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mercoledì 14 dicembre 2022

“Grazie” di Daniel Pennac è stato rappresentato per i primi due fine settimana di dicembre, al Teatro del Giullare di Salerno

 



Fonte: www.lapilli.eu

di Maria Serritiello


Non sappiamo perché viene premiata la protagonista del concentrato monologo “Grazie” di Daniel Pennac, quando si apre il sipario, ma la troviamo con le spalle rivolte al pubblico, nell’atto d’inchinarsi per ringraziare. Al lato del palcoscenico, seduta su delle sedie, fa bella mostra di sé, la giuria, severa e quasi immobile fino alla fine

Inizia così l’assolo di Brunella Caputo che con l’originalità di scrittrice e regista stessa del lavoro, modifica lo scritto di Pennac, inserendo un alter ego, Davide Curzio che la guida, la sostiene, la puntella, le suggerisce e la rinforza nei momenti di più acuta timidezza e volontà di scappare via.  Si assiste, per un’ora, tale è il tempo, ad un rimando di battute, dall’uno all’altra, ad un incastro perfetto di toni misurati, di suggerimenti, di gestualità e di pause, che tendono a vivacizzare l’originale e solitario monologo. Su tutto, l’analisi della parola grazie ed il suo vero significato.

Di lei non sappiamo nulla, né chi è, né da dove viene, anzi no, lo sapremo in seguito, da un paesino della Francia ed è lì per il riconoscimento della sua opera omnia, sicché la troviamo a ringraziare con foga e voce alterata a ripetere: “Graziee” “grazieeeeeeeeeee”, sempre più forte in modo da farsi sentire, fino in fondo al teatro

La parola grazie, a pensarci bene, viene usata poco e male e non sempre se utilizzata, apprezzata per ciò che esprime. Daniel Pennac con questo suo scritto di pacata ironia e Brunella e Davide con una notevole prova di teatro ce ne disvelano il significato.

A ritirare il premio, la nostra artista dovrebbe essere una donna sicura, consapevole dei propri mezzi ed invece appare impacciata, sfiduciata, cercando d’imbastire un discorso di ringraziamento, senza riuscirvi. Inutilmente fruga nelle tasche alla ricerca del pezzo di carta dove ha appuntato qualche riga. Ed ancora, sapendo di essere la vincitrice del premio si è premurata di assistere a varie cerimonie per apprendere come ci si debba comportare.

 

Così passa in rassegna a mente, con visibile ironia, a chi dovrebbe rivolgere il suo ringraziamento. Alla giuria, che non conosce, ai parenti che non frequenta, agli amici che non sono sinceri, a chi l’ha ostacolata, od a chi l’ha spronata? Forse a nessuno o anche no, a se stessa, in grado di ricevere con merito, quel grosso trofeo, a stento sostenuto dalle sue braccia.

Si dà così un valore etico al sostantivo, per affermare che non si può dire grazie a cuor leggero, dividendo il ringraziamento in tre cerchi, nei quali comprendere, tra l’altro, il pubblico e lo staff. Di sicuro, la premiata, sa che non vorrebbe mai e poi mai ringraziare il suo maestro delle elementari, un uomo cattivo che le ha rovinato l’infanzia e lo afferma con voce adirata e rabbia non più repressa. Ai bambini, allora, a loro i soli ringraziamenti, conclude.

L’interpretazione di Brunella Caputo, come attrice è stata perfetta, quale regista è stata originale per aver adattato il ruolo maschile sé ed a dialogizzare ciò che dalla penna dell’autore è nato come monologo. Una scelta gradevole, nuova che ha portato sulle scene Davide Curzio e vederli tutti e due insieme è stato tornare indietro nel tempo, Eccezionali come coppia attoriali, un incastro che ha reso piacevole un’ora trascorsa a rivalutare ed a pensare a chi e come dire grazie da oggi in poi

Maria Serritiello

 

Grazie

Di Daniel Pennac

Adattamento e regia  Brunella Caputo

Interpreti: Brunella Caputo e Davide Curzio

Suoni e Luci: Virna Prescenzo

 

 

sabato 10 dicembre 2022

Violata di Maria Serritiello

 


Fonte: www.lapilli.eu

di Maria Serritiello


Il 5 dicembre scorso, al Teatro Genovesi è stato proposto un evento congiunto della compagnia dell’Eclissi e del Soroptimist club di Salerno, per celebrare il “Day” di dicembre, in prossimità delle feste natalizie, con una riflessione sulla violenza delle donne.

