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sabato 9 settembre 2023

Diciamo addio a Domenico De Masi

 


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raccolte da Maria Serritiello

Domenico De Masi (Rotello1º febbraio 1938 – Roma9 settembre 2023) è stato un sociologo italiano. È stato professore emerito di Sociologia del lavoro presso l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" di Roma, dove è stato anche preside della facoltà di Scienze della comunicazione.

Come studioso, insegnante, ricercatore e consulente il suo interesse è rivolto alla sociologia del lavoro e delle organizzazioni, alla società postindustriale, allo sviluppo e al sottosviluppo, ai sistemi urbani, alla creatività, al tempo libero, ai metodi e alle tecniche della ricerca sociale con particolare riguardo alle indagini previsional.


Frequenta il liceo classico a Caserta e poi, per gli studi universitari, si trasferisce a Perugia, dove si laurea nel 1960 in Giurisprudenza, con una tesi di Storia del diritto. Si specializza in Sociologia del lavoro a Parigi.

A Napoli inizia la carriera universitaria come assistente di sociologia all’Università Federico II. Contemporaneamente è anche ricercatore presso il centro studi “Nord e Sud” diretto da Giuseppe Galasso, dove svolge una ricerca sui gruppi informali e sui sindacati presso l’Italsider di Bagnoli (Napoli). In questo periodo collabora anche con la rivista “Nord e Sud” diretta da Francesco Compagna.

Si trasferisce a Milano dove lavora fino al 1966 presso la società CMF del gruppo IRI-Finsider, come responsabile della selezione e della formazione e coordina l’avviamento di due nuovi stabilimenti a Dalmine e a Livorno. Per questo la CMF ottenne il premio della Comunità Europea come migliore operazione organizzativa dell’anno. A Milano collabora alla fondazione dell’Associazione Italiana Formatori (AIF) di cui successivamente è stato presidente[2] e ne ha diretto la rivista “FOR”.

Dal 1966 si trasferisce a Roma per lavorare come docente e consulente di Sociologia del lavoro presso l’IFAP, Centro Iri per lo studio delle funzioni direttive aziendali, presieduto prima da Giuseppe Glisenti, poi da Pasquale Saraceno. Dal 1966 al 1979 sarà docente di Sociologia industriale e poi dirigente presso l’IFAP.

Dal 1961 si dedica all'insegnamento: inizialmente come assistente alla Cattedra di Sociologia generale presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II, poi (1968) quale professore di Sociologia del lavoro presso l'Università di Sassari, quindi professore di Sociologia generale nel periodo 1971-73 presso l’Università degli Studi di Napoli "L'Orientale", dal 1974 al 1977 come professore di Metodi e tecniche della Ricerca Sociale nuovamente alla Federico II e infine, dal 1977, presso "La Sapienza" di Roma, nella quale ha ricoperto diversi incarichi, tra i quali Preside della Facoltà di Scienze della comunicazione.

Dal 1978 al 2000 ha fondato e diretto la S3.Studium, scuola triennale di specializzazione post laurea in scienze organizzative, per supplire alla mancanza di master universitari. La Scuola, senza scopi di lucro, si occupa della formazione di post laureati, oltre a partecipare a discussioni sul tema della Sociologia del lavoro e delle relative organizzazioni in Italia per mezzo di seminari, convegni, rassegne, mostre, riviste e libri collettivi.

Quando, nel 2000, l’ordinamento universitario ha istituito i master universitari, ha organizzato presso la Facoltà di Scienze della comunicazione, di cui era Preside, il “Master in Comunicazione e Organizzazione”. In questo impegno, è stato coadiuvato dall’ex-allievo Calogero Catania. Quell'anno la S3.Studium si è trasformata in società di consulenza, ricerca, comunicazione, editoria e formazione, rivolta soprattutto al mondo manageriale.

Nel 1989, insieme alle sociologhe Delia Zingarelli e Giovanna Scarpitti, fonda la società di consulenza S3Acta SrL.

A partire dal 1998 la S3.Studium ha pubblicato la rivista Next. Strumenti per l’innovazione, ideata e diretta dal sociologo e illustrata da Franco Maria Ricci. Accanto alla rivista, la S3 ha pubblicato con l’editore Guerini anche una collana di studi e ricerche.

Nel 1995 ha fondato, per poi diventarne presidente, la SIT, Società Italiana Telelavoro, che per dieci anni si è occupata in Italia di diffusione e regolamentazione del lavoro destrutturato, associando a tale scopo le parti interessate (aziende, sindacati, manager pubblici e privati) in indagini e benchmarking sulla sua adozione, sul suo rifiuto e sui suoi vantaggi e svantaggi. Ogni anno ha organizzato una giornata nazionale del telelavoro in cui si è fatto il punto sulla situazione generale e associativa.

Numerosi suoi libri sono tradotti in portoghese, il suo pensiero[3][4] è molto studiato e diffuso in Brasile. In oltre trenta anni, durante i quali ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Rio de Janeiro, è stato consulente di Sebrae (Servizio brasiliano di supporto alle piccole e medie imprese), per lo Stato di Santa Catarina e per la Rete Globo. Ha svolto ricerche sulla cultura brasiliana per conto proprio, per il Sebrae sull’artigianato, per lo Stato di Santa Catarina sulla moda. Queste esperienze hanno prodotto negli anni 2000 i lavori Cara Brasileira (2002), O futuro da Moda de Santa Catarina (2008) e Caminhos da cultura no Brasil (2015).

Ha tenuto inoltre conferenze e seminari in istituzioni ufficiali (quali il Senado Federal e l’Ambasciata d'Italia a Brasilia), università (a titolo di esempio la Fundação Getúlio Vargas) e aziende (FIAT di Belo Horizonte).

Impegno civile e politico

Parallelamente all'impegno professionale nell'Università e nella S3.Studium, ha portato avanti numerosi impegni no profit:

Diversi i suoi legami con il comune campano: a Ravello è stato assessore alla cultura e al turismo nel periodo 1994-95, vi ha fondato e diretto per quattro anni la Scuola Internazionale di Management Culturale per la professionalizzazione dei neolaureati in organizzazione di eventi e per due mandati, dal 2002 al 2010, è stato presidente della Fondazione Ravello[8], rilanciando il Ravello Festival e spendendosi per la realizzazione dell'Auditorium Oscar Niemeyer, il cui progetto era stato donato dall'omonimo architetto brasiliano.


Due volte sposato, dal primo matrimonio sono nate due figlie.




 



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