presso l’Auditorium di Salerno Energia
Via Passaro, 1, Zona Torrione alto
si svolgerà un incontro con lo scrittore
Erri De Luca
Erri De Luca parlerà “di poesia e di poeti”, con gli organizzatori di Casa della poesia.
L’evento nasce dalla volontà del grande scrittore campano di testimoniare la sua vicinanza al progetto di Casa della poesia e di contribuire in prima persona alla ...sua r/esistenza in questo momento di estrema difficoltà.
Ha scritto Erri De Luca a proposito della struttura salernitana:
« Casa della poesia: un tetto per un’arte vagabonda che nel 1900 ha viaggiato alla deriva di esili, migrazioni, oppure nei centimetri di celle e recinzioni.
Casa della poesia: suo posto è nelle strade, nelle stive, nei quaderni scritti e seppelliti tra le radici di un albero in un campo di concentramento, sulla carta di sacchi di cemento, nell’unghia una scheggia di carbone.
Casa della poesia: succursale di addii che trovano un riparo, un asilo per passi pellegrini.
Il grazie di un sorriso a chi ha pensato per la poesia, a una casa. »
All’iniziativa partecipano il Comune di Salerno e Salerno Energia s.p.a. e
saranno presenti l’Assessore alla Cultura e all’Università, Ermanno Guerra e il Presidente di Salerno Energia, Fernando Argentino.
Il rapporto tra Erri De Luca e Casa della poesia è di vecchia data ed ha avuto come perno centrale la comune amicizia con Izet Sarajlić, grande poeta di Sarajevo che è stato fino al 2002, anno della sua scomparsa, presidente onorario di Casa della poesia.
Il materiale promozionale dell’incontro salernitano vede proprio De Luca e Sarajlić insieme in una foto di Danilo De Marco.
Nella presentazione del suo primo libro di poesia “Opera sull'acqua e altre poesie”, dedicato a proprio a Izet Sarajlić, Erri De Luca scrive: « Per chi scrive storie all’asciutto della prosa, l’azzardo dei versi è il mare aperto... È che a cinquant’anni un uomo sente di doversi staccare dalla terraferma e andarsene al largo».
È con grande soddisfazione che invitiamo tutti gli amici di Casa della poesia e tutti gli appassionati a vivere con noi questa straordinaria serata di poesia e di amicizia.
SABATO 3 SETTEMBRE ALLE ORE 21.30
FRATELLI BEACH VIETRI S/M (SA)
SERATA "PESCATO E FRITTO" CON MUSICA ANNI 70/80
LA SERATA PREVEDE:
UN "CUOPPO" DI FRITTO MEDITTERANEO, CON PESCE CHE ARRIVA DAL MARE DURANTE LA SERATA. + UNA PORZIONE DI PALLINE DI MELONE AL RHUM
+ ALLE ORE 1,00 DISCO COMMERCIALE
DJ DELLA SERATA : OTTI BI E ALFO
COSTO: € 20
I SUCCESSI DELL'ESTATE 2011
I TORMENTONI DELL'ESTATE 2011
E SE ASCOLTASSIMO MUSICA ANNI 70/80...... MEGLIO O PEGGIO LO DECIDERETE VOI...
La spiaggia perduta (di Maria Serritiello)
'Quando nel 1970 iniziarono i lavori per la costruzione dell’attuale porto commerciale, sfrattando le incantevoli spiagge esistenti, gran parte dei salernitani pensò di non avere più il mare.
Eppure, nella parte orientale, proseguendo oltre Piazza della Concordia, c’era già la “La Conchiglia”, la spiaggia libera del “Torrione”, la “Caravella” e sul posto, dal 1936 presente, il tradizionale quanto signorile “Lido” di Mercatello, ma non era la stessa cosa.
Si considerò, caricando la preoccupazione, che quella pur lunga striscia di spiaggia non avrebbe mai riunito tutti i bagnanti in cerca di nuovo spazio.
