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domenica 30 settembre 2012

Toby come Lassie salva il padrone



FONTE: VIIRGILIO GO GREEN

Cane eroe, come Lassie corre in cerca d'aiuto per salvare il padrone.
Toby, un Lhasa Apso di 7 anni, ha salvato l'anziano padrone scivolato un un fiume di fango correndo a cercare soccorso


Chi trova un amico trova un tesoro, soprattutto se l’amico è un peloso fedele. Lo sa bene Dereck Ramsden, un arzillo 81enne che deve la vita al suo cane Toby, che l’ha salvato da un fiume di fango.

Il signor Ramsden si trovava in vacanza con la moglie Ada e i suoi due quattro zampe al Brynowen Holiday Park di Borth, nei pressi di Aberystwyth, località di villeggiatura del Galles.
Passeggiando con i cani è scivolato da un argine, reso scivoloso dalle piogge che avevano gonfiato le acque del fiume, ed è riuscito ad aggrapparsi a un ponticello ma,come racconta, non avrebbe potuto resistere molto ed era terrorizzato.

Per fortuna Toby, un Lhasa Apso di 7 anni, si è reso conto che la vita del suo padrone era in pericolo ed è corso a cercare aiuto verso la sede dello staff del parco.

Qui ha incominciato ad abbaiare con tanta urgenza da far capire subito che c’era qualche problema e che voleva essere seguito: nel giro di pochi minuti il signor Ramsden è stato soccorso e tirato fuori dalla corrente.

L’anziano signore ora racconta a tutti le gesta eroiche del suo piccolo salvatore: “Sono davvero grato a Toby, mi ha salvato la vita, è il mio Lassie!” .

Al Delle Arti di Salerno la prima nazionale del musical "L'opera di San Matteo di Guido Cataldo


