guardando il video della sua conferenza stampa mi rammarico che non sapesse quante statue sfilano in processione...E' confermata la sua 'estraneità all'evento che più compatta i salernitani e nel quale si ritrovano in una identità . unica. Lei non ci conosce e né sente il bisogno di capirci, ciò mi addolora perché la mia religiosità, si è sempre ispirata agli insegnamenti di umiltà e di preghiera di San Francesco d'Assisi. I miei educatori alle parole di Cristo sono stati i frati francescani di Piazza Ferrovia: P. Francesco P. Arcangelo Pergamo , P. Arcangelo Iovieno, P. Accursio, P. Claudio, Fra Leonardo, Fra Vittorio e prima ancora Frate Egidio. I miei ricordi vanno dal Pace e Bene al Vivere in Letizia che San Francesco raccomandava a tutti. Ascoltando il suo editto che non mi appartiene e credo che non appartenga ai salernitani (ma non voglio metterci la mano sul fuoco) mi è sembrato solo puntigliosa imposizione e non il riordino di una processione, che un tempo era seguita dall'intera provincia, con tutti i seminaristi al seguito, quando c'erano le vocazioni, oltre a tutti gli altri che non le garbano. Assemblare le sei statue, per fare un solo gruppo, in quanto pensa che siano troppe a sfilare, non tiene conto della conformazione stretta dei vicoli. Va bene cambi pure la processione, ma la devozione dei salernitani per il Patrono non cambia, come non cambia il motto sul "panno" "Salerno è mia. Io la difendo" . Ci basta saperlo da San Matteo e da nessun altro.
Maria Serritello
L'arcivescovo Moretti detta le regole per la processione di San Matteo 2014
"Si tratta di un momento di gioia religiosa e non un teatro", ha affermato il prelato. Scompare la sosta dinanzi la caserma della Finanza e dinanzi il Comune. Non sono previsti inchini
L'arcivescovo di Salerno, monsignor Luigi Moretti, detta le regole affinché la processione di San Matteo sia un momento di gioia religiosa "e non un teatro". Scompare la sosta dinanzi la caserma della Finanza e dinanzi il Comune. Non sono previsti inchini ("è la gente che deve inchinarsi ai santi non viceversa") e sarebbe buona norma "sostituire gli applausi con le preghiere
Moretti non cita mai De Luca ma il riferimento al sindaco è evidente: "Certe manifestazioni sono accettate entro il regime del buon gusto. Questo è un momento di fede". Di qui l'appello ai commercianti: "Offrire acqua ai portatori è giusto ma allestire banchetti per brindare è fuori luogo".
La processione avrà un'unica banda e farà solo tre soste tra corso Vittorio Emanuele, corso Garibaldi e Largo Campo. La finanza non sfilerà armata e sono previste iniziative anche nelle chiese della zona orientale.
Laureato in giurisprudenza, inizia la carriera come cabarettista nel locale milanese Derby negli anni settanta, nello stesso periodo in cui sul palco del locale circolano Diego Abatantuono, Teo Teocoli, Massimo Boldi, Paolo Rossi e Francesco Salvi. In televisione è ad Antenna 3 e nel 1983 partecipa al fianco di Raffaella Carrà in Pronto Raffaella. Nel 1985 è uno dei personaggi del programma televisivo di Antonio RicciDrive In. Il suo personaggio più famoso è Vito Catozzo, ma interpreta anche altri personaggi come Carlino, Suor Daliso, il testimone di Bagnacavallo. Poco dopo è a fianco di Zuzzurro e Gaspare in Emilio dove crea il personaggio Franco Tamburino, stilista di Abbiategrasso.
Partecipa inoltre a Fantastico nel 1990 al fianco di Pippo Baudo, Marisa Laurito e Jovanotti e, successivamente, a Stasera mi butto... e tre! con Toto Cutugno. Si avvicina nel frattempo al mondo della musica e nel 1988 pubblica il mini-album Colletti bianchi, colonna sonora del telefilm omonimo che lo vede fra i protagonisti. Nel 1991 suo secondo disco, Disperato ma non serio, che contiene tra le altre canzoni, Ulula, uno dei brani più trasmessi in radio nell'estate 1991[senza fonte]. Sempre quell'anno scrive per Mina che canta una sua composizione, Traditore, e la include in Caterpillar. Nel 1992 partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo in coppia con Orietta Berti con la canzone Rumba di Tango, inserita poi nel suo terzo album Condannato a ridere.
