Stelvio Cipriani, Roma, 20 agosto 1937 – Roma, 1° ottobre 2018, morto oggi, è il compositore di questa meravigliosa colonna sonora tratta dal film "Anonimo Veneziano"
lunedì 1 ottobre 2018
Stelvio Cipriani oggi ci ha detto addio
Stelvio Cipriani, Roma, 20 agosto 1937 – Roma, 1° ottobre 2018, morto oggi, è il compositore di questa meravigliosa colonna sonora tratta dal film "Anonimo Veneziano"
Addio allo chansonnier “globale”:è morto Charles Aznavour
1200 canzoni in 7 lingue e concerti in 94 Paesi. “Star? No, chiamatemi artigiano”
FONTE: IL FATTO QUOTIDIANO
"Aznavoice" di origini armene aveva 94 anni. Era appena tornato da un tour in Giappone. Ha venduto 300 milioni di dischi. Decine di duetti: da Liza Minnelli a Compay Segundo, da Elton John a Bob Dylan fino a Placido Domingo e Mia Martini e Laura Pausini. Non ha mai smesso di impegnarsi per la causa armena: era stato anche ambasciatore in Svizzera.
“Fai della tua vita un’avventura, sorprendi gli uomini e le donne intorno a te, con umiltà, gentilezza, semplicità”, era il motto che forse meglio lo rappresentava. Voce unica, artista generoso, uomo straordinario, cantautore, attore, diplomatico impegnato. Charles Aznavour è morto a 94 anni: era l’ultimo dei giganti della canzone francese. Si è spento nella notta nella sua casa di Alpilles, nel sud della Francia. Il cantante – di origini armene – era appena tornato dal tour in Giappone dopo essere stato costretto a cancellare i concerti di questa estate a causa della frattura di un braccio dopo una caduta.
A 94 anni Aznavour non aveva smesso di stupire. Con la sua voce inconfondibile, tanto da meritare il soprannome di Aznavoice, ha incantato milioni di spettatori in 94 Paesi, portando in scena un repertorio impressionate di 1.200 canzoni e 294 album. I suoi sono numeri da record e, nonostante Aznavour preferisse all’appellativo “star” quello più composto di “artigiano“, i risultati restano eccezionali: 300 milioni di dischi venduti nel mondo e 80 film all’attivo.
Settant’anni di lunga e onorata carriera che fino agli ultimi mesi della sua vita lo hanno portato a tenere concerti in tutto il mondo, macinando sold out a tutte le latitudini, da Amsterdam a Dubai, da Praga a Tokyo, da Monaco a Roma.

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Nato a Parigi nel 1924 da immigrati di origine armena, Shahnour Vaghinagh Aznavourian, in arte Charles Aznavour, debuttò a teatro come attore di prosa. Nel dopoguerra, grazie a Edith Piaf che lo portò in tournée in Francia e negli Stati Uniti, si mise in luce come cantautore. Ma il riconoscimento mondiale arrivò nel 1956 all’Olympia di Parigi con la canzone Sur ma vie: uno strepitoso successo che gli permise di entrare nella storia degli chansonnier francesi. Il fatto che Aznavour cantasse in sette lingue gli ha consentito di esibirsi in tutto il mondo divenendo ovunque famosissimo. Si è esibito alla Carnegie Hall e nei maggiori teatri del mondo, duettando con star internazionali come Nana Mouskouri, Liza Minnelli, Sumiva Moreno, Compay Segundo, Céline Dione, in Italia, con Mia Martini e Laura Pausini. In Italia, inoltre, per quasi tutte le versioni italiane delle sue canzoni ha collaborato con il grande autore e paroliere Giorgio Calabrese, scomparso nel 2016. All’estero le sue canzoni sono state spesso reinterpretate da numerosi artisti come Elton John, Bob Dylan, Sting, Placido Domingo, Céline Dion, Julio Iglesias, Sammy Davis Jr, Ray Charles, Elvis Costello e moltissimi altri. Il suo impegno come cantautore non gli ha impeditodi battersi da sempre per la causa armena, con un’intensa attività diplomatica che gli è valsa la nomina di ambasciatore d’Armenia in Svizzera.
sabato 29 settembre 2018
Andare a Barcellona con un viaggio organizzato da Fulvia Cuozzo weekend, consulente dell’agenzia cowotur Salerno
Barcellona Sunotel Aston
di Maria Serritiello
Andare a Barcellona con
un viaggio organizzato dalla dott.ssa Fulvia Cuozzo, biologa di professione, ma
con l’hobby dei viaggi, che le hanno preso la mano, per cui è consulente dell’agenzia
Cowotur, in Via Davide Galdi, Salerno, è il massimo.
