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mercoledì 7 marzo 2012

Morta Lucia Mannucci, la signora del Quartetto Cetra



Fonte :Virgilio Notizie

Si è spenta all'età di 91 anni Lucia Mannucci, la signora del Quartetto Cetra. Era nata a Bologna il 18 maggio 1920 e la sua carriera di cantante era legata soprattutto al suo essere stata la voce femminile del più celebre gruppo vocale italiano. La Mannucci era anche la vedova di uno degli altri componenti del quartetto, il cantante Virgilio Savona.

A darne notizia ambienti della famiglia.


Giovanissima si trasferì da Bologna a Milano, dove frequentò la scuola 'Arte del movimento' di Carla Strauss. Nel 1941, Superata l'audizione all'EIAR (progenitrice dell'odierna RAI) fu cantante a disposizione delle orchestre radiofoniche.
Nell'agosto 1944 si sposò con Virgilio Savona, componente del Quartetto Cetra. Tre anni dopo, entrò anch'ella nel gruppo, in sostituzione di Enrico De Angelis. Del Quartetto Cetra Lucia Mannucci è stato l'unico elemento femminile, la grande voce solista.


Oltre all'attività con i Cetra, Lucia Mannucci è stata cantante solista, attrice di musical, presentatrice di programmi televisivi. Assieme al marito, Virgilio Savona, ha svolto attività di ricerca nell'ambito della musica popolare. Nel 2007 ha pubblicato insieme al marito l'album Capricci, con registrazioni di canzoni realizzate in casa.


Ha lavorato anche nel teatro di rivista con la compagnia di Totò ed aveva recitato in diversi film









4° Festival Nazionale “TeatroXS” Città di Salerno



FONTE:LAPILLI SALERNO.EU
DI MARIA SERRITIELLO

Salerno. Sei spettacoli, di sabato alle ore 21,15 e la domenica alle ore 19,00 andranno avanti fino al 22 aprile 2012, al Teatro “A. Genovesi” per la 4a edizione del Festival Nazionale “TeatroXS” città di Salerno.



La manifestazione, unica in Italia, iniziata il 25 febbraio u.s., ha la caratteristica di far partecipare alla rassegna opere teatrali, con non più di cinque personaggi. Il numero esiguo di interpreti non deve ingannare, perché “Teatro XS” non è il teatro da salotto e non è neanche un teatro con poco contenuto, ma è solamente contenuto in uno spazio piccolo, come lo è, per l’appunto, il Teatro Genovesi.

Anche la quarta edizione è stata organizzata dalla Compagnia dell’Eclissi in collaborazione con la facoltà di lingue e letterature Straniere (Corso di Laurea in Discipline delle Ari Visive della Musica e dello Spettacolo D.A.Vi.Mu.S.) dell'Università di Salerno, della U.I.L.T. (Unione Italiana Libero Teatro) e delle Soroptimist di Salerno, con il contributo e il patrocinio del Comune di Salerno, della Provincia di Salerno, dell’Ente Provinciale per il Turismo, del Teatro Pubblico Campano e di altri Enti.

A premiare, il 22 aprile 2012 con inizio alle ore 19,00 la compagnia vincitrice della rassegna sarà una qualificata giuria, composta dal Presidente: Caterina Cimino, preside dell’ITSSE “A. Genovesi”, Giuseppe Gentile, docente Università di Salerno; Gianfranco Casaburi, preside dell’Istituto Alberghiero “Virtuoso”; Licia Amarante, regista; Pina Russo Pirollo, presidente Soroptmist Club di Salerno; Carmela Tavernise, past president Lyons Hyppocratica Civitas; Lucia D’Agostino, giornalista de“Il Roma” ed in rappresentanza della compagnia dell’Eclissi: Alfonsina Caputano, giornalista de “la Città”; Flavia Palumbo e Andrea Iannone.