DI MARIA SERRITIELLO

Che gran bello spettacolo al Delle Arti di Salerno, il 20 settembre scorso, ci ha offerto il maestro Guido Cataldo, con il debutto del racconto musicale "L'opera di San Matteo, alla vigilia della festa del  Santo".  Un' opera complessa  ma allo stesso tempo lieve perché a muovere il tutto è la musica, la bella musica creata dal noto compositore salernitano. Ma non sono solo le note a prevalere nello spettacolo, in questa creazione ci sono altre componenti strettamente legate, come  l'amore, l'innamoramento,  la passione e  il totale coinvolgimento del maestro Guido Cataldo. Un'opera impegnativa che gli ha permesso di delineare la figura del Santo, prima lavorata complessa nella sua mente, poi esposta alla visibilità della scena. Opera scritta e riscritta, con un lavoro ed un impegno di almeno 10 anni e collaborato nell'attenta ricerca dal  bravo e sensibile artista cittadino, Corradino Pellecchia.
La storia musicale, articolata in quattro luoghi diversi: Cafarnao in Giudea, Geapoli in Etiopia del Ponte, Velia in Cilento e Salerno è stata costruita per una spettacolarità scenica da grandi spazi, sicché portarla al teatro Delle Arti è stata una prova, un assaggio di ciò che potrà essere lo spettacolo nella sua completezza. La trama è riconducibile a 13 scene per descrivere la figura del giovane gabelliere, chiamato dal Signore a lasciare tutto per seguirlo, ma i numeri si elevano quando si contano, nel pregevole elenco, tutti gli artisti impegnati a rendere maestoso il racconto. Tredici cantanti, di grande abilità canora, tra cui Diana Coertellessa, Nello Buongiorno, Giulio Liguori e Simone Sibilano, affiancati da otto coristi del teatro Verdi e sei danzatori, un piccolo esercito, sapientemente accorpato da una regia attenta, precisa e non invasiva, come solo sa fare e diligentemente Gaetano Stella. Gli innesti, poi, di Antonella Iannone per la danza, sono sfarfallii delicati, ma opportuni ogni volta.
La fonte, per principiare e considerare la figura del gabelliere è da ricercare nello storico salernitano Matteo Fiore, che, in una sua cronaca, riporta di Salerno e  del giorno 1 febbraio 1780,  quando nel seminario è rappresentata e con successo, l'opera di San Matteo. Dalla curiosità della notizia storica è partita  la ricerca che si è  avvalsa di quattro autorevoli fonti e precisamente: Matteo Evangelista, Iacopo da Varagine, vescovo di Genova, Mons. re Arturo Carucci, studioso della storia di Salerno e Alfano I, arcivescovo, medico, letterato della città,  autore dei "Carmi in onore di San Matteo". L'opera musicale, dunque, ha per fonte eruditi testi che descrivono, in tutti i suoi passaggi, la figura di Matteo, da gabelliere intransigente a vittima immolata per cui nell' unico atto è sintetizzata tutta la  vita del Santo.
 Una felice intuizione quella del  maestro Cataldo, aver pensato ad un personaggio così particolare, un Santo così caro ai salernitani, così legato alle profonde radici dei fedeli, così inscindibilmente unito alla città di Salerno. Un musical che è già patrimonio della città, candidato giustamente a far  parte  delle annuali celebrazioni in favore del santo patrono. Tanti fedeli, infatti, pur venerando il proprio protettore non ne conoscono le sfaccettature della sua nobile figura e il musical colma i vuoti d'informazione.
E poi la musica, che musica! Si sa che Guido Cataldo è un raffinatissimo e noto compositore, la sua sensibilità musicale ci accompagna da quasi 50 anni, per regalarci ogni volta grandi emozioni e neanche questa volta ha deluso. Nel silenzio attento e partecipato del pubblico si  è elevata potente e melodiosa la voce di Simone Sibilano, un ieratico  San Matteo, che ricorda la figura di Cristo, nel musical rock del 1973 "Jesus Christ Superstar" di Tim Rice, diretto da Norman Jewison.  Ma i pezzi dal lui cantati sono di Guido Cataldo ed è tutt'altra musica, si, dolcissima musica, quella messa nella voce di Diana Cortellessa, l'invocazione perfetta al giovane Matteo, ma già in odore di santità, per il suo figlio morente. Melodia bellissima, emozionante ancor più se è una madre che prega per il suo figliolo. Note altissime, confezionate appositamente per esaltare, e solo lei le può sostenere,  la bravura di Diana Cortellessa. Neppure un attimo di tregua alle emozioni ed eccolo apparire in scena, tunica verde, capelli e barba canuti,  Nello Buongiorno, ad  impersonare il "Tempo" con la voce dell' "età", quella che torna nella nostra storia. Un pezzo magistrale, una  cascata di note, di musica soave e di acuti del pregevole artista, che spaccano il silenzio al Delle Arti. Non manca nella musica del racconto, il sound mediterraneo così l'armonia cambia e la scena si anima di tamburi, tammorre e castagnette.
Intanto il maestro, dal suo posto di direttore, è tesissimo ma  incantato, segue Matteo, la sua creatura, emozionato e tenero, identificandosi con  ogni personaggio in scena, si strugge si commuove, canta afono e muove le mani, con gesti precisi affinché la direzione sia assolutamente perfetta. Quando l'ultima nota si doma,  in sala scoppia l'applauso, prolungato ed affettuoso, per questo straordinario musicista e per la sua  stupefacente ed originale composizione.  Il racconto è piaciuto e anche  molto si ché l'opera di San Matteo può e deve entrare di diritto nel patrimonio culturale della città, oltre che varcare i suoi confini. Grazie Maestro, per questo dono tutto "nostrano".

