Pagine

martedì 24 dicembre 2024

Il Mio Presepe di Carta di Maria Serritiello


 

                                        Il mio presepe di carta

di Maria Serritiello


Il mio presepe di carta

la mamma

me lo aggiusta

sulla cassa ruvida

della biancheria,

all’angolo corto,

vicino alla finestra.

Là,

ogni anno,

nella vecchia casa scura,

come il carbone spento,

un fuoco alimentato,

si riaccende

e tranquilla io,

vedo crescere il lavoro.

Dentro di me,

gli anni vissuti,

non ci sono.

 Salerno 10-12.2000         Maria Serritiello                            










 

10-12.2000                            

Aspettando la Vigilia di Natale


 tratto da Youtube

Selezione di Maria Serritiello


Questo brano è stato la colonna sonora per tutti i miei presepi viventi organizzati con i miei alunni in 42 anni di servizio.

Spero che sia rimasto in loro questo momento così spirituale. Vi abbraccio tutti, ancora

la vostra Prof

venerdì 20 dicembre 2024

Ultimo appuntamento d’arte del 2024 alla Galleria espositiva “Civico 23” di Salerno con Justyna Ralicka

 

Fonte: www.lapille.eu

di Maria Serritiello

Fino al 28 dicembre, al Civico 23, per il quarto appuntamento con l’arte esposta, sono in mostra le 35 opere di Justiyna Ralicka. Nello sfogliare visivamente le sue opere ci si ritrova nel bosco incantato della sua Polonia, è nata, infatti a Danzica ed il verde della natura prevale su tutto il resto. Forme e figure fantastiche, come in una fiaba, quella che ci racconta e ci racchiude, tanta è la meraviglia nel contempo. 35 tavolozze, dove il lupo è quella buona figura, che si accorda semplice con le altre fantasiose ed evocative. Un dialogo aperto e continuo con se stessa e le sue fantasie a volte giocose, altre volte meno, ma tutte volte a rappresentare il delicato suo mondo interiore. Le opere, tutte, esteticamente sono belle, il verde il giallo, il marrone sono colori che ci fanno passeggiare in semplicità con la gentile artista, in una delle sue tante mattinate in fuga dalla civile città.

Maria Serritiello

 

Justyna Ralicka è nata nel 1974 a Danzica dove vive e lavora

 

L’esposizione delle opere dura fino al 28 dicembre 2024

Il “Civico 23”, No Profit Art Space Salerno, Via Parmenide 23, è diretta con passione, competenza da tre volenterosi cultori d’arte: Angelo D’Amato, Rosario Mazzeo, Gianni Capacchione.




 

    


martedì 3 dicembre 2024

Al Teatro Genovesi di Salerno “Vita da Anziani” di e con Angela Guerra e Vincenzo Tota, le stripes nate sui social


