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sabato 7 maggio 2022

Al Teatro Delle Arti di Salerno i 70 anni in musica del cantante Nello Buongiorno






Fonte: www.lapilli.eu 

di Maria Serritiello


Ci sono giorni che sorgono per darti felicità perdute, per compensarti di cose perse lungo il cammino. Uno di questi si è materializzato il 6 maggio, appena ieri sera, per i 70 anni di musica di Nello Buongiorno. In un teatro stracolmo, quello del Delle Arti, il cantante, dalla voce possente, intatta, anche oggi, che di anni Nello ne ha 76, ha elevato note che sono state ricordevoli per ognuno dei presenti. E là c’erano proprio tutti, i ragazzi dell’altro ieri, pronti a riprendersi le emozioni provate e mai dimenticate. Le note musicali degli Astrali, chi le potrà mai obliare, sono un amalgama inscindibile, così è bastata la prima svisata del sax di Guido Cataldo, per far sparire le mura intorno al teatro ed essere fuori, nelle curve dolci della costiera, pensieri al vento, in una di quelle favolose serate consegnataci dagli Astrali. Nello Buongiorno, il festeggiato tra sorrisi, aneddoti ed inizio di carriera, viene omaggiato da un targa ricordo, dal primo cittadino di Positano, luogo natio del cantante, Giuseppe Guida.

Gaetano Stella, poi, presenta, intrattiene, si diverte e si mescola tra quei mostri sacri della musica salernitana. Ogni tanto, sul maxi schermo vengono proiettati spezzoni di vita e di successi del celebrato, sicché si comprende quanto abbia lavorato e quanta musica abbia nelle vene, se lo si punge escono note e non sangue.

Il repertorio, un raffinato innesto tra i successi di Nello Buongiorno e i pezzi del virtuosismo esecutivo degli Astrali che si diffonde come un incantesimo, ad incantare: Un uomo ed una donna, tre settimane da raccontare (inconfondibile la voce di Germano Cosenza), Il mare calmo della sera, a Vucchella, Voce e notte, (Gaspare Lauro) Era de maggio,   Don't Cry for Me Argentina (Diana Cortellessa, splendida), Oi bella vienetenne a Positano, That’ are friends for cantata da Eva MarieHffer, Mi manchi, Un’ora sola ti vorrei, gocce di pioggia su di me , Non mi innamoro più, Io amo, mille giorni di me e di te, Dimmi quando, quando, Yes ai no, Aspette che schiove,  Tu non mi lasciare mai.

 

A partecipare alla festa non è mancata Agnese D’ambrosio cantando, con una certa piacevolezza il brano: Sei grande, grande, grande, né sono mancati i maggiori musicisti salernitani tra cui: Sandro Deidda, Tullio Ragusa, Gian Pio Vietromile, Mario Ferrigno, Pinuccio Esposito, Oreste Vitolo, né l’incantevole balletto coreografato: Pina Testa, a circondare d’affetto chi ha speso la vita in musica.

E poi Guido Cataldo e Sandro Deidda, maestro ed allievo, un duetto poderoso, due sax a perdifiato, per la gioia di chi li ha ascoltati nel famoso brano dei The Champs: Tequila, un insieme che sa di passato, l’inizio del piccolo Sandro alla Polimusic, di presente, la gioia di suonare insieme con meritata bravura per l’allevo e del futuro, perché Guido, in Sandro, ha lasciato l’orma. La serata volge al termine, tanti visi tirati ed occhi lucidi, sul palco e tra il pubblico, Nello Buongiorno instancabile, attacca il pezzo che è la sua colonna sonora: Tu non mi lasciare mai, nessuno ha voglia di andare via, per trattenere più a lungo le pure emozioni provate. Le e note si ripetono, il sipario si chiude, la gente sfolla, ma la magia continua, continuerà ancora e sempre, perché Gli Astrali e la voce di Nello Buongiorno, sono il paracadute dell’amicizia, sono la gioventù.

Maria Serritiello

www.lapilli.eu















venerdì 6 maggio 2022

“I Giardini dell’Arte” di Firenze con “La signorina Julie” di Strindberg, presenti al 13° Festival XS Città di Salerno



 Fonte: www.lapill.eu

di Maria Serritiello


Niente di nuovo sotto il sole, nel capolavoro di Strindberg, La Signorina Julie, l’opera che fu ritenuta, oscena e proibita, ma siamo nel 1888 e se ne comprende il giudizio. Di per sé la storia, che voleva apparire di larghe vedute non lo è affatto, avanzata solo nella scrittura, nella rappresentazione fisica, ma conformista nella sostanza, sì perché Jean non è altro che uno sciocco arrampicatore sociale che si gioca malamente le carte, se alla fine, le conseguenze del suo stupro ricadono solo su Julie, ed in maniera così estrema.