Fulvia Cuozzo, si occupa anche di viaggi
organizzati su misura e lo fa scegliendo bene i servizi da offrire, per
soddisfare a pieno le esigenze dei suoi clienti. Per il mio itinerario, 4
giorni appena a disposizione, per la visita di Barcellona, di spessore europeo,
la scelta dell’albergo è stata essenziale, sì da raggiungere i luoghi da
visitare nel più breve tempo possibile. Sapientemente Fulvia ha preferito, agli
altri alberghi della zona, il “Sunotel Aston 3”, un buon tre stelle, di
eleganza sobria, unico ad includere la colazione al mattino, dalle 7,00 alle
11,00. La stanza n° 302 al terzo piano funzionale e corredata di ogni cosa con un
solo difetto, manchevole di bidet, ma ormai pare che sia un’usanza igienica
tutta italiana, che tarda a diffondersi in altre parti. Una piacevole scoperta,
invece è stata, la piscina in terrazzo all’ultimo piano, affacciata su di un
incantevole panorama, con annessa vasca idromassaggio di acqua calda, arredata
con gusto: sedie, lettini e dispenser per bibite. Altra caratteristica del Sunotel
Aston 3 è la vicinanza con il centro, per cui a dieci, a un quarto ed a
mezz’ora si raggiungono facili i luoghi più importanti da visitare, tutto ciò
se si ama camminare a piedi, altrimenti l’albergo è servito dalla vicina
metropolitana, dai bus e da quelli turistici, che ti scarrozzano per tutta la
città stando comodamente seduti. Intorno all’albergo vi è una vasta scelta di
locali: bar, caffetterie, ristoranti, pizzerie, e locali per accendere una
serata, la cena flamenco, per esempio. Molti dicono che Salerno somigli a
Barcellona, oltre ai larghi marciapiedi uguali ai nostri, voluti sia da noi che
nella sua città da Oriol Bohigas e dall’ipotesi di allargare ed allungare la
nostra spiaggia di Santa Teresa, lungo il litorale, per vivere il mare come
l’arenile “Barceloneta”, io non ho visto altre somiglianze. Barcellona ha
larghe strade, è in pianura e non è stretta dai monti e dal mare come lo è
Salerno.
Grazie alla capacità professionale
ed organizzativa della consulente dell’Agenzia Cowotur, Fulvia Cuozzo weekend,
il viaggio è stato piacevole incastrato bene e gradevolissimo. A presto,
dunque, per altri viaggi personalizzati, che sono la passione di Fulvia e che
io preferisco.
Il 19 settembre scorso, musica e lettura di brani, nel Santuario della “M.S. delle Grazie e S. Gennaro in Trecase
Fonte: www.lapilli.eu
di Maria Serritiello
Il
19 settembre, giorno di San Gennaro, l’Associazione Prometeo, di Torre del Greco, che si adopera per la
riscoperta della cultura, quale momento di unione, di promozione e di sviluppo
della vita sociale, si è spostata, per solennizzare il Santo più santo per Napoli e provincia, nel Santuario della “M. S. delle Grazie e S. Gennaro” di Trecase. Alla
ore 19,00 una solenne messa, seguita da una folla attenta e partecipe di fedeli,
ha raccolto le preghiere rivolto al Santo che, anche quest’anno ha rinnovato il
miracolo del sangue sciolto, com’è tradizione, nel duomo di Napoli” per
continuare alle ore 20,00 con un omaggio musicale e poetico, programma stilato
dall’instancabile Presidente della
Prometeo, dott.re Francesco Manca, sempre propositivo, per quanto riguarda
l’associazionismo.
