Avevi compiuto, un mese fa, il 4 luglio, 72 anni, ma io ti ricordo come il fratello piccolo delle mie amiche ( sorelle) di sempre: Gina, Rosetta ed Anna. Una vita di ragazze vissute con lo stesso slancio e la stessa affettività. Ora è la seconda persona che se ne va, di quella fratellanza che eravamo riusciti a formare con i nostri due fratelli.
Poi la vita ci ha dato svolte diverse, ma non abbiamo mai tralasciato di mantenere i contatti ed ogni anno, in estate, se non prima, ci vedevamo una serata per rinvangare i vecchi tempi.
Caro Germano, a me sembra impossibile la tua scomparsa così improvvisa, eri in quarantena, sì ma non pensavo che tutto precipitasse e quello che ho visto in televisione è capitato a te. Malessere, tampone, positivo, quarantena, di nuovo tampone, positivo, febbre, acciacchi pregressi, si, no, ospedale, tachipirina, 112, chiede che gli sia data un'altra possibilità per non andare in ospedale, in questo caso a Scafati, là i positivi al covid 19, hanno asilo. E là sei andato per non tornare più. E come quelle visioni di orrore viste e riviste in tv è toccato a noi non poterti dare l'estremo saluto, né dare conforto alle tue sorelle.
Sono davanti allo schermo luminoso, inebetita dallo smarrimento, per dare luce al tuo ricordo e privarti del buio.
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Che tu non abbia più paura, là dove andrai, sarai accolto dai tuoi genitori, da tua madre amorevole. Finito è il tuo calvario, sii felice da adesso in poi.
Ho imparato a conoscere Tonina Salvatore, durante i giorni duri
della pandemia. Di persona non l’ho mai incontrata, ma l'immagine buona che mi
arrivava da Fb, mi faceva già credere in Lei, persona buona. Tonina è di
Avigliano, la Lucania discosta, conosciuta nei miei primi 8 anni d'insegnamento
e che per certi versi non è mai cambiata nei valori essenziali e fondanti,
anche se la mano di vernice, giustamente di modernità se l’è data.
Tonina
Salvatore, una bella signora di mezz' età, possiede un telaio
centenario che utilizza per la produzione artigianale di manufatti in lana e
stoffa. Durante il momento più tragico della pandemia, per mancanza di
mascherine, Tonina non ci pensa due volte ed invece di starsene a girare i
pollici, come la gran parte di noi, terrorizzata dalla paura, comincia a
produrre mascherine gratis, per la comunità, arrivando a confezionarne in
tessuto, oltre 2500. Così, anche con
l'aiuto delle figlie Paola e Maria, ragazze
generose, quanto la madre, hanno fornito interi reparti dell’ospedale San Carlo di Potenza, tra cui: pneumatologia, terapia intensiva,
otorinolaringoiatra, olistica, ematologia, pediatria, pronto soccorso e 118.
Un nobile impegno se si pensa che tanti medici ed infermieri hanno svolto il
loro dovere lavorativo, senza nessuna protezione, lasciandoci la vita. Inoltre,
chiunque abbia fatto richiesta al team di lavoro, sono state pronte a
tranquillizzare, chi in quel momento fosse in difficoltà, per la paura di
essere sfornita di un mezzo così importante a salvarsi la vita.
Molti sono stati i riconoscimenti ricevuti per
la prontezza, con la quale si sono attivate in una crisi mondiale, dove ognuno
pensava al proprio particolare e a salvarsi a danno anche del proprio simile, per
non parlare delle speculazioni, messe furbescamente in atto. Loro no, come damigelle del medio evo, si sono
sedute al telaio, lavorando notte e giorno, per dare il loro contributo
all’Italia.
E seguiamo la storia di
questo telaio che già ad immaginarlo sembra una favola ascoltata da bambini,
anche il linguaggio usato per conoscerlo, sa di arcaico e ci trasporta nei
mitici paesi antichi, dove c’è sempre una principessa che lavora pensosa al
telaio, aspettando il suo principe azzurro.
Il
telaio di Tonina Salvatore ha una storia centenaria. La prima
persona che utilizzò questa stupenda "macchina"
fu sua nonna Domenica Maria Mancusi,
conosciuta da tutti come zia Nenna
Mussluong, che trasmise quest'arte alla nuora Vita CrescenziaSalvatore,
madre di Tonina. All'epoca i teli
prodotti venivano realizzati con lana di riciclo e venivano adoperati per
coprire il pane detti "
tr'zzarule" o a mo’ di coperte. Tonina, dopo aver lavorato per molti
anni sempre nell'ambito dell'artigianato artistico, decise di riprendere la
tradizione di famiglia, per suo conto, ed iniziò a realizzare tessuti
tradizionali con un tocco d’innovazione, per cui alla produzione classica, si
aggiunsero complementi d'arredo, capi di abbigliamento, accessori e calzature.
