carissimo amico Aniello Montano, preside della facoltà di Lettere e Filosofia presso l’Università di Salerno: un uomo integerrimo e valente studioso, scomparso il 13 dicembre scorso. La dotta conferenza del Prof. Sossio Giametta traccia un quadro generale dei rapporti tra religiosità e filosofia. “Gli Evi sono avi”, inizia col dire, “principio e fine di noi stessi”, che ci sentiamo gettati nella vita e nella natura, immersi da chi ci ha preceduto, ma breve è la nostra memoria. Siamo, invece, “cipolle con molte sfoglie”, affollati di prodotti terminali, ci avvolge l’ontogenesi e siamo come attori che si pavoneggiano in palcoscenico, come ci ricorda Shakespeare. Il genio non è altro che adattamento dell’uomo alla natura come per esempio la giraffa, con il suo collo lungo ed il formichiere con la lingua, la specie umana è fuoriuscita dalla terra. Spazio-tempo sfugge al nostro intuito che va al di là della nostra portata con la mente. Prima di Kant si pensava che il genio comprendesse tutto, da lui in poi si comprende che può capire solo quello che rientra nelle nostre intuizioni a priori.  Noi ci identifichiamo con il nostro io con Freud e gli psicanalisti, l'io sprofonda nella natura, sotto l'io c'è l'Es, il subconscio, l'inconscio collettivo, la specie e la natura, per cui anche noi siamo un frammento della natura. Ma essa non è qualcosa che sta ferma, è un divenire continuo, e noi la percepiamo come storia. Chiamiamo storia un breve periodo, ci dedichiamo ai pochi millenni. Gli evi li pensiamo separati, per cui finito l'uno né inizia un altro. La nostra civiltà ha come base l'antichita del Cristianesimo, si dice una cosa vera ma chi lo dice non è in grado di spiegare o in che modo esso possa essere alla base della nostra civiltà. Gli evi non sono statici ma si riversano l'uno nell'altro. Tenendo presente che tutto ciò che nasce, si sviluppa, invecchia e decade, dando origine ad altro, il mondo della antichità pagana, dopo aver dato tutto quello che aveva da dare, si esaurì secondo l'ordine del tempo, per dirla con Anassimandro. Così si innestò un processo di integrazione e contrasto, Spengler dice che gli evi, le civiltà sono organismi che hanno una nascita, uno sviluppo e una fine. Tutti pensano per corruzione, invece quando l'antichità aveva dato tutto, il Cristianesimo che sorgeva è esploso. È la vecchiaia che fa finire un evo. La forza prorompente l'hanno avuta i Greci, i Romani, e il Cristianesimo. In che modo c'è continuità e contrasto, sovvertendo i valori che lui chiama aristocratici (patria, famiglia, guerra, avventura, mortalità) e democratici (cristianesimo come dignità e eguaglianza per tutti). Il sovvertimento dei valori stabilisce una continuità dialettica tra l'evo antico e il medio evo. La chiesa si è sviluppata, anche perché le ideologie, per quanto sublimi possano essere, quando si incarnano nel popolo assumono le dimensioni normali dell'uomo, nella sua bassezza e nella sua altezza, per cui la chiesa, partita da San Paolo, è diventata una grandissima organizzazione che ha raccolto l'eredità di Roma. L'arte del governo di Roma, la chiesa con il famigerato potere temporale ha creato la sua più grande gloria. La civiltà cattolica europea è durata 2000 anni. Il potere temporale non coincide con quello spirituale, anzi con esso confligge fortemente, ma questo è stato il prezzo da pagare per la nuova civiltà. Il potere impone ogni forma di violenza, così anche per la Chiesa. Il tramonto della Chiesa è sì imputabile alla sua corruzione, ma verosimilmente è dovuto alla sua vecchiaia. La caduta di Bisanzio (1453) e la diaspora dei dotti hanno avviato un processo di graduale sostituzione perché la vecchia religione non funzionava più con i suoi dogmi, riti, leggende e liturgie. Anche altre religioni avevano le stesse credenze. Ad esempio la verginità della Madonna è presente anche nella religione orientale. I dogmi sono diventati più credibili e intanto si è sviluppata la Scienza e con essa si è risvegliato il pensiero antico che ha dato conoscenza, bellezza e clemenza. Se si legge il " De rerum natura " di Lucrezio, sei libri di versi bellissimi, si ritrova il senso della esperienza umana tutta. L'uomo ha bisogno di religione, senza la quale non sa vivere, poiché subisce la natura in molti modi. Noi facciamo parte di una specie che strumentalizza l'individuo, come il nostro organismo strumentalizza la cellula, che deve obbedire alle leggi dell'organismo e non alla sua legge individuale che sarebbe di proliferare all'infinito producendo così il cancro. L'uomo insegue sempre il proprio bene, se il bene proprio coincide con quello della specie lo diciamo centripeto, se invece lo contrasta lo diciamo centrifugo. L'inizio dell'età moderna è italiano, un altro ramo sussidiario in Francia dà luogo allo scetticismo. In Italia la decadenza della Chiesa ha prodotto il pensiero laico. B. Pascal non ha sopportato un mondo senza Dio mentre Spinoza ha fatto una seconda rivoluzione importante dopo Gesù Cristo. Ha rovesciato l'ordine teocratico (la più grande rivoluzione d'Occidente). Altro filosofo notevole è' stato Feuerbach che attribuiva al solo Dio tutte le migliori qualità della specie umana. La restaurazione del Cristianesimo è opera di Johann Georg Hamann,per il quale solo la fede in Dio può vagliare le problematiche filosofiche, per questo fu detto mago del Nord. Influenzò il pensiero filosofico di molti suoi contemporanei tra i quali ricordiamo Goethe, Hegel, Jacoby, Kierkegaard. Fu mentore di Herder. Leibniz, nella sua filosofia definisce il cristianesimo, esalta Cristo ma critica la cristianizzazione.
“Ho iniziato tante cose senza mai completarne una." dice di se stesso. “Se l'universo è un pentolone con poche lenticchie, la religione è un selfie che noi facciamo a noi stessi”. La religione cristiana dovrebbe essere sostituita da una religione laica, come quella sostenuta da Nietzsche, in opposizione a quella di Schopenhauer, troppo rinunciataria alla vita, impregnata di scetticismo e pessimismo. La religione laica è una lotta che dobbiamo affrontare ognuno per proprio conto, con la propria forza poetica, con il proprio ardire.
 
Maria Serritiello
 
 

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