Mare aperto e inquieto, mare forse più vero, da quel giorno, senza più il sicuro budello dei lidi e il lungo braccio del porto a delimitare; costretti, per toccare l’acqua ad attraversare tutta la città, vestiti con la sobrietà del chi si reca in ufficio e con l’operatività della città mai distratta. Escluso dall’immediato contatto salato, il vecchio nucleo storico, si addormentò, smarrendo tra le sue pieghe, i corpi cotti dal sole, i richiami dalle voci cantilenanti, il profumo salmastro, covato nei vicoli ombrosi e l’umido attaccaticcio dei giorni di scirocco. Il mare, nella città percorsa a piedi, si allontanava emancipato, per stendersi libero, per non appartenerci più.
Ma quando i bagni si prendevano al “Porto”, ora sempre più propriamente detto “Via Ligea” dall’intrigo dei vicoli, affollato il via vai, festoso e colorato si faceva strada profumato all’olio di noce. L’unica via, passato il palazzo del Genio Civile, si riscaldava con la risacca marina ed il rumore degli zoccoli, di legno duro, strusciato a terra come le reti dei pescatori. Dalle finestre, erose lentamente dal sale, le case accostate alla roccia, respiravano spalancate, odorosa e salmastra, la brezza del mare, quel mare annusato forte tra i guizzi dei pesci pescati e mostrati, poi, nella palazzina bianca del mercato, elegante ancor oggi, rispetto alla disinvolta decadenza di tutto il resto. Con la velocità consentita dai fili, tesi e sollevati, il numero “2”, la popolare filovia, verde scuro, che collegava i punti estremi della città, passava libero, sfiatava i freni e distrattamente sganciava il trolley, senza che nessuno suonasse dietro spazientito.
Cento lire, il costo del biglietto per l’andata ed il ritorno, quanto il prezzo del gelato a limone, rinchiuso fresco nel carrettino giallo del gelataio ambulante e se la tentazione, a volte, portava a leccare il gusto ghiacciato, altro non restava che farsela a piedi.
Ma tant’è si era felici!
La camminata lenta, con gli amici, sempre tanti, rendeva possibile la discussione, il comune sentire mentre a lato e davanti a passi tamburellati scorrevano vivaci: il “1° Elisa”, “Il Principe di Napoli”, “Il Tritone”, “Il Santa Lucia”, “Il 2° Elisa”, “Il Lido” (già Risorgimento), “L’Arenella”, “Il Lido” (propriamente detto), “Il Savoia”, “Le Marinelle”, “L’Arcobaleno”, “Scoglio 24” e “Punta di Mare”.
Un patrimonio ambientale di spiagge, le più belle, curate con amore e tradizione da famiglie come Porpora, Nigro, Ventura, Pizzolorusso, Olivieri, tra le altre; una sensoriale ricchezza inutilmente persa da tutti noi!
E’ lì che, discosto, abitava il mare, senza mescolarsi alla discarica cittadina, lì la soffice sonorità, ripresa alla riva , dolcemente era spinta in mezzo al mare con le voci dei tranquilli bagnanti, ovattate e ascoltate come già in una conchiglia. Il tempo stemperato nell’acqua e impastato nella rena, entrava nella dimensione lenta dell’ozio, dove, assente la fatica, anche il treno, sollevato sul ponte della ferrovia, sfilava rallentato col suo carico affacciato ai finestrini e le mani movimentate dal saluto, appariva distante e sfumato nel vapore della calura. Laggiù per tutti, c’era l’invito dell’estate. E l’amore, quanti amori sulle spiagge ordinate, ammorbiditi sugli scogli ricoperti di alghe ricce, sfuggiti al controllo nelle veloci “scappavie”, noleggiate ad ora, rinfrescati nella grotta del “fico”, dove la sorgente ghiaccia calmava l’arsura del sole, il pizzicorio della salsedine e dove il bacio sapeva acquistare il sapore della leccornia.
“….ti voglio cullare, cullare, posandoti sull’onda del mare, del mare….” dai primi jukebox, Nico Fidenco a fare da colonna sonora, a sottolineare con note accattivanti, irripetibili momenti giovanili.