Il nuovo avanza, Maria e Paola ne
sono e saranno depositarie di questa antica virtù. Tutto viene rigorosamente
tessuto e rifinito a mano, ogni pezzo realizzato è unico ed esclusivo a
garanzia dell'originalità ed artigianalità del prodotto.
La
storia della tessitura segue
passo, passo quella dell'umanità, i primi telai apparvero nel neolitico,
costruiti semplicemente con rami di pali messi verticalmente, l’immagine la si
trova, molto spesso, sui vasi greci unita all’immagine di Penelope I popoli
antichi oltre al telaio con pesi, usavano telai orizzontali a terra.Questo tipo di telaio, solamente un po' più
raffinato, continuò ad essere utilizzato per millenni, dagli Egizi e dai Romani. Nel medioevo il telaio verticale continua
ad essere usato per il confezionamento degli arazzi,
e nel 1250 fu dotato per la prima volta di pedale
La tessitura diviene un'arte, grazie all'arrivo della seta dalla Cina
e con la lavorazionedi tessuti pregiati
come raso, broccato, damasco
evelluto.
Nella seconda metà del Settecento nella nuova
produzione industriale, il cotone è la più diffusa ed utilizzata delle fibre
naturali ed è la maggiore coltura agricola non alimentare. Il cotone, dunque,
ha antiche tradizioni, infatti, fu introdotto in Sicilia dai
Saraceni, nel IX sec.
Nel 1787 per
la prima volta al telaio, viene applicato il motore a
vapore per muoverlo, nasce così, il telaio
meccanico. Nel XIX secolo,
invece, la produzione tessile esce dall’ ambito artigianale
e domestico per diventare uno degli artefici della rivoluzione industriale.
Andare avanti, il
progresso, la globalizzazione ci hanno risucchiati nel bene e nel male, ci sentiamo
cittadini del mondo, capaci di gestire ogni cosa in ogni parte del globo, ma
qualche falla c’è stata durante la pandemia a farci ridimensionare, ad indurre
a scoprire di nuovo i confini, a
considerare la solitudine, la malattia e la morte sola, senza nessun affetto ad
accompagnarci nell’eternità. Per tutta questa ridda di sentimenti provati, ho
apprezzato il lavoro messo in atto dal Telaio di Tonina, mi ha commosso e mi fa
credere che l’umanità, per quanto selvaggia sia, nei momenti di distruzione, ha
un briciolo, una scintilla in sé; che somiglia all’opera di Tonina. Grazie
Signora!
Ebbene sì, ricominciamo.
E’ martedì’, 30 giugno alle 20,40 che le porte del Teatro Genovesi, della
Compagnia dell’Eclissi, si aprono per proclamare il vincitore del I° Concorso di drammaturgia "XS testi
di scena", ideato, organizzato, fortemente voluto e finanziato dalla
Compagnia dell'Eclissi di Salerno. Il premio, prevede un riconoscimento in
denaro, 400,00 euro, per dare un segno tangibile a chi crea in un periodo tanto
difficile per il Teatro, fortemente colpito dal Covid-19.
L’emozione dei convenuti
è palese, l’ultima volta a varcare il teatro è stato il 7 marzo, il giorno dopo
ci sarebbe stata la chiusura in casa per quasi tre mesi. Ci salutiamo tutti
come dei sopravvissuti, in effetti la paura è stata tanta e mai ci saremmo
aspettati di doverla combattere al chiuso e in modo solitario. E tanto per
ricordarci che, almeno per il momento, non siamo fuori dal meccanismo della
prevenzione, siamo solo in trenta, per osservare la distanza sociale, Angela
all’ingresso ci misura la febbre, ci disinfettiamo le mani e mascherina a fare
bella mostra sul viso di ognuno. Il sipario aperto lascia intravedere 4
postazioni di lettura. Enzo Tota, Presidente, sale sul palco e dice. Mi piace
riportare (N.d.R.) parte del suo discorso di apertura così vicino al nostro
comune sentire.
Ed
eccoci di nuovo qui, finalmente, a mezzo servizio certo, il teatro mezzo pieno,
il palco mezzo pieno, il bicchiere mezzo pieno, sì perché a noi inguaribili
ottimisti piace vedere il bicchiere mezzo pieno, ed eccoci a ricominciare piano
piano ma con determinazione. Chi fa teatro ha bisogno di un testo e noi
cominciamo proprio da lì, dal testo, proclamando il vincitore del “I concorsoXS testi di scena”
Il concorso è evidente, nasce
da una costola dal Concorso Nazionale, Teatro XS, città di Salerno, cavallo di
battaglia annuale della Compagnia dell’Eclissi, che riprenderà il 25 ottobre,
per concludere la dodicesima edizione, sospesa bruscamente a causa del covid 19.
