Pagine

mercoledì 9 marzo 2016

In “Ridotto? Si, ma che spasso” Luciano Capurro e Alessia Moio al Teatro Ridotto di Salerno


Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello

Penultimo spettacolo di “Che Comico 2015/2016” al Teatro Ridotto di Salerno, il 27 e 28 febbraio scorso. Ad esibirsi è Luciano Capurro in compagnia di Alessia Moio in “Ridotto? Si, ma che spasso”. Un tentativo, il suo, di distinguersi da una certa comicità, troppo a buon mercato, purtroppo imperante, oggi, con uno spettacolo di varietà, a difesa di un patrimonio culturale, in via di estinzione, che è quello del bel canto e del divertimento, senza mai scadere nella volgarità. Tale operazione presuppone capacità musicali ed un equilibrato gusto teatrale, doti che Luciano Capurro ha. A lui va riconosciuto lo sforzo notevole di  essere uno degli ultimi aedi di una forma teatrale quasi  estinta: il teatro di varietà, o teatro di arte varia, un genere di spettacolo  di carattere leggero nato alla fine del XIX secolo a Napoli come imitazione del Café-chantant francese. Plauso, dunque, incondizionato a tanta caparbietà e professionalità, quale quella mostrata da Luciano, pronipote di Giovanni Capurro, autore dei versi della celeberrima canzone " 'O sole mio", un inno cantato in tutto il mondo e dalla sua partner, Alessia Moio, apprezzata musicista, garbata show girl, dotata di un impianto vocale degno di fortune decisamente migliori.
Ad iniziare è Luciano con un breve prologo introduttivo, volto a chiarire le aspettative che spera di esaudire con lo spettacolo, per poi testimoniare di quale timbro di voce eccezionale è dotato. È poi la volta di Alessia che con fare ammiccante, ma discreto, suscita l'ilarità tra e con il pubblico, con lazzi, e doppi sensi, il tutto condito da una voce piacevole e ben impostata. E così, tra piacevoli canzoni dei tempi andati e sketch quasi familiari si trascorrono ore godibili di spettacolo e bella musica. Non mancano momenti di grande spessore musicale, quando, all’ennesimo bis, Luciano duetta sulle note del recente brano,” Il Volo”, portato al successo dal trio dei giovani cantanti al Festival di Sanremo, lo scorso anno. Si lascia il teatro a malincuore, lo spettacolo, ben assemblato, ha divertito il pubblico che, per una serata, ha rinunciato alla comicità corrente per godersi a pieno il vecchio varietà
 
Maria Serritiello
 
 

domenica 6 marzo 2016

40° anniversario della morte di Alfonso Gatto, iniziative fino a maggio

 
 

Fonte: in rete

Martedì 8 marzo un ricco programma in memoria del poeta salernitano

Ore 9.30, Cimitero: omaggio alla tomba del poeta

 Ore 11.00, Teatro Verdi: Toni Servillo legge Alfonso Gatto
 
Martedì 8 marzo sarà una giornata di celebrazioni in occasione dei quaranta anni dalla scomparsa di Alfonso Gatto. Il Comune di Salerno, con la collaborazione dell'Università di Salerno, delle fondazioni Alfonso Gatto e Casa del Contemporaneo, della Galleria Il Catalogo, e con il patrocinio della Regione Campania, promuove un ricco programma di iniziative per ricordare il grande poeta salernitano.
 
Si inizierà alle ore 9.30, presso il Cimitero Monumentale di Salerno, per un omaggio della città alla tomba del poeta. A seguire, alle ore 11.00, al Teatro Municipale Giuseppe Verdi, al termine di un momento musicale offerto dall' Orchestra Filarmonica del massimo teatro cittadino, il grande attore Toni Servillo leggerà le poesie di Alfonso Gatto.
Nelle settimane successive sono, poi, in programma incontri, convegni e pubblicazioni dedicati alla figura ed alla attività culturale del poeta salernitano. Nel mese di maggio, infine, su una parete dell'Istituto di Cultura Italiana a Parigi, sarà riprodotta una poesia di Alfonso Gatto dedicata alla Costiera Amalfitana.
 
