Domenica 15 maggio 2022
ore 11,00
Area Archeologica di Fratte (Sa)
Reading di Poesie
Versi di Maria Serritiello
Voci Narranti
Brunella Caputo
Davide Curzio
Musiche a cura del
Maestro: Antonio Avagliano
Maestro : Marco Corvino
Spazio Up Arte A P S
Domenica 15 maggio 2022
ore 11,00
Area Archeologica di Fratte (Sa)
Reading di Poesie
Versi di Maria Serritiello
Voci Narranti
Brunella Caputo
Davide Curzio
Musiche a cura del
Maestro: Antonio Avagliano
Maestro : Marco Corvino
Spazio Up Arte A P S
Cari amici,
di Maria Serritiello
Brutto è il giorno, che
ci vede qui riuniti, è disarmonico, è dissonante, è luttuoso, è della morte del
nostro caro amico Cosmo.
Chi mai poteva pensare
che trascorso appena un mese, da quando ci siamo seduti a tavola, a Napoli,
dopo una riunione della Fondazione di Studi Tonoliani, trovarci stasera in
chiesa, a parlare di te, al passato, sulla tua personalità di eccellente studioso, di
pregevole uomo e di puro intellettuale.
In te, la ricerca della giustizia sociale è
stata una costante della tua vita, dei tuoi studi, con un solo modello da
seguire, lo zio Gaetano Salvemini, storico, politico e antifascista italiano di
cui portavi con orgoglio il suo cognome.
Il tuo curriculum
professionale, un lungo elenco di studi, di attività e saperi. Sei stato costantemente
impegnato ad educare i giovani alla legalità, ad esortarli a non scindere la
politica dalla moralità.
Cosmo, il nostro Cosmo,
l’amico del Caffè dell’Artista di Salerno, associazione con più di trent’anni
di attività, è autore di numerosi libri, in cui ha riversato il suo pensiero di
giustizia e pace sociale.
Ed ancora è stato
presidente del "Movimento Gaetano Salvemini", Fondatore e Direttore
Responsabile del mensile internazionale "L'Attualità", direttore del
periodico religioso "Il Cuore della Madre", ha assunto il ruolo di
Presidente dell'UN.I.A.C – Unione Italiana Associazioni Culturali, ed ha ricoperto la carica di Vice Governatore
dell'Unione Mondiale degli Stati", ed infine una sua creatura: l’Antologia
degli Artisti, compilata con scrupoloso impegno ogni anno.
Appassionato custode
delle virtù patrie, a tutti mancheranno i tuoi affondi memorabili contro il
dilagare impetuoso dei politici dei giorni nostri, voraci usurpatori delle
stesse virtù, diafane controfigure di ben più poderosi ed infaticabili
costruttori della nostra Patria. Tetrgono bulldozer, smascheravi la loro
miseria morale e la pochezza delle loro capacità reali.
Cosi vorrò ricordarti,
come l’ultimo sostenitore di una Italia non violata ma amata, come hai saputo,
con i tuoi scritti e l’impegno di un vita, fare tu…
Ed ancora, il ricordo
personale di te che porterò nel cuore, è quel tuo gesto spontaneo di
accoglienza, che si piegava verso di me, verso di noi, dalla tua altezza, per
salutarci, ogni volta che tornavi da Roma. Ci eravamo conosciuti a Rimini, nel
bel periodo della mezza età che ci rendeva gioiose, uscivamo da casa leggere,
sapendo che meritavamo lo svago, per il tanto lavoro svolto, senza aver
trascurato nessuno: lavoro, casa, familiari. I viaggi da nord a sud, con te
alta colonna a vegliare su chi restava indietro, su chi aveva difficoltà a
salire e scendere dal pullman, a trascinare valige pesanti e poi, da cavaliere
rispettoso farci volteggiare a turno, la sera in pista come un fratello
maggiore, una spalla forte.
E ne avevamo di cose da
fare, se la morte non ti avesse strappato con la brutalità consueta, a noi,
come tuoi familiari, ad amici, a compagni di pensiero e a chi ti ha voluto
bene.
