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domenica 14 ottobre 2012

"Settimo"l'ultimo romanzo poliziesco di Paolo D'Amato



FONTE:WWW.LAPILLI.EU
DI MARIA SERRITIELLO

"Settimo" è un romanzo poliziesco, quarto libro scritto da Paolo D'Amato e dopo "Tempo", del 2008 e "Via delle Tofane" del 2010. Ciò che da subito incuriosisce è il titolo del libro "Settimo", ma dopo la lettura di qualche pagina se ne comprende il perché ed è una piacevole scoperta, una felice intuizione dell'autore. La trama è semplice e ben costruita, il morto ammazzato lo si trova appena si sfoglia la prima di 145 pagine. Il libro ha una veste grafica interessante, infatti la copertina è un originalissimo scatto fotografico che ritrae i sontuosi portici del Palazzo di Città, di epoca fascista, dove ha sede il Comune di Salerno. Dal che s'intuisce  che il romanzo è ambientato nella città natale dell'autore e che della lettura ne comprendiamo bene i riferimenti, i luoghi, i fatti, e i personaggi, come si comprende ancor più la familiarità  del narrare, quasi un racconto di quartiere, quello che passa di bocca in bocca, prima sussurrato e poi più audace e con aggiunte, man mano che il cerchio si allarga. Il vero piacere del giallo è quello di conoscere i luoghi fisici di Salerno, quasi che il fatto non sia nato dalla penna di Paolo D'Amato ma da una cronaca vera e cittadina, una storia raccontata e da sempre ascoltata.
L'autore amministra con maestria sia il fatto di sangue che la strategia della tensione, tanto che appena essa si eleva, l'interrompe e la lega a riferimenti storici, labili ricordi negli abitanti. Oppure distrae l'attenzione dall'indagine, rivelando fatti personali del commissario Settimo, memorie a cui lui stesso si abbandona compiaciuto molto spesso. Scopriamo così che il suo essere introverso e solitario ha una ragione lontana, fissata nella sua infanzia, che il desiderio di avere un padre, il suo è meglio dimenticarlo, lo conduce all'affetto riconoscente verso "Don Alfonso", ormai non più un estraneo. Nel delineare i personaggi e l'ambiente fisico, dove si svolgono tutte le azioni del romanzo giallo, l'autore rileva, con buona conoscenza, tutte le variazioni della città ma si fa forte anche di conferme, che vanno dal lungomare, sempre lo stesso, fino  ai vicoli che s' inerpicano all'Umberto I,  meglio conosciuto come "'O  Serraglio". Già il "Serraglio", ovvero l'orfanatrofio, nel quale molti bambini salernitani, nel dopo guerra principalmente, ma anche in seguito, hanno vissuto, scampando alla fame e all'abbandono della famiglia,  tra cui il commissario e la sorella, alla morte della madre. Così "Don Alfonso", la figura buona che aiuta i due orfani, Settimo e Celeste, a sopravvivere in una struttura con regole militaresche, altro non è che Alfonso Menna,  il sindaco di Salerno dal 1956  in poi e che al "Serraglio ha ricoperto prima la carica di commissario e poi di presidente, un altro chiaro riferimento alla  vita cittadina. Entra nel racconto e fa parte della trama immaginaria, anche il terrorismo degli anni '80, che Salerno ha vissuto con le sue vittime, in Via Parise. Un racconto, dunque "Settimo", che trasuda continuamente Salerno, prima ancora della  trama e prima dell' intreccio narrativo che si pone quasi in secondo piano, ma toccante per l'amore che l'autore mostra per la sua città. Le sequenze del racconto sono giuste, dosate, tanto da  rendere singolare il poliziesco che arriva all'immaginario prima del linguaggio, presentato come una sorta di contaminazione, una lingua trasformata in  sonorità che conosciamo, perché ci appartengono tutte. Così l'impianto narrativo del giallo c'è tutto e si svolge con abilità, suscitando curiosità di scoprire chi è l'assassino ma anche desiderio di conoscere il percorso non facile della vita di Settimo. Paolo D'Amato ha fortemente voluto contestualizzare il racconto, tanto che a volte i riferimenti storici sulla città risultano un po' forzati ma mai inopportuni, anzi sono squarci di rinverdita  conoscenza e le informazioni su fatti ed avvenimenti, di grande utilità per l'appartenenza. E quando si arriva all'ultima pagina e si scopre tutto ciò che  andava appreso si ha la sensazione che sia un vero peccato il distacco dalle pagine del libro. Vivere all'interno di questo racconto è come vivere nella città, in un protetto caseggiato, certo c'è un omicidio che si consuma, ma non è cruento, il morto viene trovato sul lungomare, lungo la bellissima passeggiata cittadina e già l'efferatezza dell'atto si attutisce  se è il mare a fare da sfondo e poi c'è lui Settimo a proteggere e a vegliare su tutti con la sua esperienza di ex ragazzo del "Serraglio"

Il 24 Ottobre 2012 alle ore 17,30, presso la sala Bottiglieri della Provincia di Salerno, sarà presentato "Settimo".
Maria Serritiello

Maria Serritiello.


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