Il Programma delle sette serate

Sabato 25 febbraio 2012 - ore 21,15

Accademia “F.Capogalliani” di Mantova

La Regina e il suo Giullare

di Fausto Bertolino

Regia di Mario Zolin







Domenica 4 marzo 2012 - ore 19,00

Compagnia Stabile Teatro Mio di Vico Equense (Na)

“Ferdinando”

di Annibale Ruccello

Regia di Salvatore Guadagnuolo





Domenica 18 marzo 2012- ore 19,00

Teatro delle Forchette di Forlì

“La Tempesta”

William Shakespeare

Regia e adattamento di Stefano Naldi



Domenica 25 marzo 2012 - ore 19,00

Teatro Impiria di Verona

“Il cielo lassù”

di Massimo Totola

Regia di Massimo Totola



Domenica 1 aprile 2012 - ore 19,00

I Cattivi di Cuore e Teatro del Banchero di Imperia

“From Medea”

di Grazia Verasani

regia di Gino Brusco



Domenica 15 aprile 2012, ore 19,00

La vita non è un film di Doris Day”

di Mino Bellei

Regia di Claudio Bellanti



Domenica 22 aprile 2012 - ore 19,00

Serata di Premiazione



L’ambizioso progetto, “Teatro XS”, esclusivo nel Mezzogiorno, ha avuto inizio sabato scorso con l’Accademia Teatrale dei Campogalliani di Mantova, che hanno rappresentato “ La Regina ed il suo Giullare” di Fausto Bertolini, adattamento teatrale e regia di Mario Zolin.

Commento

70 Minuti senza interruzioni e due singolari attori: Francesca Caprari e Claudio Solda’ hanno creato, la giusta attenzione, nella la prima rappresentazione della rassegna, che ha affrontato, attraverso la metafora teatrale, il rapporto tra potere ed arte. Il dialogo serrato fra l’imperiosa Regina Elisabetta I d’Inghilterra e l’infingardo giullare, non consente nessuna distrazione, tutto ciò che si dicono contribuisce a delineare la fisicità forte del potere e l’abile arguzia dell’arte. La scena è scarna, un fondale nero guarnisce lo spazio e due oggetti essenziali, il trono e la cassapanca, stanno a rappresentare un chiaro riferimento simbolico e cioè il comando e la schiavitù. Non a caso, durante la rappresentazione, il giullare sparisce più volte nel baule, nascondendosi al potere ottuso della regina, a volte, però, è la regina stessa a spingerlo nel nascondiglio, come ogni tiranno fa verso chi si oppone. Ma quando lui esce da quel baule, saranno guai anche per Elisabetta I, accomodata con sfregio sul trono di legno, che guarda dall’alto in basso l’arte e vuole ascoltare ciò che il giullare, tra buffone e saggio, ha da dire su di lei. Sempre in bilico fra la vita e la morte, l’erudito menestrello non rinuncia a dire le mezze verità, l’intera, se vuole conservare la vita, è costretto ipocritamente a nasconderla. La regina, però, conosce il suo linguaggio, sa che infidamente il giullare dice il falso, ma ha bisogno di misurarsi con l’ arte per affermare, una volta in più, il suo potere. “Guardiaaaaaa”, è ogni volta il richiamo, opportunamente amplificato dal mixage sonoro, che rende l’idea della superiorità indiscussa di cui lei è padrona. E poi, in alcuni passaggi della metafora teatrale, il trono di legno acquista una simbologia di rilievo, trasformandosi disinvoltamente da appoggio regale a ceppo per decapitazioni, una chiara allusione a ciò che si va incontro, scontrandosi con il potere. Ma l’arte, la sublime arte espressa con l’ironia e la satira, la fa in barba alla forza cieca e nel duello verbale dei due, non ne esce vittoriosa, certo potrà chiamare ogni volta “Guardiaaaaa” e stoppare fisicamente l’artista, ma mai il suo animo, perché l’arte, quella vera, è assoluta libertà. Così nemmeno l’eccelsa Elisabetta I d’Inghilterra può sottomettere definitivamente Calabacillas, anzi dovrà forzatamente assoggettarsi ad un connubio metastorico e simbolico, ad un’interdipendenza necessaria perché è l’arte e nessun altro a raccontarle il potere.