Maria Serritiello















San Matteo la festa tutta salernitana, la più celebrata dalla provincia

foto: Maria Serritiello

FONTE:WWW.LAPILLI.EU
DI MARIA SERRITIELLO

Per tutti gli altri il 21 settembre è l'ingresso dell'autunno, per i salernitani è invece il giorno di San Matteo, ossia la festa del santo Patrono. La giornata sorge particolare e dalle prime ore del giorno, il duomo, il gioiello normanno, voluto da Roberto il Guiscardo, si anima di fedeli che vanno a trovare chi li ha protetti per un altro anno e a rinnovare la fede incondizionata. San Matteo per i salernitani non è solo un santo da onorare ma è un legame di sangue che si tramanda da padre in figlio da sempre, per cui il giorno 21 di settembre, ogni salernitano è più salernitano degli altri giorni. Non è raro sentire nei commenti del popolo devoto e non solo "iamme a truvà a San Matteo"(andiamo a trovare San Matteo) come se fosse un parente da visitare, per mostrargli affetto. Lui per i salernitani ha un debole: li protegge da ogni sciagura, li rassicura, li sostiene perfino quando la salernitana perde e fa in modo che in ogni azione dei suoi fedeli ci sia.
Il rito religioso, alla data, ha avuto inizio con il solenne pontificale celebrato da Mons. re Luigi Moretti, il quale nell'omelia, rivolta alla folla dei fedeli e alle autorità della città, tra cui il primo cittadino e squadra della Salernitana al completo, ha detto " San Matteo ci aiuta a mettere al centro della nostra attenzione l'esperienza della fede." Poi alle 16,30 nella cripta dai marmi policromi, la solenne messa per i portatori delle statue che, alle 18 in punto, hanno condotto i sei busti di Ante, Gaio, Fortunato, San Gregorio VII, San Giuseppe e San Matteo, lungo il percorso che abbraccia tutto il centro storico, allungandosi per buona parte del Corso Vittorio Emanuele e del Corso Garibaldi e sostando al Palazzo di città e alla caserma dei finanzieri, di cui il Santo è protettore. Un tripudio di folla plaudente al passaggio dei santi che, sollevati con una vera prova di forza dei portatori, aiutati anche dalla musica delle bande al seguito, passano alti sulle teste dei fedeli e spettacolarmente ballano ed eseguono volute, per l'abilità delle paranze. Durante il percorso del Santo tanto amato, il popolo prega, chiede grazie, invoca la protezione, affida le proprie pene e dà l'appuntamento al prossimo anno, perché Matteo il santo gabelliere è un salernitano che dalla città non si allontana mai, in quanto dall'altare è a guardia per proteggerla e per difenderla come già con Ariadeno Barbarossa, della marina militare turca, nel 1524.
La festa, è questa la particolarità, si allunga su tutta la città con gli odori particolari di prelibatezze cucinate per il gusto del palato ma è nelle strade strette del centro storico che l'odore della milza, cibo di tradizione in questo giorno, insieme agli spaghetti con le vongole, le triglie fritte e l'uva "sanginella" che si fa intenso. A proposito di questa qualità d'uva, con essa, tempo addietro si aggiustava il "Pennacchio di San Matteo" Trattasi di una composizione artistica fatta di frutta, mirto, canne di bambù e uva sanginella, un vitigno delle colline di Giovi. Un tempo gli agricoltori dell'assolata collina di Salerno ed i fruttivendoli della città offrivano tali cesti di uva sanginella, che maturava proprio nella seconda metà di settembre, al santo Patrono, nei giorni che precedevano la festa. Famosi furono i pennacchi allestiti in passato da "Idarella" alla Dogana Regia di Largo Campo e "Mammela" sulle scale di via Antonio Mazza. La tradizione del Pennacchio di San Matteo, che affonda le sue radici nella tradizione della civiltà contadina, si è persa.
Nessun salernitano conclude la festa se non con il panino imbottito di milza, una prelibatezza di sapori ed aromi, dal gusto forte d'aceto, menta e peperoncino, consumato semplicemente per strada, in attesa dei fuochi d'artificio, per concludere la festa in modo scoppiettante. Ed eccole le fiamme, alle 23 in punto, accendere il cielo nero pece, punteggiato di stelle, eccola la lava buona colare dal cielo senza fare danni, con al seguito lapilli incandescenti, incendiati alti per cadere già spenti nell'acqua. Uno spettacolo per tutti, senza pagare il biglietto, occupando solo un posto sul lungomare più bello che ci sia, almeno per i salernitani, ma apprezzato dall'intera provincia, a contare da quanta gente è assiepata festosa lungo le tre corsie, per non perdere nessuna figura di fuoco. Con l'ultimo botto il giorno di San Matteo e l'identificazione del popolo con Lui si conclude, l'appuntamento è per il prossimo anno "Salerno è mia: io la difendo ", così sul panno del Santo ed i salernitani di ciò sono pienamente sicuri, si che nell'allontanarsi portano con loro la certezza e la serenità di questa affermazione.
Maria Serritiello

Le immagini postate si riferiscono al 2011



Chi sbaglia paga. A volte non è così

Fonte:Virgilio notizie

Pensioni: quattordicesima da restituire, 200mila l'hanno ricevuta per errore. Ecco chi


I pensionati minimi che nel 2009 hanno avuto la mensilità in più ma avevano superato gli 8.650 euro di reddito annuo dovranno restituirla all'Inps. 500 euro in 24 rate

Una doccia fredda per 200mila pensionati con la "minima". In questi giorni riceveranno una lettera dell’Inps che chiede la restituzione della quattordicesima mensilità per l’anno 2009. Un importo, che varia tra i 336 e 504 euro, non spettante per mancanza dei requisiti di reddito: in sostanza i pensionati in questione prendevano "troppo" per avere diritto alla mensilità aggiuntiva. Ora la cifra, ripartita in 24 rate mensili, verrà trattenuta dai prossimi assegni, a partire da novembre. Ogni mese dai 14 ai 21 euro in meno.

