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sabato 30 maggio 2015

Un itinerario turistico a Salerno

Cercando notizie mi sono imbattuta in questa descrizione di Salerno, mi è sembrato opportuno riportarla. Le voci che giungono sulla mia città, per pluralismo di scrittura, le accolgo ben volentieri, di mio ho aggiunto due filmati, per esaltarne l'appartenenza che sento fortissima
                                                          (Maria Serritiello)
 
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Un itinerario turistico a Salerno
Fonte La Bussola e il diario
di Claudia Boccini
 
Quando qualche giorno fa ho raccontato ad amici e colleghi che avremmo trascorso un fine settimana a Salerno, i più mi hanno guardato con aria interrogativa: come, a Salerno? E che ci vai a fare, a Salerno? Questi sono solo alcuni dei motivi per cui Salerno è una valida meta turistica:
  • è una città grande abbastanza per non essere noiosa ma non così tanto da perdere la propria personalità;
  •  è facile trovare ritmi lenti, rilassati e fondamentalmente più umani;
  • da Roma si raggiunge velocemente con il treno (e noi con Italo abbiamo speso 25€ a testa per il viaggio di andata e ritorno) e la stazione ferroviaria è proprio nel centro della città;
  • se si alloggia nel centro storico (noi siamo stati al B&B Al Corso) la macchina è totalmente inutile; se poi volete spostarvi lungo la costa, potete utilizzare i funzionali mezzi pubblici, il treno o anche noleggiare una bici o uno scooter;
  • il costo della vita (leggi: alloggio, caffè, brioches, pizze, pasti al ristorante, aperitivi, gelati) è lievemente più basso che nelle città grandi;
  • e poi – ma questo è un motivo importante solo per noi :) –  è la città dove è nato Francesco, che ci ha però vissuto solo tre anni, tant’è che non ricordava nulla della città, tranne i delfini della fontana di Piazza Campo!
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Per troppi Salerno è solo una città a sud di Napoli e a nord di Paestum e del Cilento, tappa quasi obbligata  per raggiungere la ben più nota e blasonata Costiera Amalfitana. Una sobria città di mare che (per fortuna!) non appare spesso sulle pagine di cronaca. Lo stesso portale turistico del Comune, che dovrebbe essere il primo “biglietto da visita” di presentazione della città, è fin troppo tranquillo, senza effetti speciali, senza nemmeno un link ad una pagina Facebook e tanto meno ad un account Twitter o ad altri portali di informazione turistica. Difficile essere attratti da un sito che si presenta in una veste che più istituzionale di così si muore e che nella scarna versione in inglese si limita a fornire qualche cenno sulla storia cittadina e sui monumenti principali. Come se Salerno non volesse pubblicità o non ne avesse bisogno. Perché Salerno è una città che non urla, non strepita, non promette effetti speciali e men che meno vuol vendere mercanzie esotiche spacciandole per preziose. Salerno è una città colta, dove da sempre lo studio e la promozione del sapere sono tenuti in grande conto (ancora oggi l’Università di Salerno-Fisciano è considerata una delle migliori d’Italia), la qualità della vita è buona se non ottima, i ritmi ancora a misura d’uomo e la partecipazione collettiva alla vita cittadina  elevata.
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Un po’ come accade a tante altre città minori d’Italia, sembra quasi che Salerno abbia quasi timore di mettersi in mostra, di “vendersi” ad un turismo votato all’eccesso, amante delle visite mordi e fuggi che servono solo a mettere un segno di spunta sul planisfero, non a comprendere l’essenza di un luogo. Se arrivate a Salerno con il treno, percorrendo Corso Vittorio Emanuele fino ad arrivare nella città si compie un percorso a ritroso nel tempo: man mano che ci si addentra nel cuore della città  i palazzi moderni della metà del Novecento vengono sostituiti dalle abitazioni ottocentesche e settecentesche, a loro volta edificate su fondamenta normanne, longobarde, romane e perfino etrusche. E, a differenza di tante altre città italiane, non solo del sud, è una città incredibilmente pulita: vie, piazze e strade del centro storico, nonostante siano prese d’assalto per le rituali “vasche” (*) pomeridiane e serali, al mattino tornano libere da qualsivoglia minimo rifiuto (a proposito: lo sapete che Salerno è una delle città più riciclone d’Italia e che negli anni scorsi, mentre Napoli e gran parte della Campania soggiaceva alla “munnezza“, Salerno non venne coinvolta per nulla?).