Le Soroptimist, sempre attente alle problematiche femminili, hanno inteso lanciare un segnale forte soprattutto alle coscienze giovanili, coinvolgendo, per l’appunto, le scuole di quasi tutta la città: Liceo Tasso, Liceo De Sanctis, Liceo Da Procida, Istituto Genovesi Da Vinci, Alfano I, Regina Margherita, Liceo Artistico.

Presente alla manifestazione, l’Assessore alle Pari Opportunità Gaetana Meo, oltre a numerosi insegnanti

Il lavoro in scena di grande effetto, dal titolo “Violata” è stato rappresentato dalla Cantine delle Arti di Sala Consilina, per la Regia di Enzo D’Arco e con Antonella Giordano, Marzio D’Arco ed Enzo D’Arco.

La trama a forte impatto è stata sottolineata da musica appropriata e toccante come, tra le altre: “L’amore rubato” di Luca Barbarossa e “Gli uomini” di Mia Martini. I 4 quadri rappresentati sono stati resi veri e dilanianti dalla bravura recitativa ed espressiva degli attori, come l’esile figura femminile e le rudi corporature maschili.

Ed è l’inizio

La scena è scarna e si distende nelle spire della violenza che di lì a poco si mostrerà, preannunciando sofferenza. Avvolta in una veste nera ed i capelli nascosti dalla kefiah, nera anch’essa, c’è, Aima, una giovane donna che si dondola su di una piccola sedia, quasi fosse una bambina, in effetti lo è. Aima, infatti, non conosce il mondo, non sa nulla della realtà che la circonda, padroneggia solo la strada che la porta da casa al pascolo. Lei e sua sorella vivono con pochi elementi di riferimento, il padre le picchia senza una ragione con la cinghia dei pantaloni, le lascia senza cibo ed acqua, così per affermare la sua forza di maschio. Gli incredibili maltrattamenti sono riservati solo alle donne di casa, suo fratello, per esempio, non viene sfiorato. Con lo sguardo incredulo per tutto ciò che le capita, racconta di sua madre, sposa a 15 anni, 19 parti, ma solo 5 figli in vita, gli altri, ovvero le altre le ha soffocate sotto la pelle di capra.

E venne il tempo per Aima di conoscere l’amore, oltre alla fatica ed ai maltrattamenti, ma non fu un giorno lieto se fu violenza e morte la congiunzione d’amore. L’azione di quella colpa doveva essere punita, così ci pensa lo zio e versa sul corpo di Aima, un liquido freddo, dal forte odore. Suo zio con sadica cattiveria e con gesti lenti le sta dando fuoco.

L’urlo che squarcia il teatro penetra nelle nostre carni, sentiamo il calore del fuoco e la pelle bruciare

I quadri, poi, che si susseguono sono sempre storie di donne martoriate, violate con la non curanza di uomini senza scrupolo, assassini, sicché lo spettacolo è un crescendo di brutture, di percorse mimate, di occhi lividi, offese su tutto il corpo e gestualità sguaiata, nel caso dello stupro.  Aumenta, così, la tensione e la ribellione tra gli spettatori, nessuno può assistere alla violenza gratuita senza provare rivolta.

Fatima è stata condannata alla lapidazione per aver avuto una figlia al di fuori del matrimonio, prima della condanna, scrive una lettera- testamento alla piccola perché possa farle conoscere l’orribile realtà che la circonda e la spinga a ribellarsi. Poi si allontana e la flagellazione a cui si assiste   è altro momento di forte emotività tra il pubblico. …

La violenza rappresentata penetra nelle nostre corde più di ogni altra parola ed è ciò che si voleva con questo terribile spettacolo.

