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lunedì 18 gennaio 2016

All’Eco Bistrot di Salerno il gruppo folk “A Voce d’o Popolo”




Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello

Prima che l’anno finisse all’Eco Bistrot di Salerno, il particolare locale di Gianluca De Martino, aperto ai giovani di tutte le età, sito in via Lungomare Colombo, si è esibita la formazione folk “A Voce d’o Popolo”. 5 gli artisti: Iole Citro, Angela Genovese, Rosapia Genovese, Gaetano Genovese, Gerardo Genovese, rispetto ai 10 di quando sono al completo, hanno deliziato i presenti, che numerosi sono accorsi per ascoltarli, stando comodamente seduti e gustando le prelibatezze dell’accogliente locale.
La formazione al completo, con anche gli strumenti, è così composta: Gaetano Genovese (voce e tamburo), Guerino Citro (voce e tamburo), Donato Aliberti (voce e chitarra), Rosapia Genovese (sax e grafica), Iole Citro (voce), Angela Genovese (voce), Francesca Aliberti, Eeleonora Citro, Giandomenico Sessa, Bernardina Citro (ballerini).
Il gruppo è nato nell’agosto 2012 ed è formato da giovani, che gravitano nell’area del Comune di Fisciano e Calvanico (Sa), innamorati del canto e della musica popolare. La loro passione li ha condotti a fare ricerca, a migliorare le conoscenze musicali e a far rivivere canti, quelli più precisamente contadini, dimenticati o addirittura sconosciuti. Procedendo alla scoperta di canti “villici” si sono inoltrati in un percorso musicale di pregevole interesse. Le voci sono spontanee e piene di vigore e le versioni arrangiate sono di tutto rispetto e di una peculiarità propria. Dalla sua “A Voce d’o Popolo” ha bravi strumentisti, come Rosapia Genovese, la quale è in perfetta sintonia con lo strumenta e dialoga con il sax come una parte integrante del suo corpo, fiatandogli dentro senza il minimo sforzo. Tutto ciò che il gruppo esegue è godibile, estesa è la voce di Gaetano Genovese che sovrasta la tammorra, dal suono incassato e forte, popolari, senza essere sgraziate, le voci femminili di Iole Citro e Angela Genovese   a fare da controcanto e brave le ballerine, le stesse delle voci, a muovere volute aggraziate nel poco spazio a disposizione. Gerardo Genovese, padre di Rosapia e Gaetano, per la sera dell’Eco Bistrot, ha suonato, di rincalzo, la chitarra e si capisce, attraverso la sua esibizione, la passione musicale dei suoi due figli. I canti attraenti per il loro impianto popolare, vigorosi e addolciti ogni volta che l’esecuzione lo richiede, hanno trasportato, in pieno centro cittadino, della Salerno orientale, il mondo elegiaco della madre terra, unita indissolubilmente alla religiosità che regolava tutta la vita del popolo contadino. Pregevole, quindi, è il lavoro di ricerca a monte dei canti, prodotto dal gruppo e lodevole lo sforzo per la conservazione del patrimonio delle nostre radici, altrimenti perso.
Un’altra serata di successo all’Eco Bistrot di Gianluca De Martino, quella che ha ospitato “A Voce d’o Popolo”. La formula del locale è sapiente, ogni sera, per tutta la settimana, si propongono eventi culturali, tutti di grande rilievo e varietà, acciocché ognuno trovi il proprio interesse. L’entrata è libera, con la possibilità di consumare prelibatezze della casa, cucinate in maniera genuina o di bere solamente.
Il Bistrot è l’evoluzione dell’osteria, in seguito anche piccolo caffè e prende il nome dalla lingua francese.La leggenda metropolitana farebbe derivare il nome dei piccoli locali parigini, dal russo bystro, che significa "rapidamente". Al tempo dell'occupazione russa di Parigi (1814 - 1818) i soldati che non avevano il diritto di bere alcolici e temevano di essere sorpresi dagli ufficiali, dicevano spesso bouistro, bouistro, "rapidamente, rapidamente!" Un'altra interpretazione sull’origine del nome si basa sul fatto che, essendo i soldati russi, occupanti malvisti di Parigi, i camerieri servivano loro da bere molto lentamente e questi irritati gridavano loro “bistro bistro” Il bistrot si afferma in pieno illuminismo e si caratterizza per le frequentazioni di artisti e pensatori.
L’Eco Bistrot di Gianluca De Martino ha qualcosa in più rispetto ai locali del passato o quelli correnti e cioè l’obiettivo di far pensare ad un modo di vivere più sostenibile ed ecologico, nell’interesse del nostro territorio. Lodevole è l’impegno di Gianluca che, dall’aprile 2013, porta avanti non senza sforzi e fatica, il locale così particolare, finanche nella struttura e che se solo si frequenta si comprende quanto sia possibile un discorso eco-culturale, senza essere solamente commerciale.
Maria Serritiello
 
 
 
 

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