 Fonte:www.lapilli.eu

di Maria Serritiello

Una deliziosa serata di teatro è stata messa su, nei giorni scorsi di sabato e domenica, dalla coppia Tota- Guerra, per la giocondità dell’affettuoso pubblico del Genovesi. Il titolo “Vita da Anziani”, fa il verso ai simpatici coniugi che, non me ne vogliano, di anzianità se ne intendono abbastanza. Lo spettacolo, nato sui social, ha avuto un così strepitoso successo tra i follower, tanto da considerare di trasportarlo dalle mura domestiche, in teatro. Ed eccolo il salotto di casa Tota arrivare uguale in scena, la luce è soffusa, la lampada è bassa, un tavolinetto al lato del divano è pronto ad accogliere tutto il contenuto delle tasche del Professore. C’è bisogno, per iniziare lo spettacolo, di chi lo annunci, operazione tenuta solitamente dalla paziente Angela, ma nei due giorni di spettacolo lei non ci pensa affatto, presa e compresa dalla recitazione. S’intuisce da subito che non spira aria buona per il povero Professore Tota, che smarrito e senza la pragmaticità della moglie, va, in scena, avanti ed indietro senza essere in nessun modo efficiente. Intanto lei, con un libro tra le mani, legge con puntigliosità, senza perdere di vista ciò che il marito compie o sta per farlo, pronta a ironizzare sulle sue maldestre prestazioni. Tota e Guerra sono due coniugi, come ce ne sono tanti ed anche presenti in teatro, che ogni giorno, all’interno delle loro case, inventano giornate da trascorrere, lontani dalla vita tumultuosa e produttiva. Ed allora prendono importanza per le loro discussioni, l’alimentazione, la salute, la socializzazione, lo sport, la Salernitana, i viaggi, la collaborazione, la cultura, il tutto condito da ironia e sagacia. Uno spaccato di vita ordinaria, un elogio alla normalità, un insieme di azioni, finalmente più lente, senza la frettolosità dei tempi moderni; perdersi per gli occhiali che non si trovano, del telefonino che non si riesce a farlo funzionare, dell’elenco della spesa scritto su foglietti volanti e regolarmente dimenticati e dei tanti automatismi che ci fanno scordare il posto degli oggetti. Certo Angela, appare l’angelo castigatore, nel sottolineare con troppa ironia l’inesperienza di Enzo e lui a sua volta non sarà stato così maldestro nel compiere facili azioni, ma tant’è è il teatro che lo vuole e loro si offrono volentieri al gioco delle parti. Fatto sta che più di una coppia, avanti negli anni, presente in teatro, ha trovato possibile il loro benevolo rintuzzarsi, somigliante al proprio.  E così “Vita da anziani”, ovvero le stripes costruite in semplicità e linguaggio privo di orpelli, hanno il pregio di rispecchiare la vita reale di tante coppie alle quali va l’augurio che Enzo Tota rivolge, in modo tenero, alla sua Angela, compagna di vita da innumerevoli anni: “dovessi rinascere di nuovo, ti sceglierei sempre al mio fianco”.

Luci. Musica e quant’altro: Marcello Andria

Maria Serritiello

www.lapilli.eu



giovedì 28 novembre 2024

Peppe Laurato e Salvatore Turco in Remeber Show al Teatro Ridotto di Salerno



 Fonte:www.lapilli.eu

di Maria Serritiello

Una gradevole serata di cabaret, al Teatro Ridotto di Salerno, nella seconda serata di “Che Comico ‘24/25’, iniziato il 2 novembre, con le consuete due serate del sabato alle 21,15 e della domenica alle 19, 00 e con un nutrito programma che va avanti fino ad aprile. Due, gli attori sul palco, Peppe Laurato e Salvatore Turco in Remeber Show, l’uno la spalla dell’altro e così ha funzionato per tutta la durata dello spettacolo. Battute ad effetto, costruite per giungere nel culmine del finale a provocare la risata spontanea e l’applauso convinto. I testi, scritti da loro, sono per certi versi un esercizio linguistico di facile costruzione, di come se ne inventavano a iosa tra i banchi di scuola, tra due compagni affiatati. A volte nel momento scenico ne aggiungono altre di battute, inventate al momento, divertendosi loro stessi ed il pubblico, che ne intuisce la provenienza. Il canovaccio prosegue nell’evidenziare la corpulenza di Peppe Laurato da parte di Salvatore Turco che a sua volta ha delle mancanze, per esempio le sue battute non sono sempre efficaci, naturalmente è tutta scena, come se si recitasse a soggetto. Intanto il pubblico si diverte e si divide, tanto da parteggiare a volte per l’uno, altre volte per l’altro, un gioco piacevole delle parti, ne risulta, così uno spettacolo delizioso, privo di parole volgari e se qualche volta scappa è ben tollerata dal pubblico, che intanto collabora dialogando con gli attori ed a produrre battute su battute. Io stessa (N.D.R.) mi sono esposta ad osteggiare Salvatore Turco in favore di Peppe Laurato, che sì conoscevo di più per essere stato altre volte al Ridotto, una di queste, proprio lo scorso anno. Due attori spontanei, professionali e bravi a rendere credibile fino alla fine il loro spettacolo.