Si fa buio in scena e nel silenzio rarefatto della sala si ode il triste elenco delle donne uccise, scandite ad una, ad una per 192 volte, quante sono le uccise: Anna, Vera, Pamela, Jessica, Francesca, Federica, Martina, Alessia, Ernestina, Laura, Nunzia…

L’elenco interminabile è sottolineato dalla percussione della tammorra ed ogni volta che la mano si posa sulla pelle è un colpo al cuore

E’ na guerra” urla l’attore, si una guerra, un’ignobile guerra di sopraffazione!

Soroptimist  International Club di Salerno:

Presidente: Giulia De Marco

Progetto curato da: Maria Tota

 

Il Soroptimist International è un'organizzazione senza fine di lucro di service club che riunisce donne con elevata professionalità, e opera attraverso progetti diretti all'avanzamento della condizione femminile, la promozione dei diritti umani, l'accettazione delle diversità, lo sviluppo e la pace.

Fondazione 3 ottobre 1921

Fondatore: Violet Richardson Ward

Motto: Sorores Optimae

 

Il Club di Salerno è il 17° dell’Unione Italiana. E’ stato fondato il 27 aprile 1958.

 

Maria Serritiello

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martedì 6 dicembre 2022

IV Appuntamento di “Che Comico 2022/2023” al Tempio della Comicità: di Salerno: Angelo Belgiovine di Maria Serritiello


 Fonte: www.lapilli.eu

di Maria Serritiello 


Una data, 1992, Premio Charlot, la vittoria è di Angelo Belgiovine, un 34 enne, impiegato comunale che pensa al proprio futuro lontano dal passare le carte fino alla pensione.

Ha bella presenza, sa parlare, sa divertire e cambia rotta al suo destino lavorativo.

Lo ritroviamo al Ridotto, dopo che la prima parte della sua vita è trascorsa, le tappe importanti realizzate, una moglie, due figlie e la notorietà affermata come autore, attore e regista teatrale. Poi anche altro, due lauree, l’insegnamento di economia all’Università ed una malattia seria, fortunatamente superata, il covid neanche tanto leggero e 13 anni lontano dalle scene.

Dopo l’affermazione al Premio Charlot, l’incipit è con il   programma di Renzo Arbore “Caro Totò, ti voglio presentare” ed il successo con la gara tv “La Sai l’Ultima?” vincendola e continuando per 10 anni e più a scrivere testi e barzellette per Mediaset.

Ecco questo, a grandi linee, il suo pregresso, ma c’è molto ancora, tanto che si rischia di redigere un’arida elencazione e lui che è un uomo di cuore, dei suoi successi non ne vuole fare pura ragioneria. Così’ porta sulle scene, per due serate, uno spettacolo che gli rassomiglia, dal titolo “ Eccomi…ma non vi affezionate”  nel quale racchiude il suo  vissuto, i suoi ricordi dalla nascita alla pubertà, dall’adolescenza fino ad arrivare alla famiglia e alla vita di oggi.

Ci si accorge, dalle prima battute, che siamo dinanzi al filologo della risata, che ha scandagliato della stessa, ogni recondito angolo, traducendolo in altrettanti momenti teatrali. La comicità dei monologhi è studiata, non ha niente d’improvvisato, anche se può sembrare il contrario; il contenuto, la recitazione, la mimica, il costume sono frutto di applicazione.  Belgiovine viene dalla vecchia scuola di teatro, diciamo pure dalla gavetta, per cui il manufatto comico ha spessore ed arte. Non è veloce, ha i suoi tempi per vestire i panni di scena, prima con pantaloni neri larghi tenuti su da due vistose bretelle, poi calata sulla fronte una nera parrucca riccioluta e camicia sgargiante ed infine con classico doppio petto a righe di un rosso fuoco che lo rende elegante e signorile, come deve essere un signore della sua età. Si accompagna al maestro Claudio Lardo, serio attore di prosa, prestato alla musica del pianoforte, tra l’altro suonato con maestria, per intervallare con musica i tempi di cambio di costume: “Libertango” di Astor Piazzolla  e con il recitato: La ballata dell’Emigrante di Antonio Ghirelli 