I presenti hanno potuto
fruire di due momenti di grossa intensità: il primo, musicale con gli
interpreti: Tina Mancuso (soprano), Ciro
Montella (organo) e Silvia Muraca (violoncello) che hanno eseguito e
cantato, ognuno per la propria competenza, tale programma: Ave Maria – C. Gounod, Domine Deus – A. Vivaldi, Corale Bwv 731
“Liebster Jesus, wir sind hier” J.S.Bach (solo organo), La Vergine degli
Angeli-G. Verdi, O Amabile Maria – Anonimo Perugino, Sonata IV per basso e
violoncello in sol min. – B. Marcello, Ave Maria –J.Arcadett, Ave Maria –G Caccini/Vavvilov.
Il secondo, lettura di
brani curati da Eva Contigiani e da
Maria Serritiello. La scelta dei pezzi, tra l’altro, vanno da Don Andrea Gallo, a Madre Teresa di
Calcutta, da Papa Francesco a Martin Luther King che dice: “Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a
nuotare come i pesci, ma non abbiamo ancora imparato la semplice arte di vivere
insieme come fratelli”.
Alla presenza di Don Aniello Gargiulo, Rettore del Santuario della “M. S. delle Grazie e S. Gennaro” in Trecase, del
Signor Sindaco di Trecase, Raffaele De Luca e della consigliera comunale di Trecase, con delega alla Cultura e alla Pubblica Istruzione, Teresa
Matrone, il Presidente, Francesco
Manca ha ringraziato tutti, auspicando per il prossimo futuro una
collaborazione reale e fattiva, tale da arricchire spiritualmente ognuno, “ Con
l’uomo per l’Uomo, per dirla con il motto del sodalizio, senza scopo di lucro,
della Prometeo.
Maria Serritiello
www.lapilli.eu
Maria Serritiello
giovedì 20 settembre 2018
L'Amica geniale di Elena Ferrante è ora un film per la tv dal 30 settembre, a cinema l'uno, il due ed il 3 ottobre in anteprima
Fonte; facebook
"L'AMICA GENIALE": in anteprima esclusiva al cinema solo l'1, il 2 e il 3 ottobre. PREVENDITE APERTE!
Dopo la presentazione in anteprima alla 75. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, arrivano al cinema in anteprima esclusiva come evento speciale i primi due episodi della serie firmata da Saverio Costanzo e tratta dal best seller di Elena Ferrante, edito da Edizioni E/O. Un appuntamento unico per vivere sul grande schermo la saga che ha conquistato oltre dieci milioni di lettori in tutto il mondo.
- Quando l’amica più importante della sua vita sembra essere scomparsa senza lasciar traccia, Elena Greco, una donna anziana che vive in una casa piena di libri, accende il computer e inizia a scrivere la storia sua e di Lila, la storia di un’amicizia nata sui banchi di scuola negli anni 50. Ambientato in una Napoli pericolosa e affascinante, inizia così un racconto che copre oltre sessant’anni di vita e che tenta di svelare il mistero di Lila, l’amica geniale di Elena, la sua migliore amica, la sua peggiore nemica.Dopo la presentazione in anteprima alla 75. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, arrivano al cinema in anteprima esclusiva come evento speciale solo l’1, 2 e 3 ottobre i primi due episodi della serie firmata da Saverio Costanzo e tratta dal best seller di Elena Ferrante, edito da Edizioni E/O. Un appuntamento unico per i fan per vivere per la prima volta sul grande schermo e condividere con tutti gli altri appassionati la saga che ha conquistato oltre dieci milioni di lettori in tutto il mondo.In scena oltre 150 attori e 5000 comparse. Un casting durato otto mesi, durante i quali sono stati provinati oltre 8000 bambini e 500 adulti provenienti da tutta la Campania. Attori professionisti e non professionisti, bambini e ragazzi reclutati nelle scuole di tutti i quartieri. A interpretare Elena e Lila bambine, Elisa Del Genio e Ludovica Nasti. Mentre Elena e Lila adolescenti saranno, rispettivamente, Margherita Mazzucco e Gaia Girace. Imponente il lavoro di ricostruzione del Rione, il set principale della serie: la troupe tecnica, composta da 150 persone, ha creato 20 mila metri quadrati di set costruiti in oltre 100 giorni di lavorazione. Sono state costruite inoltre 14 palazzine, 5 set di interni, una chiesa e un tunnel. I costumi sono circa 1500, tra realizzazioni originali e di repertorio.L’evento al cinema è distribuito in esclusiva da Nexo Digital solo l’1, 2 e 3 ottobre con i media partner Radio DEEJAY e MYmovies.it.L’AMICA GENIALE è una serie HBO-RAI Fiction e TIMVISION, prodotta da Lorenzo Mieli e Mario Gianani per Wildside e da Domenico Procacci per Fandango, in collaborazione con Rai Fiction, TIMVISION e HBO Entertainment, in co-produzione con Umedia. Tutti gli episodi sono diretti da Saverio Costanzo. Il soggetto e le sceneggiature sono di Elena Ferrante, Francesco Piccolo, Laura Paolucci e Saverio Costanzo. Paolo Sorrentino e Jennifer Schuur sono i produttori esecutivi. Fremantle è il distributore internazionale in collaborazione con Rai Com. Prossimamente la serie sarà su Rai 1, HBO e TIMVISION.