Alfonso Gatto ((Salerno, 17 luglio 1909Orbetello, 8 marzo 1976) è stato un poeta e scrittore italiano

Fonte: wikipedia
 
La sua infanzia e la sua adolescenza furono piuttosto travagliate. Nella sua città natale, compì i primi studi al liceo classico, mostrandosi portato per le materie letterarie, in particolare l'italiano, e poco incline alla matematica. Al liceo si accorge di aver dentro di sé una passione poetica e letteraria.
Nel 1926 si iscrisse all'Università di Napoli che dovette tuttavia abbandonare qualche anno dopo a causa di difficoltà economiche. Alfonso Gatto al pari di molti poeti del tempo, come Montale e Quasimodo, non si laureò mai.
Si innamorò e poi sposò la figlia del suo professore di matematica, Agnese Jole Turco, con la quale, all'età di 21 anni, fuggì a Milano. Dal loro matrimonio nasceranno due figlie, Marina e Paola.
Nel capoluogo lombardo, dove risiederà dal maggio del 1934, tra i suoi amici più assidui vi sono Cesare Zavattini, Alessandro Tofanelli, Leonardo Sinisgalli, Orazio Napoli e Domenico Cantatore : frequenteranno insieme i caffè cittadini: di notte il "Savini" e nel pomeriggio "Le Tre Marie".
Da quel momento la sua vita fu piuttosto irrequieta e avventurosa, trascorsa come fu in continui spostamenti e nell'esercizio di molteplici lavori. Dapprima commesso di libreria, in seguito istitutore di collegio, correttore di bozze, giornalista, insegnante. Mentre ancora nel 1935 aveva partecipato ai Littoriali dell'artedei Gruppi universitari fascisti, già nel 1936, vene arrestato per antifascismo, e trascorse sei mesi nel carcere di San Vittore a Milano.
Durante quegli anni Gatto era stato collaboratore delle più innovatrici riviste e periodici di cultura letteraria (dall'Italia letteraria alla Rivista Letteratura a Circoli a Primato alla Ruota). Nel 1938 fondò, con la collaborazione di Vasco Pratolini la rivista Campo di Marte per commissione dell'editore Vallecchi, ma il periodico durò un solo anno. Fu comunque questa una esperienza significativa per il poeta che ebbe modo di cimentarsi nella letteratura militante di maggior impegno.
Campo di Marte era nato come quindicinale (il primo numero uscì il 1º agosto 1938) qualificato come periodico di azione letteraria e artistica e con l'intento di educare il pubblico a comprendere la produzione artistica in tutti i suoi generi. La rivista si ricollegava al cosiddetto ermetismo fiorentino.
Nel 1941 Gatto ricevette la nomina a ordinario di Letteratura italiana per "chiara fama" presso il Liceo Artistico di Bologna e iniziava anche una collaborazione alla rivista di Giuseppe Bottai, Primato, sulla quale venne pubblicando con continuità poesie e recensioni letterarie. Nel 1944, iscrittosi al PCI, iniziò a collaborare a Rinascita e dopo la liberazione di Milano nell'aprile 1945, L'Unità.
Fu poi inviato speciale de L'Unità assumendo una posizione di primo piano nella letteratura di ispirazione comunista. Nel 1951 si dimise dal partito e diventò un comunista "dissidente"]. Il poeta, nel 1946, incontrerà la donna più importante della sua vita, la pittrice triestina Graziana Pentich per la quale abbandonò la moglie e le figlie e da cui ebbe due figli, Teodoro e Leone. La vita del poeta sarà segnata nel 1963, dal dolore per la scomparsa di Teodoro, mentre Leone morirà soltanto tre mesi dopo la morte del poeta.
L'8 marzo del 1976 Gatto si trovava a Grosseto e si mise in viaggio per Roma su di una Mini Minor, alla cui guida si trovava Paola Maria Minucci. Nei pressi della Torba di Capalbio la macchina finì fuori strada e il poeta venne trasportato d'urgenza ad Orbetello dove, per via delle condizioni ormai critiche, fu caricato sull'ambulanza in direzione dell'Ospedale di Grosseto. Alfonso Gatto spirò alle ore 16:10 mentre si trovava ancora ad Orbetello].
È sepolto nel cimitero di Salerno. Sulla sua tomba, che ha un macigno per lastrone, è inciso il commiato funebre dell'amico Eugenio Montale:

                            « Ad Alfonso Gatto
                              per cui vita e poesie
                         furono un'unica testimonianza
                                     d'amore »


 
 
 

sabato 5 marzo 2016

l'8 marzo al C.C.C. L. Francavilla di Salerno si celebra così


Non la solita festa, niente spogliarelli, niente musica assordante: spazio al dibattito, all'eleganza e alla libera espressione dell'arte... a noi piace festeggiarlo così l'8 marzo! E voi?