Maria Serritiello

www.lapilli.eu

 

Una nota di rimostranza che esula dagli attori e da chi gestisce il teatro. Il parcheggio divenuto improvvisamente ristretto a pochi posti e riservato nelle strisce, meticolosamente disegnate, nello spazio antistante ai due teatri. Non so a chi può aver dato fastidio il confort che ne traevano gli utenti dei due teatri, tra l’altro lo spiazzo, nelle serate di maggiore afflusso era tenuto perfettamente in ordine da personale addetto e gratis. In una città così smaniosa di parcheggio si riduce la sosta in modo piccoso per persone che consumano teatro ad età avanzata, si, è bene che si sappia, i teatri sono riempiti da persone anziane con svariati problemi di deambulazioni, i giovani vanno a fare la movida.  




  

 

martedì 19 novembre 2024

Pitture di luce di Enrico Salzano alla Galleria d’Arte “Civico 23” di Salerno


 Fonte:www.lapilli.eu

di Maria Serritiello

…Il 19 agosto 1839 nasce la fotografia e la protagonista non è la macchina fotografica, che verrà successivamente modificata, ma la LUCE. La "Luce", elemento cosmico, viene manipolata e così il fotografo diventa un pittore di luce… ed Enrico Salzano, l’artista che espone in questi giorni, al Civico 23, lo è!

Laszlo Mholy-Nagy, pittore e fotografo ungherese del (20 luglio 1895 – 24 novembre 1946) affermava che il fotografo è un manipolatore di luce e che la fotografia è manipolazione di luce. Questa asserzione è ben presente nella mente del nostro artista che così esprime il suo pensiero, all’atto dell’estro creativo: “ho sempre presente queste parole quando lavoro in camera oscura (questi lavori degli anni ’70, non sono digitazioni di Photoshop). Durante la performance luminosa, fedelmente registrata dai fogli emulsionati, una grande sensazione di libertà attraversa tutto il mio corpo. Tecnicamente la silhouette è una foto che si ottiene posizionando il soggetto in controluce. L'immagine ottenuta, riproduce il nero, su un fondo bianco, i contorni esterni della figura o dell'oggetto fotografato. Variando altri parametri in fase di stampa, come il tempo di esposizione, la posizione della carta, il movimento del foglio emulsionato, ecc.  successivi fasci luminosi, da me direzionati sulla carta sensibile, contribuiscono a creare le immagini finali. Quando non è possibile fotografare il soggetto, perché frutto della fantasia, fotografo una sagoma precedentemente costruita. La stampa finale, per le variabili che sono intervenute, risulta un unicum. Sulle stampe finali a volte sono presenti delle tracce di colore, ottenute con dei pastelli. Generalmente utilizzo pellicola II ford HP5, sviluppata in II fosol. Le mie fonti di ispirazioni sono le metope dei templi, le figure nere sui vasi attici, le immagini dei manifesti pubblicitari, moderne metope metropolitane o le immagini che passano in televisione.

 

Le foto di Enrico Salzano, un professore di matematica salernitano, prestato alla genialità artistica, sono di singolare importanza nell’ambito della ricerca artistica/fotografica campana ed oltre.La mia è stata una lotta continua contro la società delle macchine e in particolare contro l’idea soffocante propria della società della tecnica. L’uomo è stato definitivamente accantonato, chiuso in una bolla tecnologica da cui non può uscire. Il mio tentativo di ribellione alle macchine e in particolare alla macchina fotografica, primo vero robot dell’era moderna, è una testimonianza di come è ancora possibile liberarsi dalle catene che ci paralizzano”

“(tratto dall’opera “Dalla fotografia flessibile alla fotografia dinamica” stampato dalla Oedipus nel 2020 con introduzione di Marcello Napoli e postfazione di Gabriella Taddeo).

