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giovedì 26 maggio 2022

Il 22 maggio scorso si è conclusa la 32°esima edizione del Festival Nazionale XS Città di Salerno

 


Fonte: www.lapilli.eu

di Maria Serritiello


Il 22 maggio scorso si è conclusa la 32°esima edizione del  Festival Nazionale XS Città di Salerno

Domenica 22 maggio, in una Salerno ansiosa di arrivare alle 21,00, per iniziare la partita della salvezza e conservare la serie A, si è conclusa la 32°esima edizione del Festival Nazionale XS Città di Salerno, organizzata dalla Compagnia dell’Eclissi presso il Teatro Genovesi.

Alle 19,00 puntuale, per mantenere i tempi e riuscire a concludere come è, stato per le 21,00, si è alzato il sipario sullo spettacolo offerto, agli affezionati spettatori, “Detto e Ridetto” di e con Roberto Lombardi, tratto da “Esercizi di Stile” di Raymond Queneau.

Esercizi di stile è una collezione di racconti dello scrittore francese Raymond Queneau che consiste in 99 versioni della stessa semplice storia, rivisitata, ogni volta, in uno stile letterario differente. Roberto Lombardi, attore di pregio ne ha messo a punto una quindicina, superando se stesso, dando prova di una bravura già conosciuta e che in questo caso riconfermata. L’energia fisica impiegata è stata tanta, in scena, da solo a reggere la fatica d’interpretare, sì la stessa storia, ma con impiego diverso, per non parlare della bella prova di memoria, insomma uno spettacolo godibilissimo che il pubblico ha saputo apprezzare tributandogli scroscianti applausi.

A seguire vincitori e motivazioni annunciati con l’immancabile garbo e grazia tutta femminile di Concita De Luca, affiancata per la somma finale del Festival dal Presidente Vicenzo Tota :

– SPETTACOLO VINCITORE DEL FESTIVAL –

MOTIVAZIONE

Per la consapevolezza evidenziata nell’affrontare un testo senza tempo, sulfureo e inquietante nella carica corrosiva con cui mette a nudo i conflitti sociali e il contrasto fra i sessi; per la piena rispondenza fra la lettura registica e la vibrante prestazione degli interpreti, ben amalgamati e in sintonia con i ritmi impressi alla rappresentazione; per la coerenza e la compattezza qualitativa degli elementi tecnici adoperati; per la rigorosa resa complessiva della messinscena,

vince il XIII Festival Nazionale di Teatro XS Città di Salerno – Edizione 2022 lo spettacolo

Signorina Julie

di August Strindberg

regia di Marco Lombardi

 

rappresentato dalla Compagnia Giardini dell’Arte di Firenze.

 

 

 

– PREMIO MIGLIORE REGIA –

“Giovanni Fedeli”

MOTIVAZIONE

 

Per aver presentato la penetrante elaborazione drammaturgica di un testo contemporaneo denso e acuminato, declinandolo in una lettura scenica profonda,  raffinata e dinamica, dirigendo con mano energica e sicura le interpreti e mettendo in campo spunti esteticamente molto felici e soluzioni coerenti; per l’uso efficace delle luci, l’incisività degli elementi scenici e del commento sonoro; per la sapiente costruzione dell’impatto complessivo di immagini e parole, che rende con grande efficacia il contrasto fra l’ambientazione claustrofobica della vicenda e l’impeto pulsionale ed emotivo dei personaggi,

il premio per la migliore regia del XIII Festival Nazionale di Teatro XS Città di Salerno va a

Loretta Giovannetti

per

La soglia

da Le sas di Michel Azama

rappresentato dalla Compagnia Grandi Manovre di Forlì.

 

 

 

                                                                                   

PREMIO MIGLIORE ATTRICE –

MOTIVAZIONE

 

Per l’interpretazione profonda e sofferta del personaggio, con la quale ha saputo rendere il turbine emotivo, intenso e disturbante, di una donna divisa fra timore e desiderio di libertà, fra rabbia per il male fatto e ricevuto e nostalgia di tenerezza; per la precisione e l’eleganza di una gestualità che – sapientemente valorizzata da un apparato scenico essenziale – scandisce con forza momenti-chiave del testo, ricreando un tumultuoso accavallarsi di piani temporali,

il premio per la migliore attrice del XIII Festival Nazionale di Teatro XS Città di Salerno va a

Beatrice Buffadini

per l’interpretazione del ruolo della Liberante in

La soglia

da Le sas di Michel Azama

rappresentato dalla Compagnia Grandi manovre di Forlì.

