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sabato 27 gennaio 2024

Lo Stato contro Nolan di Stefano Massini al Teatro Genovesi di Salerno, rappresentato dalla Compagnia dell’Eclissi. Regia Marcello Andria.

 

Fonte:www.lapilli.eu

Il 15esimo Festival XS città di Salerno, organizzato dalla Compagnia dell’Eclissi, si è aperto il 21Gennaio 2024, con un pezzo di teatro, fuori concorso di Stefano Massini: Lo Stato contro Nolan

La storia

Ad inizio, il sipario è spalancato su di un’aula di tribunale che risulta essere quella della contea di Leister. Il processo, che si consumerà a breve, è quello dello stato contro Nolan, dove Nolan sta per il direttore del locale quotidiano, Leister Telegraph. Che cosa è successo in questo angolo di mondo, nel cuore degli Stati Uniti, detto “posto tranquillo” come si legge dal messaggio di benvenuto, affisso ovunque? Un imprevedibile fatto di sangue, giusto per sconvolgere la vita dei tranquilli cittadini. Ed ecco che, in un giorno qualunque, un bonario vagabondo sconfina, per caso, nella proprietà di una famiglia anabattista, ma viene selvaggiamente ucciso a colpi di fucile dal vecchio proprietario, convinto com’è che il girovago volesse attendere alle virtù della sua giovane nipote Else. I due erano soli in casa e la circostanza non fa altro che amplificare la paura, tanto da far commettere il brutale assassinio. La contea ne resta sconvolta ed ognuno reagisce a proprio modo, aiutato dall’amplificazione del fatto, per meri interessi privati, come si apprenderà dal processo intentato.

Da questo fatto di per sé comune, l’autore, Stefano Massini, costruisce un legal sociale, per affrontare temi civili ed etici e non per assegnare colpevolezze o considerare innocenze, ma per analizzare il valore pubblico della parola, particolarmente di quella stampata, il ruolo essenziale della paura, il rapporto fra interessi finanziari e comunicazione, i confini morali per le leggi di mercato, l’uso indiscriminato delle armi, l’eccesso di autodifesa, la discriminazione e il rifiuto del diverso. Temi di scottante attualità, in un mondo, il nostro che affronta sistematicamente distorsione e manipolazione della realtà per fini politici, aiutati dall’abilità manipolatoria dei mass media.

 

Così, Massini ci presenta un vero e proprio processo e cioè l’accusa di Herbert Nolan, la sua difesa, i testimoni chiamati uno ad uno a depositare: Else, la nipote, il giornalista, il curato e la maestra. Tutti hanno una loro verità e nulla aggiungono di più a quanto già si sa, se non che Nolan ha costruito un battage pubblicitario per settimane, per dare lustro al suo giornale e, lavorando sulla paura dei paesani, le armi vendute hanno fatto accrescere i suoi interessi economici, come azionista della fabbrica. La difesa, intanto è sicura di sé, Nolan non potrà essere accusato, lui ha esercitato il diritto della stampa per attrarre più lettori, anche servendosi di notizie false, le attuali fake news, che tanto confondono l’informazione. “Usare le parole è rischiare: chiunque parla, chiunque scriva, chiunque si rivolga – in qualsiasi modo – a un altro essere umano, accetta di buon grado il pericolo di essere frainteso, usato, distorto.” Lo grida a gran voce il giornalista chiamato in causa. La parola stampata, dunque, fa uno strano effetto sulle persone, tanto da essere considerata, pari d’importanza, alla Bibbia e non fa altro che confermare le paralizzanti paure che albergano, malgrado la reale realtà, nelle persone.

Tutta la rappresentazione ha l’aria di una pièce cinematografica, i tempi sono quelli giusti, tanto da incastrarsi in maniera perfetta, senza poter dare spazio allo spettatore, che resta attaccato, per un’ora e mezza, al processo con un’attenzione maniacale. Il ruolo degli attori è strepitoso, la loro recitazione è curata all’inverosimile e va dagli strilloni, all’accusa, dal giudice alla difesa, dai testimoni a Nolan. Un’eccezionale prova attoriale, che conferma, se ce ne fosse bisogno, la bravura della Compagnia dell’Eclissi e la sapienza delle scelte, operate ogni volta, sicché andare a teatro è soprattutto crescita. Un testo non facile, quello di Stefano Massini, dall’ impianto solido e dove ogni parola ha un peso importante, come quello assoluto delle pietre che va ad incidere, senza sbagliare, coscienze.  Già nella scelta, di un testo così rigoroso, per i temi etici e sociali affrontati, sta la straordinaria capacità di regia di Marcello Andria, che ogni volta si conferma e sempre senza tema di smentita. Un bell’impegno, anche perché gi attori sono tanti e la sua è una riuscitissima prova d’orchestra. Complimenti!

Poi gli attori. Ognuno ha rivestito i panni giusti, dando vita ad un insieme di sequenze senza respiro. Il pubblico, è stato consapevolmente rapito della loro capacità interpretativa e della personalizzazione così opportuna dei personaggi, oltre alla non trascurabile prova di straordinaria memoria, infatti il testo non lascia spazio a nessuna vaghezza mentale. Tutti consumati attori e perfettamente a loro agio nei ruoli assegnati, come l’avvocato Nathan, della difesa, nel sobrio abito scuro e nel quale riconosciamo un sicuro e navigato Vincenzo Tota, o la maestra, tronfia della sua superiorità, Lea Di Napoli o ancora il (procuratore Eleanor E. Miles), l’accusa, Marica De Vita perfetta senza nessuna sbavatura, anzi a suo agio, per severità e sicurezza. Troneggia in tutti i sensi, il giudice Rutherford, ovvero Felice Avella, che ogni volta lascia la sua impronta nei personaggi interpretati e poi tutti gli altri, sistemati nel ruolo giusto ed opportuno per far sì che lo spettacolo risultasse un pezzo importante, direi il più importante di questa stagione teatrale della Compagnia dell’Eclissi, per cui lode a Maurizio Barbuto (il pastore), ad Ernesto Fava, Herbert Nolan, al talentuoso Marco De Simone (Norman Weiss), autore tra l’altro delle musiche originali, ad Alfredo Marino, il caloroso, giornalista, Paul Kapinski, autore insieme ad Emanuela Barone, delle scene ed infine, ma non per questo ultima Gerarda Mariconda (l’impacciata Else). I costumi sono di Angela Guerra, insostituibile nell’apporre la sua firma

Maria Serritiello

www.lapilli.eu

 

Stefano Massini è lo scrittore italiano vivente più rappresentato sui palcoscenici di tutto il mondo. Tradotto in ventiquattro lingue, celebrato da Broadway al West End di Londra, è portato in scena dal premio Oscar Sam Mendes. Nel 2015, dopo il grande successo del suo trittico diretto da Luca Ronconi, viene nominato consulente artistico del Piccolo Teatro di Milano. Il suo romanzo Qualcosa sui Lehman (Mondadori, 2016), tradotto in vari paesi, è stato uno dei libri più acclamati degli ultimi anni (premio Selezione Campiello, premio SuperMondello, premio De Sica e ora il Prix Médicis e il Prix Meilleur Livre Étranger in Francia). Il suo secondo romanzo è L'interpretatore dei sogni (Mondadori, 2017). Firma del quotidiano "la Repubblica", è volto noto televisivo per i suoi racconti del giovedì nella trasmissione "Piazzapulita" su La7.

P.S Lo spettacolo avrà due repliche, con date da stabilire, in febbraio ed in marzo.

 


 

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