Hanno partecipato al
primo concorso 21 autori l’età è
compresa tra i 20 e i 70 anni, 11 uomini
e 10 donne, 8 del nord, 6 del centro e sei del sud, più uno italiano, ma
residente a Parigi.
La giuria, formata dai
soci: Marcello Andria, Felice Avella,
Gianfranco Casaburi, Marco De Simone, Marica De Vita, Angela Guerra, Roberto
Lombardi e Maria Tota, ha deliberato quanto segue:
“Per
l’approccio attuale, non convenzionale e intelligente al tema doloroso della
violenza sulle donne, esplorato nella complessità e nella sottigliezza delle
sue implicazioni, fisiche, sociali, psicologiche; per la coerenza del sistema
dei personaggi, organizzato secondo linee ben riconoscibili di complementarità
e di opposizione nelle due coppie; per l’incalzante ritmo narrativo, che
procede senza pause verso il dramma conclusivo, sempre sostenuto da una
scrittura tagliente, incisiva e da una conoscenza solida di linguaggi e
meccanismi che regolano la messinscena; per la nitida costruzione drammaturgica",
ha decretato vincitrice l’imperiese Giorgia
Brusco con il testo ‘Il veleno
dell'indifferenza’
Giorgia nasce ad Imperia
nel 1977 e si avvicina al teatro come scenografa.
Dopo gli studi superiori compiuti presso l’Istituto d’Arte di Imperia si diploma come Maestro d’Arte presso
l’Istituto Statale d’Arte di Imperia. In seguito si laurea in Storia e
conservazione dei Beni Architettonici ed Ambientali presso L’Istituto
Universitario di Architettura di Venezia e Master Post Laurea in Direttore
d’Archivio. Diplomata alla Scuola di recitazione presso il Teatro
Stabile del Veneto C. Goldoni di Venezia anno 2000 è stata modella in servizi
fotografici, presentatrice di serate ed eventi. Da 6 anni si occupa di
formazione teatrale tenendo corsi di dizione e recitazione, sia per enti
pubblici che privati. (fonti Web)
Giorgia
Brusco non è nuova al Teatro Genovesi, infatti con la
compagnia “I cattivi di cuore” d’Imperia e con la Regia di
Gino Brusco, hanno portato in scena “Zone d’ombra” seconda
parte del Trittico delle Gabbie di Stefano Massini, scrittore,
drammaturgo e saggista italiano, consulente artistico del Piccolo Teatro di
Milano, al decimo anno del Festival Teatro XScittà di Salerno.
Il veleno
dell’indifferenza èun
testo complesso, ma di grande attualità, la condizione della donna sempre più
colpita da questa serie di delitti assurdi, da far coniare la parola
“femminicidio” Quasi che le notizie sembrino tutte uguali e sì che ci
colpiscono, ma è un eccidio ripetuto, un’altra che ha concluso con la violenza
la vita. Giorgia tratta con raffinato linguaggio sia la violenza psicologica,
oserei dire di tipo borghese, quella che non porta segni sul corpo, ma graffi
nell'anima, sia la violenza Tout Court, quella dei calci, dei pugni, delle ossa
rotte. Due donne a confronto, la signora che subisce l’indifferenza, l’ironia,
il dispotismo del marito, con la patina in pubblico di buon marito e la giovane
badante che è costretta a lavorare nella casa dei signori, per la madre del
padrone e che subisce violenze fisiche, ogni giorno, da un marito un poco di
buono fannullone, bevitore e sciupafemmine. Inizialmente non si sopportano, Eva
contro Eva, ma quando comprendono che la loro vita si assomiglia nonostante la
differenza di classe, si accordano e… il finale sarà una scoperta.
I
quattro personaggi sono stati interpretati con maestria e bravura da Marcello
Andria, Marco De Simone, Marianna Esposito e dalla giovane attrice della
quale mi sfugge il nome e me ne dispiace.
Anni addietro fu creato
un motto per cercare di dare una veste nuova alla città, da troppo tempo la
stessa: “Salerno fatti bella” Ebbene
è trascorso un utile tempo, abbastanza, per cambiare volto e per fare di se
stessa una cittadina di pregio, spolverando i suoi beni ambientali, che pur ci
sono ed eliminando la patina perniciosa dell’abbandono. Il cammino non è facile
e non è del tutto compiuto, ma è in atto una sottile sprovincializzazione,
aiutata da eventi di richiamo, che hanno ridisegnato l’accoglienza,
l’ospitalità, il divertimento la fruibilità della città attraverso punti
d’informazione sempre più aggiornati. Ed ecco arrivati, prima che il covid 19
ci azzannasse, ad un’intesa di grande valore artistico e patrimoniale tra Il Rotary Club Salerno Duomo e lo studio
fotografico Cerzosimo, progetto di comunicazione e di esperienza
innovativa, per far nascere e promuovere il progetto “Duomo Experience",
ovveroLa
visita virtuale della Cattedrale attraverso QR code.