 

EX AEQUO

 

Per l’intensità recitativa con cui ha dato vita al personaggio nella sua inquietante evoluzione da dominatrice beffarda a vittima disperata e senza via di scampo; per l’efficacia della mimica, la varietà dei toni, la fluidità dei movimenti adottati nell’esprimere la volontà di sedurre e la sottile cattiveria che nascono da una profonda fragilità, in un gioco delle parti che non lascia tregua allo spettatore, insieme turbato e impietosito da un dramma femminile senza tempo,

il premio per la migliore attrice del XIII Festival Nazionale di Teatro XS Città di Salerno va a

Raffaella Afeltra

per l’interpretazione del ruolo di Julie in

Signorina Julie

di August Strindberg

rappresentato dalla Compagnia Giardini dell’Arte di Firenze.                                                                                     

 

PREMIO MIGLIORE ATTORE –

MOTIVAZIONE

Per la vigorosa e persuasiva prestazione attoriale, che fa leva su un solido e consistente bagaglio tecnico; per l’intensità interpretativa, fondata su sicurezza di intonazione, compostezza nel movimento e nella gestualità; per la costante tensione emotiva con cui affronta un personaggio aspro e ambiguo, sospeso fra le pulsioni contrapposte dell’atavica sottomissione di classe e l’aspirazione alla rivalsa sociale; per la significativa evidenza complessiva della sua prova,

il premio per il migliore attore del XIII Festival Nazionale di Teatro XS Città di Salerno va a

Fabio Rubino

nel ruolo del Jean in

Signorina Julie

di August Strindberg

rappresentato dalla Compagnia Giardini dell’Arte di Firenze.

 

 

– MENZIONE SPECIALE DELLA GIURIA –

 

Per la raffinata sensibilità con cui si cala nel suo ruolo e la perfetta misura con cui tiene costantemente la scena; per l’intelligenza interpretativa e l’intensità delle sottili sfumature tonali con cui costruisce un personaggio autentico e ricco di umanità, attingendo una incisiva, toccante naturalezza,

una menzione speciale della giuria del XIII Festival Nazionale di Teatro XS è conferita a

Aldo L’Imperio

interprete del ruolo del Professore in

Le ultime lune

di Furio Bordon

regia di Aldo L’Imperio

rappresentato dalla Compagnia La Cricca di Taranto.

 

 

 

 

 

                                                                                        

XIII FESTIVAL NAZIONALE DI TEATRO XS CITTÀ DI SALERNO

EDIZIONE 2022

 

– MENZIONE SPECIALE DELLA GIURIA –

 

Per la coralità della performance messa in evidenza da attori affiatati e disinvolti, perfettamente amalgamati e credibili nella rappresentazione di una vicenda di non facile approccio; per la padronanza scenica e la sobria incisività espressiva, mai gravata da eccessi interpretativi; per la puntuale, efficace coordinazione nell’alternanza dei frammenti che compongono la rappresentazione,

una menzione speciale della giuria del XIII Festival Nazionale di Teatro XS è conferita al

cast di Camping

di Lorenzo Corengia

 

rappresentato dalla Compagnia Ronzinante di Merate (LC).

 

PREMIO DEL PUBBLICO –

PUNTEGGIO MEDIO DEL GRADIMENTO DEL PUBBLICO: 8,72

 

7°) COMPAGNIA TEATRO DEI DIOSCURI DI CAMPAGNA (SA)

Kraken

di Patrick Quintal (traduzione e adattamento di Eva Franchi) – regia di Antonio Caponigro

8,36

 

6°) COMPAGNIA QUELLI CHE IL TEATRO DI MUGNANO (NA)

La stranissima coppia

di Diego Ruiz – regia di Gianluca Cinque

8,43

 

5°) COMPAGNIA GRANDI MANOVRE DI FORLÌ

La soglia

da Le sas di Michel Azama – regia di Loretta Giovannetti

8,50

 

4°) COMPAGNIA COLPO DI MASCHERA DI FASANO (BA)

Il sogno di Domenico

di Gerry Moio – regia di Mimmo Capozzi

8,66

 

3°) COMPAGNIA RONZINANTE DI MERATE (LC)

Camping

di Lorenzo Corengia – regia di Ronzinante

8,71

 

2°) COMPAGNIA GIARDINI DELL’ARTE DI FIRENZE

Signorina Julie

di August Strindberg – regia di Marco Lombardi

8,96

 

1°) Compagnia La Cricca di Taranto

Le ultime lune

di Furio Bordon – regia di Aldo L’Imperio

9,41

 