Nel 1994 nuovamente al Festival di Sanremo si classifica al 2º posto sfiorando per una manciata di voti la vittoria e si aggiudica anche il Premio della critica con la canzone Signor tenente ispirata alle stragi di Capàci e di via D'Amelio, inserita nell'album Come un cartone animato prodotto da Danilo Amerio e premiato con un disco di platino.
Nel 1995 al Festival di Sanremo canta L'assurdo mestiere, una sorta di preghiera-ringraziamento a Dio, rivelando una vena malinconica e riflessiva. Sempre nel medesimo festival partecipa come autore della canzone Giovane vecchio cuore cantata da Gigliola Cinquetti. L'album omonimo del 1995, L'assurdo mestiere, vince il Premio Rino Gaetano per la parte letteraria delle canzoni.
Scrive canzoni anche per Fiordaliso (Mascalzone), due canzoni dell'album Camminando camminando (1996), e tutto l'album Il dito e la luna (1998), entrambi di Angelo Branduardi. Di quest'ultimo album fa parte Il giocatore di biliardo, uno dei più recenti successi di Branduardi. Nel 2000 pubblica per NAR International Nonsense, sesto e finora ultimo album.
Non dimentica le sue origini di attore comico pubblicando il libro Porco mondo che ciò sotto i piedi edito da Baldini e Castoldi, nel quale narra le gesta del suo personaggio più celebre, Vito Catozzo, e mette in scena lo spettacolo teatrale Tourdeforce mescolando l'umorismo e la caratterizzazione dei personaggi alla canzone d'autore.
Nel 2002 Giorgio Faletti sorprende la critica[1] pubblicando il suo primo thriller che si intitola Io uccido, e che vende più di quattro milioni di copie[2]. Alla fine dello stesso anno viene colpito da un ictus[3] che fortunatamente riesce a superare senza conseguenze serie. Nel 2004 esce il secondo romanzoNiente di vero tranne gli occhi, che al momento ne ha vendute tre milioni e mezzo[2]. Il maestro del thriller Jeffery Deaver, ha detto di lui e del suo lavoro: "Uno come Faletti dalle mie parti si definisce "larger than life", uno che diventerà leggenda" [4]. Nel 2005 è stato testimonial per una campagna per la tutela del diritto d'autore. Nel novembre del 2005 Giorgio Faletti ha ricevuto dal Presidente della Repubblica il Premio De Sica per la Letteratura. Sempre nel 2005 vince il 'Premio letterario La Tore isola d'Elba' poi assegnato tra gli altri a Camilleri, Vitali, Volo e Cazzullo.
Nel 2006, ha recitato nel film Notte prima degli esami interpretando il Prof. Antonio Martinelli, spietato docente di lettere, che alla fine stringe un forte legame col protagonista Luca (Nicolas Vaporidis). La sua interpretazione ha ricevuto la nomination al David di Donatello come migliore attore non protagonista. Appare anche all'inizio di Notte prima degli esami - Oggi del 2007, in riferimento al primo film.
Nell'ottobre 2006 pubblica Fuori da un evidente destino (Baldini Castoldi Dalai editore, 2006), ambientato in Arizona e in cui tra i protagonisti vi sono gli indiani Navajos, ai quali il romanzo è dedicato. Già mesi prima dell'uscita del libro, Dino De Laurentiis ha acquistato i diritti per realizzarne un film. I suoi libri sono tradotti in 25 lingue e pubblicati con grande successo, oltre che in tutti gli stati d’Europa, anche in Sud America, in Cina, in Giappone, in Russia e, a partire dal mese di marzo 2007, negli Stati Uniti e nei paesi di lingua anglosassone.