Dotato di una sua specifica capacità scenica ha saputo dare agli altri diversificati spunti teatrali, grazie ad una cultura vasta e profondamente ancorata nella realtà. Lo spettacolo sapientemente dosato in tutte le sue parti, si è concluso con i fuochi pirotecnici delle sue freddure e barzellette che lo hanno visto partecipe prolifico e apprezzato protagonista nel panorama nazionale della comicità, complice il mezzo televisivo.

Plauso, dunque, ad una leggenda dell’umorismo che tanto contributo ha dato e che merita di certo scranni più elevati tra le glorie nazionali, per questo il suo ritorno al teatro, dopo la lunga pausa, ci rende gioiosi e ci fa apprezzare la risata colta che tanto ci mancava.

Maria Serritiello

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venerdì 2 dicembre 2022

Casamicciola vicina al mio cuore di Maria Serritiello

 



di Maria Serritiello

Così vorrò ricordarti, mia cara e sfortunata Casamicciola, ciò che vedo nei filmati televisivi non mi appartiene Per otto anni ho trascorso serenamente l'estate e  condiviso  momenti spensierati ed altri meno.

Nel 2017 il terremoto, per esempio, a farmi ricordare ciò che mi diceva nonna Carmela: <è un'isola ballerina.>

Il monte Pomeo, il passeggio panoramico di chi in vacanza è in cerca di spazialità e bellezza, ha tradito nel sonno, sabato scorso, chi è nato in questa meravigliosa isola ed ama starci.

Un intero costone si è staccato dalla cima ed è precipitato su  tutto ciò che si è parato dinanzi, nel mentre raggiungeva il mare. La pioggia caduta è stata tanta, oltre 140 mm di pioggia in 24 ore

Le vittime sono 12 e lo strazio è tanto, intere famiglie sono state spazzate via come  macigni roteanti, alberi sradicati, mezzi ammaccati e case in frantumo. Il fango fa da padrone in tutto l'isola sicché i bei colori del luogo, una tavolozza  colorata, cede il posto al solo  colore grigio. Il cielo è carico di pioggia e né vuole dar tregua per questo fine settimana. 1000 e più sfollati si accingono a lasciare ciò che resta delle loro case, in  un esodo biblico per trasferirsi in strutture, lasciate da poco, sebbene il terremoto risale al 2017.

Di veloce sull'isola sono solamente i terremoti o le frane e non perché i casamicciolesi, attendono la manna dal cielo, per come stanno spalando il fango, assieme al movimento spontaneo di giovani volontari, studenti e non,  riunitisi con un messaggi su wz, rendono l'idea che vogliono tornare al più presto alla normalità, se normalità si può dire, dopo quest'immane tragedia ed i tristi lutti.

Eppure da poco, gli sfollati del terremoto del 2017 erano ritornati nelle loro case, gli amici che ho frequentato, nel mio soggiorno sull'isola, li ritrovavo felici su fb, nelle loro case, tra fiori e limoni, io che li avevo visti tristi e depressi nel mio stesso albergo,  che gli si  ripropone nuovamente la stessa sciagurata situazione. Non è certo confortevole vivere ammassati in camere d'albergo, privati delle proprie cose, dei propri animali di compagnia, delle calde atmosfere delle loro case. E fra poco è Natale!

Vi ricordo tutti cari amici di quei giorni, Liliana, Rosa, assieme alle maestranze dell'Hotel Elma, Gina, Angelo, Ciro, Maria, Blanca, Roberto, Lucia, Francesca, Giovanni ed altri di cui ricordo i volti ma non i nomi.