Con il punteggio di 9,41 si aggiudica il Premio del pubblico del XIII Festival Nazionale di Teatro XS Città di Salerno lo spettacolo Le ultime lune di Furio Bordon, regia di Aldo L’Imperio.                                                                                                                                                 

 

– PREMIO DELLA GIURIA DEI GIOVANI –

“ILEANA PETRETTA PECORARO SCANIO”

 

Uno spettacolo intimista e delicato, intriso di pucundria, mediato da momenti brillanti in cui l’ironia friziona con la malinconia del presente e la nobilita. I due atti scindono i due momenti della presa di coscienza del tramontare della vita del protagonista e dell’amore, e quindi della vita tutta, senza ricorrere a orpelli ed escamotage moralistici. Una chiave interpretativa elegiaca e sentimentale, commovente e amarissima. Una performance ricca di chicche d’autore e impreziosita da una recitazione delicatissima.

Il Premio della Giuria dei Giovani del XIII Festival Nazionale di Teatro XS Città di Salerno va allo spettacolo

Le ultime lune

di Furio Bordon

 

rappresentato dalla Compagnia La Cricca di Taranto, regia di Aldo L’Imperio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                                                                                  

 

– PREMIO U.I.L.T. –

 

MOTIVAZIONE

Per aver affrontato un tema difficile, coinvolgente, di forte impatto sulle coscienze individuali, con sobrietà e delicatezza, senza indulgere a giudizi morali o a derive ideologiche, sottolineando il valore eterno dell’amicizia, che travalica i confini dell’esistenza; per aver saputo mettere in scena un testo originale e coraggioso con abilità e naturalezza, in una lettura partecipe ma sempre sorvegliata, il Premio U.I.L.T. (Unione Italiana Libero Teatro) del XIII Festival Nazionale di Teatro XS Città di Salerno va allo spettacolo

 

Camping

di Lorenzo Corengia

 

rappresentato dalla Compagnia Ronzinante di Merate (LC).

                                                                                                                  

EDIZIONE 2022

 

La Giuria tecnica – formata da Giuliana Capriolo, Gianfranco Casaburi, Lea Celano, Daniela D’Agostino, Marica De Vita, Maurizio Mansi, Pina Masturzo, Pina Russo, Lissie Tarantino e Marcello Andria – esprime una valutazione complessiva di segno pienamente positivo sulle proposte annoverate dal programma di questo XIII Festival Nazionale di Teatro XS. Come dimostra anche l’elevata media di gradimento del pubblico presente in sala – 8,72 – si è trattato certamente di una delle migliori e più apprezzate edizioni della rassegna.

Le compagnie partecipanti, pur nella varietà dei generi, hanno offerto prove convincenti e rigorose sotto il profilo della preparazione e della resa scenica. Come anche in passato, il teatro contemporaneo è risultato largamente maggioritario nella selezione, fatta eccezione per un unico caso, il capolavoro strindberghiano. Non scontate le scelte dei gruppi concorrenti e orientate verso pièces poco o mai rappresentate. Pur senza prescindere dal peso esercitato dal testo rappresentato, la Giuria, tuttavia, ha soffermato la propria attenzione sulla messinscena, sulla lettura registica, sull’interpretazione degli attori, sulle componenti tecniche, sull’impatto complessivo.

Per le ragioni qui esplicitate, il lavoro di analisi è stato molto accurato e animato il confronto. Ardua, e in alcuni casi non espressa all’unanimità, pertanto, l’attribuzione dei premi, che, nell’intento di equilibrare il palmarès, ha fatto ricorso a un ex aequo e a due menzioni speciali. Nella certezza di aver lavorato senza alcun condizionamento e in assoluta equità di giudizio, la giuria si congratula con tutte le compagnie in concorso – anche con quelle che non hanno ricevuto riconoscimenti – augurando loro nuovi e fortunati percorsi teatrali.

Si è conclusa, così, la tredicesima edizione del Festival teatro XS, quella che ha seguito ai due anni di stop per la pandemia e che malgrado tutto si è affacciata anche in questa, ma con la tenacia della Compagnia dell’Eclissi, degli attori e degli spettatori coriacei a non abbandonare il teatro da febbraio a maggio, si è potuto godere di spettacoli di buona fattura e scelta di testi, in due casi ottimo: La Signorina Julie e le Ultime lune. Peccato sia mancata la cena finale, sempre per le norme sanitarie, era un saluto all’inverno ed un benvenuto all’estate, questa volta un ciao e via, non prima, però, di aver assaggiato le dolcezze al cioccolato di Angela Guerra. Al prossimo anno, è l’augurio.