Gli Attori

Due interpreti eccezionali per uno spettacolo di grande impegno recitativo: Francesca Caprari, nei panni della regina Elisabetta I, è dosata, superba e regale nell’esprimere il potere ma anche diffidente e autoironica, perfetta la recitazione, nel dare la sua voce al potere. Claudio Soldà, il cortigiano adulatore, si è mosso in scena con gradevole disinvoltura, padroneggiando, con il corpo scattante e la recitazione opportuna, i passaggi salienti di un pezzo non certo facile. 70 minuti scenici, laboriosi per entrambi.

L’Autore

Fausto Bertolino, nativo di Pegognaga (Mantova).

Laurea in filosofia estetica Università di Bologna. Master triennale in psicologia del profondo, Statale di Milano. Corsi di regia, presso l’Accademia del “Piccolo di Milano” e Centro sperimentale di Cinematografia di Roma. E’ stato assistente di Federico Fellini e Bernardo Bertolucci.



Maria Serritiello
www.lapilli.eu

lunedì 5 marzo 2012

Il compagno di Dalla e il velo dell'ipocrisia



FONTE: LA REPUBBLICA.IT

Il compagno di Dalla e il velo dell'ipocrisia
di MICHELE SERRA


Con la compostezza, il dolore e la legittimità di un vedovo, il giovane Marco Alemanno ha reso pubblico omaggio al suo uomo e maestro Lucio Dalla in San Petronio, dopo l'eucaristia, se non rompendo almeno scheggiando il monolito di ipocrisia che grava, nell'ufficialità cattolica, sul "disordine etico" nelle sue varie forme, l'omosessualità sopra ogni altra.

È importante prenderne atto. Anche se è altrettanto importante sapere che fuori dalla basilica, nel denso, sconfinato abbraccio che i bolognesi hanno dedicato a Dalla, i suoi costumi privati non costituivano motivo di dibattito. Se non per lodare e rimpiangere la dimestichezza di strada e di osteria che Dalla aveva con "chiunque", il suo promiscuo prendere e dare parole, tempo e compagnia, la sua disponibilità umana. Ma dentro San Petronio la vita privata di Lucio, la sua omosessualità pure così poco ostentata, e mai rivendicata, creava un grumo che Bologna ha provveduto a sciogliere nella sua maniera, che è compromissoria, strutturalmente consociativa. Città rossa e vicecapitale del Papato, massonica e curiale, borghese e comunista. Un consociativismo interpretato al meglio (cioè senza malizia, per pura apertura di spirito) proprio da Dalla, che era amico quasi di tutti, interessato quasi a tutti. Non avere nemici è molto raramente un merito. Nel suo caso lo era.

In ogni modo si capisce che quel grumo, specie per una Curia che da Biffi in poi si è guadagnata una fama piuttosto retriva, non
era semplice da gestire. Il vescovo non era presente, il numero due neppure, "altri impegni" incombevano e sarebbe infierire domandarsi quale impegno, ieri, fosse più impellente, per ogni singolo abitante della città di Bologna, di andare a salutare Lucio. L'omelia è stata affidata al padre domenicano Bernardo Boschi, amico personale del cantante, che non avendo zavorre istituzionali sulle spalle ha potuto e saputo essere affettuoso, rispettoso e libero, dunque prossimo alla città e ai suoi sentimenti.

L'ingrato compito di mettere qualche puntino sulle "i", per controbilanciare la quasi sorprendente "normalità" di una cerimonia così solenne, e insieme così semplice, nella quale il solo laico a prendere la parola, a parte il teologo Vito Mancuso, è stato il compagno di Dalla; quel compito ingrato, dicevo, se l'è caricato in spalla il numero tre della Curia, monsignor Cavina, che nel suo breve discorso introduttivo ha voluto ricordare che "chi desidera accostarsi al sacramento dell'Eucarestia non deve trovarsi in uno stato di vita che contraddice il sacramento". Concetto che, rivolto alla cerchia di amici di Lucio presenti in chiesa, e ai tanti "freaks" che affollavano chiesa e sagrato anche in memoria della dimestichezza che avevano con Dalla, e Dalla con loro, faceva sorridere: più che severo appariva pateticamente inutile, perché dello "stato di vita" delle persone, dell'essere canoniche o non canoniche le loro scelte amorose e affettive, a Lucio non importava un fico secco, né si sarebbe mai sognato, nelle sue recenti e purtroppo finali incursioni nella teologia, di stabilire se a Dio le scelte sessuali interessino quanto interessano a molti preti.