(*) vasche: termine che indica l’abitudine di percorrere ripetutamente il corso cittadino o le vie principali in una sorta di passerella.
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Salerno vecchia è città bellissima e struggente, fatta di vicoli in cui il senso dell’orientamento fa fatica a trovare punti immediati di riferimento, le case mostrano con dignità estrema i segni inflitti dal tempo e nelle piazzette e nei cortili che si aprono improvvisi risuona il suono armonioso del dialetto. Le tante botteghe ottocentesche che si aprono lungo la bella Via dei Mercanti, la spina dorsale della Salerno vecchia, hanno modanature in legno e ferro che sono arrivate intatte fino a noi e la identificano come una città da sempre  mercantile.
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Ci sono bei negozi, a Salerno, non solo quelli globalizzati oramai presenti in tutta Euopa: pasticcerie da golosità estrema, antiche botteghe di merceria, sartorie artigianali, rivendite di cappelli di paglia, negozi di antiquariato. Non potrebbe essere altrimenti, perché gli abitanti di Salerno sono eleganti, di una eleganza innata che va oltre l’abito, fatta di consapevolezza del valore proprio.
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A proposito di carattere dei salernitani: sono aperti, disponibili, ironici e  loquaci quanto basta per far apprezzare il suono del loro accento morbido, distante dalle asperità che talvolta il  dialetto napoletano si porta dietro. Se ad un salernitano chiedete un’informazione per raggiungere una meta turistica, si farà in quattro (ma anche in otto) per cercare di aiutarvi: spesso e volentieri vi accompagnerà di persona e nel frattempo vi racconterà storia, vita, morte e miracoli della città, felice di far apprezzare la sua città a chi viene da lontano e mostra interesse per i suoi trascorsi di regno longobardo. Il rapporto di Salerno con la sua storia remota è continuo, visibile:sul Monte Bonadies che domina Salerno ci sono ancora i resti del Castello di Arechi II, nobile longobardo sceso dal nord Italia per assumere il titolo di duca di Benevento e che, a seguito della la sconfitta dei longobardi ad opera di Carlo Magno, trasferì la sua corte a Salerno, inaugurando un periodo di eccezionale di prosperità della città, in cui le arti ebbero grande sviluppo.
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Grande fama avevano i giuristi di Salerno ma ancor più la Scuola Medica: fondata nel IX secolo e giunta al suo massimo splendore nel XIII secolo, richiamava medici ed allievi dai Paesi del Nord Europa e del bacino del Mediterraneo e vi erano ammessi sia uomini che donne –  la più famosa medichessa fu senz’altro Trotula – che seguivano quello che potrebbe essere definito il precursore dei corsi di laurea in medicina gli allievi della Scuola si impegnavano nello studio della logica per 3 anni e quindi  della chirurgia e dell’anatomia per 5 anni ed erano obbligati ad un anno di tirocinio con un medico esperto prima di sottoporsi ad un esame finale dinanzi al Collegio Medico. Non molto diverso dal corso di studi che ancora oggi segue un futuro medico, no?
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Legata alla tradizione fitoterapica, la città di Salerno ancora oggi da molto valore al verde pubblico ed ai giardini botanici: uno fra tutti è la Villa Comunale, oasi di essenze arboree mediterranee ed esotiche ma ugualmente molto interessanti sono il Parco del Mercatello con la collezione di piante grasse ed il Giardino della Minerva, un giardino dei semplici di rara bellezza (lo abbiamo visitato e ve ne parliamo a breve).
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Durante il week-end in cui siamo stati a Salerno (16-17 maggio 2015)  si svolgeva la manifestazione “Salerno porte aperte”: palazzi, chiese e monumenti sono stati “adottati” dalle scuole cittadine – dalle elementari agli istituti superiori – i cui allievi si sono trasformati in guide e ciceroni: è stata una piacevolissima esperienza, in cui il bello proprio della città campana si è unito al grandissimo entusiasmo (e, va detto, alla grande competenza) dei giovani ciceroni,  spesso emozionati ma sempre orgogliosi. La visita della Pinacoteca provinciale non sarebbe stata la stessa senza l’appassionato racconto degli allievi dell’Istituto tecnico “B. Focaccia”, i Giardini della Minerva ci sono apparsi ancor più belli grazie alla presenza dei bambini della scuola primaria dell’Istituto  Comprensivo “Ogliara” ed alle interessanti notizie che ci hanno fornito i giovani studenti del Liceo Scientifico “Da Procida” mentre un grande grazie va agli allievi della scuola secondaria di I° grado “Rita Levi Montalcini”, che ci hanno accompagnati a conoscere la Chiesa di Santa Lucia De Judaica e quello che una volta era l’antico Ghetto di Salerno.