Maria Serritiello

www.lapilli.eu







 

 

 

 

 

 

giovedì 19 maggio 2022

Il 15 maggio 2022 sono stati letti i versi di Maria Serritiello , nella Necropoli Etrusca Sannitica di Fratte (Sa)


 

Percorso Poetico Reading

                    Versi di Maria Serritiello

Voci narranti

Brunella Caputo

Davide Curzio


Musiche a cura del

Maestro Antonio Avagliano

Maestro Marco Corvino


Associazione Spazio Up Arte: Presidente Vito Ungaro


I versi  letti


Primavera2020

                               

Azzurro il cielo,

dai monti dirimpettai

ridisegnato,

l’aria, senza nessun sussulto,

distesa,

agitato il volo

di rapaci gabbiani

e rondini attardate,

alte, spaziano nel timore.

 

Che strana primavera

è questa,

se ci rinchiude

e non rinasce.

 

Si odono,

nel silenzio scarno,

voci lontane,

nessun  traffico le copre.

 

Con vapori di salsedine.

mi giunge da lontano,

il mare

e i rumorosi percorsi affollati

dell’estate mia fanciulla.

 

Che strana primavera,

è questa

se ci vede reclusi,

se non ci risveglia,

se non ci riveste fiorita

ed invano ci cerca e non ci saluta.

 

Pronta ai cambi leggeri,

al morbido e al verde fiorito,

la natura c’è,

anche il  mio balcone lo sa,

e al glicine stecchito spuntano gemme ostili.

 

Ci assenteremo ancora,

costretti a pensieri nebulosi

 e le indegne morti

ci staranno addosso come ad Auschwitz.

 

Che strana Primavera è questa

e sia pure prigioniera dietro le sbarre del mio balcone,

sono già al mare,

il sole mi riscalda

e felice padrona sono,

della mia città.

 

20 Aprile 2020           


Gemmano le orchidee

 

Gemmano

le orchidee di casa mia,

primavera si anticipa,

l’aria intorno è soffice

così il sole e la pioggia

s’appaiono.

Vagano

i pensieri

come gabbiani dai tetti delle case,

senza una meta.

Il mare, più in là,

è disteso calmo,

uguale ai desideri appannati

della vecchiaia


 

E guardo il mare

 

E guardo il mare

che  più non ha colore,

con te fin lassù.

A me che resto,

il  grigio smorto ed il cupo nero

sono di sola compagnia

Cerco e più non trovo

l’arcobaleno dei nostri giorni,

la musica, le parole dei poeti

e la nostra immaginaria  eternità.

Io e te per sempre come ogni giorno della vita.

 

11-4-2022    

I piccoli piedi nudi

                                   

I piccoli piedi nudi nella neve,

sono uguali alle scarpette rosse,

dell’ altra guerra.

 

Muta è l’invocazione!

 

Hai detto “

Non voglio morire”,

ma fumo esce dal camino…

 

L’alba è grigia,

senza voli di uccelli

e latrati di cani

 

27-2-2022                 

 

                                      In guerra io sono

Nella lunga fila

dai volti uccisi;

nel pianto vecchio,

insostenibile al cammino;

nel sorriso breve

di una speranza fanciulla;

nel fango macero

che la pioggia ingrassa;

senza pane

dalle spighe raccolto

e senza latte,

asciutto il petto;

con l’ammalato stanco,

con gli arti

senza più sostegno;

tra pietre

ora solo pietre

e terra che racimola la terra;

livida tra le gambe,

sradicato il figlio,

colpita al cuore,

in guerra io sono.

 

La ginestra

Raggia la ginestra,

della Lucania verde,

il tratturo

del Monte Stella.

Intorno s’affolla

e come pecora

sta

Uno dopo l’altro

ingialliti pensieri

s’ aggreggiano.

7giugno 2011        

 

Verranno giorni migliori

 

E questa primavera che non vuole sbocciare!

s’ingrigia malinconica

e spiraglio al cielo

non lascia

 

Le rondini tardano

e i passeri non si separano

dal nido.

Dal mio giardino,

inverdito e muffo,

i merlotti spiano il sole,

all’ombra del gelsomino.

 

Padre e madre

Vegliano

 

Verranno giorni migliori

senza l’affanno,

senza minacce

e senza  il cielo colmo d’acqua.

Sole e  ancora sole

e via le notti

nel  buio infinito,

 

Verrà,

sì che verrà,

il quotidiano giorno

e di nuovo, sarà la semplice compagnia.

 

10-4-2013

 

Aquiloni

 

Noi due,

come aquiloni nel gioco,

verso l'azzurro

che  appartiene alla mamma.

Un bacio fin lassù.