Ricordo il corso principale, le strade, sempre piene di verde, il vicolo Morgese, abbellito da quadri, la signora che vendeva specialità locali ed in particolare il rucolino, il bar Calise e la chiesa attigua, per una breve preghiera, che concludeva la mia passeggiata. Dimenticavo, il rito del lunedì, il mercato, io che nella mia città non ne frequento, a Casamicciola mi piaceva tanto fare affari.

Così se fermo il pensiero e le dita che tastano il computer, ecco, sono in mezzo a voi,  perché Casamicciola, per come mi ha accolta, é vicina al mio cuore

Maria Serritiello






martedì 29 novembre 2022

Enzo e Sal in “Sketch life” al Ridotto di Salerno per Che Comico 2022-2023

 


Fonte:www.lapilli.eu

di Maria Serritiello

Terzo appuntamento al Ridotto di Salerno per la rassegna “Che comico2022/2023 con Enzo e Sal in “Sketch life” Mancavano dal 2012 ed è stato piacevole ritrovare la loro comicità semplice, pulita ma con contenuto sotteso. Due bravi ragazzi, comici della porta accanto, di quelli che puoi trovare nelle feste familiari e che danno assieme al sorriso, l’affettività. Non sono tanto cambiati da come li ricordavamo, sebbene la loro fisionomia l’abbiamo ripassata in tutti questi anni con la trasmissione televisiva “Made in sud”, che ha dato loro buona visibilità nel circuito nazionale.

Un binomio inscindibile che garantisce uno spettacolo autentico genuino, grazie ad un affiatamento più che decennale. Si sono conosciuti all’età di 16 anni ed hanno pensato che potevano stare insieme per le loro differenti caratteristiche, l’uno (Vincenzo Busto, Enzo) incarnare lo scugnizzo bonaccione, con una mobilità facciale quanto mai espressiva, l’altro (Salvatore Strazzullo, Sal) il sapientino politically correct che prepara e stuzzica la genuinità’ di Enzo e lui a piene mani pesca nelle sonorità del dialetto napoletano il meglio della sua comicità. La coppia non dispiace e si fa apprezzare per la leggerezza e la consapevolezza di mettercela tutta nel far trascorrere in serenità e brio i fedelissimi del Ridotto

Due ore in allegria, perciò, con siparietti allestiti con i soli cambi di giacche, pantaloni e la loro sagacia artistica; sfilano così, sul palco, i pezzi più esilaranti: I condomini, genitori al parco, il bamboccione ed il lavoro, la corsa, i viaggi all’estero, il disabile, per giungere al personaggio più dilettevole, cioè l’incazzatore personalizzato. L’applauso convinto e ripetuto e le risate suscitate dicono, ad Enzo e Sal, la loro bravura e la loro capacità d’intrattenere in maniera garbata e cortese il pubblico. 

Enzo e Sal

2008  XIII edizione del “Premio Massimo Troisi”.

2009  XVI edizione del “Bravo Grazie”.

Dal 2009 al 2014  6 edizioni di “Colorado” in prima serata italia1

Dal 2009 ad oggi tutte le edizioni di “Made in Sud” da Sky

Comedy Central a Rai2

Spettacolo “Basta Arrabbiarsi”

Maria Serritiello









 

 

 

 

domenica 27 novembre 2022

25 Novembre Giornata Internazionale Contro La Violenza Sulle Donne”, il Museo Città Creativa di Ogliara


 Fonte: www.lapilli.eu

di Maria Serritiello


“AB-USO” così ha titolato la manifestazione per “La Giornata Internazionale Contro La Violenza Sulle  Donne”, il Museo Città Creativa di Ogliara, traendo spunto dalla proiezione video di Annamaria Panariello e Rosanna Di Marino.

A volere la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne è stata l'Assemblea generale delle Nazioni Unite con la risoluzione del 17 dicembre del 1999. L'intento dell'Onu era quello di sensibilizzare le persone rispetto a questo argomento e dare supporto alle vittime. Questa data è stata scelta in memoria delle sorelle Mirabal, attiviste politiche massacrate per ordine del dittatore Rafael Leónidas Trujillo,  il 25 novembre del 1960.

