Pagine

sabato 3 settembre 2022

"I vecchi hanno solo un diritto: quello di morire." di Natalia Aspesi

 


Fonte: Veb

di Natalia Aspesi

Natalia Aspesi è una giornalista, scrittrice e critica cinematografica italiana. 
Nascita24 giugno 1929 (età 93 anni), Milano

"Potrei dire che chi l'ha detto è un cretino, ma invece dirò che è stato utile: ha rotto una ipocrisia, perché è vero che diamo fastidio. A parole ci vezzeggiano, ma poi ci mettono nelle RSA, prima di metterci nella tomba. L'ipocrisia sui vecchi è tremenda, se non ci salviamo da soli è l'inferno".

-«La gente è diventata troppo seria, io ho 91 anni ma ho la fortuna di essere molto ironica, così non mi accorgo della presenza della morte che mi osserva da vicino pronta a prendermi, e la mattina continuo ad alzarmi contenta».

"Che gli anziani non servissero a mandare avanti il Paese forse poteva essere vero un tempo ma se oggi guardo all’età di molti grandi industriali, architetti, professori, scienziati, spesso vedo settantenni e anche ottantenni. Potrei dirti che chi lo ha detto è un cretino, ma invece ti dirò che è stato utile: ha rotto un’ipocrisia, perché è vero che diamo fastidio. Ci chiamano nonnini, nonnetti, a parole ci vezzeggiano ma poi ci mettono nelle Rsa, prima di metterci nella tomba. L’ipocrisia sui vecchi è tremenda, se non ci salviamo da soli è l’inferno. Ogni giorno vedo ciò che accade intorno a me e come vengono considerate le persone della mia età".

"Che diamo fastidio perché costiamo, perché siamo una spesa medica e sociale, perché prendiamo le pensioni, perché occupiamo posti negli ospedali e case o abitiamo in quelle dei figli e magari abbiamo la colpa di continuare a fare un lavoro. Io ho una rubrica delle lettere sul “Venerdì di Repubblica”, a un certo punto qualcuno ha cominciato a scrivermi, una minoranza per carità, che era tempo che lasciassi posto ai giovani. Nello stesso momento lo stesso pensiero è passato per la testa di colleghe più giovani. Io non mi considero inamovibile, se mi dicessero che le mie cose non interessano più, che sono rimbambita, non più capace di scrivere o fuori tempo allora farei subito un passo indietro, ma non per una questione anagrafica, non perché sono vecchia. Non è una colpa".

"Ho la fortuna di aver sempre lavorato e risparmiato e di poter essere ancora indipendente, ma te lo ripeto: i vecchi danno fastidio e la gente non accetta che possano ancora lavorare. Dieci anni fa, quando avevo appena passato gli 80, un giorno un giovane tassista che aveva sentito che parlavo di impegni di lavoro al telefono, alla fine della corsa mi chiese: “Ma lei ancora lavora? Ma non è tempo di smettere e riposarsi? Che cosa fa?” Risposi: “Sa, sono una cuoca, continuo a cucinare”. A quel punto lui disse: “Ah, allora ok”. Se stai in cucina può andare bene, non disturbi troppo…".

"Ti regalo una notizia: non tutti i vecchi sono sordi! Questa è un’altra cosa che mi fa impazzire, ti parlano e gridano o scandiscono le parole, come se fossi sorda o rincretinita. Ci trattano come i bambini e ogni frase finisce con il sorriso. Poi ci sono quelli che vogliono rassicurarti e con tono consolatorio ti dicono: “Dai, che vivrai fino a cent’anni”. Ma fatti gli affari tuoi, io non ho futuro ma ho un bellissimo passato, ho vissuto nell’Italia meravigliosa della ricostruzione e del boom economico e sono piena di memorie che mi tengono compagnia, non ho bisogno di compassione".

"Io, da giovane, i vecchi nemmeno li vedevo, non ho mai conosciuto i miei nonni e vivevo sempre tra i miei coetanei. Quando avevo 16 anni ricordo che i miei amici erano tutti innamorati di una ragazza bellissima che di anni ne aveva 26, io ero stupita e continuavo a chiedere: ma come fa a piacervi una così vecchia?! Quante cose ho visto, durante la guerra ho assistito al matrimonio di una mia amichetta che aveva 14 anni e che aveva avuto la dispensa dal vescovo per sposarsi con un ragazzo che partiva per il fronte. Mi piacciono tanto le storie del passato, le conservo con cura, ma senza alcun rimpianto".

"Porto sempre con me il bastone quando esco, mi aiuta a camminare ma serve anche molto, non tanto per difesa quanto per offesa, mi è utile con i giovanotti maleducati o con i vecchi che non sanno stare al mondo. Poche settimane fa, durante il mio piccolo giro intorno a casa, ho dato dei soldi a un ragazzino africano. Un signore mi ha vista e ad alta voce ha cominciato a criticarmi, dicendo che venivano dall’Africa per colpa di gente come me che li mantiene e li foraggia; gli sono andata incontro mentre continuava a criticarmi, ho alzato il bastone e gliel’ho messo sotto il mento e gli ho detto soltanto: “Non permetterti di dire un’altra parola, fascista”. Si è dileguato".