 

Io più grande di te,

al piccolo  bambino

che si fida,

la mano stringo.

 

E  da soli giochiamo

e nessuno lo capisce,

e nessuno conosce

quanto verde sotto i piedi.

 

Il colore del mare in burrasca,

seguito è dal sereno,

dalla vita che non si stanca

e ci trattiene.

 

10-4-2013

 


 

                                                 E’ la mia città


 

E’ la mia città

che nuda s’aggira

senza fiocchi, merletti

e tacchi sull'asfalto.

Sospesa come in un quadro

appeso al muro,

luoghi assenti, rinchiuso l’uomo,

ma il giorno e la notte ci sono.

 

Da lontano il cane latra

e stride il gabbiano solo,

come in casa la vecchiaia.

 

La natura si riveste, ravviva i colori

e invita all'amore le gemme appartate

dall'incrocio del balcone.

 

I fiori nati, li cullo solo io,

vecchia madre e custode.

 

                               

8/4/2020

 

  Controra

Nella fresca penombra

della casa

composta nel matiné rosa,

mia madre è nel letto

che riposa.

Ronza la mosca

nel volo circolare

e fastidiosa poi si posa.

La bianca tenda ricamata a mano

filtra un pigro raggio,

sfuggito all’imposta

legato con lo spago.

Dai vicoli abbandonati,

la lenta nenia dell’ortolano

culla.

Tutto ristagna

Nell’ora della controra, di un pomeriggio estivo.

E nella casa, appannata e molle.

Il sonno mette spazio tra i pensieri.

 

E non guardiamo il fondale

Il mare,

l’azzurro mio mare

ha morti assiepati

nel fondo

venuti da lontano.

 

Non hanno

Nome,

volto

e membra ricomposte

 

Incolore

la pelle

e pensieri

erosi

dal sale.

 

Nessun sudario bianco

se li avvolge,

e alcuna lacrima

li segue

nell’affondo.

 

Nel mare,

nell’azzurro mio mare

l’estate insiste,

le barche sciamano

e continua l’amore…

 

Nuotiamo

ma non da soli

e non guardiamo il fondale

 

3-10-2013




 

 


martedì 17 maggio 2022

“Le Ultime lune” di Furio Bordon, ultimo spettacolo presentato dalla “Cricca” di Taranto al Festival Nazionale XS di Salerno

 



Fonte:www.lapilli.eu

di Maria Serritiello

L’8 Maggio, al Teatro Genovesi di Salerno, nell’ambito del 13° Festival XS è stato presentato dalla Cricca di Taranto, l’ultimo spettacolo in gara dal titolo “Le ultime lune” di Furio Bordon.

 

Nel recensire lo spettacolo (N. D. R) mi sia consentito citare un ricordo personale.  Era il novembre del 1996, io ed una mia cara amica, gettammo il mondo all’aria per procurarci i biglietti per poter vedere ad un palmo dal naso Marcello Mastroianni a Napoli, nel teatro Diana del Vomero. Il 19 dicembre dello stesso anno, a Parigi, Marcello ci lasciava.

Mi sono accostata alla visione dello spettacolo della “Cricca” con particolare attenzione, per notare i punti di forza o quelli deboli che fatalmente sarebbero venuti fuori dall’inevitabile paragone. Invece no, gli attori A. L’imperio, P. Nardone e A. Cofano non hanno fatto rimpiangere lo spettacolo originale, segno che ne hanno dato una versione rispettosa e consapevole, il padre, per esempio, con quale mostro sacro si confrontava.

La trama è semplice, ma densa di significato. Un padre anziano, ma vivace di memoria e di cervello, aspetta il figlio che deve accompagnarlo in una casa di riposo. Nell’attesa, parla immaginariamente con la moglie morta.

