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sabato 30 agosto 2014

Volo di Maria Serritiello

 

 

Volo

Se non posso camminare al passo,

volo.

Sotto di me

ho tutta la mia città,

distesa con il mare ,

unico suo amore.

Volo,

copre la musica

ogni rumore

e le parole solo cicale estive

all’inutile  frinio.

Volo,

sono esposta farfalla

e mai sarò

provvida formica

dell’inverno.

Maria Serritiello

29-8-2014

 
 

L’Affondo di Maria Serritiello


 
L’Affondo 

La zattera,

manufatta,

dai marosi inquieti,

non ci ha salvati

Di due, uno, solo per poco…

Solca il mare

il giorno

ed è l’affondo

Maria Serritiello

28-8-2014
 
 

venerdì 22 agosto 2014

"Salerno è mia io la difendo" ...San Matteo, come sempre, pensaci tu

 
 
 
 
 
di Maria Serritiello
 
 
Ieri avevo intenzione di andare all'alzata del panno di San
Matteo, un appuntamento che introduce alla festa del Santo Patrono del
21 del mese prossimo, eppure ho mancato di ritrovarmi nello splendido
atrio del Duomo.
 
 Inconsciamente ho fatto altro con il pensiero fisso là

                    "Salerno è mia  io la difendo"
 
 La  visceralita' con cui per tutta la vita ho sentito questa
solennizzazione, nessun Moretti di turno, con il dovuto rispetto, può
togliermela. Se non si è salernitani e' difficile capirlo e lui
non lo è ..
 
Non mi piace l'arcivescovo di Salerno, non capisce i salernitani, non ci accoglie , non ci raccoglie, non gli piacciamo così come siamo fatti, un suo problema più che nostro, noi intanto  siamo proverbiali per essere amanti del "forestiero" e lui  un uomo di Misericordia qual è avrebbe dovuto ispirarsi a questa solamente, senza   imporre una sobrietà di facciata alla processione più sentita dai
fedeli.
 
La sobrietà si applica a tutto campo come l'amatissimo
Papa Francesco. Bene se così non deve essere perché non limitarsi ai
festeggiamenti solo all'interno della basilica? Le processioni e
le rappresentazioni sacre furono create dalla stessa chiesa a sostegno
e al rafforzo della fede.Ma Moretti e' restato alle lotte delle
investiture...inchini ? Ma quali inchini? Il Santo era un gabelliere e
la finanza e' da Lui protetta...al Comune ? Un invito a che il
"civile"sia illuminato dalle categorie di bene, onestà'
e giustizia che la chiesa va predicando .Va bene Arcivescovo Moretti ,
lei può cambiare ciò che l'aggrada trincerandosi dietro i dettami
della conferenza episcopale, ma sappia che non scalfirà il sentimento
che ogni salernitano ha per il suo Patrono, ne' i miei ricordi di
tanti anni passati nel segno della tradizione che per la chiesa va da
Mose'e dai suoi comandamenti., nella substantia...
 
Un suggerimento  il prossimo anno eviti la spettacolarità della processione della
Madonna che viene dal mare, la prima domenica d'agosto, uno sbarco
più che una solennità , sempre nel segno della sobrietà da lei
individuata ad un unico senso.

Maria Serritiello
 
 
 







 

mercoledì 13 agosto 2014

Grazie Robin , grazie




CON TE, PROFESSORE KEATING DELL'ATTIMO FUGGENTE SONO STATA MENO SOLA A COMBATTERE E A SMUOVERE LE COSCIENZE. TUTTI I MIEI ALUNNI DOPO AVER VISTO IL FILM PER LORO SONO STATA IL "CAPITANO, MIO CAPITANO". VERO GIANLUIGI SABBARESE?

LA CLASSE IN CUI C'ERA LAURA SCAFURI, SARA D'AVINO MONICA MENOTTI TANIA DI FILIPPO, ROBERTA NEGRI, ARIANNA BOTTA, FRANCESCA ALIBERTI ETANTI ALTRI DI CUI NON DIMENTICO IL VOLTO, LA VOCE, LE CARATTERISTICHE, INSOMMA LA TERZA C DI FISCIANO, DELL'ANNO CHE NON RICORDO, MA E' POI IMPORTANTE L'ANNO, UN GIORNO PRIMA DELLA CHIUSURA DELLA SCUOLA AL MIO INGRESSO SI SONO ALZATI AD UNO AD UNO SUI BANCHI...AVEVANO CAPITO...