Comunque - e tutto sommato è il classico lieto fine - il breve monito di monsignor Cavina a tutela dell'eucaristia e contro gli "stati di vita che contraddicono quel sacramento" (?!) è passato quasi inosservato e inascoltato. Come un dettaglio burocratico. Marco Alemanno ha incarnato in una chiesa, e in una cerimonia che più pubblica non si sarebbe potuto, tutta la dignità di un amore tra uomini. Semmai, c'è da domandarsi quanti omosessuali cattolici meno famosi, e meno protetti dal carisma dell'arte, abbiano potuto sentirsi allo stesso modo membri della loro comunità. L'augurio è che la breve orazione di Marco per Lucio costituisca un precedente. Per gli omosessuali non cattolici, il dettato clericale in materia non costituisce il benché minimo problema: francamente se ne infischiano. Ma per gli omosessuali cattolici lo costituisce, eccome. Ed è a loro, vedendo Marco Alemanno pregare per il suo uomo accanto all'altare, che corre il pensiero di tutte le persone di buona volontà.
(05 marzo 2012)

Il testo: Le Rondini

Vorrei entrare dentro i fili di una
radio
E volare sopra i tetti delle città
Incontrare le espressioni dialettali
Mescolarmi con l'odore del caffè
Fermarmi sul naso dei vecchi mentre
Leggono i giornali
E con la polvere dei sogni volare e
volare
Al fresco delle stelle,, anche più
in là

Coro :
Sogni, tu sogni nel mare dei sogni.

Vorrei girare il cielo come le rondini

E ogni tanto fermarmi qua e là
Aver il nido sotto i tetti al fresco
dei portici

E come loro quando è la sera chiudere
gli occhi con semplicità.

Vorrei seguire ogni battito del mio
cuore

Per capire cosa succede dentro
e cos'è che lo muove

Da dove viene ogni tanto questo strano
dolore
Vorrei capire insomma che cos'è l'amore
Dov'è che si prende, dov'è che si dà

Coro :
Sogni, tu sogni nel cielo dei sogni!


Copyrig Lucio Dalla

Il video della canzone




Il libro

Lucio Dalla e Marco Alemanno

Gli occhi di Lucio” (Bompiani 2008, Collana Grandi AsSaggi, pagine 164, € 20,50) include un libro, un cd audio e un dvd, contenenti alcuni estratti dal tour teatrale del 2007 “Il contrario di me”.

La nuova libreria “Liberrima nel Cortile” è specializzata sulla cultura dei territori e la scelta di presentare l’opera di Dalla e Alemanno è in linea con la ricerca sul tema dei luoghi realizzata dai due artisti attraverso i materiali fotografici e video inclusi nel cofanetto.

Il libro, con i ritratti fotografici realizzati da Marco Alemanno, raccoglie scritti inediti del cantautore emiliano, selezionati dallo stesso.... Alemanno, a comporre uno spaccato biografico di Dalla che è anche un ritratto della sua poetica e del suo percorso artistico. Il libro è diviso in tre sezioni: la prima segue il filo rosso della natura, del rapporto con la terra e gli altri elementi; la seconda presenta dei testi che hanno una connotazione più spiccatamente autobiografica; la terza sezione, infine, è composta da testi narrativi su Benvenuto Cellini, uomo contro in cui ben si specchia l’anticonformismo di Lucio Dalla e Marco Alemanno.