"Vivo alla giornata, la mia vita comincia la mattina quando mi sveglio e finisce quando vado a letto la sera, sperando sempre di morire nel sonno. Sai, io non sono vecchia, non sono un’ottantenne, io sono ultra-vecchia, penso spesso che potrei avere un figlio di più di settant’anni".



giovedì 1 settembre 2022

Si spegne il giorno di Maria Serritiello


                                                         foto Maria Serritiello


Si spegne il giorno 

Si spegne il giorno,

la campana

è mesta nel rintocco,

il cane ignaro

latra da lontano

ed il verde cupo

sul filo dell’orizzonte.

Già più

Non riscalda il sole,

ogni cosa uguale

rimane

poca la mano

dell’uomo,

inutile il mutare,

lieve è il peso

dell’esistenza.

E come la Lucania

della gioventù lavorativa,

uguale di Avigliano

è la resistenza!!

Avigliano          24 -8-2022       Maria Serritiello    






      

 

 


ARMANDO CERZOSIMO: APPUNTI PER UN' ICONOGRAFIA DELLA CANZONE


 

2 SETTEMBRE 2022,

 ORE 19,30

PRESSO IL MUSEO F.R.a. C BARONISSI (VIA CONVENTO)

INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA

ARMANDO CERZOSIMO: 

APPUNTI PER UN'ICONOGRAFIA DELLA CANZONE








Il vecchio ed il mare con le foto di Antonio Rinaldi

 














TEATRO DEI BARBUTI 30 AGOSTO 2022
IL VECCHIO E IL MARE 
CON DAVIDE CURZIO
REGIA BRUNELLA CAPUTO
ADATTAMENTO CORRADINO PELLECCHIA
MUSICHE ORIGINALI VINCENTE PEPE
CORO ARMONIA
CHIARA PEPE   DI LASSU' PRESENTE






mercoledì 17 agosto 2022

Il poeta Dante Maffia




FONTE:WEB
postata da Maria Serritiello


È nato in Calabria e vive a Roma. Ha scritto opere in lingua italiana e in vernacolo calabrese tradotte in Numerose lingue.


Esordisce nel 1974 pubblicando la raccolta di versi, Il leone non mangia l'erba, con la prefazione di Aldo Palazzeschi.

 Le sue successive prove poetiche gli hanno portato la stima di grandi nomi, come Mario LuziGiorgio CaproniGiacinto SpagnolettiNatalia Ginzburg e Dario Bellezza (suo intimo amico). A lungo si è dedicato alla ricerca e all'insegnamento nell'ambito della cattedra di letteratura italiana del prof. Luigi Reina, presso l'Università di Salerno.

Ha fondato riviste letterarie di prestigio come "Il Policordo", e diretto "Polimnia". Come critico letterario ha collaborato inoltre col quotidiano "Paese Sera".

Il suo lavoro più importante è Il romanzo di Tommaso Campanella, del 1996 Premio Stresa 1997, Il suo ultimo romanzo si intitola Il poeta e lo spazzino, edito da Mursia e prefato da Walter Veltroni.

Dal 2013 è Presidente del Premio Vittoriano Esposito di Celano (Aq).[2] Presiede anche altri concorsi letterari, come il premio dedicato a Giosuè Carducci e intitolato Dal Tirreno allo Jonio.[3]

Nel 2004 Carlo Azeglio Ciampi lo ha insignito della medaglia d'oro alla cultura della Presidenza della Repubblica.

Lo scrittore è stato candidato al Premio Nobel dalla Regione Calabria.[4][5]

Nel 2021 presso la sala Zuccari del Palazzo Giustiniani di Roma una delle sedi del Senato in qualità di presidente delle giurie del Premio Tulliola Renato Filippelli XXVII edizione e del "Premio per la legalità contro le mafie" VIII edizione ha premiato con Carmen Moscariello con la medaglia concessa dal Presedente della Camera dei Deputati Roberto Fico. 


Il ritaglio di giornale, posto sopra, si riferisce al Premio "Dante Maffia", istituito a Kyoto in Giappone e che lo vedrà protagonista nel 2023.
Perché mai a Kyoto, un premio letterario e non in Italia? La ragione va ricercata in una sua presenza, anno 2017, proprio nella città giapponese, per presenziare ad un incontro internazionale di poesia.
In quell'occasione, uno studente, direi sprovveduto e chiuso nella sola cultura del sol levante (N.D.R), chiese al Nostro se conoscesse la letteratura giapponese e se mai sapesse cosa fosse un  Haiku. 
Piccato, il nostro poeta cominciò a parlare dettagliatamente di Natsume, Sasiki, Tanizaki, Kawabate, Mishim, Murakami, non solo ma recitò a memoria, 30, 40 haiku di Basho, maggiore scrittore giapponese di questo genere. L'aiku è una composizione poetica, tipicamente giapponese, formato da tre versi, il primo di 5 sillabe, il secondo di 7 sillabe ed il terzo di 5; in questi soli tre versi bisogna racchiudere la composizione poetica, che abbia un senso.
A Dante Maffia quell'intervento dello studente, proprio non andò giù, per cui volle lanciare una sfida guascona all'impertinenza dell'ignaro giovane: "Se il vostro poeta Basho ne ha scritti 500 di aiku in un anno,io ne scriverò 10 mila. "

Ebbene i tredicimila versi sono pronti raccolti e tradotti in 22 libri, un'impresa ciclopica che gli rende e ci rende onore.
La città di Kyoto a giusta ragione per il 2023 ha istituito il premio di poesia a Lui intitolato per esaltare l'impresa compiuta dal nostro poeta, candidato al Premio Nobel per la letteratura.