A volte la giornata a mare era più lunga delle solite ore “13” tutti a tavola ed ecco che ad una certa ora la via si affollava di commisti odori, sparsi da ruoti di alluminio lucido e protetti da fazzolettoni a quadri rossi e blu. Per la spensierata, giovane covata, mamme, nonne, zie sempre disponibili alla cucina sui carboni, portavano a mano golosità fatte di “pasta imbottita”, “melanzane alla parmigiana” , “zucchine alla scapece”, “peperoni ripieni” e l’immancabile “insalata di pomodori”, generosamente odorosa di basilico.
E allora non sarà un caso, se molti di quei giovani di “ieri” senza rassegnazione, ancora oggi vanno al “Porto” a prendersi il bagno, con lo sguardo lungo della memoria e l’affezione del cuore, vanno a ritrovare la spiaggia perduta, irrimediabilmente perduta, ormai, tra le scatole quadrate color ruggine degli utili containers ed il brillio zampillante della fontana, in verità la più bella, di quelle che prolificano in città.
Maria Serritiello
GUESTBOOK-BLOG DI SALERNO SU VIRGILIO
Il 27 agosto, per dire ciao all’estate il d.j. Otti Bi, ovvero Ottavio Baldi, curerà la serata per conto dell’organizzazione “Cento per cento vinile” di cui egli stesso si occupa con Alfonso De Rosa. I due, assieme organizzano, con provata esperienza, eventi, serate a tema ed happy hour, in tutta la provincia di Salerno. Due affermati, professionisti cavesi, prestati alla musica, l’uno, Ottavio Baldi, Prof. di educazione fisica a Castiglione delle Stiviere, l’altro, Alfonso De Rosa, interior designer, con uno studio avviato, nel centro della cittadina di origine.
SERATATA DISCO 70/80 CON DJ OTTI BI
ORGANIZZAZIONE "100x100 VINILE"
2 fratelli beach vietri S/m (sa)
Ingresso 21.30
la serata è rigorosamente ad invito con ingresso e consumazione
Le date delle prossime serate ai “Fratelli Beach” sono le seguenti: 1/-/8-/15/ e 22-Settembre per ascoltare musica, “ Disco 70/80”, originale su vinile
FONTE: IL BLOG DISALERNO SU VIRGILIO
DI MASSIMO VECCHIO
Ritorna, sempre attesissima, la Festa del Mare 2011, evento salernitano che giunge alla sua nona edizione e che avrà inizio venerdì 16 settembre 2011 e proseguirà fino a sabato 17 settembre, per una due giorni completamente dedicata alla risorsa mare.
Novità dell'edizione 2011, la prima edizione della veleggiata 'Taralluccio Cup 2011' che prenderà il via venerdì 17 settembre con orario di inizio previsto per le ore 12. In serata invece, con inizio alle ore 19, 'Il gozzo, imbarcazione ultra millenaria di pesca e trasporto: un esempio di ecosostenibilità per il futuro', convegno che farà da introduzione all'altro previsto per le ore 20 'Infrastrutture e Trasporti: il decisivo ruolo del mare per la ripresa economica'. Alle 21.30 invece, spazio a Michele Carfora e la Compagnia Salernitana del Balletto in “Viaggio della danza” e al cabaret con Gigi E Ross in “Non c’è storia usciamo un’ora prima”.
'Fronte di mare, portualità, rete integrata dei trasporti: le nuove sfide per lo sviluppo' il convegno che aprirà la giornata dei lavori di sabato 17 settembre con a seguire la premiazione della veleggiata “Taralluccio Cup 2011”. Alle ore 20.30 l'inizio degli spettacoli con lettura di poesie dedicate al mare di Anna Alfano, Giovanna Saporito e Enzo Tafuri, l'esibizione dell'Orchestra Polymusic con Claudio Tortora e Marcello Ferrante in “Ti ricordi quella sera” e chiusura con il Cabaret con Lino Barbieri in “Scusate se insisto”, il tutto arricchito dalla degustazione gratuita di prodotti ittici, del pane dei marinai e dei vini campani al femminile. Presenta Cinzia Ugatti e l'ingresso alla manifestazione è libero.