In una notte d’inizio estate, precisamente quella di San Giovanni, Julie e Jean hanno un incontro carnale, certamente provocato da lei, dalle sue moine infantili, dalle sue voglie innocenti, dal risveglio inaspettato dai sensi, da una voglia di provocare solo perché lei è la Signorina Julie, la padrona e lui non è altro che il suo servo. Spinge la provocazione sino a servire facile l’intento del servitore che è quello di scalare i gradini sociali, tanto da eliminare le ovvie barriere  tra di loro. La fuga e naturalmente i soldi di Julie un piano perfetto a cui ha pensato da sempre. Per conquistarla, ecco raccontarle la favola di tutti gli uomini meschini, lui l’ha sempre amata, fin da bambina, quando la guardava dalla sua capanna da servo, mentre lei passeggiava nel giardino della villa. La tela tessuta intorno alla solitudine di Julie comincia ad avere effetti, la ragazza è abbandonata a se stessa, ad un padre padrone, ad una madre morta. Gira nella casa vuota con la sola compagnia di Kristine, la serva bigotta, che subisce anche lei il fascino perverso di Jean, tanto da farsi tastare liberamente, ma mai arrivare fino in fondo. Il loro stare insieme è più giustificato, il ceto sociale è lo stesso, eppure la serva è più accorta di Julie, prende ma non dà a piene mani. A Julie il gioco seduttivo piace, può smetterlo quando vuole, è la padrona, non lo dimenticasse il servo Jean, per cui gli fa delle richieste sempre più spinte come ad esempio imporgli di baciare il piede calzato dalla scarpa. Sì, vuole umiliarlo, vuole vederlo strisciare per affermare il suo dominio di essere superiore. Lo provoca, lo tocca e si ritira, così più volte, convinta che il gioco lo potesse condurre lei. Ingenua Julie, l’atmosfera, ormai è surriscaldata a dovere e Jean non chiede di meglio, nella sua mente il salto sta per concludersi ed anche in modo facile. Si avvicina alla ragazza con forza e prepotenza, non si poteva più tornare indietro, né serve a Julie il divincolarsi da quella stretta morsa, lei così esile così perbene, lui ormai non si ferma se la porta sotto di sé recalcitrante, urlante, piangente e poi ecco l’affondo. Quello che ne consegue, si lascia immaginare, Julie da signorina perbene, nella sua casa, è trattata alla stregua di una poco di buono e Jean l’avventuriero senza scrupoli, un fantoccio impaurito dalle ire del conte padrone, appena saprà e che lo chiamerà di lì a poco per avere i suoi stivali tirati a lucido. Su tutto si abbatte il giudizio moralistico della serva Kristine, impensabile per lei un atto del genere, consumato nelle cucine della casa. A Julie, infine, non resta che fare i conti con la morale del suo casato più che della credenza del peccato, cerca di assolversi, ma impietoso Jean le indica l’unica soluzione possibile: il suicidio, fornendole anche l’arma, un rasoio affilato.

Appena si fa da parte il sipario, l’aria di tragedia si avverte subito, la scena mostra l’austera cucina della villa, arredata con mobili solidi, ombrosi, senza orpelli e in un angolo, seduta, la serva Kristine, vestita di scuro, capelli tirati all’indietro e con un rosario tra le mani. E’ la notte di San Giovanni, è festa anche per i servitori ma in a cucina si respira aria pesante, aria di attesa. Julie e Jean fuori, nei giardini, mescolati gli altri servitori, provano ad affrontare a modo loro il tema dell’interazione tra le classi sociali e la differenziazione tra il genere maschile e quello femminile, troppo avanzato per la società puritana e conformista di quell’epoca, tanto da restarne schiacciati, ovvero ad esserlo è solo Julie, essendo donna, Jean meschinamente si salva, ma dovrà lucidare per sempre gli stivali del padrone ed accorrere ad ogni suonata furiosa di esso, ma tant’è,  è un  uomo.

