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giovedì 15 gennaio 2015

Presentato al Giullare di Salerno il libro di Tiziana Beato “La Paura è bugiarda”


Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello

Piccola, immensi occhi azzurri, comunicativa, sembra sparire in una delle due poltrone in stile, che arredano gli incontri di tutti gli scrittori presentati al Teatro del Giullare di Salerno. Lei è Tiziana Beato, classe 1975, nata a Napoli e come dice, vi resterà fino alla fine dei suoi giorni. Laureata in Conservazione dei Beni culturali, si occupa di eventi e progetti socio-culturali. La sua ultima fatica ha per titolo "La paura è bugiarda", ma ha al suo attivo: Sei storie in un boccone, Pillole di adozione, Come lucciole, nonché suoi contributi nei volumi Living a celiac life e Gaetano Filangieri e il suo museo. La trama della storia è una seduta psicanalitica, lunga sette stanze, in cui la protagonista si racconta, si conosce ed accelera il cambiamento, per portarsi "fuori stanza" al più presto. Un lungo dialogo, ma forse neanche tanto, tra Giovanna, la paziente e Vera Paolini, la psicologa che la tiene in cura, una volta a settimana. L'essenza del racconto è tutto un rimando d'incontri tra le due donne, sicché gli appuntamenti hanno due facce, quella di lei, ossia Giovanna e quella di Vera, la dottoressa. La scrittura è disinvolta, accattivante, moderna, profusa di ansia e di pensieri accavallati, sensazioni che vengono percepite interamente dal pubblico, attraverso la splendida lettura di due attrici di calibro: Brunella Caputo e Cinzia Ugatti, accompagnate dalla musica carezzevole, scelta da Virna Prescenzo. Luca Badiali perfetto e professionale, ammirevole per come profonde passione nella lettura di ciò che presenta, ha stigmatizzato il personaggio Beato, sì da far apparire Ella, una vecchia conoscenza. Il libro si avvale della post prefazione, di Rosalia Porcaro, sensibile e versatile attrice napoletana. In copertina, uno splendido cavallo bianco, un chiaro riferimento a Giovanna, si staglia e quasi esce dalle pagine, per mettere in ombra ogni cosa, segno che la terapia ha centrato l'obiettivo.

Maria Serritiello
 
 
 
 
 
 

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