Giornata, dunque per la rivendicazione della essenzialità della donna e quindi della sua sacralità’, nel determinismo di un equilibrio universale più che accettabile e la necessità’ fondamentale della creatività’, intesa nel senso più alto ed ampio del termine, come un’altrettanta insostituibile forza liberatrice e costruttrice di quell’ equilibrio. Le donne, vittime della loro stessa capacità di donare amore e odio, gioia e dolore, vita e morte; donne necessarie, insostituibili, eppure centro di lotte, discussioni feroci, odi carnali ed abbandoni celestiali, sangue ed estasi.

Intanto manifestazioni si susseguono costanti, regolari, cadenzate, annuali, nel tentativo di azzerare il numero delle vittime. In Italia dall’inizio dell’anno hanno perso la vita 104 donne, una ogni tre giorni, una mattanza, sempre più feroce, retaggio di una cultura patriarcale, che poteva vita e morte sull’altra metà del cielo. Il determinismo omicida, però, si fa sentire ovunque, in special modo in quei territori dove vige la religione islamica, nei quali la donna è costretta a scomparire sotto larghe vesti e stretti hijab, mentre nei territori assediati dalle guerra, stupri, sevizie e massacri sono divenuti giornalieri, uno sport che riduce gli uomini ad una specie senza nome, vergogna del genere umano.

Il Museo Città Creativa, voluto fortemente dall’artista Ugo Marano, a pochi passi dalla cava di creta dei Fratelli De Martino, per coltivare il sogno di creatività per i rioni collinari, sicché il Museo nasce per valorizzare l'arte ceramica in ogni sua forma e rappresenta uno spazio innovativo e dinamico nel quale si alternano mostre e laboratori.  Per molti anni è stato diretto in maniera appassionata e professionale dalla Dott.ssa Gabriella Taddeo in quiescenza da vari anni, ma che affiancherà, il nuovo direttore Dott.re Angelo Sirico , senza impegno lavorativo e solo per coordinare mostre.

Il direttore Sirico ha scelto sapientemente la data del 25 novembre 2022 per riaprire al pubblico il museo di Ogliara, funzionante, per un bel po’ di  tempo in modo ridotto, sia per l’evento pandemico, sia per dare spazio alla ristrutturazione dei locali, invocati da tempo.  Ora traslucidi hanno ospitato le performance delle brave artiste: Annamaria Panariello e Rosanna Di Marino i cui video pieni di simbolismo visivo, sul tema della libertà, hanno suscitato nei presenti commozione. La lettura, poi, delle poesie della poetessa Maria Mammola hanno dato forza alle parole e la Prof.ssa e scrittrice Rosaria Zizzo ha rafforzato l’emozione attraverso immagini scelte di donne maltrattate ed abusate, più la barbara esecuzione subita delle sorelle Mirabal. 

Una panchina laccata rosso fuoco, simbolo del colore del sangue versato dalle donne, con la spalliera foderata dal volto di Frida Kahlo, altra donna che è stata impegnata contro la disparità di genere, affermando audacia, indipendenza, amore ed arte, accoglie i visitatori nello spazio iniziale del museo. La panchina è stata eseguita con precisione e piacevolezza dall’Associazione Spazio Up Arte, nella figura del Presidente Dott.re Vito Egidio Ungaro.

Presente alla manifestazione la Dott.ssa Adele Cavallo che si occuperà di didattica all’interno della struttura e Tonia Willburger, consigliere al Comune di Salerno che anticipa la costituzione di una rete museale con il Museo Città Creativa di Ogliara, capofila.