A poche ore adalla liberazione dei giornalisti rinchiusi nell'hotel Naxos quattro inviati italiani sono stati rapiiti da civili e poi consegnati ai militari. In una telefonata a Console di Bengasi Guido De Sanctis hanno detto di stare bene
Quattro giornalisti italiani sono stati rapiti in Libia, sono Elisabetta Rosaspina, Giuseppe Sarcina del Corriere della Sera, Domenico Quirico de La Stampa e un altro collega inviato di Avvenire. Lo conferma all'ANSA Bruno Tucci il presidente dell'ordine dei giornalisti del Lazio. Stavano andando in macchina da Zawiah a Tripoli i quattro giornalisti rapiti in Libia, quando un gruppo di lealisti hanno fermato la macchina nella quale viaggiavano, uccidendo l'autista, ha aggiunto Tucci. I cronisti, secondo quanto appreso, sono stati poi portati un un appartamento nel quale ad uno di loro, il giornalista del quotidiano 'Avvenire', è stato permesso di chiamare il giornale da un telefono fisso per avvisare del rapimento.
"STIAMO BENE"
Si trovano in un appartamento a Tripoli, tra Bab Al-Aziziya e l'Hotel Rixos i reporter italiani rapiti stamane in Libia. Lo ha detto all'ANSA il console di Bengasi Guido De Sanctis, dopo essere riuscito a mettersi in contatto con uno dei giornalisti. Gli inviati "stanno bene" ed hanno fatto sapere, nella telefonata, che al termine del Ramadan "sono stati anche rifocillati con cibo e acqua". Dall'appartamento, ha aggiunto, si vede un noto centro commerciale di proprietà della figlia di Gheddafi.
IL RACCONTO DEL RAPIMENTO
Una telefonata di circa cinque minuti, "con voce ferma, non trafelata", in cui uno dei quattro giornalisti italiani rapiti in Libia, Claudio Monici di 'Avvenire', ha potuto raccontare brevemente quello che era successo. L'hanno raccolta dopo il sequestro i suoi colleghi della redazione esteri del giornale. "Ci ha raccontato che sono stati presi, rapinati di tutto e che forse era stato ucciso il loro autista - riferiscono da Avvenire -. Secondo quanto abbiamo potuto capire, sarebbero stati rapiti da civili, che poi li hanno passati a militari, presumibilmente lealisti". "Io avevo sentito Claudio stamattina alle 10 - racconta ancora il suo collega della redazione esteri -, avevamo concordato il pezzo. Non sapeva ancora se sarebbero andati a Tripoli, perché c'era il problema di trovare un autista fidato". Nella telefonata successiva al sequestro, comunque, sottolineano ancora ad Avvenire, "Claudio non era trafelato, aveva la voce ferma: d'altronde lui di queste situazioni ne ha vissute parecchie".
FARNESINA, ATTIVATI CANALI PER SOLUZIONE RAPIDA
L'Unità di Crisi della Farnesina sta cercando di ricostruire nel dettaglio le circostanze nelle quali si è verificato il sequestro e sta esplorando tutti i canali utili per la soluzione più rapida possibile della vicenda. Lo rende noto un comunicato della Farnesina sul rapimento dei quattro giornalisti italiani in Libia.
FERITI DUE GIORNALISTI FRANCESI FERITI
Due giornalisti francesi sono rimasti feriti a Tripoli negli scontri intorno al quartier generale di Gheddafi, ma non sono in pericolo di vita. Lo riferiscono le due testate per cui lavorano, l'emittente televisiva pubblica France 2 e il settimanale Paris Match, precisando che i due saranno presto rimpatriati. Bruno Girodon, cameraman di France 2, è stato colpito da una pallottola mentre faceva riprese nei presso del complesso di Bab al-Aziziya. Alvaro Canovas, fotografo di Paris Match, è stato colpito da un proiettile di kalashnikov alla coscia, durante l'ingresso dei ribelli nel compound.