Un grande onore non c'è che dire.






                         
                      



Risveglio d’agosto di Maria Serritiello

 


 Risveglio d'Agosto

                              di Maria Serritiello


Il silenzio è d’ovatta

nella mia casa,

e l’aria acquosa

mi tiene il corpo unito;

lontano il suono delle campane

m’ invita alla croce.

Forte lo stridio del gabbiano

taglia di traverso

l’orizzonte,

più in là  la nonna sul tavolo

spianata ha già la farina

e sul fuoco lento il sugo.

La prima messa il rintocco e la casa

si svuota di madre e figlio.

Dietro di loro, nel caldo delle stanze,

senza nessuno intoppo,

si distendono

i sogni giovanili delle mie cugine.

 

Il risveglio, per me, non ha seguito il regolare sonno.

 

15-8-2022       

                                          Maria Serritiello




 


lunedì 15 agosto 2022

Un nuovo pezzo di Denny Caputo, il giovane salernitano, appassionato del genere melodico di Maria Serritiello

 



di Maria Serritiello

Denny Caputo, figlio d'arte, suo padre Giovanni è il noto artista e poeta salernitano che tutti conoscono.

 

Fin  da piccolo, in casa ha ascoltato la canzone classica napoletana che suo padre privilegiava, per rivolgere la sua passione a questo genere particolare. A 19 anni emigra in Germania e per quattro anni gestisce una cucina in modo eccellente ed incanta tutti con il suo bel canto.

 

Al momento è di nuovo in Italia, precisamente a Reggio Emilia, lavorando sempre nel campo della ristorazione e seguendo la sua grande passione canora. Il giovane Denny ha avuto anche un passato di attore, seguendo suo padre. Ha interpretato "Peppeniello" in Miseria e Nobiltà di Eduardo Scarpetta  e la Purga di Bebè una farsa in 5 atti di G. Feydeau.

 

Dopo aver inciso vari CD, ci riprova con l'ultimo in uscita, dal titolo "Na Sbandata", cover di un pezzo di qualche anno fa, portato al successo da Patrizio, cantante napoletano, morto nel 1984.

 

E fuie nu colp e fulmine

 

Io te dicett sienteme

 

Che faie stasera

 

Me rispunnist subito

 

Stasera song libero

 

Facimme e sei

 

E te pigliaie cu a macchina

 

E gliettm a pusilleche

 

Che paraviso

 

Cu sta vucchella tennera

 

Ca me scippaglie a chesta anima

 

Tutt e segret da felicita'

 

Ma che sbandata

 

Ma che sbandata

 

Pigliaie stu core

 

Pazzament n'ammurat

 

Ma che peccat

 

Ma che peccat

 

L'ammor over mbracc a te

 

L'aggio capito

 

Senza capi ca tutt era furni

 

Poi fuie nu capriccio

 

E mo songo io

 

Ma che sbandat

 

Ma che sbandat

 

Io smaledic tutt

 

E vasi che me dat

 

E chesta vita

 

E chesta vita

 

E' addiventat sul desiderio e te

 

Na sera ca turnaveme

 

Fermat abbond o vicolo

 

Da casa toie

 

Tu me diciste sienteme

 

Stracciamml sta pagina

 

Ca nun è cos

 

N'abbraccio ca fuie lultimo

 

Mo t'aggio vist e scennere

 

Senza parole

 

E se gelaie sta macchina

 

E me mettett a chiangere

 

E u munn me carett attuorn a me

 

Ma che sbandat

 

Ma che sbandat

 

Pigliaie stu core

 

Pazzamente n'ammurat

 

Ma che peccat

 

Ma che peccat

 

L'ammore overo mbraccio a te

 

L'aggio capito

 

Senza capi ca tutt era furni

 

Poi fuie nu capriccio

 

E mo songo io

 

Ma che sbandat

 

Ma che sbandat

 

Io smaneric tutt e vas

 

Che me hai dato

 

E chesta vita

 

E chesta vita

 

E' addiventat sul desiderio e te




Il testo, semplice ma pieno di sentimento giovanile, è cantato dal giovane Denny con sentimento carnale, la nota in più che lo contraddistingue tra tutti quelli che cantano questo genere musicale. Il video accompagna molto bene il canto e rende reale il sentimento del ragazzo. La periferia pulita e senza scempi si offre con il suo vestito buono e ciò rende ancora più gradevole il canto di Denny, che ha dalla sua parte una voce bene impostata. 

maria serritiello