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giovedì 24 gennaio 2013

Arnoldo Foà, oggi compie gli anni. Tanti auguri Maestro

                                          





           « Mi piacciono di più i sorrisi amichevoli delle congratulazioni. »
       (Arnoldo Foà, Autobiografia di un artista burbero, Sellerio Editore, 2009)

Fonte: Treccani.it

Foà, Arnoldo. - Attore italiano (Ferrara 1916). Interprete teatrale di intensa espressività, ha affiancato a questa attività quella di regista e di autore di commedie, dedicandosi anche al doppiaggio e configurandosi come uno dei più autorevoli attori italiani attualmente presenti sulla scena artistica. Si è felicemente esercitato anche nella scrittura, nella pittura e nella scultura. Cavaliere di Gran Croce dal 1998.

vitaDi origine ebraica, cresciuto a Firenze, si è formato alla scuola di recitazione L. Rasi, e al Centro sperimentale di cinematografia di Roma, da cui è espulso nel 1938 per le leggi razziali contro gli ebrei. Suo l’annuncio dell’armistizio dalla Radio Alleata di Napoli, dove era rifugiato.
opereHa interpretato sulla scena teatrale, con modernità di recitazione e attento studio dei personaggi, autori classici e contemporanei, diretto anche da Visconti, Ronconi, Strehler. È anche regista, e autore di commedie da lui stesso messe in scena con successo (tra le altre, Signori, buonasera, 1975, La corda a tre capi, 1985, Oggi, 2005). Ha preso parte a più di cento film, con interpretazioni sempre incisive e spesso memorabili, diretto, tra gli altri, da A. Blasetti (Altri tempi, 1952), O. Welles (Le procès, 1962),  V. Cottafavi (I cento cavalieri, 1964); J. Deray (Borsalino, 1970); E. Scola (Gente di Roma, 2003, Nastro d’Argento come miglior attore non protagonista); A. D’Alatri (La febbre, 2005). Dal 1950 è uno dei protagonisti della radio e della televisione: trasmissioni culturali e di intrattenimento, prosa radiofonica e televisiva, numerosi sceneggiati (Piccole donne, 1955; Capitan Fracassa, 1958; L'isola del tesoro, 1959; Il giornalino di Gian Burrasca, 1964-65; La freccia nera, 1968; Racconti di padre Brown, 1970; Il cugino americano, 1986; Casa famiglia, 2001).  Importante la sua attività di doppiatore: ha prestato la sua voce, tra gli altri, ad A. Quinn, J. Wayne, P. Ustinov e T. Mifune. Innumerevoli le dizioni poetiche registrate su vinile e CD; celebri e inimitabili le sue letture della Commedia di Dante. Ha pubblicato diversi libri, tra i più recenti Joanna. Luzmarina (Corbo Editore 2008) e Autobiografia di un artista burbero (Sellerio 2009).   

                                


Fonte Wikipedia


Le origini

E' nato a Ferrara in una famiglia di origine ebraica (ma lui si dichiara ateo, figlio di Valentino e Dirce Levi, segue la famiglia a Firenze, dove intraprende gli studi di economia e commercio.
Durante il periodo universitario si interessa al teatro, frequentando i corsi di recitazione della scuola "Luigi Rasi" sotto la guida di Raffaello Melani. A vent'anni abbandona gli studi e si trasferisce a Roma, dove frequenta per qualche tempo il Centro Sperimentale di Cinematografia.

Guerra e leggi razziali

Nel 1938 Arnoldo Foà è costretto a lasciare i corsi presso il Centro Sperimentale di Cinematografia a seguito della promulgazione delle leggi razziali fasciste.
Gli viene impedito anche di lavorare, e per poterlo fare è costretto a usare nomi fittizi (tra cui "Puccio Gamma"; ricopre saltuariamente il ruolo del sostituto di attori malati (in gergo, il "pompiere"), riuscendo a lavorare nelle compagnie più prestigiose: Cervi-Pagnani-Morelli-Stoppa, Ninchi-Barnabò, Adani-Cimara, Maltagliati-Cimara.
Nel 1943 si rifugia a Napoli, dove diviene capo-annunciatore e scrittore della Radio Alleata radio PWB: spetta a lui la comunicazione dell'armistizio con gli Alleati, l'8 settembre 1943. Alla fine della guerra, torna al teatro e si unisce a molte e importanti compagnie: Ferrati-Cortese-Scelzo, Ferrati-Cortese-Cimara, Stoppa-Morelli-Cervi (dove collabora con Visconti) e la Compagnia del Teatro Nazionale (Teatro dell'Opera di Roma) (lavorando per Guido Salvini), nel 1945, entra nella Compagnia di Prosa della RAI dove svolgerà un'intensa attività sino agli anni ottanta. La sua lunga carriera artistica è brillante e costellata di numerosi successi e riconoscimenti in campo teatrale, cinematografico e televisivo.
Nella vita privata è padre di 5 figlie: Annalisa(1951-1995)(anche lei attrice), Valentina, Rossellina, Giulia e Orsetta.

