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venerdì 4 agosto 2023

Con: “Vi presento Matilde Neruda” per la Regia di Sebastiano Somma, si sono conclusi i Concerti d’estate di Villa Guariglia, 26 esima edizione.

 


Fonte : www.lapilli.eu

di Maria Serritiello


8 anni per ritornare di nuovo a Villa Guariglia, dove sono nati, senza però dimenticare i luoghi che in questi anni hanno ospitato, ben volentieri, la pregevolezza dei concerti, con la durata dal 4 luglio al 2 agosto. L’ Area Archeologica di Fratte si è più volte animata per diffondere, in egual misura ora musica, ora teatro ed ora canto. Un programma fatto di artisti prestigiosi, che con grande cura, Tonia Wilburger, da 26 anni mette a segno senza mai sbagliare un’edizione. Con grande capacità manageriale unita ad una passione che letteralmente la divora, riesce a superare ostacoli, impedimenti, burocrazia, imprevisti ed avversità. Coadiuvata da Patrocini: Provincia di Salerno, Comune di Salerno, Comune di Vietri sul Mare e sostegni dal Conservatorio di Musica Giuseppe Martucci di Salerno, Camera di Commercio, C. L. A, A, I, Imprese, Coldiretti Salerno, Fondazione della Comunità Salernitana, Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana, Acli.

Per Sebastiano Somma l’area archeologica è stracolma, già 8 anni fa è stato presente nell’area etrusca con un altro spettacolo: Lucio incontra Lucio ed anche quella volta fu successo. Si giunge nell’area di Fratte, piacevolmente discosta dalla city, riuscendo anche a parcheggiare senza tanti giri, spinti dall’area afosa, di questa estate infuocata e sull’onda del ricordo di Massimo Troisi, che con il suo ultimo e straordinario film ‘Il Postino’ ci ha fatto conoscere o riscoprire la carnalità delle poesie di Pablo Neruda. E ad apertura di spettacolo, è proprio la poesia “Nuda” a richiamare le immagini del film, dove un Troisi, scarno ed affaticato, la recita, emozionandosi. Lo spettacolo prende il via alternando stralci di vita di Neruda, con musica, canto e danza. Sapremo del suo incontro con Matilde Urrutia, una cantante e scrittrice cilena, del loro folle amore, lui un uomo sposato, alla sua terza ed importante storia d’amore. Non è sempre stato facile stare insieme, Neruda, infatti era ancora legato alla seconda moglie, Delia del Carril, quando incrocia Matilde, per cui i loro incontri clandestini furono vissuti tra Berlino, Nyon, Roma e nel paradiso dell’isola di Capri, dove i due amanti si sposarono simbolicamente, uniti dalla luna, ma è solo nel 1966 che si uniranno in matrimonio civilmente, per iniziare a vivere a pieno il loro amore. All’interno della storia, c’è anche il golpe del generale Pinochet e la morte del poeta, seguita di poco e non prima di essersi rammaricato, perché svaniti i sogni di democrazia e di libertà. La musica che ha accompagnato l’atto finale dello spettacolo, segno che Il Postino, è stata l’idea ispiratrice dello spettacolo, è proprio il tema centrale del film, scritto da Luis Bacalov, Oscar 1996.  Mi piace, qui, ricordare, che la musica del film è stata scritta, sì, da Luis Bacalov, ma in collaborazione con i nostri musicisti italiani Sergio Endrigo e Riccardo del Turco, una sentenza del tribunale ne attesta la certezza.

 Lo spettacolo in sé poteva essere eccezionale, per la passione di cui si occupa e cioè del grande amore tra Pablo Neruda e Matilde Urrutia, ma non è andato al di là della sola sufficienza, per non aver dato corpo al tormento amoroso dei due amanti; non si è avvertito il loro pulsare, né hanno fatto sentire il loro sangue scorrere nelle vene, eh sì che Neruda ne ha scritti di versi passionali. Una regia scolastica, dunque, una recitazione disinvolta quella di Sebastiano Somma e Morgana Forcella e senza stravolgere i canoni dell’emozione. Il bravissimo attore, interprete di tante Fiction di successo, beniamino del pubblico, non solo femminile, indubbia è la sua beltade, si è espresso con avarizia e senza convinzione, trascinando con sé anche la moglie Morgana Forcella, ovvero l’appassionata, nella realtà di Pablo Neruda, Matilde Urrutia. Anche gli stacchi dei ballerini, Enzo Pedulano e Francesca Accietto, che dovevano rafforzare la passione del racconto, sono stati troppi, interrompendo più volte il ritmo del recitato, con un’inutile ripetitività. Il canto di Emilia Zamuner, è stato l’unico ad incidere passione.

Maria Serritiello

www.lapili.eu  


          


  


 


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