 

Il Teatro Novanta di Salerno presenta Gambrinus 1900, il 1 aprile prossimo



Fonte :Teatro Novanta

Il Gambrinus, a Napoli, nel primo ‘900, non fu un semplice Caffè: fu luogo di cultura nel quale si ritrovavano gli intellettuali dell'epoca. Tra questi spiccava Salvatore Di Giacomo.
È lui il protagonista del nostro spettacolo, insieme agli artisti che gli gravitavano intorno, i componimenti musicali della città di Napoli, gli aneddoti sulle melodie partenopee e la “salernitanità” di Di Giacomo, legato alla giovane Elisa Avigliano di Nocera Inferiore.
Rivivi le atmosfere del Gambrinus, dal foyer fino al palco. Per info e prenotazioni: 089/28.53.879, 327/3690298 o info@teatronovanta.it.

 
 

giovedì 3 marzo 2016

A Salerno si è conclusa la seconda edizione de “Le Notti di Barliario”





                                                ( Selfie con Margherita Oggero)

Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello

Sostenuta dalla fondazione Carisal, si è tenuta a Salerno il 26 e 27 febbraio, la seconda edizione de "Le notti di Barliario", la rassegna di giallo e di noir, ideata dal "Porto delle nebbie", Presidente Piera Carlomagno, giornalista e scrittrice e vice Presidente Brunella Caputo, attrice e regista. A pieno titolo la rassegna salernitana si colloca tra le più importanti manifestazioni che riguardano un genere letterario che, sempre più, ottiene consensi su di un vasto pubblico. Eventi similari li troviamo in Garfagnana, a Latina, a Pistoia e sparsi in altre parti della penisola. Ad essere presenti in città, giunti da Londra, Torino, Pistoia, Roma, Reggio Calabria sei scrittori e due critici. Gli incontri si sono svolti coinvolgendo anche gli allievi dei due istituti scolastici cittadini: il liceo classico " TorquatoTasso" ed il liceo classico " Francesco De Sanctis". Un programma serrato di conferenze, di conversazioni, approfondimenti, un percorso guidato sulle tracce di Baliario e redding teatralizzati, che riesce ad interessare ed a coinvolgere tutti anche in maniera conviviale attraverso aperitivi con gli stessi scrittori.


Interessante l'incontro di venerdì 26 febbraio, tenutosi al Piccolo Teatro del Giullare, di Via Incagliati, dove gli scrittori: Luca Martinelli, Margherita Oggero, Enrico Pandiani, Piergiorgio Pulixi hanno seguito un redding teatralizzato, tratto dai loro testi, con Brunella Caputo, Teresa Di Florio e Concita De Luca. La voce di Davide Curzio, bellissima, giunta a noi dal Brasile ne ha letto i titoli, mentre Virna Prescenzo ha avvolto le parole, nella sua selezione musicale. Gli autori intervistati da un simpaticissimo Luca Crovi, in affanno per il ritardo accumulato da Napoli fino a Salerno, ma lucido e competente nel tenere il filo della discussione, hanno svelato cosa sta dietro alla loro creatività.

Perché la rassegna abbia il nome di Barliario è presto detto e si riferisce alla figura leggendaria, nata a Salerno, del medico e alchimista e studioso di testi di magia della tradizione araba. Di lui si racconta che, in breve tempo e grazie ad un patto col diavolo, divenne un potente stregone, tanto da far innamorare di sé le donne più belle, grazie a degli speciali filtri magici. L’opera più celebre di Barliario, però, fu la costruzione, in una sola notte di tempesta e con l'aiuto dei demoni, dell'acquedotto romano, tutt’ora esistente, detto appunto il “Ponte dei diavoli”.