 Nel ribadire che molte volte il grande testo o meglio la bontà dello scrittore, facilita la operazione traspositiva del regista: Marco Lombardi, senza per questo voler sminuire la bravura e la resa spettacolare degli attori: Raffaella Afeltra(Julie), Fabio Rubino(Jean), Brenda Potenza (Kristin), ai quali va un plauso incondizionato, mi chiedo perché lo spettacolo mi ha in parte deluso, forse perché Strindberg gioca facile nello scegliere una fanciulla borderline, (attaccamento insicuro), chiusa tra la squassante carnalità e l’onnipresente integralismo becero e bigotto di una religiosità che non lascia vie di scampo? O forse anche per l’anacronismo di tutta la storia, che se per il tempo era un testo avanzato, non lo è stato fino in fondo (vedi il suicidio finale) come l’atto conclusivo a pareggiare le cose.      

Una preziosità sonora è quella del frinire dei grilli, venire dai giardini per invadere la cucina con una ventata di freschezza, ancora possibile il sogno per la Signorina Julie!!!

Maria Serritiello

www.lapilli.eu 



mercoledì 4 maggio 2022

Reading di poesie nell'Area archeologica di Fratte. Versi di Maria Serritiello

 


Domenica 15 maggio 2022

ore 11,00

Area Archeologica di Fratte (Sa)


Reading di Poesie

Versi di Maria Serritiello


Voci Narranti

Brunella Caputo

Davide Curzio

Musiche a cura del

Maestro: Antonio Avagliano 

Maestro : Marco   Corvino


                    Spazio Up Arte  A P S




sabato 30 aprile 2022

Nella chiesa della Madonna del Carmine di Salerno , la commemorazione del Prof.re Cosmo Giacomo Sallustio Salvemini

 







Cosmo Giacomo Sallustio Salvemini

 Molfetta (Bari) 1943. -12 Marzo 2022 



Cari amici,

di Maria Serritiello

Brutto è il giorno, che ci vede qui riuniti, è disarmonico, è dissonante, è luttuoso, è della morte del nostro caro amico Cosmo.

Chi mai poteva pensare che trascorso appena un mese, da quando ci siamo seduti a tavola, a Napoli, dopo una riunione della Fondazione di Studi Tonoliani, trovarci stasera in chiesa, a parlare di te, al passato, sulla  tua personalità di eccellente studioso, di pregevole uomo e di puro intellettuale.

 In te, la ricerca della giustizia sociale è stata una costante della tua vita, dei tuoi studi, con un solo modello da seguire, lo zio Gaetano Salvemini, storico, politico e antifascista italiano di cui portavi con orgoglio il suo cognome.

Il tuo curriculum professionale, un lungo elenco di studi, di attività e saperi. Sei stato costantemente impegnato ad educare i giovani alla legalità, ad esortarli a non scindere la politica dalla moralità.

Cosmo, il nostro Cosmo, l’amico del Caffè dell’Artista di Salerno, associazione con più di trent’anni di attività, è autore di numerosi libri, in cui ha riversato il suo pensiero di giustizia e pace sociale.

Ed ancora è stato presidente del "Movimento Gaetano Salvemini", Fondatore e Direttore Responsabile del mensile internazionale "L'Attualità", direttore del periodico religioso "Il Cuore della Madre", ha assunto il ruolo di Presidente dell'UN.I.A.C – Unione Italiana Associazioni Culturali, ed     ha ricoperto la carica di Vice Governatore dell'Unione Mondiale degli Stati", ed infine una sua creatura: l’Antologia degli Artisti, compilata con scrupoloso impegno ogni anno.

Appassionato custode delle virtù patrie, a tutti mancheranno i tuoi affondi memorabili contro il dilagare impetuoso dei politici dei giorni nostri, voraci usurpatori delle stesse virtù, diafane controfigure di ben più poderosi ed infaticabili costruttori della nostra Patria. Tetrgono bulldozer, smascheravi la loro miseria morale e la pochezza delle loro capacità reali.

Cosi vorrò ricordarti, come l’ultimo sostenitore di una Italia non violata ma amata, come hai saputo, con i tuoi scritti e l’impegno di un vita, fare tu…

Ed ancora, il ricordo personale di te che porterò nel cuore, è quel tuo gesto spontaneo di accoglienza, che si piegava verso di me, verso di noi, dalla tua altezza, per salutarci, ogni volta che tornavi da Roma. Ci eravamo conosciuti a Rimini, nel bel periodo della mezza età che ci rendeva gioiose, uscivamo da casa leggere, sapendo che meritavamo lo svago, per il tanto lavoro svolto, senza aver trascurato nessuno: lavoro, casa, familiari. I viaggi da nord a sud, con te alta colonna a vegliare su chi restava indietro, su chi aveva difficoltà a salire e scendere dal pullman, a trascinare valige pesanti e poi, da cavaliere rispettoso farci volteggiare a turno, la sera in pista come un fratello maggiore, una spalla forte.