Nel 2007, Giorgio Faletti è tornato al Festival di Sanremo, come autore della canzone The Show Must Go On, interpretata da Milva, classificandosi oltre la decima posizione. Il brano fa parte dell'album In territorio nemico, interamente scritto (testi e musiche) da Faletti. Ha recitato nel film Cemento armato, nel quale interpreta il Primario, un vendicativo boss della mala, che perseguita il giovane protagonista Diego (Nicolas Vaporidis).
Giorgio Faletti nel 2008
Nel 2008, è stata pubblicata la sua prima raccolta di racconti, intitolata Pochi inutili nascondigli (Baldini Castoldi Dalai editore, 2008), che arriva tra i finalisti del Premio letterario Piero Chiara edizione 2009. Nella primavera del 2009 esce il suo quarto romanzo, Io sono Dio (Baldini Castoldi Dalai editore, 2009). È autore anche del brano di Marco MasiniGli anni che non hai, contenuto nell'album L'Italia... e altre storie uscito nel febbraio 2009.
Sempre nel 2009 recita nel film Baarìa di Giuseppe Tornatore e nel film Il sorteggio di Giacomo Campiotti dove interpreta il sindacalista Gino Siboni. Nell'ultimo trimestre del 2010 è stato pubblicato il suo sesto lavoro Appunti di un venditore di donne: primo romanzo dello scrittore ambientato in Italia (Milano) e subito in testa alle classifiche dei libri più venduti[senza fonte]. In occasione del Festivaletteratura di Mantova del 2011 lo scrittore ha annunciato il suo settimo romanzo, Tre atti e due tempi, pubblicato il 4 novembre 2011 ed ambientato nel mondo del calcio.
Il suo impegno e i suoi successi ottenuti in campo letterario lo portano a nominarlo, il 10 settembre 2012presidente della Biblioteca Astense della sua città: accolto l'incarico con la sua solita verve umoristica, l'investitura è stata fortemente voluta dall'amico ed Assessore comunale alla Cultura Massimo Cotto[5].
Sempre nel 2012 inizia il suo percorso di ambasciatore Eataly[6], ruolo ricoperto nelle manifestazioni enogastronomiche del centro Italia. E' nel giugno dello stesso anno che assiste all'inaugurazione della sede romana con un allestimento di alcune sue opere pittoriche della serie Bandiere, costituita da interpretazioni delle bandiere nazionali di vari stati e particolarmente in linea con la nota catena alimentare, regno del made in Italy ma che si rivolge allo stesso tempo ad un pubblico internazionale.
Muore all'ospedale Molinette di Torino il 4 luglio 2014 stroncato da un tumore all'età di 63 anni.
E’ Paolo Piccirillo, classe 1987, di Santa Maria Capua Vetere, con il libro “La terra del Sacerdote”, candidato al Premio Strega, il Super Vincitore tra la cinquina dei giovani autori, narratori europei under 40, indicati per l’assegnazione del Premio “Salerno Libro d’Europa”, all’interno della manifestazione, più importante, del Sud “Salerno letteratura”, tenutosi nella città per un ‘intera settimana. Gli altri quattro, vincitori sono:
Jenni Fagan Panopticon, ISBN (Regno Unito)
Romain Puértolas L’incredibile viaggio del fachiro che restò chiuso in un armadio Ikea, Einaudi (Francia)
Bernard Quiriny La biblioteca di Gould, L’Orma (Belgio)
Il Sole 24 Ore indica Paolo Piccirillo tra i cinquanta scrittori italiani, under quaranta, più promettenti, niente male se si pensa alla sua giovane età, vive e lavora a Roma e pubblica con Neri Pozza.
Il 28 giugno scorso, è lo storico Salone dei Marmi del Palazzo di Città, a fare da cornice allo spoglio in diretta dei voti e alla proclamazione del vincitore. A Paolo Piccirillo, tra gli applausi scroscianti del pubblico presente, è stato assegnato, l’ambito premio. Il ventiseienne giovane autore ha riportato di nuovo in Italia, il Premio libro d’Europa, lo scorso anno, infatti, fu assegnato al portoghese José Luis Peixoto, autore di "Libro" della casa editrice Einaudi. Francesco Durante , direttore artistico della kermesse letteraria, affaticato e felice per come si è svolta tutta la manifestazione, ringrazia tutti: volontari, ragazzi, pubblico, Amministrazione Comunale, sponsor, in particolar modo Orazio Boccia Arti grafiche, l’infaticabile Ines Mainieri, direttore organizzativo e tutta la città di Salerno, con il suo incantevole centro storico, ancora poco conosciuto dagli italiani e stranieri in tour, ma senza il quale non si sarebbero vissute emozioni così intense.
