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martedì 20 novembre 2012

L'intervallo

FONTE: WWWLAPILLI.EU
DI MARIA SERRITIELLO

Non si sa che cosa abbia combinato la ragazza rinchiusa in un edificio abbandonato alla periferia  degradata di Napoli. Di certo si sa che dovrà vedersela con il "boss" di turno. Veronica, questo è il nome della ragazza, è piacente dall'alto dei suoi sedici anni, sicura di sé, sfacciata. Salvatore, l'involontario secondino che le affiancano, invece, è un bravo ragazzo, timido che con la camorra non ha nulla a che fare. Tutti e due per un giorno intero, saranno reclusi e dovranno attendere il capo contro cui Veronica ha sgarrato, per la punizione esemplare.
Commento
Documentarista napoletano, Leonardo Di Costanzo esordisce bene nella finzione cinematografica, dirigendo una vera perla, presentata alla 69° Mostra Cinematografica di Venezia, nella sezione Orizzonti. "L'intervallo" s'incentra su di uno spaccato di vita marginale e suburbana dell'area napoletana e gli interpreti, Veronica e Salvatore, sono il prodotto di una periferia che man mano sposta verso  il centro i modi comportamentali. Lei sicura, aggressiva, eternamente sulla difensiva, tracotante, spregiudicata, eppure semplice. Lui, Salvatore, un bravo ragazzo, orfano di madre, per tutto il giorno va in giro con il carrettino, a racimolare la sussistenza, vedendo bevande fresche, come del resto fa il padre. Sulla loro gioventù, a tratti finanche poetica, cala l'ombra della malavita, mostrando il volto cupo per l'intera durata del film, ma è solamente nel  finale che appare. Per tutto il tempo, invece, si guardano due adolescenti alla scoperta di se stessi, attenti all'ambiente che li circonda e la casa abbandonata, l'ospedale psichiatrico "Leonardo Bianchi", alla calata Capodichino, in cui sono rinchiusi, è ricca di spunti e curiosità. Dopo i primi momenti di tensione, i ragazzi si parlano, è inevitabile ed attaccano a discutere sulle  problematiche della loro ristretta e rassegnata esistenza, trovando anche punti in comune. È vero non è un film sulla camorra, come si potrebbe pensare ma su due adolescenti che si affacciano alla vita, dovendo scegliere da che parte stare. La mano del documentarista si vede in tante scene, esteticamente belle.
Gli interpreti
I protagonisti: Alessio Gallo e Francesca Riso, questi i loro nomi non di scena, sono due ragazzi di strada di Napoli, selezionati e scelti tramite un workshop di teatro. All'interno della trama, Veronica e Salvatore, i due ragazzi prigionieri, si muovono con agio, sono disinvolti ed espressivi, sostenendo il ruolo con naturalezza anche perché, tolta la ragione per cui sono costretti a stare insieme, è la loro stessa vita di adolescenti ad essere rappresentata. La tematica giovanile  trattata ha carattere globale, il sogno di una vita diversa, quella desiderata da Veronica e Salvatore, è uguale alla periferia di Napoli così come lo è a New York, sicché ad essere differente è solo l'ambientazione, ma la sostanza non cambia. Il dialetto che parlano con i sottotitoli è molto stretto, inevitabile per aggiungere autentica veridicità ai personaggi. Un racconto per immagini, un bel racconto, nel quale ci sono tutti gli elementi fiabeschi: il luogo abbandonato e sconosciuto, l'orco che là li ha rinchiusi, la coalizione tra prigioniera e guardiano e la capacità estrema di salvezza, superata la prova. Bravi, proprio bravi i due giovani attori che dalla strada, per il cinema, si sono tirati dietro vitalità e realismo.
Il regista
Leonardo Di Costanzo, nato ad Ischia nel 1958, si è laureato  all'Orientale con una tesi in storia delle religioni. Vive tra Parigi e la città partenopea. È noto soprattutto in Francia, per i suoi tanti documentari, andati in onda  sulle televisioni di mezza Europa. Nel 1987, Di Costanzo firma il suo primo documentario: "Margotte e Clopinette", un film di 22 minuti. Nel '98  gira "Prova di stato" e  nel 2006  un altro film documentario: Odessa.
 Per saperne di più
Il film si è guadagnato due premi all'interno della 69° Mostra Cinematografica di Venezia: Premio Fipresci, nella sezione "Orizzonti"  e Premio Pasinetti.
 Il premio"Fipresci", (Fédération Internationale de la Presse Cinématographique), è la federazione internazionale della stampa cinematografica, fondata nel giugno del 1930 a Parigi, con sede a Monaco di Baviera.
Premio Francesco "Pasinetti", è uno dei premi collaterali della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia ed è dedicato a Francesco Pasinetti, regista, sceneggiatore, critico cinematografico e fotografo italiano.
Il titolo, "L'intervallo", si rifà a quello scolastico, una sorta di zona neutra, nella quale Veronica e Salvatore, come allievi di scuola, riescono a crearsi uno spazio di gioco e di discussione, malgrado l'ingombro camorra.
Spunti di riflessione
 L'adolescenza è l'età più ingrata ma la più bella, peccato non poterla vivere due volte.
Il Cast
Il regista: Leonardo Di Costanzo
Gli attori: Alessio Gallo e Francesco Riso.
Giudizio: ottimo
Maria Serritiello


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