Maria
Serritiello
Uno
strappo alla tua giornata
di
Maria Serritiello
Te ne sei andato così
uno strappo alla tua
giornata
e doveva essere una
qualunque…
Nessuna parola,
nessun sorriso,
neanche un abbraccio,
né lo sguardo
nei nostri, attoniti
Te ne vai, mentre
la tua parola ancora
su di noi aleggia.
Il tuo passo
è dietro di noi…
Fonte: www.lapilli.eu
di Maria Serritiello
Con “Camping”, un atto unico di 90 minuti, la Compagnia Ronzinante di Merate (Lecco) partecipa per la IV volta al Festival Teatro XS di Salerno.
Un’affezione alla manifestazione, a quanto pare e sempre con pezzi di buon
livello, basti ricordare “Aspettando
Godot” di Samuel Bechet del 2014, VI Edizione, preceduto da “Tutto Shakespeare”
del 2011, III Festival e Cirano di Bergerac in salsa comica del 2018, Edizione
10. Una bella conferma anche questa volta, infatti, Camping, scritto dal giovane Lorenzo
Corengia, pure attore della Compagnia, è un pezzo che parrebbe leggero, ma
così non è, e lo si apprende a mano, a mano.
Tre amici di vecchia data, 3 settembre del 1984
a scuola, con l’aggiunta della ragazza di uno di essi, si ritrovano, come ogni
volta del mese presso il lago di Memphremagog nel Vermont (USA) per trascorrere
in allegria il fine settimana, tra battute, ricordi, musica, pesca e grandi
bevute di birra.
Ad apertura di sipario,
in scena c’è tutto ciò che serve per creare l’atmosfera spensierata di una
vacanza breve, ovvero: vecchie sedie legate con lo spago, barbecue per la
cottura alla brace, lenza per pescare, tronchetti di legno per accendere il
fuoco, tavolino e un registratore assemblato per l’ascolto della musica. Troneggia,
poi, di faccia al pubblico la sagoma di una roulotte, come unica scena, curata
da Francesco De Anna e Andrea Cedraro.
Siamo negli anni novanta e la musica che si ascolta li disvela in maniera
ricordevole anche per gli spettatori: Ray Charles, Ludovico Einaudi, Little
Waltz.
Ha inizio la storia,
l’allegria è tanta, la voglia di ritrovarsi anche, ma c’è qualcosa che non
quadra da subito, una sottile malinconia segue al riso persistente, forzato, a
sguardi muti di due degli amici, Brian e Sean, l’altro Ethan con Elisabeth (Valentina Bucci) pensa all’amore e bene
fa. Succedono varie cose, tutte finalizzate al colpo di scena finale. Il giorno
e la notte, nella narrazione sono
scomposti, parcellizzati, come se il tempo si allungasse per permettere
avvenimenti futuri, da subito. Nel buio, le sagome dei quattro personaggi,
senza parlare, si muovono, entrano ed escono dalla roulotte, compiono azioni,
pescano, bevono, tentano di accendere il fuoco, insomma si descrive il passar
del tempo, come un album sfogliato per arrivare a scoprire che Elisabetta
aspetta un figlio da Ethan. La sua gioia è indescrivibile e già si vede padre a
raccontare la favola della Volpe e la
Stella, aiutato da pupazzetto volpe e pupazzetto stella, spuntati
dall’apertura-finestra della roulotte, divenuto un delicato teatrino.
“C'era una volta una Volpe che abitava nel
profondo di una fitta foresta. Per quel che Volpe poteva ricordare, la sua
unica amica era sempre stata Stella, che ogni notte illuminava i sentieri della
foresta per lui. Finché una notte Stella non apparve, e Volpe dovette
affrontare l'oscurità tutto solo.”
E’ un momento di grande
emozione l’ascolto della favola, ma di questi attimi, per arrivare alla fine, se
ne vivono ancora
Così si comincia capire che
c’è altro dietro la spensierata scampagnata, anche perché Ethan spesso lamenta
dolori lancinanti alla testa. Dei due amici di Ethan (Lorenzo Corengia), libraio, Sean (Emiliano Zatelli) è impiegato di banca, Brian (Giuliano Gariboldi) è medico ed è a lui che si richiede una
prestazione estrema
“Un
giorno dovremo morire, ma tutti gli altri giorni no”
Ethan, scherzosamente
attribuisce la frase, citandola, a Voltaire per poi svelare che era stato
Charlie Brown. Il tempo dello scherzo è finito, ora sappiamo che cosa sono
andati a fare i tre amici sul lago. Ethan sta male, un male incurabile e vuole
darsi la morte, per mano dei suoi amici, circondato dal loro affetto e dalla conoscenza
della nascita di suo figlio.