Il Cd contiene contributi audio, in versioni inedite: “Tu come eri”; “Anidride solforosa”; “Le rondini”; “Malafemmena”, cantata da Lucio Dalla, suonata dalla London Philarmonic Orchestra su arrangiamento di Luis Bacalov; “Principessa”, musica e voce di Lucio Dalla, testo inedito di Totò.
Track List Cd: 1) Tu come eri (Testo e musica: Lucio Dalla) / 2) Anidride Solforosa (Testo Roberto Roversi – musica: Lucio Dalla) / 3) Le Rondini (Testo Lucio Dalla – musica: Lucio Dalla e Mauro Malavasi) / 4) Principessa (Testo Antonio De Curtis – musica: Lucio Dalla) / 5) Malafemmina (Testo e musica: Antonio De Curtis)

Il Dvd presenta contributi video tutti inediti: Il dialogo tra Marco Alemanno e Lucio Dalla che apre “Il contrario di me”, spettacolo teatrale trionfatore in più di 40 città italiane; “Tu come eri” (Live); “Anidride solforosa” (Live); “Le rondini” (Live); “Io e la mia ombra” (monologo scritto da Lucio Dalla, recitato da Marco Alemanno); “Futura” (Live); il video inedito di “I.N.R.I.”, cantata da Alemanno e Dalla, interamente girato in Irlanda, che ha fatto discutere molto, sollevando anche l’equivoco dell’appartenenza di Lucio Dalla all’Opus Dei; una scena dello spettacolo “Parole di canto”, tratto dal Cantico dei Vangeli di Alda Merini, in cui Alemanno recita un dialogo tra Gesù e Pietro su musica di Lucio Dalla, eseguita dall’Orchestra Toscanini.
Track List Dvd: 1) Hai sentito la nebbia (Testo: Lucio Dalla) / 2) Tu come eri (Testo e musica: Lucio Dalla) / 3) Anidride Solforosa (Testo Roberto Roversi – musica: Lucio Dalla) / 4) Le Rondini (Testo: Lucio Dalla – musica: Lucio Dalla e Mauro Malavasi) / 5) Io e la mia ombra (Testo: Lucio Dalla) / 6) Futura (Testo e musica: Lucio Dalla) / 7) Pietro e Gesù (Testo: Alda Merini – musica:Lucio Dalla) / 8) I.n.r.i. Testo Lucio Dalla e Angelo Messini d’Agostini – musica:Lucio Dalla, Angelo Messini d’Agostini e Riccardo Majorana)

Lucio Dalla, nato a Bologna il 4 marzo 1943, Lucio Dalla è uno dei più importanti cantautori italiani, considerando la continuità della sua carriera che sfiora i cinquant’anni di attività artistica. Originale e intenso paroliere (attività iniziata in una fase relativamente tarda) è anche clarinettista e sassofonista. La sua produzione musicale ha attraversato numerose fasi, dalla canzone italiana nella sua forma tradizionale alla sperimentazione ritmica e musicale, fino alla canzone autoriale classica.

Marco Alemanno, nato a Nardò (Le) nel 1980, si è diplomato alla Scuola Biennale di Recitazione presso il Teatro del Navile. Nel 2004 ha inizio una fortunata collaborazione con Lucio Dalla che lo ha portato a interpretare ruoli di primo piano negli spettacoli Pierino e il lupo, Fado sognando, Arlecchino e Parole di canto. Voce narrante in Compianto, vita di Davide Rondoni e interprete del film Quijote di Mimmo Paladino, è produttore artistico, nonché coautore di alcuni testi, del nuovo album di Lucio Dalla, Il contrario di me. Nel 2008 sarà impegnato nella messa in scena di Francesco, canto di una creatura di Alda Merini e farà parte del cast di The Beggar’s Opera di J. Gay, con Peppe Servillo.

FORZA MARCO CE LA FARAI...COL TEMPO

giovedì 1 marzo 2012

Lucio Dalla e la sua bella musica ci hanno lasciato


LUCIO DALLA

QUADERNO A QUADRETTI
RUBRICA DI MARIA SERRITIELLO

FONTE: VIRGILIO

La sua città, a cui aveva dedicato alcune delle sue più belle canzoni, piange il cantautore scomparso per un attacco cardiaco a Montreux. Avrebbe compiuto 69 anni tra 3 giorni. Lo sgomento di colleghi e amici. Dalle finestre di casa sua la musica delle canzoni più celebri. Il sindaco orgoglio bolognese nel mondo