Sabato
20 scorso, alle ore 17,00, il progetto è stato presentato alla Stampa, alla
presenza del Presidente del Rotary Duomo
Dott.re Giuseppe Francesco Cimino, dell’Assessore ai Beni Culturali Dott.ssa
Antonia Wilburger, del parroco del duomo Don Mchele Pecoraro, dell’autore
di questo eccellente viaggio visivo
Dott.re Nicola Cerzosimo e di
Armando Cerzosimo, capostipite di questa famiglia di talenti della
fotografia ed in questo caso,assemblaggio
di video, immagini e contenuti.
E
così nei punti più significativi del duomo sono stati dislocati dei pannelli informativi,
attraverso i quali si accede nell’ossatura stessa della fabbrica, si assorbe il
profumo dell’incenso, si visionano le immagini, le statue, i colori, i
catafalchi eretti per onorare le sepolture. Tutto ciò che fa bella mostra di
sé, l’occhio artistico di Nicola
Cerzosimo si è posato, un reportage stilisticamente ed esteticamente perfetto,
il più bello scattato a questa antica costruzione, che tra il 1080 ed 1085 fu
innalzata da Roberto il Guiscardo, per farsi perdonare la conquista della città
ai danni dei Longobardi. Presente alla consegna Gregorio VII, papa in esilio e
qui sepolto e l’Arcivescovo Alfano I, poeta e medico dell’Antica Scuola medica Salernitana.
Attualmente i pannelli sono 4: Quadriportico,
Basilica Superiore, Cripta Barocca, Campanile, ma la promozione del Rotary Duomo proseguirà sicché la
Cattedrale sarà completamente sezionata, come addice ad un monumento di così
grande interesse. La visita viene commentata e corredata da informazioni che ci
rimanda la stupenda voce dell’attore, autore di testi, e regista teatrale, Enzo Marangelo, mentre la musica è
stata scelta d’intesa tra Nicola
Cerzosimo ed Enzo Marangelo . E’ inutile dire che le creazioni dello studio
fotografico Cerzosimo hanno quel
quid in più dovuto alla stretta comunicazione parentale tra Armando (padre) e figli: Pietro e Nicola.
Quest’opera
va diritto al cuore per com’è stata concepita, un tripudio di vivi colori, le
riprese dall’alto per poi planare, la musica sottile, i testi tratti da gli
stessi vangeli di Matteo, l’uomo che da solo spazia ed accompagna con
leggerezza rendendo reale la dimensione della grandezza dell’edificio. Sì
colpisce al cuore e di più per chi è salernitano, la vita di ognuno è legata al
Santo indissolubilmente nella fede profonda, nell’abbandono per chiedere a Lui
sicura protezione. Sarà una scoperta da meraviglia per chi ci verrà a trovare e
troveranno un monumento incredibile per storia e fattura
Questo capolavoro donatoci da fedeli delRotary Club Salerno Duomo, Presidente dott.re Giuseppe Francesco
Cimino, attenti ad
esperienzed’impegno
civile, sociale, di amicizia, di tolleranza e di servizio umanitario alla
società, nasce nell’estate 2002 nell’ambito del Distretto 2100 – Salerno con la
precisa volontà di dare forma concreta al desiderio di fornire un effettivo e
tangibile contributo benefico alla realtà locale e distrettuale tutta. Da
allora il Rotary Club Salerno Duomo ha operato
incessantemente,organizzando e
promuovendo eventi a scopo benefico per le più varie realtà.
Il
progetto dello Studio fotografico
Cerzosimo, oltre ad essere un’esperienza innovativa di comunicazione
all’interno del duomo, può essere fruita anche dal computer collegandosi al
sito:
E' superfluo dirvi che il mio fratellino adorato è stato ufficiale dei bersaglieri...lo voglio ricordare così in buona salute e di corsa
A me piace molto la sfilata del 2 giugno, non ne ho persa una davanti al televisore.Mi piace vedere tutta quella gioventù ordinata, educata,impettita, orgogliosa di far parte delle forze armate italiane e sfilare dinanzi al capo dello stato. Una volta all'anno i giovani mostrano la faccia buona della loro condizione, poi certamente senza divisa sono altra cosa ed è giusto che sia così, ma quanto mi piacerebbe da vecchia insegnante, vederli di tanto in tanto come il 2 giugno. Il corona virus mi rovinata la festa, non c'è stata la sfilata, ma sui cieli di Roma hanno sfilato le frecce tricolore sì da raccogliere tutti, nei colori della nostra splendida bandiera