giovedì 6 settembre 2018
Avanguardie, arte e rivoluzione
Da settembre focus sul '900, da Futurismo a Pop Art
Fonte:Ansa Cultura
di Marzia Apice
BOLOGNA - Saranno molte le mostre che a partire da settembre si concentreranno sulle avanguardie, dal Futurismo alla Pop Art, e sui loro protagonisti, documentandone la capacità di rivoluzionare l'arte e la cultura novecentesche sperimentando nella tecnica, nelle forme e nelle tematiche.
BOLOGNA - Gli eccessi, la mondanità e la trasgressione che quasi 40 anni fa resero effervescente il clima culturale e artistico nella Grande Mela, in un'incredibile esplosione di colori e forme, approdano nelle sale di Palazzo Albergati: è la mostra "Warhol and Friends. New York negli anni '80", in programma dal 29 settembre al 24 febbraio. In un percorso di 150 lavori, tra cui quelli di Jean-Michel Basquiat, Francesco Clemente, Keith Haring, Julian Schnabel e Jeff Koons, anche 36 opere e 38 polaroid di Warhol che in quegli anni realizzò alcuni tra i suoi cicli più interessanti come Shoes, Camouflage, Lenin, Vesuvius, Knives.
ROMA - Saranno circa 170 opere a delineare il ritratto del re della Pop Art americana: al Complesso del Vittoriano dal 3 ottobre la mostra "Andy Warhol" realizzata in occasione del novantesimo anniversario della nascita dell'artista. Il progetto vuole approfondire (anche attraverso le sue opere più iconiche, come Campbell's Soup del 1969, Ladies and Gentlemen del 1975 e i ritratti di grandi personaggi, come Marilyn del 1967 e Mao del 1972) la vita e la personalità geniale di un uomo che ha cambiato per sempre il mondo dell'arte, della musica, del cinema e della moda. Ancora al Vittoriano, dal 13 ottobre, un altro appuntamento con l'avanguardia statunitense: è la mostra "Pollock e la Scuola di New York", che presenta una selezione di alcune delle principali opere del Whitney Museum. Esposti circa 50 capolavori dell'action painting, tra cui il celebre Number 27, la grande tela di Pollock lunga oltre 3m, e altre opere di Mark Rothko, Willem de Kooning, Franz Kline.
MAMIANO DI TRAVERSETOLO (Pr) - La Fondazione Magnani-Rocca accoglierà nella sua sede di Villa dei Capolavori un grande tributo a Lichstenstein per evidenziare la grande influenza del suo lavoro su grafici, designer, pubblicitari ed altri artisti contemporanei. Allestita dall'8 settembre al 9 dicembre la mostra "Roy Lichtenstein e la Pop Art Americana" racconta la lunga carriera dell'artista, iniziata negli anni '50 e conclusasi con la scomparsa nel 1997, attraverso 80 opere.