In occasione della “Festa della musica”, il 21 giugno, al Museo Archeologico Provinciale di Salerno, via San Benedetto 28, una nuova iniziativa è stata promossa dall’Associazione Fonderie Culturali in collaborazione con la Provincia di Salerno e con l’Associazione Salerno Attiva - Activa Civitas, per ospitare l’evento che da vent’anni riempie piazze e strade delle città di tutta Europa e che anche quest’anno ha permesso a salernitani e turisti di visitare gratuitamente il Museo Archeologico che, per l’occasione, è rimasto aperto eccezionalmente dalle ore 19.00 alle 22.00.
La serata ha avuto inizio con la presentazione in anteprima del nuovo video musicale di Salvatore Venturini, figlio di Bruno, grande interprete della musica napoletana ; un giovane di talento, già definito il Bublè italiano, che ha preferito lasciare il suo posto di bancario per seguire le orme paterne, spinto dalla grande passione per la musica.
Ospite d’onore il designer olandese Ton Pret, famosissimo, tra l’altro, per aver dipintoa mano, con pennelli di piccole dimensioni, una Ferrari 355 GTS su richiesta del proprietario, incontrato alla fiera milionaire di Amsterdam nel 2009. La realizzazione è avvenuta sotto la supervisione di una carrozzeria autorizzata Ferrariin Olanda.
Molto interessante l’intervento di Antonio Perotti, artista notissimo nel salernitano per le numerose vetrate realizzate per chiese e cappelle e per la fontana dedicata a Falcone e Borsellino sul trincerone di Salerno, ma che, con i fratelli Guido e Paolo, è riuscito a collocarsi in una posizione di primo piano sia nazionale che internazionale: il campo di ricerca e di sperimentazione artistica dei suoi due laboratori (siti in via Fabio e sulla strada nazionale costiera di Vietri) si estende dal polo del figurativismo sacro e dell’art nouveau-tyffaniano sino al postmodernismo ed al geometrismo puro.
A seguire si è potuto apprezzare un intenso e coinvolgente momento dedicato alla poesia di Maria Serritiello: alcune delle sue più belle liriche sono state lette dall’attrice Brunella Caputo ad un pubblico numeroso ed attento che ha vissuto quei preziosi momenti in religioso silenzio.
Poesie di grande spessore, caratterizzate da incalzanti memorie e ricorrenti sinestesie, da vibrazioni e pathos, dall’impennarsi di climax che subito cedono e si appianano come onde acquietate sulla battigia.
Maria Serritiello, è nata e vive a Salerno. Laureata in Pedagogia, ha insegnato Materie Letterarie agli allievi delle scuole medie. Ha esordito nel campo della poesia nel 1994 ed ha al suo attivo sei raccolte di versi. La sua poesia verte su temi classici: gli affetti familiari, i luoghi della memoria, la città natia, la natura, la costiera, il mare, le emozioni, la guerra, la donna, il sociale, l’amore: temi universali ma trattati con semplicità e con un linguaggio che risulta comprensibile a tutti quelli che la leggono. Stila due blog giornalieri, ha collaborato con il quotidiano “Cronache del Mezzogiorno” e attualmente collabora con il giornale online “lapilli” (www.lapilli.eu) con articoli di cultura, recensioni, opinioni e memoria.
Ma anche gli appassionati di mitologia sono stati accontentati: la musa Euterpe, interpretata da Lucia Avino e diretta da Antonello Aprea, ha raccontato storie e leggende della musica al cospetto del Dio Apollo, simbolo del Museo.