Maria Serritiello

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lunedì 14 novembre 2022

“Annus Cristi” ovvero Marco Cristi al Ridotto di Salerno per “Che Comico 2022-2023”

 






Fonte: www.lapilli.eu

di Maria Serritiello

Due serate, il 12 ed il 13 novembre, in compagnia di Marco Cristi, lo scugnizzo della comicità, al Ridotto di Salerno. Vivaddio si ride ed a volto scoperto, sì da mirare il sorriso tondo, allegro e spensierato degli spettatori, dopo tre anni di forzata chiusura. Si era a marzo, quando le porte del tempio della comicità si chiusero improvvisamente senza poter concludere la stagione e spalancando dinanzi a tutti noi un modo di vivere al chiuso con la paura di un virus sconosciuto ed ostile al sopravvivere

Ed eccolo, tre anni dopo, il piccolo teatro, 80 posti, rinnovato nel colore, un alto zoccolo color testa di moro a far bella mostra di sé sotto le pareti tinteggiate crema. Aria nuova, rinascita e divertimento assicurato, con una vecchia conoscenza del cabaret, firmato famiglia Tortora, nella fattispecie Gianluca Tortora esperto e capace direttore della stagione “Che comico 2022 -2023”, come le tante del passato: Marco Cristi.

Ad introdurlo, aumentando il livello di attesa, è Stefano De Clemente un giovane cabarettista napoletano, con un curriculum di tutto rispetto: partecipazione e vittoria al Premio Charlot e vittoria al Premio Troisi, che sarà presente, proprio al Ridotto, con un suo spettacolo: “Siamo un grande popolo”, il 25 e 26 febbraio 2023.

Marco mancava da noi dal 2017, allora aveva presentato un godibilissimo spettacolo in coppia con Mago Elite, ora, da solo, tiene banco per quasi due ore, con un’interrotta energia, presentando la Napoli della strada, del vicolo, ‘ro vascio. Comico di pancia trasporta “la Sanità”, con le mille sfaccettature, sul palcoscenico e lui, abbeveratosi, di volta in volta, è attore e spettatore all’unisono. Ha di suo la sola mimica facciale, quasi caravaggesca, per certe prospettive e scorci sul viso, sulla bocca, sugli occhi, sui rivoli di sudore. Recita a soggetto, come la sua Sanità, facendo liberare nel pubblico una ilarità contagiosa e godereccia. Si ride e si vive la scena quasi allegri fanciulli all’‘uscita della scuola, quando ad accoglierci è una Napoli comica che fa ridere senza appesantire, ricca di una teatralità plautina, mai greve ma pungente e satirica sempre. Certo non è la Napoli di Totò, ne’ quella di De Sica ma è Lei, quella che ha, nel suo tessuto più intimo, la linfa di cui si nutre la ruspante e genuina comicità di Marco, non a caso denominato lo scugnizzo della comicità e non solo per certe libertà che si concede nei confronti del pubblico, che finisce col ridere con lui di se stesso, ma anche e soprattutto perché di fatto non è legato a niente ed a nessuno. E’ totalmente libero, ha solo bisogno del pubblico per volare e portare in giro la sua comicità naturale, appresa spontaneamente nelle strade della sua città, un teatro sempre aperto e pronto ad esibire l’arte di vivere come il più grande spettacolo. Marco Cristi è la Napoli verace, caciarona e colorita che tanta allegria sa dare, è bastato poco per farci entrare nella Sanità e uscirne rinfrancati, leggeri, quasi un pieno di salutare ossigeno e comicità naturale senza fronzoli, quasi una visita occasionale al comico della porta a fianco che non si vedeva da parecchio ma che aveva tanto da raccontarci E’ mancato il vino o la pizza ma chissà che non succeda la prossima volta. Del suo spettacolo, della sua partitura ufficiale e chi se la ricorda più, Marco per due ore ha regalato al pubblico, che lo applaude fragorosamente e con il bis, la sua anima, la naturale vis comica, ed è questo che ce lo rende profondamente gradito. Torna a trovarci, Marco, ricorda che sei in debito dello spettacolo canonico “Annus Cristi”.

N.D. R La stagione teatrale di “Che Comico 2022-2023” ha avuto il suo inizio il 5 novembre scorso, con Emiliano Luccisano, al Teatro delle Arti, ma è al Ridotto, la storia del cabaret salernitano ed è nel contenuto spazio che mi piace tornare

Maria Serritiello

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