ED ANCHE LUCIO DALLA SE N'E' ANADATO! L'AVEVAMO VISTO NON PIU' DI UNA SETTIMANA FA, A SANREMO, SCHIVO E SILENZIOSO CON IL SUO SPARTITO SOTTO BRACCIO, SALIRE SUL PODIO E INSOLITAMENTE DIRIGERE, PITTOSTO CHE CANTARE. "NANI'", ORA ULTIMA SUA CANZONE, CI DOVRA' FARE COMPAGNIA DA ADESSO IN POI E SENZA AGGIUNGERE, COME HA FATTO, UN SUO GORGHEGGIO.CONSIDERO NANI'LA PIU' BELLA MELODIA DEL FESTIVAL, PER QUELLA SUA INSITA TRISTEZZA, CHE PRENDE DOLCEMENTE ANCHE CHI L'ASCOLTA. LUCIO DALLA L'HA GORGHEGGIATA, QUALIFICANDO L'ESIBIZIONE, ASSIEME AL GIOVANE CANTANTE ,PER RENDERE CREDIBILE UN PRIMO AMORE MERCENARIO. UNA CANZONE CHE RINNOVA E CONTINUA LA VOCAZIONE DEL MELODRAMMA ITALIANO. LE SUE COMPOSIZIONI SONO NEL PATRIMONIO DELLA MUSICA ITALIANA, CARUSO E' IL PEZZO PIU' BELLO DEL NOVECENTO.

E PROPRIO "CARUSO" HA TOCCATO DOLCEMENTE IL MIO ANIMO IN UN PERIODO ALTALENANTE DELLA MIA VITA, TANTO DA SCEGLIERE IL PEZZO PER FARLO DANZARE AD UNA MIA GIOVANE AMICA- BALLERINA, ALL'INTERNO DELLA PRESENTAZIONE DELLA MIA ULTIMA RACCOLTA DI POESIA "QUANDO AMORE C'E'"

VOGLIO RICORDARLO COSI', MENTRE CANTA CARUSO, PIAZZA GRANDE, 4 MARZO 1943, ATTENTI AL LUPO E TUTTE LE ALTRE , SARANNO LA SUA VOCE E LA SUA MUSICA LA SOLA SCONFITTA DELLA MORTE.
MARIA SERRITIELLO



Voleva una grande scossa per la sua Bologna, Lucio Dalla, perché tornasse ad essere una grande città. Il celebre cantautore bolognese è stato stroncato da un infarto in Svizzera, dove si trovava per una serie di concerti, la mattina del primo marzo 2012, tre giorni prima del suo 69esimo compleanno. E oggi dalla sua casa di Bologna riecheggiano le note delle sue canzoni più famose, nella centralissima via D'Azeglio. Le persiane del grande appartamento sono chiuse, mentre dalle finestre del palazzo escono le note di alcuni dei suoi successi più famosi, come Caruso e Canzone.

A Bologna ha dedicato alcune delle sue canzoni più famose, 4 marzo 1943, Piazza Grande. E chi non ricorda la strofa di Disperato erotico stomp, quella in cui Dalla cantava che «nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino» e che oggi il fenomeno di Tavullia Valentino Rossi ha ricordato in un tweet: «è una delle mie canzoni preferite.ciao Lucio».

Da ragazzino gli piaceva girare sui tetti della città emiliana, ha raccontato così, qualche settimana fa, in un'intervista a Il Corriere della Sera, quei tetti che per lui erano «i tetti più belli d'Italia». Ultimamente, però, la città non gli sembrava più allegra come quando era giovane, come quando a vent'anni poteva toccare con mano una grandissima realtà culturale e artistica, quando sotto le Due Torri si viveva di notte e si incontravano artisti italiani ed internazionali del calibro di Guccini, De André, Dario Fo, Chet Baker.

Lucio Dalla ha cominciato suonando il jazz per poi diventare uno dei cantautori italiani di riferimento, capace di spaziare dalla canzone politica a struggenti ballate notturne, fino al successo commerciale degli ultimi anni.