Una serata, dunque, di grandi emozioni e di cultura: un giorno, questo 21 giugno, che ha dato il via all’estate dispensando musica, poesia, arte, mitologia, con disinvoltura, con un tocco di magia, soffiando lievemente sulla polvere che l’inverno ha deposto sugli occhi e sul cuore. Parole, sguardi, versi, voci, colori, suoni, immersi e shakerati nei colori sbiadenti di un’affascinante sera.
Dal tre luglio al due agosto la XXVI esima edizione al Teatro Delle Arti, Arena del Mare e Teatro dei Barbuti 3-14 Luglio CINEMA SOTTO LA STELLA (teatro delle arti)
19Luglio prima parte CHARLOT GIOVANI ospite ANGELO DI GENNARO seconda parte spettacolo ANDREA PERRONI da colorado INGRESSO GRATUITO ... 20Luglio MAURIZIO BATTISTA in"combinati per le feste"INGRESSO GRATUITO
21Luglio GIGI VIGLIANI INGRESSO GRATUITO
22Luglio GRANDE ORCHESTRA con:premio Oscar LUIS BACALOV,SERENA AUTIERI,ALBERTO PIZZO,MARCO DENTICE,CARLO CRIVELLI INGRESSO GRATUITO
23-24 Luglio IL MONELLO ospiti i vincitori di TI LASCIO UNA CANZONE,ZECCHINO D'ORO,CASTROCARO,IO CANTO,ITALIA'S GOT TALENT e tanti altri INGRESSO GRATUITO
25 Luglio GRAN GALA' con CATHERINE SPAAK,CORINNE CLERY,GIUSEPPE ZENO,GIORGIO ALBERTAZZI,ANTONELLO COSTA,BARBARA FORIA,DINO PARADISO,VERONICA PIVETTI E.........presenta MAX GIUSTI.
26 Luglio MADE IN SUD TOUR 2014 INGRESSO A PAGAMENTO
27Luglio C'ERA UNA VOLTA 60 commedia musicale INGRESSO GRATUITO
29-30-31 Luglio(TEATRO DEI BARBUTI)FIABE MUSICALI "C'ERA UNA VOLTA" INGRESSO GRATUITO
2 Agosto KARIMA canta BACHARACH INGRESSO GRATUITO
“Making a living”, questo il titolo originale, che tradotto significa “Per guadagnarsi la vita”, ma in Italia è conosciuto anche con il titolo di “Charlot giornalista, è il primo film interpretato da Charlie Chaplin, dove interpreta un aspirante giornalista a caccia di scoop, proiettato per la prima volta il 2 febbraio del 1914, cento anni fa.
E a cento anni di distanza e con un’altra coincidenza (il 2 febbraio del 2004, dieci anni fa, viene inaugurato il Teatro delle Arti di Salerno), Claudio Tortora, ideatore e direttore artistico del Premio Charlot e direttore artistico del Delle Arti non poteva, non rendere omaggio a questa opera cinematografica nella XXVI edizione del Premio Charlot. Edizione che si svolgerà a Salerno, dal 3 luglio al 2 agosto in ben tre location, il Teatro Delle Arti, l’Arena del Mare e il Teatro dei Barbuti (che ospitò la prima edizione della kermesse dedicata al Vagabondo).Una 26° edizione spalmata in tre punti della città e che durerà ben un mese con tantissimi appuntamenti che coinvolgeranno non solo gli adulti ed i ragazzi, ma anche i più piccoli. Infatti, i bambini e i giovani (dai 5 ai 25 anni) che hanno voglia di tentare un’esperienza artistica rivolta al canto e alla recitazione potranno già dal prossimo 11 maggio, alle ore 18,30, recarsi al Teatro Delle Arti di Salerno, dove un’importante agenzia nazionale effettuerà delle selezioni (gratuite) per un’importante progetto targato Premio Charlot. Tutto questo con il contributo della Regione Campania che ha fatto rientrare il Premio Charlot nel “Po Fesr Campania 2007-2013 La scoperta della Campania), del Comune di Salerno, della Camera di Commercio di Salerno, dell’Autorità Portuale di Salerno e con il patrocinio dell’Agis.