La scena si apre su di una stanza oscura, con delle delle quinte disegnate da fumetti per fanciulli, più in là una scrivania per adulto con una lampada seriosa illumina un angolo ed interrompe l’aria giovanile della camera. L’uomo si sta preparando per andarsene, si aggiusta la cravatta, le bretelle, i polsini ed indossa la giacca. La musica sovrasta lo spazio scenico, è Bach “La messa in si minore”, Agnus Dei, la voce bianca del cantore crea una sorta di attesa, di sospensione e di aspettativa, malgrado il momento che l’uomo sta vivendo. La sua vita è trascorsa tra letture, è stato un professore, ascolto della musica e letture, si, tanti libri letti, quelli che adesso deve lasciare senza sapere la fine che faranno, ma è sicuro che andranno persi. Là dove andrà, non potrà neanche ascoltare musica, ai vecchi l’arte dei suoni non piace ed a lui piace ascoltarla senza l’ausilio delle cuffie, come gli suggerisce la moglie. Cominciano a pesare le rinunce a cui dovrà assoggettarsi, ma tant’è, è tutto stabilito, deve lasciare la casa, la sua stanza serve ad uno dei due nipoti. L’alloggio si è fatto piccolo ed i ragazzi hanno bisogno ognuno della stanza propria. La sua, ancora tinteggiata da fumetti, andrà alla più piccola. Il dialogo con la moglie va avanti e si trovano ad analizzare il loro rapporto, sempre profondo, sempre in accordo, legame solido andato oltre la morte, se oggi, nel mentre che la sua vita sta per cambiare definitivamente, riesce ad analizzare a ritroso la loro vita insieme La donna non riesce a capire perché il loro figlio non abbia insistito a farlo restare, né tornato sulla decisione ferma del padre. Eppure è così e stranamente l’anziano signore, prova perfino sollievo a riconoscersi vecchio, ora può pensare a se stesso, visto che non potrà essere ormai felice, essendo questa condizione appartenuta al passato. “La vecchiaia”, dice l’anziano professore, “è come la galera ci stai dentro fino alla morte senza fare progetti”. Una sentenza senza scampo, una condanna a pensarci bene che si abbatte melanconicamente su di lui

Arriva il figlio, ha fretta, sono in ritardo, nella casa di riposo già lo attendono e la crudeltà si rivela in tutta la sua interezza. Ecco la condizione della vecchiaia, da tl’intero il dialogo con il figlio, ne esce nella realtà più cruda e come tante persone l’hanno conosciuta; quella di accompagnare i propri vecchi in case di riposo è una consuetudine moderna, un tempo il vecchio era il centro della famiglia, oggi un impiccio per essa. Anche se alla fine, padre e figlio trovano la tenerezza, la realtà non cambia, il vecchio professore se ne va, perché è quella la soluzione migliore (?) per tutti.

 

“Le ultime lune” di Furio Bordon (1943), scritto nel 1994, è forse il pezzo più significativo portato in scena, per molti lustri dai principali mostri sacri del teatro. Un pezzo di limpida scrittura, di precise battute, di dialogo stringato sia con la moglie morta che con il figlio. Tanta ironia serpeggia nell’unico atto che sta a nascondere la commozione del vecchio professore. Ecco, ognuno può fare proprie le considerazioni dell’anziano insegnante e immedesimarsi in quello che viene inscenato, lui lo fa senza isterismi, lamentazioni o facili cedimenti alla tristezza o a comprensibili slanci emotivi.  Equilibrato e misurato, con lui, siamo attori insieme.

Il pezzo di Bordon è una parabola che prima o poi ci potrebbe appartenere, forse non con la stessa crudezza e forse non è la casa di riposo ad ospitare l’uscita della vita, ma la solitudine, oh sì quella sì che ci starà a fianco. Bravi gli attori della Cricca ad interpretare intimi sentimenti. Plauso alla compagnia, dunque, per essere stata capace di rendere in modo lineare e puntuale la fragranza del testo, che pure essendo di parecchi lustri ha intatti il sapore e la stringente e commovente vivacità sentimentale della realtà che ci circonda.

 

Maria Serritiello

www.lapilli.eu

 

 

Allestimento scenografico:  Franco Marassa, Cosimo Lanzo

Regia. A L’imperio

Direttrice di scena Anna Maria Ruina

Audio e luci: Teresa Fumarola




 

 

 

 

 

sabato 7 maggio 2022

Al Teatro Delle Arti di Salerno i 70 anni in musica del cantante Nello Buongiorno






Fonte: www.lapilli.eu 

di Maria Serritiello


Ci sono giorni che sorgono per darti felicità perdute, per compensarti di cose perse lungo il cammino. Uno di questi si è materializzato il 6 maggio, appena ieri sera, per i 70 anni di musica di Nello Buongiorno. In un teatro stracolmo, quello del Delle Arti, il cantante, dalla voce possente, intatta, anche oggi, che di anni Nello ne ha 76, ha elevato note che sono state ricordevoli per ognuno dei presenti. E là c’erano proprio tutti, i ragazzi dell’altro ieri, pronti a riprendersi le emozioni provate e mai dimenticate. Le note musicali degli Astrali, chi le potrà mai obliare, sono un amalgama inscindibile, così è bastata la prima svisata del sax di Guido Cataldo, per far sparire le mura intorno al teatro ed essere fuori, nelle curve dolci della costiera, pensieri al vento, in una di quelle favolose serate consegnataci dagli Astrali. Nello Buongiorno, il festeggiato tra sorrisi, aneddoti ed inizio di carriera, viene omaggiato da un targa ricordo, dal primo cittadino di Positano, luogo natio del cantante, Giuseppe Guida.