 Di notevole rilevanza sono i dialoghi con due mostri sacri dell’arte contemporanea: Enrico Crispolti e Gillo Dorfles

 Al Civico 23, le opere dell’artista in esposizione, circa una ventina di varia grandezza, rendono l’emozione (N.D.R.) dei graffiti delle cave preistoriche, una pregevolezza per chi fruisce l’arte con emotività ed empatia, un tentativo di sintonia con l’artista.

Maria Serritiello

 

L’esposizione delle opere dura fino al 30 novembre 2024

Il “Civico 23”, No Profit Art Space Salerno, Via Parmenide 23, è diretta con passione, competenza e non senza sacrifici da tre volenterosi cultori d’arte: Angelo D’Amato, Rosario Mazzeo, Gianni Capacchione.






 




martedì 12 novembre 2024

"PITTURE DI LUCE" Personale dell'artista Enrico Salzano al Civico 23 di Salerno


 Comunicato Stampa

inviato a Maria Serritiello


COMUNICATO STAMPA

Civico 23 No Profit Art Space

Via Parmenide n 23, Salerno

340 4756533

Civico23-artspace@libero.it

"PITTURE DI LUCE"

Personale dell'artista

Enrico Salzano

Inaugurazione: sabato 16 novembre ore 18.00

16 > 30 novembre

Ore 18.00/20.00 (dal martedì al sabato)

Con la mostra "Pitture di luce" diamo spazio e respiro alle opere di Enrico Salzano. Le sue foto

costituiscono una pietra miliare nel panorama artistico/fotografico campano, e non solo. La ricerca di

Salzano, sempre attenta e partecipata, mostra quel carattere "umano", culturale e, naturalmente,

sperimentale che lo ha sempre contraddistinto. Le foto qui esposte denotano una esigenza

funzionale, ovvero una necessità di affrancarsi da una logica della ripetizione sterile, che ha come

limite la proliferazione del simulacro, per ritornare ad un'esperienza più diretta del mondo sensibile

attraverso la luce. Enrico Salzano dall'alto della sua esperienza, ricordiamo i suoi "dialoghi" con mostri

sacri dell'arte contemporanea come Enrico Crispolti e Gillo Dorfles, traccia i confini di una realtà che la

rappresentazione dei media ha stravolto, duplicandola fino a renderla effimera. Una realtà, o

potremmo dire una Verità che occorre "ripristinare" sotto l'azione di un'arte sensibile, poetica, aperta

al dialogo. Un dialogo che nella mente dell'artista si fa praxis, procedimento, pratica di luce, da cui

partire per una creatività affidata all'azione denotante che, come afferma Goodman, non è destinata

alla copia del reale ma ad una sua molteplice interpretazione. E' l'autore stesso a darci una

spiegazione più dettagliata del modus operandi attraverso il quale ha sviluppato la sua ricerca a

partire dalla luce:

"…il 19 agosto 1839 nasce la fotografia e la protagonista non è la macchina fotografica, che verrà

successivamente modificata, ma la LUCE. Il nuovo medium sostituisce il pigmento e si prepara a

rappresentare il mondo. La "Luce" elemento cosmico viene manipolata e così il fotografo diventa un

pittore di luce. Con la luce si rappresentano nuove realtà , mondi comprensibili sia da noi che nella più

lontana galassia…dagli anni 70 con la luce rappresento sia il reale che l'immaginario, il presente ma

anche il futuro…"

Civico 23 Art space

space

Enrico Salzano, laureato in matematica. Dal 1970 si dedica alla fotografia influenzato dal Bauhaus e

da Moholy-Nagy, da Man Ray e dalla fotografia futurista. Dal 1980 scrive numerosi testi sul

linguaggio fotografico che culminano nel "Manifesto della fotografia cosmica". La fotografia di

Salzano dialoga con la migliore ricerca europea. Ha esposto in due occasione al Grand Palais di

Parigi (1985 e 1986) ed è stato presente alla Biennale di Pechino (2003)