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martedì 20 novembre 2012

Bella Addormentata


FONTE: WWWLAPILLI.EU
DI  MARIA SERRITIELLO

Quattro storie intense e drammatiche s'intrecciano tra loro. Sullo sfondo un fatto reale, il trapasso di Eluana Ingrao, la giovane donna in coma da 17 anni, avvenuta il 9 febbraio 2009 di dolce morte. L'opinione pubblica, per l'accadimento così drammatico, nella realtà, si divise in due. La finzione filmica si avvia proprio dal voto del parlamento, chiamato ad esprimere  l'atto di liberazione o di condanna, a seconda come  si considera, vuoi per ragioni personali o politiche, la triste storia della giovane donna. Si apre, così, in uno dei senatore un profondo caso di coscienza, aggravato, ironia della sorte, dal  pensiero della figlia opposto al suo. La ragazza, dal suo canto, mentre si reca ad Udine per manifestare dinanzi alla clinica, dove finirà la vita di Eluana, s'innamora di Roberto che a sua volta è il guardiano di suo fratello, insano di mente. Una grande attrice, la terza storia, si è ritirata dalle scene per assistere, sostenuta da una grande fede,  la figlia in coma irreversibile. Infine un ultimo personaggio si aggancia agli altri,  rappresentando  il disagio di vivere da drogata.
Il Commento
Non è un brutto film, "Bella addormentata", presentato al Festival Cinematografico di Venezia, in odore di premiazione, come miglior film italiano, anzi  l'eccezionale Toni Servillo getta luce immensa sul personaggio del parlamentare, da lui interpretato, come sempre in maniera superba e di conseguenza su tutto il film. Per il resto solo un ammasso di trame, l'una nell'altra, con  le problematiche trattate troppe  ed inutili che hanno in qualche modo disperso il tema fondamentale dell'eutanasia. E' vero, Eluana non è rappresentata fisicamente  e non è la bella addormentata del film, ma la storia che Bellocchio mette insieme, è comunque posticcia come non è veritiero il realismo di cui si serve per rappresentare alcune scene. Sintomatico, infatti è il ruolo del medico che assiste notte e giorno la paziente drogata, eludendo i tempi regolari della sua professione. Ogni personaggio delineato dal regista ha un disagio singolare per cui il film inevitabilmente si appesantisce e nessuna storia ha presa sullo spettatore. Resta Bellocchio, un acuto osservatore della realtà che nel film riprende e  con le incongruenze che le sono proprie, messe in risalto da un fondale insostituibile qual è la televisione, sinuosa e presente in tutte le scene.  Va sottolineata una finezza della regia, una citazione filmica per gli appassionati cinefili, ove  nelle prime scene, da uno schermo televisivo si assiste ad  uno spezzone del film "La vera storia della signora delle camelie" interpretata da una giovanissima Isabelle Huppert, la stessa attrice che nel film di Bellocchio con dosata raffinatezza e mostrando per intero i segni del tempo, interpreta la madre- attrice. Il film si è guadagnato due riconoscimenti, il "Premio Brian" e il "Premio Marcello Mastroianni", assegnato al giovane Fabrizio Falco (il fratello insano).  Elegante è la colonna sonora di Carlo Crivelli che distribuisce tensione al film, mentre la sapiente fotografia di Daniele Ciprì, getta luci caravaggesche su tutta la pellicola.
Gli interpreti
Tutti bravi gli interpreti nel proprio ruolo, ad iniziare dall'eccezionale Toni Servillo, che delle sue interpretazioni, ogni volta, ne fa un capolavoro. Buona la prova sia di Alba Rohrwacher che quella di Michele Riondino (il giovane Montalbano della tv), anche se i loro personaggi sono fugaci. Divertente è il monologo, castiga-costume, del parlamentare psichiatra, interpretato dal bravissimo attore di teatro Roberto Herlitzka, il quale fa la sua arringa tra vapori e sudori di in una sauna. Convince, per la naturalezza, Pier Giorgio Bellocchio, figlio d'arte, nei panni del medico-missionario in cui si  è calato.
Il Regista
Marco Bellocchio (Bobbio, 9 novembre 1939) è un regista, sceneggiatore e produttore  cinematografico italiano. Fin da piccolo alle scuole salesiane mostra un certo interesse per il mondo del cinema e la sua irriverenza verso i canoni clericali lo porta ad essere considerato un ribelle. A Bobbio segue molto il cinematografo locale appassionandosi alla regia. Nel 1959 frequenta il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, e - sotto la guida di Andrea Camilleri - nel 1962 acquisisce il diploma di regia per poi proseguire a Londra i suoi studi sul cinema. Tornato in Italia lavora al suo primo lungometraggio. A Bobbio, suo luogo di nascita, in provincia di Piacenza, all'età di 26 anni, dirige "I pugni in tasca" (1965), in cui già si nota il suo anticonformismo, così come nei successivi: "La Cina è vicina" (1967, presentato al Festival di Venezia e vincitore del Gran Premio della Giuria  e "Il popolo calabrese ha rialzato la testa" (1969). La sua  lunga carriera di regista è costellata di successi e di riconoscimenti, il suo è un talento che suscita fermenti, discussioni, approfondimenti di problemi. Con "Bella addormentata" affronta il tema dell'eutanasia e la difficoltà di avere una legislazione in materia di fine vita.
Per saperne di più
"Il Premio Brian".  Dal 2006, l'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti assegna un premio per il miglior film presentato alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. Il "Premio Brian", dal nome del film satirico del gruppo comico inglese Monty Python "Brian di Nazareth", è conferito a «un film che evidenzi ed esalti i valori dal laicismo, cioè la razionalità, il rispetto dei diritti umani, la democrazia, il pluralismo, la valorizzazione delle individualità, le libertà di coscienza, di espressione e di ricerca, il principio di pari opportunità nelle istituzioni pubbliche per tutti i cittadini, senza le frequenti distinzioni basate sul sesso, sull'identità di genere, sull'orientamento sessuale, sulle concezioni filosofiche o religiose».
Spunti di riflessione:  L'eutanasia: la malattia in più da affrontare
Il Regista: Marco Bellocchio
Gli Attori: Toni Servillo, Isabelle Huppert, Alba Rohrwacher, Michele Riondino, Maya Sansa, Brenno Placido, Fabrizio Falco, Roberto Herlitzka, Pier Giorgio Bellocchio e Gian Marco Tognazzi.
Giudizio : Buono
Maria Serritiello

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