Nel finale, il dialogo sulla
morte recitato da Ethan ci fa trattenere il fiato ed accapponare la pelle, lui,
invece, se ne va così, dolcemente, con il pupazzetto volpe, a fare capolino nel
vano finestra della roulotte ed una scia di selle a fargli compagnia.
Ancora una volta la Compagnia
teatrale Ronzinante di Merate ha dato un saggio della propria maestria a
coniugare ”Camping” e lo hanno fatto dissimulando la profondità del tema con
gag esilaranti, con una banalità del
contesto, con semplicità di costumi, con eloquio fluido e amicale, con leggerezza
sfuggente e con velate allusioni e ad un approssimarsi di un fato
improcrastinabile che, tuttavia, non si avverte mai seriamente minaccioso. Abile
trucco teatrale è stato il delocalizzare la mente altrui, mentre le si dà in
pasto un tema scottante e quanto mai attuale. La si tiene impegnata ad
interessarsi del banale quotidiano e della normalità degli amici campeggiatori,
per poi, in una sorta di crescendo, mettere le carte in tavola e coinvolgere,
stavolta, la mente dello spettatore ad entrare nei meccanismi mentali dei vari
attori, allorché devono compiere quei gesti che porteranno l’amico medico a
somministrare ad Ethan quel veleno che gli ha chiesto per aiutarlo a morire
sereno. Un tema decisamente destabilizzante duro e molto attuale, che è stato
stemperato molto sapientemente in un puzzle colorato, leggero, mai tragico o
banale e che si è andato componendo con fluidità e cromatismi inappuntabili, una
preziosità linguistica, una gestualità minimalista, ma dettagliata e per niente
fine a se stessa. Notevole è stata la sorpresa sia per il particolare coraggio di
tutta la Compagnia, nel trattare un tema simile, sia per l’aderenza ed il coinvolgimento
degli attori e sia ancora per la capacità teatrale, dell’equilibrio tra la
leggerezza del contesto scenico e la drammaticità del tema ed ancora per la
semplicità narrativa e la stringatezza ed efficacia dei concetti. Il nesso tra
il pensiero dell’autore, il bravissimo Lorenzo
Corengia e la capacità teatrante degli attori è stato preciso e puntuale in
ogni dettaglio e questo è arrivato agli spettatori, che hanno restituito come
sanno fare: un lungo e comprensivo applauso alla Compagnia.
Mi piace pensare (N.D.R)
ad altro finale e non quello proposto dal giovane autore, la morte è bene che
sia, se deve esserci, senza programmazione, almeno teatralmente, sicché, Elisabeth
attrice e fotografa provetta va con i tre amici sul lago per riprendere con la
telecamera un pezzo di teatro, di cui è autrice e regista.
Maria Serritiello
www.lapilli.eu
Ho letto l'articolo in Web ed ho voluto inserirlo nel mio blog, citando le fonti. All' articolo, che condivido, ho dato solo il titolo.