Stiamo parlando di pensioni minime, da meno di 500 euro al mese. Ma l'Inps non fa sconti: la quattordicesima spetta per legge solo a chi ha:
64 anni di età e
un reddito complessivo non superiore a una volta e mezzo la pensione minima.

Quindi, per sapere se si ha diritto alla quattordicesima bisogna moltiplicare l'assegno mensile per 13 mensilità e aggiungere il 50%. Se il reddito complessivo del pensionato (che magari svolge qualche lavoretto occasionale) supera questa soglia si perde il diritto alla mensilità aggiuntiva.

Un calcolo variabile

Ma è facile sbagliare. L'importo della minima, infatti, varia di anno in anno. Quest'anno, ad esempio, la minima è fissata a 480,53 euro al mese. La soglia annua da non superare per aver diritto alla quattordicesima è quindi fissata a (480,53 x 13 x 1,5 =) 9.370,34 euro.

Nel 2008 - anno su cui si calcolano le spettanze dell'anno successivo - il tetto era fissato a 8.649,84 euro all'anno. Secondo l'Inps sono molti i pensionati che hanno autocertificato per errore un reddito inferiore alla soglia e quindi non avevano diritto alla mensilità in più.

"La quattordicesima è una bella iniziativa, ma non può percepirla chi non ne ha diritto", ha dichiarato in proposito Antonio Mastropasqua, presidente dell'Inps. "200mila persone hanno presentato dichiarazioni sbagliate, noi possiamo verificarle solo quando l'Agenzia delle Entrate rende disponibili i loro redditi per poi poter incrociare i dati. Per questo l'accertamento viene fatto quando questa somma è già stata versata". I pensionati sui quali è piovuta una fortuna non dovuta dovranno rassegnarsi..





giovedì 27 settembre 2012

Factotum Art, con la direzione artistica di Ciro Di Luzio



Factotum Art e la Scuola di Cinema di Napoli
Presentano il 5-6-7-8 Ottobre
 Action Lab con Sergio Rubini


Factotum Art attraverso i suoi percorsi formativi offre gli strumenti necessari alla valorizzazione delle proprie capacità professionali ed artistiche.

... Proprio quando la celebrità sembra essere solamente figlia di Talents e di Reality, Factotum Art si propone di rinnovare la natura dell’artista attraverso il confronto diretto, accanto ai grandi del cinema italiano.

Michele Placido (Giugno 2009), Giovanni Veronesi (Ottobre 2009) e oggi Sergio Rubini mettono la propria arte e la propria esperienza al servizio dei giovani, favorendo così l’ emergere dei talenti e non la creazione di celebrità.

Sergio Rubini in un corso intensivo di quattro giorni percorrerà insieme agli allievi il cammino necessario alla creazione di un film: sceneggiatura, regia ed interpretazione, saranno affrontate in ognuna delle loro componenti professionali ed artistiche consentendo agli allievi di vivere in prima persona la grande magia del cinema.

La Durata sarà di 4 Giorni e l'ultimo sarà dedicato alla simulazione di Provini con un importante Casting Director di livello Nazionale. Un occasione Unica quindi.

il corso è aperto a tutti gli aspiranti ATTORI, Registi e Sceneggiatori.
SONO APERTE LE ISCRIZIONI COME:
- partecipante
- Uditore

Per info e iscrizioni contattateci
tel. 0815511242- 3396890139 (dalle 10 alle 19)
mail: info@scuoladicinema.tv - info@factotumart.it