Maria Serritiello
 
 

 

Popolo e Tammurriata 2016 al Mumble-Rumble di Salerno




Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello


Popolo e Tammurriata 2016 al  Mumble-Rum di Salerno

 L'ottava edizione della rassegna di musica popolare, Popolo e Tammurriata, quest'anno si è svolta presso il circolo ARCI Mumble-Rumble nella zona orientale della città, nei giorni 26-27-28 febbraio. Antonio Giordano della Compagnia Daltrocanto è il fautore e l’animatore di questa grande kermesse di musica che affonda le sue radici nella tradizione popolare e che raccoglie artisti, di grande talento, provenienti da ogni parte d'Italia. La serata del 26 ha inizio con le Zampogne di Ricigliano ed un’esibizione di grande caratura di Dario Sansone dei Foja. I Foja, insieme dal 2006, sono un gruppo di quattro musicisti napoletani, Ennio Frongillo (chitarra), Gianni Schiattarella (batteria) e Giuliano Falcone (basso) che già dal nome lasciano intuire il loro spirito, la foja, infatti, in italiano foga, è qualcosa che brucia dentro, che infervora l’anima. 

Oltre la musica anche le parole sono state protagoniste nella prima serata, significative e piene di contenuti quelle di Piervito Grisu, cantastorie Raggamuffin, già noto al grande pubblico, come leader della storica band underground dei “Paranza Vibes”, sull'uso del dialetto non solo nella musica popolare. La conclusione a cui si perviene è che il dialetto per la sua sonorità ancestrale arriva dritto al cuore delle persone. Ma Popolo e Tammurriata è musica che tocca le corde più emozionali, è suono di strumenti particolari come organetti, ciaramelle, zampogne e tammorre che coinvolgono la folla che è là per ascoltare coloro che a turno si esibiscono, ma anche per ballare sulle note popolari ed è per questo che la manifestazione ha un particolare calore che non si trova in altre parti.

Tanti, in tre sere, i concerti, spettacolare quello di Sancto Ianne, gruppo di neo-folk d'autore, nato nel 1992 a San Giovanni di Ceppaloni e la jam session degli ‎Amarimai, provenienti da Viggiano, per citarne alcuni. Da sottolineare la bella esibizione di Vincenzo Romano, erede, a pieno titolo, del compianto Franco Tiano, il principe della tradizione della Madonna delle Galline di Pagani. Una tre giorni di Popolo e Tammurriata per mantenere viva la tradizione e per incontrare suoni, colori, profumi e sapori, in un unico coinvolgimento, quello della tammurriata collettiva a conclusione delle tre serate. Sono appena spenti i suoni e già si avverte la nostalgia del calore di queste tre belle serate, all’insegna sì della musica ma anche della fratellanza e l’amicizia. Bisognerà attendere un anno e poi di nuovo il suono popolare avvolgerà tutti coloro che amano questo genere, che è la nostra radice.

Maria Serritiello
 

martedì 1 marzo 2016

Prima Guida Turistica di Salerno In English di Mario Papa







Fonte: F.B.

Giovedì 3 marzo alle 10 conferenza stampa di presentazione nella Sala del Gonfalone del Comune
Sarà presentata giovedì 3 marzo alle 10, nella Sala del Gonfalone del Comune di Salerno, la prima guida turistica in lingua inglese di Salerno: “A Guide In English”, ideata e realizzata dal professor Mario Papa, edita dalla casa editrice EdiSud. L’opera, composta da otto itinerari diversi, guiderà i turis...ti stranieri alla scoperta delle bellezze della città. La grafica è curata con immagini ed arricchita da un’utile mappa del capoluogo campano.
“Ormai Salerno – commenta l’Autore - è parte di una rete turistica internazionale. Ho deciso di scrivere questa guida per essere di supporto ai tanti visitatori provenienti da tutto il mondo. Perché, prima di questa, non esisteva alcuna guida della città, che non fosse in lingua italiana”.
Alla conferenza stampa, oltre all’Autore Mario Papa, interverranno il Sindaco f.f. di Salerno, Vincenzo Napoli, l'Assessore alla Cultura, Ermanno Guerra, il Presidente del Consiglio Comunale, Antonio D'Alessio ed il giornalista Nico Casale.