Maria Serritiello
Fonte: tutto Salerntana.com
Sezione: News / Data: Sab 09 aprile 2022 alle 21:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
"Abbiamo provato a protestare, ma gli arbitri non ci danno spiegazioni nè risposte. Vanno al VAR in alcune situazioni, poi non rivedono il rigore netto su Ederson contro il Sassuolo o cambiano idea dopo avercene assegnato un altro altrettanto netto in casa col Bologna. Chi ha giocato in grandi squadre nota la differenza di atteggiamento. Non siamo ultimi per colpa degli altri, ma a questo punto della stagione gli episodi incidono e fanno la differenza". Questo, in estrema sintesi, il pensiero dei calciatori della Salernitana intervistati in questi giorni. E anche moltissimi tifosi rimarcano un atteggiamento sovente ostile anche da parte delle giacchette nere, un "due pesi e due misure" certificato dall'utilizzo incoerente del VAR. Iervolino si è detto nauseato e ha invocato la possibilità di procedere legalmente contro chi "resta troppe volte impunito ma danneggia economicamente società che spendono milioni di euro". Ma quali sono gli episodi contestati? Senza voler andare troppo indietro nel tempo e ricordare che la FIGC ha posto una serie di paletti per l'iscrizione e sul mercato chiudendo un occhio per realtà indebitate fino al collo, ci soffermiamo soltanto sulle sviste arbitrali:
Salernitana-Empoli: molto contestato il calcio di rigore concesso ai toscani per un dubbio contatto tra Strandberg e Pinamonti. L'azione era ormai conclusa, molto difficilmente l'attaccante sarebbe riuscito ad arrivare sul pallone per ribadire in rete la corta respinta del portiere e, soprattutto, non è un chiaro errore da rivedere al VAR. Fu il gol dello 0-4 che, di fatto, chiuse definitivamente il match
Salernitana-Napoli: mancata espulsione dell'attaccante Lozano per una evidente gomitata ai danni di Di Tacchio
Salernitana-Sampdoria: il secondo gol degli ospiti nasce da un fallo non fischiato ai danni di Ribery al limite dell'area ligure
Verona-Salernitana: concessi ben sette minuti di recupero nel secondo tempo in una gara tutto sommato senza grosse perdite di tempo. In altre circostanze, quando la Salernitana non era in vantaggio, talvolta si è andati addirittura al di sotto dei quattro
Salernitana-Spezia: è forse la partita che desta maggiori perplessità e dà spazio a dubbi di ogni genere. Si va al VAR due volte per decretare altrettanti rigori in favore degli ospiti (il primo nasce da un normale contrasto di gioco tra Fazio e Verde, in teoria il regolamento non prevede la revisione) però si ignora un tocco di mano netto di Agudelo al 92' nell'area ligure. Bohinen si sarebbe trovato a tu per tu col portiere
Salernitana-Bologna: assegnato, e poi revocato, rigore netto alla Salernitana. Anche in questo caso il VAR non poteva intervenire
Inter-Salernitana: sul risultato di 1-0 negato rigore ai granata per fallo su Dragusin. Manca un rosso a Darmian che, già ammonito, ritardava volontariamente la ripresa del gioco.
Salernitana-Sassuolo: sul risultato di 1-0 negato rigore piuttosto evidente per fallo di Ferrari su Ederson
Salernitana-Torino: dubbio il rigore fischiato a favore dei granata del Nord, sembra che Belotti sia il primo a strattonare irregolarmente Fazio. La ripetizione del penalty, originariamente sbagliato dall'attaccante piemontese, è davvero da casistica. Il classico pelo nell'uovo. Da arancione un intervento pericoloso di Belotti su Ederson.
Aggiungiamo che la Salernitana ha dovuto affrontare Lazio e Napoli con oltre 13 indisponibilità e che, dunque, mancano almeno sette punti all'attuale classifica. Senza contare qualche episodio a favore del Cagliari (su tutti un gol quantomeno dubbio a Bergamo), del Venezia (il gol annullato al 94' al Torino grida ancora vendetta) e di altre dirette concorrenti. Di cosa staremmo parlando oggi?
E guardo il mare
di Maria Serritiello
E guardo il mare
che più non ha
colore,
l'azzurro, con te fin lassù.
A me che resto,
il grigio
smorto ed il cupo nero
sono di sola compagnia.
Cerco e più non trovo
l’arcobaleno dei nostri giorni,
la musica, le parole dei poeti
e la nostra immaginaria eternità.
Io e te per sempre come per ogni giorno della vita.
di Maria Serritiello
Nasce a Salerno il
24/09/1953.
Docente di Lettere,
Psicologia e Religione nelle Scuole secondarie di secondo grado. Organizzatrice
di eventi culturali a livello cittadino e nazionale. Condirettore del giornale “L’Attualità”
con sede a Roma e già pubblicista del periodico “Agire” di Salerno. Impegnata
in attività di volontariato. Ha lavorato come esperta del C.I.C. nell’Istituto “G. Amendola” di Salerno.