Teatro

Arnoldo Foà, a sinistra, vestito di scena in compagnia di Antonio Gandusio, in un'immagine del 1950
Intensa e prestigiosa la sua carriera in teatro: autori classici e contemporanei, registi del calibro di Luchino Visconti, Luigi Squarzina, Luca Ronconi e Giorgio Strehler. Le sue interpretazioni sono memorabili, incisive, esito di un attento studio, passione e misura drammatica elette. Da regista mette in scena spettacoli di prosa (tra i tanti La pace di Aristofane e Diana e la Tuda di Luigi Pirandello) e di lirica (Otello di Giuseppe Verdi, Histoire du soldat di Igor Stravinskij, e Il pipistrello di Strauß), e molte sue commedie, riscuotendo sempre enormi successi.
Nel 1957 l'esordio come autore teatrale ("Signori buonasera"). Seguiranno, tra le altre, "La corda a tre capi"[ "Il testimone", e più recentemente "Amphitryon Toutjours" (Festival di Spoleto 2000), e "Oggi". Tra le sue interpretazioni più recenti il monologo di Alessandro Baricco "Novecento" con la regia di Gabriele Vacis, (2003/2005) successo straordinario di pubblico e critica, e "Sul lago dorato"[ di E. Thompson, con la regia di Maurizio Panici (2006-2008).

Il cinema e la televisione

La sua filmografia presenta oltre 100 pellicole: tra i registi con cui ha lavorato figurano Alessandro Blasetti (Altri tempi), Orson Welles (Il processo), Vittorio Cottafavi (I cento cavalieri), Jacques Deray (Borsalino), Marcello Fondato (Causa di divorzio), Damiano Damiani (Il sorriso del grande tentatore), Giuliano Montaldo (Il giocattolo), Giuseppe Ferrara (Cento giorni a Palermo), Giovanni Soldati (L'attenzione), Luca Barbareschi (Ardena), Paolo Costella (Tutti gli uomini del deficiente), Ettore Scola (Gente di Roma), Alessandro Benvenuti (Ti spiace se bacio mamma?), Alessandro D'Alatri (La febbre), Antonello Belluco (Antonio, guerriero di Dio) e Maurizio Sciarra (Quale amore). Recentemente sono stati realizzati due docufilm su Arnoldo Foà: nel 2007 Almeno io Fo... à di Alan Bacchelli e Lorenzo degl'Innocenti, Premio Imaie 2008; nel 2011 Io sono il teatro. Arnoldo Foà raccontato da Foà di Cosimo Damiano Damato, presentato al Festival Internazionale del Film di Roma

Nel 1985 ha partecipato alla parodia dei Promessi Sposi realizzata dal Quartetto Cetra, interpretando L'innominato.
Per la RAI ha condotto anche il programma musicale Chitarra, amore mio e, per due stagioni, il varietà Ieri e oggi, nonché numerosi altri programmi.