GRAZIE FIGLIOLI , GRAZIE...CON VOI HO TRASCORSO I MIEI MIGLIORI ANNI...
LA PROF



Oh! Capitano, mio Capitano, il tremendo viaggio è compiuto,
La nostra nave ha resistito ogni tempesta: abbiamo conseguito il premio desiderato.

Il porto è prossimo; odo le campane, il popolo tutto esulta.
Mentre gli occhi seguono la salda carena,
la nave austera e ardita.

Ma o cuore, cuore, cuore,
O stillanti gocce rosse
Dove sul ponte giace il mio Capitano.
Caduto freddo e morto.

O Capitano, mio Capitano, levati e ascolta le campane.
Levati, per te la bandiera sventola, squilla per te la tromba;
Per te mazzi e corone e nastri; per te le sponde si affollano;
Te acclamano le folle ondeggianti, volgendo i cupidi volti.

Qui Capitano, caro padre,
Questo mio braccio sotto la tua testa;
È un sogno che qui sopra il ponte
Tu giaccia freddo e morto.

Il mio Capitano tace: le sue labbra sono pallide e serrate;
Il mio padre non sente il mio braccio,
Non ha polso, né volontà;
La nave è ancorata sicura e ferma ed il ciclo del viaggio è compiuto.
Dal tremendo viaggio la nave vincitrice arriva col compito esaurito,

Esultino le sponde e suonino le campane!
Ma io con passo dolorante
Passeggio sul ponte, ove giace il mio Capitano caduto freddo e morto.

Walt Whitman scrisse la poesia dopo l'assassinio di Abraham Lincoln. Riferimenti metaforici a questo tema vengono ripetuti nel corso di tutta la poesia. La nave ("ship") di cui si parla vuole rappresentare gli Stati Uniti d'America, mentre il viaggio tremendo ("fearful trip") richiama le difficoltà della guerra di secessione americana. Il capitano del titolo ("Captain") è Lincoln.
Con uno schema metrico e di rima convenzionale che è insolito per Whitman, O capitano! Mio capitano! è stata l'unica poesia antologizzata durante la vita di Whitman.

martedì 12 agosto 2014

Capitano mio capitano...per sempre

 
Capitano, mio capitano
 quanto dolore...
se in solitudine hai scelto.
(maria Serritiello)
 
 
E l'unico modo per salutarti, non ce ne sono altri...
 
 
 

mercoledì 30 luglio 2014

Wasaga Beach di Maria Serritiello

 

                              Wasaga Beach

Wasaga Beach

mi giungi lontana

e ti trovo  solitario,

più del tuo cammino.

Senza fuoco e

senza fiori

ad abbellire la spianata

valle.

Nessuno sa del tuo sepolcro

Io l’unica depositaria

della tua terra,

tasto il  freddo marmo

e racconto di te.

                                                    Maria Serritiello

30 Luglio 2014    per Zio Oreste
 
 


In viaggio con me di Maria Serritiello


 
 
 
 


In viaggio con me
                                      di Maria Serritiello

 

In viaggio con me,

bagaglio carico sulle spalle

e per mano

tutto quanto posso trascinare.

Cerco strade nuove

ma è alle vecchie

che torno volentieri.

Come guerriero

sono al mio fianco,

e a passo spedito

m’avvio.

Amo la mia compagnia,

i vecchi pensieri,

il futuro che mi sovrasta

e la penna che  in fretta striscia

sulla moleskina nera.

Nel vario cammino,

brandelli d’amicizia

tronchi di conversazione

e fauci spalancate ai bisogni

incontro.

Con me la libertà,

quel poco che  resta

assaggio

ed al ritorno,

del giardino m’invade il profumo,

il letto di nuovo culla

e Kora nell’attesa, uguale Argo.

 

3 maggio 2012                           Maria Serritiello
 
Un po' diverso quest'anno il ritorno, Kora, dolorosamente non mi attende più. Jace ha fatto del suo meglio ma non è stata la stessa cosa...cq grazie per l'attesa