martedì 25 settembre 2012

Il" Regina Margherita" e la sua storia








FONTE :IL BLOG DI SALERNO SU VIRGILIO
DI MARIA SERRITIELLO


Da qualche tempo, sotto la grossa scritta dell’enorme androne dell’Istituto Magistrale, scalpellata nelle venature del marmo e sbiadita nel colore, c’è, in un angolo, una targhetta, simile a quelle che si attaccano ai portoni per indicare le attività professionali, su cui si legge la nuova tipologia dell’Istituto, uno dei più antichi della nostra provincia. La solida costruzione, rigorosa e a tre piani, si apre alla strada con un seguito di finestre, dalle quali intere generazioni, prevalentemente studentesse hanno sporto il capo in attesa del suono della campanella. Il palazzo, una scatola a forma di cubo, è posto al centro della città, nella spaziosa Piazza Malta ma è solo dal 1945, con l’inaugurazione del “47”, che conserva questa sede. La storia del “Regina Margherita”, che è, inevitabilmente, anche la storia del percorso compiuto dal nostro paese, contro l’analfabetismo e a favore dell’emancipazione culturale delle donne, prende l’inizio dal lontano 1861, quando furono istituite scuole magistrali femminili a Salerno, Campagna, Sala Consilina e Valle della Lucania. A funzionare, però, secondo la relazione di un ispettore del tempo, furono solo le scuole di Salerno e Vallo, per cui nel 1866 il consiglio provinciale scolastico chiese al Ministro della Pubblica Istruzione, l’istituzione di una scuola normale per cinquanta alunne nel capoluogo della provincia e nell’attesa del benestare, lo stesso consiglio approvò, l’anno dopo, la proposta. La scuola prese il via sotto la direzione del Prof-Av Vincenzo Capone, col nome di “Rebecca Guarna”, celebre dottore della scuola medica salernitana, vissuta nel XVI secolo, famosa per i trattati “De Febris” e “De Urinis et Embrione”. La prima sede, con 45 alunne, fu sistemata in via Tasso, nel palazzo nobiliare dei marchesi Ruggi d’Aragone, progettato dall’architetto napoletano Ferdinando Sanfelice e là rimase fino al 1919, per cedere il posto all’istituto tecnico. Nel 1869, poi, fu istituito, annesso alla scuola e a spese della provincia, un convitto femminile, per il continuo aumentare delle allieve e conseguente pendolarismo da tutta la provincia, ma non fu l’unica novità. Due anni dopo, infatti, fu creato il primo giardino d’infanzia, col nome “Francesco Lucrezi”, in ricordo del figlio scomparso, a solo sei anni, dell’illustre Professore Bruno Lucrezi, un utile laboratorio didattico dove le future insegnanti avrebbero sperimentato le metodologie educative apprese negli studi. Si dovrà attendere il 1873 perché l’istituto, caratterizzato dalla esclusiva presenza femminile, abbia una sezione maschile e solamente il 1917 per una scuola mista, fortemente osteggiata. La continua crescita degli allievi (giunta nel 1939 alla cifra di 1600 unità) impose il trasferimento, prima, nei locali della vecchia sede dei mulini Scaramella, poi nel palazzo “Pizzuti” di via Mercanti e successivamente si rese necessario anche l’utilizzo di diverse succursali, tra cui quella locata nel palazzo Tortorella, in via De Martino (per anni sede della scuola media De Filippis). E’ di questo periodo anche il cambio in “Regina Margherita” la denominazione dell’intestazione che tuttora conserva. Tanti sono gli anni trascorsi da quel lontanissimo atto di nascita dell’istituto ma tutti sono stati impiegati a trasformare in energia positiva, sopratutto, quel femminile intelletto, altrimenti voluto acquiescente ed inespresso da un sociale che non distribuiva a tutti uguali opportunità, fin quasi ai nostri giorni. E così siamo agli inizi degli anni ’60, le conquiste sociali dovranno ancora venire, le studentesse si mostrano infagottate e per niente eleganti nei severi grembiuli neri, indossati su calzettoni alti fin sotto il ginocchio e scarpe prive di tacco. Quanta poca fatica avranno impiegato, con sì fatte allieve, i professori: Marino Serini, dantista d’eccezione, Antonio Mazzone, la favola divertente del latino, Rosa Santarsiero, la filosofia sgranata come un rosario, Clementina Verasani, un soprano prestato alla matematica e tanti altri di cui sfugge il nome. Ed è stata, proprio, l’inarrestabile nostalgia di quegli anni a spingere le ex allieve di questo istituto, “IV H”, anno “1963”, dopo 43 anni, in una calda serata di ottobre, di qualche anno fa ad incontrarsi (tra cui chi scrive), per guardare in faccia il trascorrere del tempo e a ritroso il percorso professionale, per altro tutto speso nella scuola, compiuto da ognuna. Il “Regina Margherita”, come una paffuta matrioska, dove, un tempo, girandovi semplicemente intorno si ultimavano, dall’Asilo all’Università, tutti i gradi dell’istruzione, ora si nomina Liceo Statale ad Indirizzo Linguistico, Tecnologico e Pedagogico, in ossequio ai tempi moderni. Il vecchio istituto ha cambiato il corso degli studi, la durata degli anni e a dirigerlo sono stati in tanti, tra cui il professore Michele Di Filippo, preside di formazione pedagogica oltre che manageriale. Con lui la Scuola nel 2008 ha celebrato i 60 anni di essere locata in Piazza Malta, con un articolato progetto, sfociato in una settimana di Seminari, Laboratori, Spettacoli, Personale del pittore Paolo Signorino, un ex discepolo della scuola, Mostra degli storici oggetti dell’istituto, curata dall’ex allieva Prof.ssa Maria Serritiello e una Retrospettiva, un excursus su quanto abbia inciso, il Regina Margherita, sulla formazione giovanile di intere masse salernitane. Instancabile il vecchio istituto sprona e stimola, oggi come ieri, gli allievi al lavoro e a livelli sempre più alti di specializzazione. “Sei mia scuola preziosa palestra/ove l’alma si educa e rischiara/d’ogni bene tu sei la maestra/…”, così il buon Prof .re Sasso, autore della musica, faceva salmodiare tutti, ma proprio tutti gli allevi, questo canto roboante a metà tra la marcetta e lo spot di propaganda, per esaltare il prodotto-scuola. “Salve mia scuola/” continuava il ritornello “la tua parola/ dà forza e vita/e al bene invita/qualunque male/ fugar sai tu/sei il presidio/sei il presidio/d’ogni virtù” . Oh mio Dio, la scuola “Presidio”, eppure! Così tanti gli allievi, usciti dall’annoso Istituto, che sono ben riusciti e dunque maestri di eccezionale sensibilità pedagogica, dirigenti scolastici, ispettori, professori universitari, assessori, vice sindaco, artisti, poeti e pittori di larga fama, funzionari, collaboratori a vari livelli, impiegati laboriosi e in aggiunta, all’interno della famiglia, bravi educatori dei propri figli. Un patrimonio culturale sparso per la città che ha camminato di pari passi con la crescita di Salerno, fino a ieri una città di provincia, ma che oggi aspira ad altro. Attualmente l’istituto, è diretto dalla Prof.ssa Virginia Loddo, la cui dirigenza è segno di distinzione in più in una scuola tradizionalmente di formazione. Sui muri esterni, della vecchia scuola magistrale, ritinti ogni volta, vergati si leggono i desideri, i sentimenti e le emozioni di una gioventù in formazione, graffiti colorati in nero, in rosso e qualche volta in azzurro, così estremi, così esaltati, così naturalmente giovanili ma non diversi né discordanti da quelli delle passate generazioni, che segno dei tempi, li portava incisi, solamente, nel chiuso del proprio cuore.
Dedicato ai miei Professori: Marino Serini, Antonio Mazzone, Rosa Santarsiero, sapienti e maestri di vita e ai miei compagni di classe, IV H -1963.'
Maria Serritiello