Laureata in
Pedagogia presso l’Università di
Salerno. Diploma di
Laurea di Assistente Sociale. Laurea in Scienze
Religiose conseguita a Salerno. Abilitazione all’insegnamento di Italiano,
Storia, Educazione civica, Geografia nelle Scuole secondarie di primo grado. Abilitazione all’insegnamento di Materie Letterarie
nelle Scuole secondarie di secondo grado. Abilitazione all’insegnamento di
Psicologia e Filosofia nelle Scuole secondarie di secondo grado. Corso annuale
di specializzazione post-laurea in Didattica dell’Integrazione e dei processi
di socializzazione presso il FORCOM di Roma. Corso annuale
di perfezionamento post-laurea in
Tecnologie della Comunicazione
Formativa (Università degli studi di Salerno) .Corso di Dizione organizzato
dall’E.N.A.L. di Salerno. Corso di Ceramica e Disegno presso la Ditta Solimene
di Vietri.
Presidente
dell’Associazione Culturale
“Il Caffè dell’Artista”
di Salerno, fondata nel 1996. Membro
del Consiglio Direttivo
dell’ UN.I.A.C.
(Unione Italiana Associazioni
Culturali). Fondatrice del Movimento
Giovanile Missionario e
rappresentante nazionale
delle Pontificie Opere Missionarie.
Organizzatrice di
Manifestazioni con macchine d’epoca con il Club di Napoli.
Referente per dieci anni,
presso il liceo “Da Procida” di Salerno, di progetti P.O.F
del Cinema e del Teatro,
con annessi premi nazionali per le sceneggiature e i testi.
Già R.S.U nel Liceo Da Procida. Già revisore dei
conti nella C.I.S.L. di Salerno.
Volontaria nella
Pastorale diocesana, nei gruppi giovanili ed esperta nel C.I.C.
Corso annuale post-laurea sulla Didattica dell’integrazione e dei processi di socializzazione. Corso
di Alfabetizzazione informatica
presso l’Università di Salerno. Competenze psicologiche e
formative. Mediatrice della Cultura per la Città di Salerno. Competenze
socio-religiose nell’ambito della Curia di Salerno.
Conferenze sulle devianze
giovanili presso il Tribunale di Torre del Greco, la Provincia di Salerno (con
il giudice Andria) e presso il IV Municipio di Roma (con il giudice Vassalli).
Ha realizzato
numerose
Mostre d’arte presso il palazzo Genovese (Salerno), Roma, Rimini e Palermo. Esperta nel settore Teatro e Cinema (scenografia, costumi, corporeità) per la video comunicazione.
GABBIANI
La marea fluttuante sale
sfiorando la tua essenza
nel ritmo della vita.
Il vento frusciante
danza il tuo desiderio
colmo nei battiti del cuore.
La dolcezza attende il tuo ritorno
come i gabbiani nel sospirato tramonto
Dedicata a Cosmo
Sei andato via all’improvviso,
senza una parola di addio
così com’era tua consuetudine esser discreto,
nel pieno dell’entusiasmo
di poter realizzare sorridente
progetti di vita,
qualcosa di terribile ti ha strappato a noi
lasciando un vuoto senza risposte.
Ecco, guardando le nuvole
avverto la tua presenza,
vedo le tue braccia allungarsi
fin qui sulla Terra
e un vento leggero mi sussurra parole
accarezza i miei capelli
come facevi tu
GRAZIE A CHI HA CREDUTO IN UN SOGNO
Il vento soffia dentro e fuori il cuore
invisibili pensieri
seguono la scia dell’animo terso
in un mondo così effimero.
Esplosioni di tormenti
nella ricerca di giustizia e libertà
per uomini che regalano il tempo ad un’idea.
Immensi progetti conducono
all’evoluzionismo dell’uomo
chiuso nella folle quotidianità
grazie all’utopia di pochi
scopro il senso della felicità di molti.
Superato il confine dell’omogeneità
ora emerge il divenire umano
grazie a chi ha creduto in un sogno
realizzato poi con la volontà di molti.
Quel ponte di Lubiana
Quel ponte di Lubiana
che mio padre ha attraversato tante volte
ha visto combattere italiani e stranieri
quel ponte che porta a strade piene di camini
simili alle strade del cuore accese
dalla speranza di ritornare a casa vittoriosi.