E ne avevamo di cose da fare, se la morte non ti avesse strappato con la brutalità consueta, a noi, come tuoi familiari, ad amici, a compagni di pensiero e a chi ti ha voluto bene.

Maria Serritiello

 

Uno strappo alla tua giornata

di Maria Serritiello

Te ne sei andato così

uno strappo alla tua giornata

e doveva essere una qualunque…

Nessuna parola,

nessun sorriso,

neanche un abbraccio,

né lo sguardo

nei nostri, attoniti

Te ne vai, mentre

la tua parola  ancora

su di noi aleggia.

 

Il tuo passo

è dietro di noi…    





 

   

 


sabato 16 aprile 2022

“Camping” V Spettacolo in concorso per il Festival Teatro XS Salerno, con la Compagnia Ronzinante di Merate (Lc)

 


Fonte: www.lapilli.eu

di Maria Serritiello

Con “Camping”, un atto unico di 90 minuti, la Compagnia Ronzinante di Merate (Lecco) partecipa per la IV volta al Festival Teatro XS di Salerno. Un’affezione alla manifestazione, a quanto pare e sempre con pezzi di buon livello, basti ricordare “Aspettando Godot” di Samuel Bechet del 2014, VI Edizione, preceduto da “Tutto Shakespeare” del 2011, III Festival e Cirano di Bergerac in salsa comica del 2018, Edizione 10. Una bella conferma anche questa volta, infatti, Camping, scritto dal giovane Lorenzo Corengia, pure attore della Compagnia, è un pezzo che parrebbe leggero, ma così non è, e lo si apprende a mano, a mano.

 Tre amici di vecchia data, 3 settembre del 1984 a scuola, con l’aggiunta della ragazza di uno di essi, si ritrovano, come ogni volta del mese presso il lago di Memphremagog nel Vermont (USA) per trascorrere in allegria il fine settimana, tra battute, ricordi, musica, pesca e grandi bevute di birra.

Ad apertura di sipario, in scena c’è tutto ciò che serve per creare l’atmosfera spensierata di una vacanza breve, ovvero: vecchie sedie legate con lo spago, barbecue per la cottura alla brace, lenza per pescare, tronchetti di legno per accendere il fuoco, tavolino e un registratore assemblato per l’ascolto della musica. Troneggia, poi, di faccia al pubblico la sagoma di una roulotte, come unica scena, curata da Francesco De Anna e Andrea Cedraro. Siamo negli anni novanta e la musica che si ascolta li disvela in maniera ricordevole anche per gli spettatori: Ray Charles, Ludovico Einaudi, Little Waltz.

Ha inizio la storia, l’allegria è tanta, la voglia di ritrovarsi anche, ma c’è qualcosa che non quadra da subito, una sottile malinconia segue al riso persistente, forzato, a sguardi muti di due degli amici, Brian e Sean, l’altro Ethan con Elisabeth (Valentina Bucci) pensa all’amore e bene fa. Succedono varie cose, tutte finalizzate al colpo di scena finale. Il giorno e la notte, nella narrazione   sono scomposti, parcellizzati, come se il tempo si allungasse per permettere avvenimenti futuri, da subito. Nel buio, le sagome dei quattro personaggi, senza parlare, si muovono, entrano ed escono dalla roulotte, compiono azioni, pescano, bevono, tentano di accendere il fuoco, insomma si descrive il passar del tempo, come un album sfogliato per arrivare a scoprire che Elisabetta aspetta un figlio da Ethan. La sua gioia è indescrivibile e già si vede padre a raccontare la favola della Volpe e la Stella, aiutato da pupazzetto volpe e pupazzetto stella, spuntati dall’apertura-finestra della roulotte, divenuto un delicato teatrino.

C'era una volta una Volpe che abitava nel profondo di una fitta foresta. Per quel che Volpe poteva ricordare, la sua unica amica era sempre stata Stella, che ogni notte illuminava i sentieri della foresta per lui. Finché una notte Stella non apparve, e Volpe dovette affrontare l'oscurità tutto solo.”