Dunque un mese di Premio Charlot, dove non mancherà la gara dei giovani cabarettisti emergenti, e poi ci saranno spettacoli di cabaret con i maggiori protagonisti del momento, serate musicali, proiezioni cinematografiche e ben due serate di gala, nelle quali saranno consegnati gli ambiti Premi Charlot per le sezioni cinema, teatro, televisione, radio, spot pubblicitario, fiction, assegnati dalla giuria della kermesse presieduta dal giornalista Nino Petrone, che proprio in questi giorni sta lavorando sulle nomination per ogni categoria. Il tutto con due doverosi omaggi a due grandi artisti del mondo dello spettacolo.
Vorrei dire all'arcivescovo Moretti che la Processione di San Matteo è tradizione dei salernitani. Ciò che gli può sembrare, a lui non nato in questa città, pagano, è solo sentimento popolare e per questo passionale, oserei dire carnale. Che non si rovini la festa dei salernitani , i quali hanno un rapporto speciale con il Santo. "San Matteo è Salerno e Salerno è San Matteo" Non tutti possono avere la cultura gesuitica e vivere ogni manifestazione in punta di fioretto. I punti di ristoro, Arcivescovo Moretti, non sono banchetti improvvisati servono alle paranze per trovare sollievo alla fatica e al caldo, vorrei ricordare la lunghezza del percorso e la pesantezza delle statue , in special modo quella di San Giuseppe. Ci provi lei a stare sotto le statue, con tutto il rispetto che le devo...I Romani e questo non glielo devo insegnare io, furono grandi perché lasciarono gli usi ed i costumi ai popoli conquistati. Se poi si riferisce agli applausi tributati al Santo non mi pare che ci siano solo a Salerno , se solo si sposta a Napoli per San Gennaro, vede l'ardore di un popolo verso il proprio Santo. Certo non è religioso in senso stretto, lo comprendo ma le persone vanno educate alla spiritualità con buoni esempi e non con le restrizioni. Si, gli applausi a De Luca l'infastidiscono, ma è un modo per appartenere tutti alla stessa devozione, diamine non è che un peccato veniale dei salernitani, null'altro . E poi il panino con la milza...perché anche il panino con la milza la disturba Arcivescovo Moretti ? Tutte le feste si portano dietro il buon sapore di qualcosa a cui avvicinare da adulto il ricordo. Chi non è salernitano, a volte, non comprende fino in fondo lo spirito della festa e ciò e capitato anche a lei. Con il rispetto che devo al suo ruolo di pastore di anime.
(Maria Serritiello)
Fonte:SalernoNotizie.net
Tenuto conto del documento della Conferenza episcopale campana “Evangelizzare la pietà popolare. Norme per le feste religiose”, e recepito nell’arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno con apposito Decreto arcivescovile del 4 ottobre 2013 entrato in vigore il 1 gennaio 2014, l’arcivescovo Luigi Moretti incontrerà i giornalisti per illustrare le novità operative riguardanti la prossima festa patronale di S. Matteo apostolo.
Cambia dunque la processione di San Matteo. Una modifica dettata, probabilmente “dagli sconci episodi di servilismo” come ebbe a dire il massimo esponente della curia di Salerno dopo l’ultima festa patronale invocando “più spirito religioso”.
«Ho sentito tanti applausi, mi auguro ci siano state tante preghiere altrimenti siamo davanti a un grande equivoco». Le parole con cui l’arcivescovo di Salerno, monsignor Luigi Moretti, chiuse la processione di San Matteo dello scorso anno. Fu quella la traccia su cui la Curia di via Roberto il Guiscardo ha lavorato e preparato l’appuntamento del 2014.
Cambia anche la processione. Vietati gli inchini in corrispondenza di luoghi che non hanno alcun richiamo religioso né, tanto meno, storico-culturale. In passato ci sono stati inchini per omaggiare personaggi defunti, qualche locale pubblico e così via. Da qui l’invito a Moretti di «dare le dovute disposizioni, affinché in futuro non si ripetano gli sconci episodi di servilismo verso chi non rappresenta la santità del principale evento cittadino».