Sconvolti i colleghi e amici, che hanno a lungo collaborato con lui. Il concittadino Gianni Morandi, che lo aveva voluto a Sanremo, Ron e Francesco De Gregori: tutti lo piangono. Morandi in particolare, al Resto del Carlino, si dichiara «pietrificato», ricordando di essere andati insieme domenica allo stadio: «Stava benissimo».

Il sindaco del capoluogo emiliano Virginio Merola esprime il suo «profondo cordoglio e quello dell'amministrazione comunale tutta... il suo straordinario talento, la sua creatività e il suo genio senza eguali, sono motivo di orgoglio di Bologna nel mondo».

Altri illustri concittadini sono scossi e quasi senza parole. Tra gli altri Pupi Avati a cui era legato da lunghissima amicizia: «un dolore grandissimo», ha dichiarato il regista che, sotto choc per la notizia ha interrotto le riprese della serie tv Un matrimonio a Roma. Il presidente del Bologna calcio Albano Guaraldi, i tecnici, i giocatori, i dipendenti e i collaboratori «ricordano commossi un grande amico e tifoso rossoblù, un bolognese vero, uno dei più grandi artisti che l'Italia abbia mai avuto». Anche il leader Udc, Pier Ferdinando Casini, altro bolognese doc si dichiara «sconvolto per la morte di Lucio Dalla: amico che ha fatto sognare intere generazioni. Prego per lui perchè so che ci ha sempre creduto».

Dal suo entourage fanno sapere che non c'era stata alcuna avvisaglia. «Stava bene», comunicano dalla Midas Promotion, la società di comunicazione fondata da Michele Mondella. «Lui e Mondella si sono sentiti ieri sera dopo il concerto di Montreaux: era contento. Stamattina si è svegliato, ha fatto colazione, un paio di telefonate».



FISCIANO, CENTRO DI SOLIDARIETA’ DELLA VALLE DELL’IRNO

UFFICIO STAMPA

Giovedì 1 Marzo 2012 alle 21.00 presso la sede della “P.a. la Solidarietà” di Lancusi di Fisciano, sita in via Generale Nastri, 41 - sarà presentato un progetto sociale, già operativo, che oltre a prevedere la presenza di un forte aiuto dell’ I.P.F. Istituto per la Famiglia, attraverso un’operazione di Banco Alimentare con la distribuzione di generi di prima necessità verso la popolazione in difficoltà, aprirà una serie di iniziative per combattere lo spreco alimentare recuperando grandi quantitativi di cibo per combattere il disagio.
All’incontro sarà presente il Dott. Flavio Boccia, Presidente zonale di Salerno dell’I.P.F. Istituto per la Famiglia, Il Presidente del Comitato Pro Fisciano Avv. Francesco Brescia, il Presidente della P.A. la Solidarietà Fisciano Dott. Alfonso Sessa ed il Responsabile Confesercenti Fisciano Dott. Umberto Flauto.
L’accordo fortemente voluto dal dott. Boccia e dall’Avv. Brescia, da sempre impegnati, in ruoli diversi, nel mondo del sociale, ha trovato subito la disponibilità del territorio ed in particolare, per la parte logistica, nel Dott. Alfonso Sessa de “la Solidarietà”.
Importante è stata la presenza di Confesercenti Fisciano, ed in particolare quella del suo responsabile Dott. Umberto Flauto, che ha favorito l’iniziativa creando le condizioni affinchè la stessa potesse avvenire.
L’impegno sociale naturalmente è solo all’inizio e questo è da considerarsi il primo passo verso un mondo che ha bisogno di disponibilità e di continuità ma anche di partecipazione di tutte le forze economiche e professionali del territorio.
L’Istituto per la Famiglia di Salerno, il Comitato ProFisciano, P.A. la Solidarietà Fisciano e la Confesercenti Fisciano stanno già guardando al futuro con una serie di progetti che li vedrà nuovamente in prima linea in un settore che ha sempre più bisogno di queste iniziative

