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lunedì 10 aprile 2023

6°Appuntamento al Teatro Genovesi per il Festival Nazionale Città di Salerno, organizzato dalla Compagnia dell’Eclissi


 Fonte: www.lapilli.eu

di Maria Serritiello


 6°Appuntamento al Teatro Genovesi per il Festival Nazionale Città di Salerno, organizzato dalla Compagnia dell’Eclissi in collaborazione con l’I.S.S. Genovesi-Da Vinci di Salerno ed il sostegno del Soroptimist International club di Salerno, con “Le Sedie” di Eugéne Ionesco presentato dal Teatro Impiria di Verona

Le Sedie, farsa tragica di Eugéne Ionesco

Con: Gherardo Coltri, Michele Vigilante, Thomas Zanoni

Regia e Costumi: Gherardo Coltri

Acting Coach: Laura Munari

Scenografia: Luca Altamura e Paola Muccio

Consulenza Musicale: Giorgio Bagnoli

Ci vuole una buona propensione per assistere ad un pezzo teatrale di Egene Ionesco ed il pubblico del teatro Genovesi, al 6° appuntamento del Festival XS non solo l’ha avuta ma ha ritenuto, le Sedie, uno spettacolo interessante, singolare e stimolante.

La scena si apre su di una terrazza vista sul mare, sedie accatastate, oggetti sparsi e due persone anziane, un vecchio ed una vecchia, vestiti con abiti che ricordano da vicino le maschere del pittore surrealista James Ensor, che vanno e vengono, scrutano l’orizzonte, aspettano persone, insomma si danno un gran daffare. Il loro linguaggio, di primo impatto, risulta incomprensibile, poi a mano a mano, un’ora o poco più di spettacolo, si comprende il pensiero dell’autore e quale messaggio ci manda la parlata.

Così i due anziani coniugi sentendosi prossimi ad uscire di scena, per usare il gergo teatrale, esorcizzano le loro paure, progettando una immaginifica conferenza, tale da trasmettere al mondo un ipotetico messaggio. Di qui le sedie per accogliere gli ospiti che, alla spicciolata sbarcano dalle navi per non perdersi nulla di quella tragica farsa. Tanti i personaggi illustri desiderosi di apprendere il senso della vita che sono accolti con esagerati e falsi inchini da parte della vecchia che ogni volta sottovoce ripete a suo marito “Se avessi seguito la tua vocazione saresti stato un capo”. Ed invece eccoli là con le loro paure, i loro desideri, i loro rimpianti, i loro sentimenti e la loro follia, in una devastante solitudine esistenziale, non a caso sono circondati da solo mare piatto ed un orizzonte vuoto e lontano. Tra di loro, però, c’è una sconfinata ammirazione, una tarda tenerezza che li sostiene, un altro modo di stare assieme, al di là di ciò che la conferenza avrebbe rivelato loro.

Tutto ad iniziare dall’interpretazione dei due magnifici attori: Gherardo Coltri (la vecchia) e Michele Vigilante (il vecchio), per continuare con i costumi, bellissimi e funzionali dell’insuperabile Gherardo Coltri, che ha curato anche la Regia, la scenografia che spinge sulla tolda di una nave (la propria, a traghettare la vita), alla musica, l’eccelsa del Ballo in Machera di Giuseppe Verdi (Amelia), al Notturno di Chopin, ha reso importante lo spettacolo.

Infine, alcune considerazioni che ci fanno entrare nel pensiero creativo di Ionesco e nello spirito della corrente dell’assurdo, chiamata così perché i personaggi si trovano in situazioni assurde, incomprensibili ed esprimono, nel secondo dopoguerra, l’alienazione dell’uomo contemporaneo e la totale impossibilità di ogni comunicazione. Ionesco, nelle “Sedie” fa uso delle metafore e riserva archetipi piccoli- borghesi, sulla capacità di anticipare l’importanza del ruolo della comunicazione, nella società di allora, come in quella di oggi. Inoltre considera l’importanza del messaggio salvifico, che ognuno crede di dover e poter mandare agli altri. Sul tipo di società, invece, scaglia i suoi strali malefici, facendo ricorso all’ arte pittorica e musicale  (Picasso, Ensor, Chopin) per dare forza espressiva alle sue metafore, su quanto sia moderno, emozionalmente parlando, pur se molto datato, siamo nel 1952, sui mancati accenni alle conoscenze scientifiche già avanzate del tempo, a connotare, indubbiamente, una cultura prettamente umanistica ma avrebbe dato un valore più universale alla stessa.

Maria Serritiello

www.lapilli.eu



 


 

 

 

 

 

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