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lunedì 26 gennaio 2015

Caldoro chiude la Scuola Ferdinandea di Ceramica di Capodimonte.


Fonte:i Sud

Nel 1773, Ferdinando IV fonda la Real Fabbrica Ferdinandea, affinchè si dedicasse a tempo pieno alla produzione delle splendide porcellane di Capodimonte. La fabbrica raggiunse il periodo di massimo splendore sotto la direzione artistica di Domenico Venuti, nel ventennio tra il 1780 ed il 1800, e tanta ne fu la rinomanza che nacque una vera e propria Scuola d'Arte ove venivano prodotti sontuosi servizi da tavola e prezioso vasellame. Le ceramiche di Capodimonte da quel momento, sono conosciute in tutto il mondo e vengono, ovunque, richieste per il loro straordinario valore artistico e la loro bellezza. Dopo l’unità d’Italia inizia un lento declino di questa pregevole attività ma, la Fabbrica resiste e riesce a continuare a produrre un eccellente prodotto di nicchia.


Resiste la Real Fabbrica, nonostante l’Italia, ma solo fino ad oggi. E’ notizia di queste ore, infatti, la volontà della Giunta Caldoro di “ridimensionare”, leggi “chiudere” la scuola.


La scuola che oggi ha nome di 'Istituto per l'industria e l'artigianato Caselli", unico istituto per la ceramica in Italia, aveva richiesto alla regione Campania il riconoscimento dello status di “indirizzo raro” per scongiurare il ridimensionamento, ma nulla è stato fatto in tal senso. Al contrario risulta evidente la volontà politica di destinare il Parco di Capodimonte ad altri “usi”. Dal Parco, infatti, è stata “sfrattata” anche una scuola comunale. La scuola di ceramica ha comunicato che ricorrerà al Tar contro la deliberazione che sancisce il ridimensionamento. Essa ancora occupa i locali storici all’interno del Bosco di Capodimonte, che le furono assegnati per volontà di Ferdinando IV. L’applicazione del provvedimento ed il conseguente accorpamento con un altro istituto professionale storico di Napoli, l’Isabella D’Este, ne determinerebbe l’abbandono e la perdita di identità e visibilità. Lo scopo della giunta Caldoro, appare palesemente quello di liberare i locali attualmente occupati dalla scuola per destinarli ad altre finalità. Troviamo inaccettabile questo ulteriore oltraggio alla nostra storia e ad una delle nostre eccellenze che non solo porta avanti una grande tradizione ma, forma tanti giovani artisti che diventano imprenditori e creano ricchezza e lavoro sul territorio. L’istituto svolge, inoltre, una importante azione di promozione del marchio “Capodimonte” in tutto il mondo e ne garantisce la tutele. Per svolgere questa attività è indispensabile che la scuola conservi la sua piena autonomia e la sua unicità e identificabilità. Confidiamo che il Tribunale Amministrativo Regionale tenga conto di queste motivazioni e si pronunci in senso contrario al ridimensionamento.
 
 


 

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