Radio e doppiaggio Arnoldo Foà contribuisce alla nascita, dalle ceneri dell'EIAR, della Radio RAI e partecipa a molte trasmissioni, sia di informazione che di intrattenimento, con attori, autori e registi importanti come Cervi, Morelli, Ninchi, Anton Giulio Majano, Umberto Benedetto. Dagli anni cinquanta diventa uno dei più importanti doppiatori, prestando la sua voce anche per numerosi documentari, tra cui "Il Continente di ghiaccio" di Luigi Turolla. Celebri attori doppiati:

LA TUA MERAVIGLIOSA E INCONFONDIBILE VOCE


 


“Il segreto di Emanuela Orlandi” di Pino Nazio

                                                 Copertina libro

FONTE; RETROSPETTIVE.COM
DI MAURO VALENTINI

Manca ancora la Verità sul doloroso caso di Emanuela Orlandi, la ragazza di 15 anni, cittadina vaticana, rapita a Roma quel maledetto 22 Giugno 1983, e che da fatto di cronaca si è trasformato nel tempo in un terribile intreccio che ha coinvolto servizi segreti, malavita organizzata e prelati in un connubio scandaloso.
Molte le piste investigative, da quei giorni fino ad oggi, in un caso che per la violenza del silenzio che si è imposto da sempre chi conosce la verità, evidenzia come dietro la povera Emanuela e la sua famiglia ci siano verità imbarazzanti e inconfessabili.
Pino Nazio, giornalista che ha dedicato molte energie al caso dai tempi della sua collaborazione a “Chi l’ha visto?”, ha voluto con questo libro fare il punto su tutte le ipotesi investigative, e con la tecnica del romanzo-inchiesta scuote il lettore dalle prime pagine, con una serie di informazioni inedite.
I due protagonisti del romanzo, che per espediente letterario attraverso la loro inchiesta, ci accompagnano nel gorgo terribile che si cela dietro la cronaca, parlano al lettore di riscatti e di ricatti, trame di potere e amicizie scomode di uomini santi, in un intreccio squallido ed incredibile che ha inghiottito l’innocenza di Emanuela.
Pino Nazio ha analizzato il racconto di Sabrina Minardi, che fu in “intima amicizia” con il boss della Magliana Enrico De Pedis; una dichiarazione terribile, che con un ritardo molto sospetto la donna fece pochi anni fa. La Minardi parla di una presunta prigione in una elegante palazzina di Torvajanica, dove i genitori di Sabrina andavano durante l’estate e dove Emanuela sarebbe stata portata e tenuta segregata.
Un luogo che sarebbe dovuto servire per una sola notte, ed in cui la ragazza sarebbe rimasta per settimane, così nascosta nell’anonimato della Torvajanica primaverile di allora, così diversa dalla città che è ora, abitata tutto l’anno.

Pino Nazio e Pietro Orlandi
Pino Nazio e Pietro Orlandi

E Torvajanica drammaticamente è anche lo scenario ultimo del racconto della Minardi, che narra quello che accadde nell’inverno seguente il rapimento sotto i suoi occhi.
Dopo un pranzo con il boss, in un ristorante del lungomare i due si recarono, racconta la donna ad un appuntamento con un fantomatico Sergio, uno dei compari di De Pedis,  e sempre secondo quanto asserisce la “pentita” i due malavitosi gettarono due corpi chiusi in sacchi in una betoniera di un palazzo in costruzione, uno dei quali lei suppone sia quello d Emanuela.
Ma questa è solo una delle ipotesi dibattute nel libro, ipotesi che occorre aggiungere il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi contesta con fermezza, visto che sono gli stessi investigatori a non ritenere attendibile la Minardi, e per la poco convincente circostanza in cui De Pedis, qualora avesse voluto sbarazzarsi del corpo più ricercato d’Italia, decida di avere tra i piedi una testimone così inaffidabile, che faceva non certo coppia fissa con lui, e che anzi veniva a detta di tutti usata come escort per riscuotere favori criminali.

Manifesto originale del 1983
Manifesto originale del 1983

“Il segreto di Emanuela Orlandi” (ediz. Sovera 176 pag.) è un libro che si legge tutto d’un fiato, attoniti difronte al male, è un libro ricco che sorprenderà i lettori narrando cose taciute da decenni, e che Nazio con grande attenzione e pazienza cerca di riportare alla ribalta per non far cadere nell’oblio della storia Emanuela.
Come ha dichiarato alla presentazione del libro Walter Veltroni, da sempre vicino alla Famiglia Orlandi “l’Italia è il paese delle storie irrisolte, in cui ha lavorato una vera e propria industria del depistaggio che ha giocato con il dolore della famiglia di Emanuela e delle altre vittime di quegli anni”.
Mauro Valentini (grazie a Tempi Nuovi www.tempinuovi.info)
il libro “Il segreto di Emanuela Orlandi” sarà presentato a Pomezia, Venerdi 25 Gennaio 2013 alle ore 17:00 presso l’associazione Culturale DURANGO in Via Metastasio 25. 