giovedì 20 settembre 2012

A Ravello personale di Giorgio Della Monica





Ravello
Domenica  23 Settembre 2012
ore 18,00
Archivio Ravello Arte Contemporanea
Via S. Francesco, 12


                        PERSONALE    DI GIORGIO DELLA MONICA



Il programma di "Che Comico 2012 .2013"al Ridotto di Salerno




FONTE:WWW.LAPILLI.EU
DI MARIA SERRITIELLO

Buone nuove dal mondo della risata, targata Salerno. È uscito l'atteso programma del Ridotto, il tempio del cabaret "Che Comico 2012-2013". Dieci spettacoli divisi tra il sabato, alle 21,15 e la domenica alle  19,15,  che prendono l'inizio il 20 ottobre, in replica il 21, con Ciro Giustiniano da "Made in Sud". A proseguire fino ad arrivare a Marzo: Mago Elite, Max Giusti, Ivan e Cristiano, Santino Caravella, Angelo Venezia e Pasquale Palma, Lino D'Angiò, Claudio Tortora, Simone  Schettino e gli Arteteca. Una selezione di tutto rispetto che il direttore artistico Gianluca Tortora propone agli "aficionados". "Prenota la tua risata" è lo spot pubblicitario che invita il pubblico, ma mai raccomandazione è più seguita. Tutti alla risata che castiga i costumi, in special modo in questo momento, la rincorrono e lo si è visto dal successo riscosso, quest' estate, nelle serate a Paestum, messe in campo dal Patron del rinomato premio Charlot, Claudio Tortora e dal direttore artistico Gianluca Tortora. Il 14 e 15 settembre in occasione della decima edizione della Festa del Mare, tenutasi al Molo Manfredi, il presidente dell'autorità portuale Andrea Annunziata, sul palco dell'Arena del Mare, in festa per la presenza di cabarettisti: Mino Abbacuccio, Alessandro Bolide, Ciro Giustiniani e Simone Schettino, ha strappato la promessa ad un commosso Claudio Tortora di far ritornare  a Salerno lo Charlot.
Maria Serritiello