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Cosa vedere, quindi, a Salerno? E quanto tempo è necessario per conoscere almeno un po’ la città?
Per fare le cose con calma, regalandosi anche una lunga e piacevole passeggiata sul Lungomare ed una (immancabile!) sessione di shopping, sono necessari almeno un paio di giorni: molti di più se volete approfittarne per visitare i dintorni (la Costiera Amalfitana, appunto e poi il Cilento). Di seguito, alcuni dei luoghi turistici e culturali più interessanti della città:
  • il Duomo, fondato su iniziativa di Roberto il Guiscardo nell’XI° secolo, è preceduto da un porticato ed affiancato dall’alto campanile. All’interno sono da vedere gli amboni del XII secolo, caratterizzati da sculture e decori musivi con tessere variopinte. Nel Duomo di Salerno vi è la tomba di Papa Gregorio VII, unico pontefice a non essere sepolto nelle cripte vaticane e il reliquiario con il braccio di San Matteo, a cui la cattedrale è dedicata (Piazza Alfano I, aperta 10-18);
  • il Castello di Arechi, edificato nell’VIII° secolo dal principe longobardo Arechi II (Via Croce – aperto dalle 9.00 alle 14.00 e dalle 16.00 fino ad un’ora prima del tramonto);
  • Palazzo Pinto e la Pinacoteca provinciale, con raccolta di tele della scuola salernitana che abbracciano un periodo che va dal rinascimento al primo novecento; di particolare rilievo le tele del Solimena e della sua scuola. Gli ambienti spesso accolgono mostre temporanee di artisti contemporanei. (Via dei Mercanti, 63 , aperta dal martedì al sabato 9-13 e 16-19; la domenica 9-13.30);
  • il Museo archeologico provinciale, con la raccolta dei reperti archeologici dalla preistoria all’età romana rinvenuti nella provincia di Salerno  e l’esposizione dei manufatti della necropoli etrusca di Fratte (Via San Benedetto 28, aperto martedì-domenica ore 9.00-19.30);
  • Piazza Campo e la fontana dei pesci del Vanvitelli, uno scorcio della Salerno storica, quasi una cartolina tridimensionale;
  • il Museo Diocesano, con opere che abbracciano il periodo che vanno dal medioevo fino al XX secolo. Di rilievo, la collezione di 67 tavolette d’avorio  istoriate con scene bibliche e la collezione numismatica con monete della Zecca di Salerno;
  • il Complesso di San Pietro a Corte,  Chiesa ed insediamenti ipogei: qui il principe Arechi II aveva il suo palazzo, la sua corte e da qui governava i suoi territori. E’ un insieme stratificato di edifici, le fondamenta inglobano un complesso termale di epoca romana poi trasformato in sepolcreto (il complesso è aperto dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 13.00 ed il lunedì dalle 15.00 alle 18.00. Possibilità di visite guidate a cura di volontari del Gruppo archeologico di Salerno);
  • la Chiesa di San Giorgio, il cui insediamento originario risale al IX° secolo, fu parte del convento delle benedettine. Oggi ha un impianto barocco, su progetto del Sanfelice. Importanti e scenografici gli affreschi del Solimena (Via Duomo, 19; aperta dalle 9.30 alle 12.30 e la domenica in occasione di funzioni religiose);
  • la “via della poesia” ovvero vicolo San Bonosio, affrescato con le liriche ermetiche di Alfonso Gatto, poeta contemporaneo nato a Salerno;
  • il Giardino della Minerva, una serie di terrazzamenti da cui si ha una magnifica vista sul Golfo di Salerno. Il Giardino è l’elogio tangibile alla Scuola medica salernitana ed alla sua conoscenza delle virtù erboristiche;
  • il cantiere della stazione marittima, su progetto dell’archistar Zaha Hadid: si intravede la sagoma di quello che diventerà il centro del porto turistico, un edificio che ricorda le linee di un’imbarcazione pronta a salpare.
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1 commento:

  1. Ciao, scusami se mi permetto ma non va per niente bene "copincollare" i post altrui completamente... sia per un problema legale di copyright che di visibilità sui motori di ricerca. Ti chiedo di limitare la citazione, virgolettandola e trasformandola in carattere corsivo, solo ad un paio di righe del mio post e per il resto mettere un link al mio articolo? Grazie

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