Un ponte dove ancora aleggiano anime
di tanti giovani che hanno perso la vita
tra forti stridii di carrozze e di armi.
Fumanti le postazioni di guerra
ancora chiedono giustizia.
Oggi erranti uomini
senza volto e senza storia
si aggirano inconsapevoli di tante sofferenze.
Ritorno a Fiume
lì dove si è consumata la nostra storia
ancora oggi altri uomini attendono al confine
chiedono un mondo migliore
in questa calca di indifferenza
e in nome di uno pseudo benessere.
Lì dove tutto è stato cancellato
anche i nomi delle strade e dei nostri italiani
che per amor di Patria andarono a morire.
Inconsolabili furono le lacrime delle madri
per una vita attesero invano il ritorno dei loro figli
ormai dispersi in nome di un ideale.
di Maria Serritiello
La
Compagnia Colpo in Maschera di Fasano è alla sua seconda
partecipazione al Festival XS Di Salerno.
Era il 2019 e lo spettacolo “A Vigevano
si spacca” s’incentrava sulla figura del cantante Rino Gaetano. Passano gli
anni e questa volta è di turno Domenico Modugno, con “Il sogno di Domenico” ovvero un delicato quanto coraggioso
tentativo di coniugare leggerezza e profondità, cultura e passione, amore per
la propria terra e trasporto per il cantante, che più di ogni altro ha fatto
sentire la sua viscerale italianità, con uno stile mai banale, sempre riuscendo
a guidare, con timone fermo, l’arrivo della nave in porto, nonostante il
rischio di derive popolaresche e provinciali, sempre dietro l’angolo.
La scena è nuda, scura, nel
fondo, appoggiata ad una gruccia, la giacca blu chiaro e un papillon che,
subito, evocano la figura del cantante a Sanremo del 1958 e loro due: Gerry Moio, l’interprete e Demy Ditano, il chitarrista. Lo
spettacolo ruota intorno alle parole ed alla musica, un felice connubio se la
musica e di Mimmo nazionale e le parole pensate, tanto da farne un copione, da Mimmo Capozzi e Gerry Moio.
Un racconto, il sogno,
che attraverso il percorso di successo, alla fine, però, di Domenico Modugno, Gerry Moio, completa il suo, che è
quello di essere su di un palco a raccontare di sé. E lo racconta bene, in
maniera divertente, con le pause giuste e l’humor, a volte ingenuo, ma
efficace. Altre volte, Gerry, si lancia anche in analisi sociologiche, di come
va il tempo oggi e di come era meglio tempo fa, un pò di sana captatio benevolentia non guasta, conteggiando l’età anagrafica
degli spettatori. Da premiare, poi il coraggio degli autori
di aver bene assemblato con maestria tutto lo spettacolo e di aver affrontato
il tema spinoso della libertà o meglio del sogno di libertà che anima la mente
e lo spirito di tanti uomini.
Un‘ora e più di canzoni,
le più belle di Mimmo Modugno, ma ce ne sono di così, così (?), cantate ed
accompagnate dal virtuosismo strumentale di Demy Ditano. Uno spettacolo ben
bilanciato tra gli aneddoti del grande cantante, raccontati con spigliatezza e
la vita del narratore, ispiratosi alla sua energia positiva, alla sua
straordinaria caparbietà ed anche al caso, perché no, per raggiungere la fama
I successi del cantante
modulati dalla voce di Demy Ditano, hanno coinvolti i presenti, tanto
che scanzonati e ritmicamente hanno, sottovoce, accompagnato i refrain più noti:
Meraviglioso, Lili, Nel blu dipinto di
blu, Vecchio frac, La moglie se ne va, Resta cu me, Amara terra mia.
Un mondo di nostalgia si
è aperto in sala…
Maria
Serritiello
www.lapilli.eu
Regia:
Mimmo Capozzi
Soggetto:
Mimmo Capozzi, Gerry Moio
Scrittura:
Gerry Moio
Supervisione
testo: Mimmo Capozzi
Arrangiamenti
musicali: Demy Ditano
Assistente
di scena: Rossella De Mola