A dettare il cambio di rotta della festa patronale quanto accaduto lo scorso anno con la processione che ha ospitato una serie di segni esteriori che non sono andati nella direzione della spiritualità: gli applausi (e i fischi) alle autorità presenti, i banchetti improvvisati lungo il tragitto per la vendita dei panini con la milza e poi le soste e gli «inchini» delle statue. Troppi e spesso fuori luogo.
Addio a Maria Luisa Spaziani custode dell’eredità di Montale
La scrittrice e poetessa aveva 91 anni. Fondatrice del Premio dedicato al Nobel, non ha mai smesso di scrivere versi
Una poesia elegante, spesso tendente al tono alto, quella di Maria Luisa Spaziani, scomparsa a Roma all’età di 91 anni, caratterizzata da una tensione lirico-autobiografica che, col tempo, acquista sempre più venature ironiche e una più ampia visione cosmica oltre che un andamento, negli ultimi anni, più disteso e quasi narrativo, attraversando tutto il secondo Novecento, sempre tenendosi equidistante dalla varie tendenze, da inquietudini e fermenti sperimentali, in una dimensione personale che Maurizio Cucchi definì quasi atemporale
Nata Torino il 7 dicembre 1922, a 19 anni dirige una piccola rivista, «Il dado» con firme anche illustri ma su cui lei non scriverà mai una riga. Il suo debutto editoriale avviene nel 1954 con la raccolta «Le acque del sabato», aprendo un discorso che andrà ampliando con i tanti volumi di versi successivi, da «Luna lombarda» (1959) a «L’occhio del ciclone» (1970), «Transito con catene» (1977), «Geometria del disordine» ( 1981 - Premio Viareggio), «I fasti dell’ortica» (1996), «La luna è già alta» (2006), per citare i titoli principali, cui vanno aggiunti il poema teatrale «Giovanna d’Arco» del 1990, testi drammaturgici, molti saggi di letteratura francese, dedicati tra l’altro a Proust, Ronsard e Racine, tante traduzioni dal francese, di classici, ma soprattutto di letteratura contemporanea, da Toulet alla Yourcenar, da Gide a Tournier.
Docente di Letteratura francese all’Università di Messina, era laureata a Torino con una tesi su Proust, e aveva fatto diversi soggiorni a Parigi, prima di vivere a Milano e poi stabilirsi a Roma. Nel gennaio del 1949 conobbe Eugenio Montale, durante una sua conferenza a Torino, e fra i due nacque un sodalizio intellettuale caratterizzato anche da un’affettuosa amicizia, testimoniata da 360 lettere del poeta e dal volume di scritti autobiografici della stessa Spaziani «Montale e la Volpe» uscito nel 2011. Nel 1958 invece, dopo dieci anni di fidanzamento, sposò lo studioso Ele’mire Zolla, ma il lungo legame si incrino’ quasi subito e il matrimonio viene sciolto nel 1960. Sono infine del 2002 le sue poesie d’amore «La traversata dell’oasi» in cui, con una vivacità senza età, ripropone versi vecchi e nuovi legati alle sue esperienze sentimentali in anni vicini e lontani.
Presenza attiva della vita culturale romana e italiana, dal 1982 era presiedente, dopo averlo fondato nel 1978 per onorarne la memoria, del Centro Internazionale Eugenio Montale, ora Universitas Montaliana, e del Premio Montale di poesia.
Nel 2012 è uscito il Meridano Mondadori che raccogli tutte le sue opere a cura di Paolo Lagazzi, che era stato preceduto nel 1979 da una prima raccolta con introduzione di Luigi Baldacci, che parlava di «una poesia con la coscienza di dire cose brucianti e private e di poterle dire solo attraverso un materiale di riporto, attraverso cioè il recupero di un linguaggio che, mentre dà compiuta espressione al sentimento, lo proietta come riverbero su un cielo lontano: quello di una classicita’ godibile di per se stessa, prima che per il messaggio». Un’opera che si confronta col quotidiano, ma appunto creando un filo tra radici antiche e di tono alto con uno più colloquiale in una dimensione quasi diaristica di affetti, figure, impressioni, ricordi personali, arrivando a riflettere sulla figura del poeta e il senso della poesia, quale ricatto dall’ordinarietà dell’esistenza e vero momento di libertà e bellezza.