Gaetano Stella, poi, presenta, intrattiene, si diverte e si mescola tra quei mostri sacri della musica salernitana. Ogni tanto, sul maxi schermo vengono proiettati spezzoni di vita e di successi del celebrato, sicché si comprende quanto abbia lavorato e quanta musica abbia nelle vene, se lo si punge escono note e non sangue.

Il repertorio, un raffinato innesto tra i successi di Nello Buongiorno e i pezzi del virtuosismo esecutivo degli Astrali che si diffonde come un incantesimo, ad incantare: Un uomo ed una donna, tre settimane da raccontare (inconfondibile la voce di Germano Cosenza), Il mare calmo della sera, a Vucchella, Voce e notte, (Gaspare Lauro) Era de maggio,   Don't Cry for Me Argentina (Diana Cortellessa, splendida), Oi bella vienetenne a Positano, That’ are friends for cantata da Eva MarieHffer, Mi manchi, Un’ora sola ti vorrei, gocce di pioggia su di me , Non mi innamoro più, Io amo, mille giorni di me e di te, Dimmi quando, quando, Yes ai no, Aspette che schiove,  Tu non mi lasciare mai.

 

A partecipare alla festa non è mancata Agnese D’ambrosio cantando, con una certa piacevolezza il brano: Sei grande, grande, grande, né sono mancati i maggiori musicisti salernitani tra cui: Sandro Deidda, Tullio Ragusa, Gian Pio Vietromile, Mario Ferrigno, Pinuccio Esposito, Oreste Vitolo, né l’incantevole balletto coreografato: Pina Testa, a circondare d’affetto chi ha speso la vita in musica.

E poi Guido Cataldo e Sandro Deidda, maestro ed allievo, un duetto poderoso, due sax a perdifiato, per la gioia di chi li ha ascoltati nel famoso brano dei The Champs: Tequila, un insieme che sa di passato, l’inizio del piccolo Sandro alla Polimusic, di presente, la gioia di suonare insieme con meritata bravura per l’allevo e del futuro, perché Guido, in Sandro, ha lasciato l’orma. La serata volge al termine, tanti visi tirati ed occhi lucidi, sul palco e tra il pubblico, Nello Buongiorno instancabile, attacca il pezzo che è la sua colonna sonora: Tu non mi lasciare mai, nessuno ha voglia di andare via, per trattenere più a lungo le pure emozioni provate. Le e note si ripetono, il sipario si chiude, la gente sfolla, ma la magia continua, continuerà ancora e sempre, perché Gli Astrali e la voce di Nello Buongiorno, sono il paracadute dell’amicizia, sono la gioventù.

Maria Serritiello

www.lapilli.eu















venerdì 6 maggio 2022

“I Giardini dell’Arte” di Firenze con “La signorina Julie” di Strindberg, presenti al 13° Festival XS Città di Salerno



 Fonte: www.lapill.eu

di Maria Serritiello


Niente di nuovo sotto il sole, nel capolavoro di Strindberg, La Signorina Julie, l’opera che fu ritenuta, oscena e proibita, ma siamo nel 1888 e se ne comprende il giudizio. Di per sé la storia, che voleva apparire di larghe vedute non lo è affatto, avanzata solo nella scrittura, nella rappresentazione fisica, ma conformista nella sostanza, sì perché Jean non è altro che uno sciocco arrampicatore sociale che si gioca malamente le carte, se alla fine, le conseguenze del suo stupro ricadono solo su Julie, ed in maniera così estrema.