MILANO - A 60 anni dalla scomparsa di uno dei più importanti e originali esponenti del Futurismo si apre alla Galleria Bottegantica la mostra "Giacomo Balla. Ricostruzione futurista dell'universo". Allestita dal 12 ottobre al 2 dicembre, l'esposizione si focalizza con particolare attenzione sull'attività di Balla nei settori delle arti applicate e dell'arredamento, e presenta circa 30 opere per documentare come l'artista sia riuscito a liberare e rinnovare il concetto di avanguardia, allargandolo oltre il confine dell'opera pittorica o scultorea. Sarà Palazzo Reale a rendere omaggio a uno dei più grandi artisti italiani del '900: dal 4 ottobre al 3 febbraio la mostra "Carlo Carrà" ricostruisce l'intero percorso artistico del maestro attraverso le varie fasi della sua carriera, dalle iniziali prove divisioniste all'approdo al Futurismo e alla Metafisica, dai dipinti ascrivibili ai cosiddetti 'valori plastici' ai paesaggi e alle nature morte degli anni '20, fino alle grandi composizioni di figura degli anni '30. Con 130 opere esposte, la mostra costituisce la più ampia e importante rassegna antologica mai realizzata su Carrà.
ALBA - L'immaginario fantastico dell'avanguardia anima la mostra "Dal nulla al sogno. Dada e Surrealismo dalla Collezione del Museo Boijmans Van Beuningen" dal 27 ottobre al 25 febbraio alla Fondazione Ferrero. Opere di grande impatto, alcune celeberrime perché copertine di volumi (di Man Ray, Magritte, Dalí, Max Ernst, etc.), compongono un percorso incentrato su tematiche simbolo (il caso, il brutto estetico, il sogno, l'inconscio, il rapporto con l'antico, il legame tra arte e ideologia) per evidenziare come la poetica nichilista del Dadaismo si distingua da quella più propositiva del Surrealismo.
Appunti di lettura di Ferdinando Bianco, medico
Ferdinando Bianco è nato
a Terzigno, in provincia di Napoli, ma ha svolto la
sua attività di medico, prima a Savoia di Lucania ed il restante ad Avigliano
in Basilicata. Ha due passioni, la frutta, meglio se colta dall'albero e che
mangia a iosa, ed il tennis, sport nel quale è particolarmente versatile, ma
essendo un uomo di scienza, e ' in costante studio della prospettiva
scientifica della problematica esistenziale, ovvero, chi siamo, da dove veniamo
e dove andiamo (il brodo primordiale). Da diversi anni dipinge con tecnica
mista e colori pigmentati e variamente assemblati. Ha un curriculum espositivo di
una certa importanza. Le sue opere possono essere visitate sul suo sito:
biancoferdopere.
Il dott.re Bianco è un accanito lettore di tutto ciò che fa accrescere la conoscenza, compito arduo se si è vissuti avviluppati nelle credenze della comunità. Per noi ha letto " L'illusione della conoscenza" degli studiosi Steven Sloman ePhilip Fernbach e che nelle righe successive prova a dare una breve sintesi della lettura, per introdurci alla tematica
Gli esseri umani hanno sviluppato società e tecnologie molto complesse, ma la maggior parte di noi non sa nemmeno come funziona una penna o una bicicletta. Com'è possibile che si sia ottenuto così tanto nonostante si comprenda così poco? Gli scienziati cognitivi Steven Sloman e Philip Fernbach sostengono che noi sopravviviamo e prosperiamo malgrado le carenze della nostra mente perché viviamo in una ricca comunità della conoscenza. La chiave della nostra intelligenza sta nelle persone e nelle cose intorno a noi. La natura intrinsecamente collettiva della conoscenza spiega perché spesso supponiamo di saperne di più rispetto a quanto effettivamente sappiamo e perché i metodi didattici e di management basati sul singolo individuo spesso falliscono. Ma le nostre menti collaborative ci permettono anche di fare cose incredibili. Questo libro sostiene che il vero genio può essere trovato nei modi in cui creiamo l'intelligenza usando la comunità che ci circonda.
Gli esseri umani hanno sviluppato società e tecnologie molto complesse, ma la maggior parte di noi non sa nemmeno come funziona una penna o una bicicletta. Com'è possibile che si sia ottenuto così tanto nonostante si comprenda così poco? Gli scienziati cognitivi Steven Sloman e Philip Fernbach sostengono che noi sopravviviamo e prosperiamo malgrado le carenze della nostra mente perché viviamo in una ricca comunità della conoscenza. La chiave della nostra intelligenza sta nelle persone e nelle cose intorno a noi. La natura intrinsecamente collettiva della conoscenza spiega perché spesso supponiamo di saperne di più rispetto a quanto effettivamente sappiamo e perché i metodi didattici e di management basati sul singolo individuo spesso falliscono. Ma le nostre menti collaborative ci permettono anche di fare cose incredibili. Questo libro sostiene che il vero genio può essere trovato nei modi in cui creiamo l'intelligenza usando la comunità che ci circonda.