Manifestazione per la verità su Emanuela Orlandi
Manifestazione per la verità su Emanuela Orlandi







Animali beni di lusso, l’Amvi denuncia: niente chip ai cuccioli per paura del redditometro

                        Cani e gatti vittime della crisi, in aumento gli abbandoni

                                               Animali beni di lusso, l’Amvi denuncia: niente chip ai cuccioli per paura  del redditometro


FONTE: VIRGILIO GO GREEN

Animali beni di lusso, l’Amvi denuncia: niente chip ai cuccioli per paura del redditometro


Continua la battaglia contro l’equiparazione degli animali da compagnia a beni di lusso, con le conseguenze a cui potrebbe portate in termini di abbandoni e mancate cure. Raccolte oltre 50mila firme


Un proprietario si è rifiutato di iscrivere i propri cuccioli all’anagrafe canina, nonostante gli inviti del proprio veterinario, per paura di incappare nel redditometroQuesta vicenda, riportata dall'Associazione nazionale medici veterinari, rispecchia a pieno i timori di tutti gli amanti degli animali e costituisce, secondo l’Anmvi “una evidente distorsione del rapporto tra sanità veterinaria e fisco, l'ultima prova in ordine di tempo dell'urgenza di togliere le spese veterinarie dal redditometro".
L'identificazione del cane con microchip e la sua registrazione nell'anagrafe regionale canina sono obbligatorie, ricorda l'associazione, ma "l'Agenzia delle Entrate vanifica gli sforzi di osservanza delle leggi di sanità animale: è solo l'ultimo assurdo aneddoto che testimonia lo strabismo istituzionale di un governo che da un lato lavora alla sanità veterinaria e dall'altro la distrugge".

Sulle barricate contro gli animali nel redditometro c’è anche l’Enpa, che lo considera un doppio errore: “Filosofico, anzitutto, perché è inconcepibile equiparare un cane o un gatto a una barca, a una vacanza intorno al mondo, a un fuoristrada o a un’abitazione di lusso. Ma anche metodologico, in quanto si presume che il mantenimento di un animale d’affezione indichi a priori una certa capacità di reddito”.

Intanto la petizione promossa a novembre dall'Anmvi per togliere le spese veterinarie dal redditometro ha già superato le 50mila firme. La battaglia per non confondere animali da compagnia e beni i lusso, con le tragiche conseguenze a cui potrebbe portate in termini di abbandoni e mancate cure, continua e Marco Melosi, presidente dell’associazione, ha chiesto un un incontro urgente al ministro della Salute Renato Balduzzi”.









mercoledì 23 gennaio 2013

Grillo a Salerno. E' il 21 gennaio 2013. La video documentazione



















L'aforisma di Petrarca ed altri autori sulla scrittura













Francesco Petrarca












«Non v'è cosa che pesi meno della penna, non v'è cosa più lieta; gli altri piaceri sono effimeri e dilettando recano danno; la penna dà gioia sia nel prenderla in mano, sia nel deporla»
Francesco Petrarca



Cancella spesso, se vuoi scrivere cose che siano degne d’essere lette,
Orazio, poeta

Ho capito che i libri non sono mai finiti, che è possibile per alcune storie continuare a scriversi senza il loro autore.
Paul Auster, scrittore

Io sono convinta che la scrittura non serva per farsi vedere ma per vedere.
 Susanna Tamaro, scrittrice

Le parole false non sono soltanto male in se stesse, ma anche contagiano l’anima.
 Platone, filosofo







sabato 19 gennaio 2013

Al Museo dello Sbarco e Salerno Capitale, il vagone che ha trasportato gli ebrei


                                            


                                             



Arriva la mattina del 18 gennaio 2013, al Museo dello Sbarco e Salerno Capitale, un vagone con cui venivano deportati gli ebrei dall'Italia ad Auschwitz.







"IO CHIEDO COME PUO' UN UOMO UCCIDERE UN SUO FRATELLO..."
DA AUSCHWIZ DI FRANCESO GUCCINI

27 GENNAIO 2013 GIORNATA DELLA MEMORIA