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martedì 5 giugno 2012

Il degrado di Paestum. Che vergogna!


C’è la stazione ferroviaria chiusa e i parcheggi pubblici mai utilizzati e vandalizzati, rifiuti abbandonati in tombe dell’età del rame e scavi mai completati sotto capannoni di fabbriche chiuse negli anni 80. Lo spettacolo che si presenta ai visitatori fuori dalle mura antiche di Paestum è desolante. Ma all’interno della città antica le cose non vanno meglio: dei 120 ettari considerati dall’ Unesco patrimonio dell’umanità, solo poco più di venti sono di proprietà dello Stato. Tutto il resto è in mano ai privati, che da decenni coltivano sulle rovine della città della Magna Grecia. E’ per recuperare quel patrimonio che Legambiente ha lanciato Paestumanità, un progetto di azionariato sociale finalizzato ad acquistare e salvaguardare i terreni compresi all’interno delle mura. “Si tratta di un patrimonio che appartiene al mondo – dice Lucio Capo, della Legambiente locale – e al mondo chiediamo di venire qui a Paestum a rendersi cosciente di avere questo tipo di proprietà”  di Andrea Postiglione


INDIGNIAMOCI E PROPONIAMO

COSI' FRANCESCO AGRESTI, POETA E SCRITTORE EBOLITANO MA RESIDENTE A ROMA SCRIVE AL SINDACO DI PAESTUM

Al Sindaco di Capaccio Italo Voza
>
> Gentile dottor Voza,
>
> ho appreso con sgomento che l'area prospiciente i Templi e
> la stazione ferroviaria di Capaccio sono da tempo
> completamente abbandonati all'incuria e al degrado.
> Inutile ricordarLe ciò che i Templi rappresentano per la
> storia della Civiltà occidentale e ,se voglioamo, per la
> stessa economia del Suo territorio.
... > Pretendere che la stazione ferroviaria funzioni al meglio e
> che tutta l'aera dei Templi possa godere di una pulizia e di
> una manutenzione all'altezza della loro unicità, presumo,
> sarà il suo massimo impegno affinché la situazione ritorni
> ad essere quella di un tempo e quella che la sacralità dei
> luoghi deve pretendere.
> L'unica vera risorsa del Paese è rappresentata dai nostri
> giacimenti culturali. Mandarli in rovina vorrebbe dire,
> senza enfasi, o demagogia,
> mandare completamente allo sfascio la nostra stessa
> appartenenza alla civiltà occidentale.
> Se serve mobilitare la Cultura per darLe una mano, sono
> prontissimo a sensibilizzare i nostri più importanti poeti
> contemporanei per accendere i riflettori sul Suo territorio.
>
> Lei, comunque, non sarà lasciato solo nella Sua grande
> battaglia civile.
> Suo,
> Francesco Agresti
> tel. 338/1686201
                            IO CI SONO PER QUESTA INCOMPARABILE BELLEZZA.



2 commenti:

  1. Mobilitiamoci tutti. Questa storia ci appartiene.

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  2. QUANDO VUOI, SAI CHE CI SONO SEMPRE PER LA SALVAGUARDIA DEL PATRIMONIO ARTISTICO

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