E’ un momento di grande emozione l’ascolto della favola, ma di questi attimi, per arrivare alla fine, se ne vivono ancora

Così si comincia capire che c’è altro dietro la spensierata scampagnata, anche perché Ethan spesso lamenta dolori lancinanti alla testa. Dei due amici di Ethan (Lorenzo Corengia), libraio, Sean (Emiliano Zatelli) è impiegato di banca, Brian (Giuliano Gariboldi) è medico ed è a lui che si richiede una prestazione estrema

“Un giorno dovremo morire, ma tutti gli altri giorni no”

Ethan, scherzosamente attribuisce la frase, citandola, a Voltaire per poi svelare che era stato Charlie Brown. Il tempo dello scherzo è finito, ora sappiamo che cosa sono andati a fare i tre amici sul lago. Ethan sta male, un male incurabile e vuole darsi la morte, per mano dei suoi amici, circondato dal loro affetto e dalla conoscenza della nascita di suo figlio. 

Nel finale, il dialogo sulla morte recitato da Ethan ci fa trattenere il fiato ed accapponare la pelle, lui, invece, se ne va così, dolcemente, con il pupazzetto volpe, a fare capolino nel vano finestra della roulotte ed una scia di selle a fargli compagnia.

 

Ancora una volta la Compagnia teatrale Ronzinante di Merate ha dato un saggio della propria maestria a coniugare ”Camping” e lo hanno fatto dissimulando la profondità del tema con gag esilaranti,  con una banalità del contesto,  con semplicità di costumi,  con eloquio fluido e amicale, con leggerezza sfuggente e con velate allusioni e ad un approssimarsi di un fato improcrastinabile che, tuttavia, non si avverte mai seriamente minaccioso. Abile trucco teatrale è stato il delocalizzare la mente altrui, mentre le si dà in pasto un tema scottante e quanto mai attuale. La si tiene impegnata ad interessarsi del banale quotidiano e della normalità degli amici campeggiatori, per poi, in una sorta di crescendo, mettere le carte in tavola e coinvolgere, stavolta, la mente dello spettatore ad entrare nei meccanismi mentali dei vari attori, allorché devono compiere quei gesti che porteranno l’amico medico a somministrare ad Ethan quel veleno che gli ha chiesto per aiutarlo a morire sereno. Un tema decisamente destabilizzante duro e molto attuale, che è stato stemperato molto sapientemente in un puzzle colorato, leggero, mai tragico o banale e che si è andato componendo con fluidità e cromatismi inappuntabili, una preziosità linguistica, una gestualità minimalista, ma dettagliata e per niente fine a se stessa. Notevole è stata la sorpresa sia per il particolare coraggio di tutta la Compagnia, nel trattare un tema simile, sia per l’aderenza ed il coinvolgimento degli attori e sia ancora per la capacità teatrale, dell’equilibrio tra la leggerezza del contesto scenico e la drammaticità del tema ed ancora per la semplicità narrativa e la stringatezza ed efficacia dei concetti. Il nesso tra il pensiero dell’autore, il bravissimo Lorenzo Corengia e la capacità teatrante degli attori è stato preciso e puntuale in ogni dettaglio e questo è arrivato agli spettatori, che hanno restituito come sanno fare: un lungo e comprensivo applauso alla Compagnia.

 

Mi piace pensare (N.D.R) ad altro finale e non quello proposto dal giovane autore, la morte è bene che sia, se deve esserci, senza programmazione, almeno teatralmente, sicché, Elisabeth attrice e fotografa provetta va con i tre amici sul lago per riprendere con la telecamera un pezzo di teatro, di cui è autrice e regista.

Maria Serritiello

www.lapilli.eu

  






lunedì 11 aprile 2022

A chi da fastidio la permanenza della Salernitana in serie " A", tanto da far di tutto per danneggiarla ad ogni partita, con episodi arbitrali dubbi?

 


Ho letto l'articolo in Web ed ho voluto inserirlo nel mio blog, citando le fonti. All' articolo, che condivido, ho dato solo il titolo.