"NO AI CENTESIMI". CINQUE MILIARDI PERSI NEI CASSETTI
FONTE: CORRIERE DELLA SERA.IT
DI PAOLO CONTI
I centesimi di rame dell’euro rappresentano una delle innumerevoli contraddizioni dell’Italia. Nessuno riesce a usarli, quando capitano in tasca diventano subito zavorra inutile (salvo depositarle nelle cassette delle Chiese) ma l’Italia ne è (appunto inutilmente) sommersa. Nel nostro Paese, dal 2002 a oggi, circolano 6 miliardi e 700 milioni di pezzi dei tre piccoli tagli di centesimi, battuti dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Due miliardi e 600 milioni per la monetina da 1 centesimo, due miliardi e 200 milioni per quella da 2 centesimi e infine un miliardo e 900 milioni per i 5 centesimi. Un valore nominale enorme, circa 165 milioni di euro: rappresentano il 45% delle monete della valuta euro battute per ordine del ministero dell’Economia.
Le mini monete hanno avuto subito un’esistenza difficile. Già il 22 gennaio 2002, pochi giorni prima dell’entrata in circolazione della nuova moneta, Giulio Tremonti (allora ministro dell’Economia del Berlusconi II) annunciò: «Abolire i centesimi? Sarebbe certamente popolare, ci stiamo pensando, ne abbiamo parlato in sede di Unione Europea». L’economista Giacomo Vaciago, proprio in quei giorni, aveva previsto non più di pochi mesi di vita reale ai centesimi dall’anima di acciaio, ma ricoperti di rame. E invece eccoli lì, tutti nelle nostre tasche, ma soprattutto nei nostri cassetti. I primi a farne a meno furono, guarda un po’ la coincidenza, i responsabili della bouvette del Senato che il 1 febbraio 2002 decisero di superare ampiamente l’intuizione di Tremonti e abolire subito la superflua circolazione degli spiccioli europei: il cappuccino di allora scese da 67 a 65 centesimi, il cornetto da 46 a 45, i panini invece salirono da 1.14 a 1.20.
Centesimi di dollaro Usa
C’è chi, in Europa, ne ha fatto immediatamente a meno è si è trovato benissimo. Il primo Paese a cancellare i pezzi da 1 e 2 centesimi fu la Finlandia con un decreto legge che seguì l’introduzione della moneta unitaria: era la conseguenza dell’abolizione di altri centesimi, quelli del Markka, il Marco Finlandese, che era suddiviso in scomodissimi centesimi (un euro valeva 5.9 Markka). Il risultato è che quei pochissimi pezzi da 1 e 2 centesimi battuti in Finlandia ora sono rarità assolute e preziosissime. Anche l’Olanda dal 2004 non conia più centesimi di piccolo taglio e in Belgio la loro circolazione è di fatto un ricordo, seppure senza una decisione formale. In Italia c’è chi si è mosso immediatamente, per esempio il Comune di Barzago, in provincia di Lecco: nel gennaio 2002 abolì l’uso dei centesimi da 1 e da 2 nel costo dei certificati anagrafici e degli ingressi agli impianti sportivi.
Ma i centesimi non sono solo un problema italiano. In Canada il centesimo di dollaro canadese non è usato da anni eppure la zecca continua a batterlo, nonostante in circolazione ve ne siano circa 1 miliardo e 200 milioni di esemplari: per di più realizzare un centesimo costa 1.5 centesimi. La Svizzera ha parzialmente risolto il problema dal 1978 mettendo fuori corso i 2 centesimi di Franco mentre resiste il pezzo da 5 centesimi (che ne costa circa 11): ma in Svizzera il movimento d’opinione ostile alla sua abolizione è ancora molto forte. In più i piccoli centesimi si macchiano, diventano verdastri e emanano odori sgradevoli. C’è chi ha messo a punto un rimedio: acqua e limone, immersione per diversi minuti, poi pulizia e asciugatura con un panno (niente spugnette metalliche). Chi ha tempo e voglia può accomodarsi.