Le credenze sono
difficili da cambiare perché sono avviluppate nei nostri valori, nella nostra
identità e sono condivise con la comunità in cui viviamo. In più, le credenze
che abbiamo nella nostra testa sono poche e spesso errate, modelli causali,
perché si sono andate strutturando in tempi e modi durante i quali, non solo
non eravamo dotati di conoscenze che consentissero una deliberata consapevolezza
ma propensi a costruzione di adeguate e sostenibili credenze. Si viveva periodi
di grande vulnerabilità che faceva il paio con una voglia di apprendere, per
migliorare ed affilare le proprie armi in un contesto afflitto e caratterizzato
da conoscenze sempre più complesse, nonché incontrollabili nel numero degli
ambiti e nella complessità e profondità dei contenuti e dalla turbolenza
esplosiva delle stesse. Cresciuti a pane e credenze, false, a scrocco e
disponibili quasi solo per noi ci siamo sempre ritirati nelle proprie stanze
affidandoci toto corde all’ illusione di conoscere le cose dal momento che la
comunità risponde in modo appropriato alle mie esigenze conoscitive specie se
le stesse sono spesso ridotte al lumicino. Demandiamo sempre di più agli altri,
intendendo per altri non solo i componenti la nostra comunità ma anche i mass
media e i dispositivi elettronici con tutto l’ambaradan ad essi connesso, non
ultimo gli audiolibri e i viaggi virtuali, ancora per fortuna non molto diffusi
in Italia ma già ben presenti all’estero. Qualche volta, si fa per dire, la
nostra comunità sbaglia e spesso noi, per l’ illusione della conoscenza che ci
guida non siamo neanche presi dal dubbio di tale sbaglio e non sentiamo neanche
il bisogno di verificare la nostra personale comprensione delle cose. E’ la
ricetta perfetta per un pensiero antiscientifico con tutto ciò che questo
comporta. Non a caso la rivista scientifica “Le Scienze” in occasione del suo
50* anniversario ha sentito il bisogno di dedicare a tale argomento tutta
una serie di articoli volti a giustificarne e glorificarne l’importanza,
incaricando Chiara Lalli, docente
alla “Sapienza” di Roma, insieme a Carlo Cattaneo, docente anche lui, il
compito di sviscerare in tutta la sua complessità, senza trascurare alcun
dettaglio il ruolo giocato dalla Scienza nello sviluppo armonico e funzionale
di una Società che intendesse fare della democrazia la sua cifra stilistica più
significativa. La conoscenza deliberata e scientifica alla fonte della vita,
dunque, la conclusione che deve sgorgare limpida e pulita dal bailamme delle
informazioni-imput con i quali il contesto sociale-politico reale subissa la
nostra comunità e noi stessi. E se prima si poteva pensare che all’origine del
disamore per la Scienza ci fosse solo un problema di colmare un deficit, alla
luce degli studi fatti in proposito si è capito che non è più un problema di
vuoto da colmare ma di acquisire la consapevolezza della necessità di un cambio
di paradigma, che se da un lato vede impegnati i ricercatori e con essi i
divulgatori scientifici a rivedere il loro modo di porgere la Scienza,
dall’altro vede la società tutta impegnata a incentivare la formazione di
credenze più scientifiche partendo, se il caso lo richiede, dalla
consapevolezza che si può sbagliare e che ci si deve sempre sentire impegnati a
rivedere le proprie conoscenze sulla base delle ultime conquiste della Scienza
stessa. Pena una deriva antiscientifica catastrofica per tutti perché si
diventa più vulnerabili e più manipolabili da possibili malintenzionati. Come
dire che il nostro rapporto con una conoscenza scientifica consapevole assume
un ruolo di primaria importanza per lo sviluppo armonico nostro e della nostra
comunità forse cominciando a considerare il dubbio che la nostra comunità possa
sbagliarsi in merito alla utilità della Scienza.
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