Maria Serritiello


Fonte: tutto Salerntana.com

Sezione: News / Data: Sab 09 aprile 2022 alle 21:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo


"Abbiamo provato a protestare, ma gli arbitri non ci danno spiegazioni nè risposte. Vanno al VAR in alcune situazioni, poi non rivedono il rigore netto su Ederson contro il Sassuolo o cambiano idea dopo avercene assegnato un altro altrettanto netto in casa col Bologna. Chi ha giocato in grandi squadre nota la differenza di atteggiamento. Non siamo ultimi per colpa degli altri, ma a questo punto della stagione gli episodi incidono e fanno la differenza". Questo, in estrema sintesi, il pensiero dei calciatori della Salernitana intervistati in questi giorni. E anche moltissimi tifosi rimarcano un atteggiamento sovente ostile anche da parte delle giacchette nere, un "due pesi e due misure" certificato dall'utilizzo incoerente del VAR. Iervolino si è detto nauseato e ha invocato la possibilità di procedere legalmente contro chi "resta troppe volte impunito ma danneggia economicamente società che spendono milioni di euro". Ma quali sono gli episodi contestati? Senza voler andare troppo indietro nel tempo e ricordare che la FIGC ha posto una serie di paletti per l'iscrizione e sul mercato chiudendo un occhio per realtà indebitate fino al collo, ci soffermiamo soltanto sulle sviste arbitrali:

Salernitana-Empoli: molto contestato il calcio di rigore concesso ai toscani per un dubbio contatto tra Strandberg e Pinamonti. L'azione era ormai conclusa, molto difficilmente l'attaccante sarebbe riuscito ad arrivare sul pallone per ribadire in rete la corta respinta del portiere e, soprattutto, non è un chiaro errore da rivedere al VAR. Fu il gol dello 0-4 che, di fatto, chiuse definitivamente il match

Salernitana-Napoli: mancata espulsione dell'attaccante Lozano per una evidente gomitata ai danni di Di Tacchio

Salernitana-Sampdoria: il secondo gol degli ospiti nasce da un fallo non fischiato ai danni di Ribery al limite dell'area ligure

Verona-Salernitana: concessi ben sette minuti di recupero nel secondo tempo in una gara tutto sommato senza grosse perdite di tempo. In altre circostanze, quando la Salernitana non era in vantaggio, talvolta si è andati addirittura al di sotto dei quattro

Salernitana-Spezia: è forse la partita che desta maggiori perplessità e dà spazio a dubbi di ogni genere. Si va al VAR due volte per decretare altrettanti rigori in favore degli ospiti (il primo nasce da un normale contrasto di gioco tra Fazio e Verde, in teoria il regolamento non prevede la revisione) però si ignora un tocco di mano netto di Agudelo al 92' nell'area ligure. Bohinen si sarebbe trovato a tu per tu col portiere

Salernitana-Bologna: assegnato, e poi revocato, rigore netto alla Salernitana. Anche in questo caso il VAR non poteva intervenire

Inter-Salernitana: sul risultato di 1-0 negato rigore ai granata per fallo su Dragusin. Manca un rosso a Darmian che, già ammonito, ritardava volontariamente la ripresa del gioco.

Salernitana-Sassuolo: sul risultato di 1-0 negato rigore piuttosto evidente per fallo di Ferrari su Ederson

Salernitana-Torino: dubbio il rigore fischiato a favore dei granata del Nord, sembra che Belotti sia il primo a strattonare irregolarmente Fazio. La ripetizione del penalty, originariamente sbagliato dall'attaccante piemontese, è davvero da casistica. Il classico pelo nell'uovo. Da arancione un intervento pericoloso di Belotti su Ederson.

Aggiungiamo che la Salernitana ha dovuto affrontare Lazio e Napoli con oltre 13 indisponibilità e che, dunque, mancano almeno sette punti all'attuale classifica. Senza contare qualche episodio a favore del Cagliari (su tutti un gol quantomeno dubbio a Bergamo), del Venezia (il gol annullato al 94' al Torino grida ancora vendetta) e di altre dirette concorrenti. Di cosa staremmo parlando oggi?

Sezione: News / Data: Sab 09 aprile 2022 alle 21:00









E guardo il mare di Maria Serritiello

 




E guardo il mare

                          di Maria Serritiello

 

E guardo il mare

che  più non ha colore,

l'azzurro, con te fin lassù.

A me che resto,

il  grigio smorto ed il cupo nero

sono di sola compagnia.

Cerco e più non trovo

l’arcobaleno dei nostri giorni,

la musica, le parole dei poeti

e  la nostra immaginaria  eternità.

Io e te per sempre come per ogni giorno della vita. 


11-4 -2022               Per  il 7 Aprile 2022