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domenica 4 dicembre 2016

"Questo pure l'avete detto" per fare il verso ad Eduardo, a proposito delle luci d'artista di ogni anno


di Maria Serritiello

Bene, anche per questa settimana i social e chi li frequenta ha l' inciucio da commentare, riferendosi ai 9 mila euro dell'Arcuri, all'io avrei fatto questo o all' io avrei fatto quello, o perfino all'  io avrei saputo spendere meglio la cifra, dimenticando che l'amministrazione comunale non è casa propria, dove i soldi si possono gestire come meglio si  crede. Per ogni spesa ci sono i capitoli, né si possono  stornare soldi da un capitolo all'altro, nemmeno per fare la carità. Ma tant'è basta dire la propria, basta esserci sui social, basta apparire, per contare i " mi piaci", così il proprio pensiero vale quanto l'esposizione di Manuela Arcuri, a conti fatti, solo che lei ci guadagna perchè promuove il territorio, una semplice manovra di marketing, che chi conosce la materia sa, e gli altri appollaiati su faceboock, spargono ed introitano livore a più non posso.
Ho un sogno, "I have a dream",  proiettare, per almeno un mese, Salerno a trent'anni fa,  riavvolgendo il nastro all'indietro e far vivere  quella realtà  un po' a tutti, e cioè  a quelli che l'hanno dimenticata e a quelli che non l'hanno mai conosciuta. Negli anni '60, per tristi vicende familiari mi toccò vivere, per un periodo al nord,  subendo, intanto, la discriminazione di essere terrona, siciliana più specificatamente, spazzando di colpo  la mia identità anagrafica , ma soprattutto patire la non conoscenza della città di Salerno,  qualcuno più illuminato la confondeva con Palermo, aggravando la mia situazione perché, a tutti gli altri, si aggiungeva il pregiudizio di essere naturalmente mafiosa. In base a questo preconcetto si arrivò a farmi stare a scuola da sola nel banco, per paura che avessi un coltello nella cartella. Così alla domanda di "dove sei?" appena rispondevo Salerno, la risposta era sempre la stessa "Ah Napoli", ma  questo capitava negli ambienti più "agè" . Ecco, pur amando moltissimo la mia città, tanto da non volerne stare lontana, se  non per brevi viaggi, devo riconoscere che, un tempo, non aveva nulla di tanto attrattivo che potesse richiamare due milioni di persone nel periodo invernale se nemmeno quello estivo ci riesce. Per non parlare di tutti quegli accorgimenti migliorativi ad iniziare dai marciapiedi e le strade, tanto per citarne alcuni , risparmiando l'elenco dello specifico e arrivare, così, a due gioielli recenti: la stazione marittima di Zaha Hadid e la spiaggia di Santa Teresa. Ora non sarebbe il caso di polemizzare di meno o quantomeno essere  propositivi con progetti articolati e non con il qualunquismo "dell'io farei ed io saprei"? C'è un proverbio napoletano, massima di estrema saggezza che così recita "A vocca è nu bello strumento", intendendo che parlare è facile ma mettere in atto lo è meno. Sono 11 anni che da novembre a gennaio c'è una lamentazione continua, insopportabile, insostenibile, scioccamente ripetitiva, fastidiosa quanto il ronzio di una mosca nella controra estiva, che si ripete con una meccanicità standard e parole ingiuriose, ecco , ripeto non sarebbe il caso di farla finita, se poi vi ritrovo tutti a testa in su, a scattarvi selfi, sotto l'albero, o sotto il cielo trapuntato di stelle della Rotonda?  Un modo l'avete per avere la Salerno che vi piace ed è il voto, se vi ritrovate ad essere la maggioranza, fiat, ma fino a che siete la minoranza ... rassegnatevi o quanto meno sappiate che il vostro parlare non incide, perché non è progettuale, è solo bieca opposizione politica, nulla di nobile, nulla che si possa ascrivere nell'ideale delle grandi idee. E se nel frattempo studiaste come si amministra una città, forse non sarebbe un danno.
 
Maria Serritiello

 

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