Tricarico - Sabato 3 marzo - Ore 15 - Primo raduno delle maschere antropologiche


Il Carnevale di Tricarico


Il carnevale di Tricarico (Basilicata), caratterizzato dalle maschere delle mucche e dei tori (L' màsh-k-r, nel dialetto tricaricese) che rappresentano una mandria in transumanza, è una delle manifestazioni più importanti della regione

Descrizione

All'alba del 17 gennaio, giorno in cui i cattolici ricordano Antonio abate, il santo protettore degli animali, è usanza che i fedeli, insieme ai propri animali per i quali si invoca la benevolenza del santo e che per l'occasione vengono agghindati con nastri, collanine e perline colorate, compiano tre giri intorno alla chiesa a lui dedicata per poi ricevere, a chiusura della messa, la benedizione da parte del prete.


Mandria alla "questua"Lo stesso rituale è osservato dalla "mandria", prima di muoversi verso il centro storico e percorrerne tutti gli antichi rioni. Tricarico viene, così, svegliata dal suono cupo dei campanacci. La sfilata delle maschere si ripete l'ultima domenica prima della chiusura del carnevale con maggiore partecipazione popolare, trattandosi di giorno non lavorativo.

Si riporta, di seguito, la descrizione che ne ha dato Carlo Levi:

« ... andai apposta a Tricàrico, con Rocco Scotellaro. Il paese era svegliato, a notte ancora fonda, da un rumore arcaico, di battiti di strumenti cavi di legno, come campane fessurate: un rumore di foresta primitiva che entrava nelle viscere come un richiamo infinitamente remoto; e tutti salivano sul monte, uomini e animali, fino alla Cappella alta sulla cima .... Qui venivano portati gli animali, che giravano tre volte attorno al luogo sacro, e vi entravano, e venivano benedetti nella messa, con una totale coincidenza del rituale arcaico e magico con quello cattolico assimilante...
Diverse le chiavi di lettura, da quella che l'interpreta come un momento di rivalsa delle classi meno abbienti nei confronti dei "potentati" a quella che lega la rappresentazione a riti pre-cristiani, poi "mediati" dal cristianesimo attraverso la figura di sant'Antonio abate.

Le "mucche" e i "tori" sono impersonati da uomini (la partecipazione è interdetta alle donne). I partecipanti mimano l'andatura ed i movimenti degli animali, comprese le "prove di monta" dei tori sulle mucche. La rappresentazione non è svincolata dalla realtà contemporanea poiché, sebbene la cultura locale sia meno "rurale" di un tempo, Tricarico è collocata su una via di transumanza e le mandrie ancora oggi l'attraversano.

Tricarico e le sue maschere nel 2009 sono entrate a far parte della FECC, Federazione Europea Città del Carnevale (Federation of European Carnival Cities). Insieme ai carnevali di Putignano, Crispiano, Villa Literno, Castrovillari, Misterbianco, è membro fondatore della Rete dei Carnevali del Sud Italia.

Terminata la sfilata, la mandria si disperde in piccoli gruppi che si muovono per la "questua", raggiungendo questa o quella abitazione davanti alla quale suonano i campanacci fino a quando non gli viene aperto. Al gruppo, fatto entrare in casa, viene offerto da mangiare e da bere.

Le Maschere
La maschera da mucca è costituita da un cappello a falda larga coperto da un foulard e da un velo e riccamente decorato con lunghi nastri multicolori che scendono fino alle caviglie; la calzamaglia indossata (o, in alternativa, maglia e mutandoni di lana) è anch'essa decorata con nastri o foulards dai colori sgargianti al collo, ai fianchi, alle braccia ed alle gambe. La maschera da toro è identica nella composizione ma si distingue per essere completamente nera con alcuni nastri rossi. Ogni maschera ha un campanaccio, diverso nella forma e nel suono a seconda che si tratti di mucche o di tori.

Le Serenate

Slegata dalla tradizione delle maschere ma comunque tipica del periodo carnevalesco, è l'usanza di "portare le serenate". Il fenomeno era in passato legato alla diffusa pratica di realizzare, quasi in ogni casa, il salame ed altri prodotti derivanti dalla trasformazione delle carni del maiale[8]. Le serenate vengono portate senza preavviso e quasi mai prima di mezzanotte.