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domenica 23 aprile 2023

Settimo appuntamento Festival XS Città di Salerno con il Teatro dell’Accadente di Forte dei Marmi (Lu) in “Intermezzo in La Minore”

 



Fonte:www.lapilli.eu

di Maria Serritiello

 

Settimo Appuntamento al Teatro Genovesi per il Festival Nazionale Città di Salerno, organizzato dalla Compagnia dell’Eclissi in collaborazione con l’I.S.S. Genovesi-Da Vinci di Salerno ed il sostegno del Soroptimist International club di Salerno, con il Teatro dell’Accadente di Forte dei Marmi (Lu)                                            

Intermezzo in La Minore

Regia Luca Brozzo

Con Gabriella Ghilarducci, Barbara Pucci, Luca Brozzo

Scene, Fonica, Costumi: Luca Brozzo, Marco Fini Gabriella Ghilarducci.

 

Buona la prima, che sarebbe, poi, la prima volta al Festival Teatro XS della città di Salerno, della Compagnia Dell’Accadente di Forte dei Marmi. Intermezzo in La Minore è liberamente adattato, dalla brava Gabriella Ghirarducci, che ne è anche l’interprete e costumista, dal film Sinfonia d’Autunno di Ingmar Bergman, anno 1978.  Un bell’impegno, senza dubbio, nel voler portare in teatro un testo, non certo facile, se si tratta della vita di relazione tra madre e figlia e se l’alter ego di confronto è quel mostro sacro di Igmar Bergman con il suo film “Sinfonia d’Autunno”. L’obbligo, per l’autrice, era di mantenere intatte le atmosfere, un po’ cupe della storia e di pigiare sul contrasto parentale, tanto da appannare la versione cinematografica che era là pronta al confronto. Ne esce una discreta composizione recitata anche in maniera adeguata e plauso alla Compagnia dell’Accadente per aver voluto concorrere con un testo impegnato.

Due tempi, di 45 minuti ognuno ed un breve intervallo fa capolino dietro ad un sipario, che fine a quel momento ha difeso la scena, il pastore Maurice che racconta l’incontro e l’unione repentina tra lui e Ambra, una donna problematica, che in quel angolo di mondo trova la sua tranquillità fino a quando non s’inserisce la presenza della madre, che ha subito l’ennesimo lutto, perdendo il terzo marito. E così su di un palco dominato dal grigio scuro di un piano verticale sulla sinistra e due sgabelli moderni in primo piano, di un appartamento colpito da atmosfere problematiche o che le preannunciano con pathos, partecipiamo ad un rapporto di coppia alla ricerca di un amore mai nato, ma pur sempre agognato e tra una madre in cerca di una sua idea di mamma ed ancora di un figlia, cui la vita ha impedito di realizzarsi a modo suo come genitrice, per un evento luttuoso, ha perso il suo bambino ed un clima familiare destruente. Una sorta di redde rationem tra madre e figlia, uno scontro violento, uno sbranarsi a vicenda che getta lo spettatore nell’angoscia del possibile, come quello del probabile. Uno scontro generazionale che mette in evidenza la frivolezza e l’egocentrismo della madre e l’accontentarsi apparente della figlia se alla prima occasione le rigetta sul viso tutte le sue mancanze. E ’lei che si occupa della sorella inferma, che la madre aveva messo sbrigativamente in una casa di cura, è lei che si è occupata del padre, lei, sempre lei in ogni situazione familiare, dove ci sarebbe stato bisogno della sua presenza ed invece veleggiava tra alberghi, teatri, bei luoghi, vestiti ed ogni oggetto che coccolasse la sua vanità, per seguire la sua brillante carriera di pianista. Certo, Sophie, è stata una donna libera ma quanto male ha dispensato intorno a sé, il peggiore che una madre può per sua figlia. Il distacco dalla figlia, che non vedeva da 7 anni e che vive nel costante ricordo del suo bambino, dolcissimo il piroettare di Ambra con tra le braccia l’orsacchiotto di suo figlio, in un’immaginaria ed accorata ninna nanna, è l’unica possibilità che le rimane. Sua figlia sottilmente la odia e lei non sa come avvicinarla. Tutto sembra concluso nessun passo indietro tra loro due, ma ecco che nel mentre Sophie, va via accompagnata da Maurice, ha un briciolo di sentimentalismo ed invita Ambra a raggiungerla a Parigi. La figlia sorprendentemente accetta, segno che di una madre, a qualsiasi età e condizione si ha sempre nostalgia. Salva è l’unione familiare nell’accettarsi entrambe.

Lavoro egregio in tutti i suoi elementi dalla recitazione sciolta e sicura degli attori, ai vestiti indossati con eleganza  da Sophie, così come infilati sciattati  da Ambra.  Gabriella Ghilarducci. NDR: Mi ha ricordato la classe e la recitazione di Rossella Falk.

Maria Serritiello 

www.lapilli.eu








 

 

 

 

 

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