In una notte d’inizio estate, precisamente quella di San Giovanni, Julie e Jean hanno un incontro carnale, certamente provocato da lei, dalle sue moine infantili, dalle sue voglie innocenti, dal risveglio inaspettato dai sensi, da una voglia di provocare solo perché lei è la Signorina Julie, la padrona e lui non è altro che il suo servo. Spinge la provocazione sino a servire facile l’intento del servitore che è quello di scalare i gradini sociali, tanto da eliminare le ovvie barriere  tra di loro. La fuga e naturalmente i soldi di Julie un piano perfetto a cui ha pensato da sempre. Per conquistarla, ecco raccontarle la favola di tutti gli uomini meschini, lui l’ha sempre amata, fin da bambina, quando la guardava dalla sua capanna da servo, mentre lei passeggiava nel giardino della villa. La tela tessuta intorno alla solitudine di Julie comincia ad avere effetti, la ragazza è abbandonata a se stessa, ad un padre padrone, ad una madre morta. Gira nella casa vuota con la sola compagnia di Kristine, la serva bigotta, che subisce anche lei il fascino perverso di Jean, tanto da farsi tastare liberamente, ma mai arrivare fino in fondo. Il loro stare insieme è più giustificato, il ceto sociale è lo stesso, eppure la serva è più accorta di Julie, prende ma non dà a piene mani. A Julie il gioco seduttivo piace, può smetterlo quando vuole, è la padrona, non lo dimenticasse il servo Jean, per cui gli fa delle richieste sempre più spinte come ad esempio imporgli di baciare il piede calzato dalla scarpa. Sì, vuole umiliarlo, vuole vederlo strisciare per affermare il suo dominio di essere superiore. Lo provoca, lo tocca e si ritira, così più volte, convinta che il gioco lo potesse condurre lei. Ingenua Julie, l’atmosfera, ormai è surriscaldata a dovere e Jean non chiede di meglio, nella sua mente il salto sta per concludersi ed anche in modo facile. Si avvicina alla ragazza con forza e prepotenza, non si poteva più tornare indietro, né serve a Julie il divincolarsi da quella stretta morsa, lei così esile così perbene, lui ormai non si ferma se la porta sotto di sé recalcitrante, urlante, piangente e poi ecco l’affondo. Quello che ne consegue, si lascia immaginare, Julie da signorina perbene, nella sua casa, è trattata alla stregua di una poco di buono e Jean l’avventuriero senza scrupoli, un fantoccio impaurito dalle ire del conte padrone, appena saprà e che lo chiamerà di lì a poco per avere i suoi stivali tirati a lucido. Su tutto si abbatte il giudizio moralistico della serva Kristine, impensabile per lei un atto del genere, consumato nelle cucine della casa. A Julie, infine, non resta che fare i conti con la morale del suo casato più che della credenza del peccato, cerca di assolversi, ma impietoso Jean le indica l’unica soluzione possibile: il suicidio, fornendole anche l’arma, un rasoio affilato.

Appena si fa da parte il sipario, l’aria di tragedia si avverte subito, la scena mostra l’austera cucina della villa, arredata con mobili solidi, ombrosi, senza orpelli e in un angolo, seduta, la serva Kristine, vestita di scuro, capelli tirati all’indietro e con un rosario tra le mani. E’ la notte di San Giovanni, è festa anche per i servitori ma in a cucina si respira aria pesante, aria di attesa. Julie e Jean fuori, nei giardini, mescolati gli altri servitori, provano ad affrontare a modo loro il tema dell’interazione tra le classi sociali e la differenziazione tra il genere maschile e quello femminile, troppo avanzato per la società puritana e conformista di quell’epoca, tanto da restarne schiacciati, ovvero ad esserlo è solo Julie, essendo donna, Jean meschinamente si salva, ma dovrà lucidare per sempre gli stivali del padrone ed accorrere ad ogni suonata furiosa di esso, ma tant’è,  è un  uomo.

 Nel ribadire che molte volte il grande testo o meglio la bontà dello scrittore, facilita la operazione traspositiva del regista: Marco Lombardi, senza per questo voler sminuire la bravura e la resa spettacolare degli attori: Raffaella Afeltra(Julie), Fabio Rubino(Jean), Brenda Potenza (Kristin), ai quali va un plauso incondizionato, mi chiedo perché lo spettacolo mi ha in parte deluso, forse perché Strindberg gioca facile nello scegliere una fanciulla borderline, (attaccamento insicuro), chiusa tra la squassante carnalità e l’onnipresente integralismo becero e bigotto di una religiosità che non lascia vie di scampo? O forse anche per l’anacronismo di tutta la storia, che se per il tempo era un testo avanzato, non lo è stato fino in fondo (vedi il suicidio finale) come l’atto conclusivo a pareggiare le cose.      

Una preziosità sonora è quella del frinire dei grilli, venire dai giardini per invadere la cucina con una ventata di freschezza, ancora possibile il sogno per la Signorina Julie!!!

Maria Serritiello

www.lapilli.eu 



mercoledì 4 maggio 2022

Reading di poesie nell'Area archeologica di Fratte. Versi di Maria Serritiello

 


Domenica 15 maggio 2022

ore 11,00

Area Archeologica di Fratte (Sa)


Reading di Poesie

Versi di Maria Serritiello


Voci Narranti

Brunella Caputo

Davide Curzio

Musiche a cura del

Maestro: Antonio Avagliano 

Maestro : Marco   Corvino


                    Spazio Up Arte  A P S