A Salerno il 29 e 30 Settembre la 2° edizione di Door to Door




FONTE:WWW.LAPILLI.EU
DI MARIA SERRITIELLO

Nato da un'idea di Maura Picciau, Soprintendente BSAE per le province di Salerno e Avellino e coordinato da Rosa Carafa e Ilaria Tamburro, il 29 e 30 settembre prossimo si terrà a Salerno la seconda edizione di  Door to Door, rassegna d'arte contemporanea. L'Evento d'arte urbana  è realizzato in collaborazione con le Soprintendenze Archeologica e Architettonica, gli Enti di territorio, oltre alle Fondazioni e alle più note Gallerie salernitane e s'inserisce di diritto nelle Giornate Europee del Patrimonio. Il progetto ideato su misura per il centro storico della città, si concretizzerà nei punti più affascinanti e attrattivi, per cui nell'ultimo fine settimana di settembre, palazzi antichi, cortili, piazzette e slarghi della città vecchia ospiteranno una selezione di opere d'arte originali, create e realizzate per l'occasione.  "Door to Door"  vuole essere un punto d' incontro tra arte contemporanea, storia, tessuto urbano e pubblico, per diventare una prospettiva di futuro e sviluppo sostenibile del centro storico salernitano. Due i percorsi, diurno e notturno, per riscoprire, o scoprire, il patrimonio artistico, storico e culturale dell'antica città del Mediterraneo. Una meritevole iniziativa per visitare in modo consapevole Salerno, i suoi tesori permanenti e l'arte, dispiegata "porta a porta". Il tutto fruito nella semplicità di una passeggiata e perché no, con un invito a gustare, come atto conclusivo, le tante specialità che la cucina salernitana può offrire a chi ha il "buon gusto"in allerta.

Maria Serritiello

Mappa dei luoghi e degli artisti:
1) Museo Diocesano S. Matteo - Aldo Grazzi (day) - Carlo Bernardini (night)
2) Fondazione Carisal - Francesco Carbone con Maria Jose Germano e il collettivo Arturo (night-day)
3)PalazzoPinto- PaoloRadi (day)
4) Vicolo dei Pinto - Collettivo Anomalia (night)
5) Palazzo D'Avossa - Ivano Troisi (day) - Anna Maria Gioja (night)
6) Quadriportico dell' ostello Ave Gratia Plena - Filippo Centenari (night)
7) Palazzo Genovese - Pino Musi (day) - Marco Coraggio e Giuseppe De Marco (night)
8) Villa Comunale - Daniela Di Maro (night-day)
9) Quartiere Fornelle - Valerio Rocco Orlando (night)
10) Giardino della Minerva - Maurizio Elettrico (day) - Stefano Gargiulo (night)
11) Quadriportico S. Maria delle Grazie - Pierpaolo Salvi (night-day)
12) Lungo il percorso - Maria Adele Del Vecchio e Pier Francesco Solimene
13) Piazza Abate Conforti - DJ set Aldoina Filangieri (night)
Per Door to Door, gli artisti invitati sono stati proposti da Angela Tecce, Soprintendenza Speciale per il PSAE e per il Polo Museale della città di Napoli, dalla Fondazione Filiberto Menna di Salerno, dalle Fondazioni Morra e Plart di Napoli, dalle gallerie salernitane Tiziana Di Caro, Leggermente Fuori Fuoco, Studioventuno e Paola Verrengia e dai curatori indipendenti Marco Alfano, Renata Caragliano e Stefania Zuliani.
La duplice inaugurazione dell'evento -by day e by night- si terrà sabato 29 settembre, ore 10:30 e ore 20:00, presso il Museo Diocesano "San Matteo", in Piazza Plebiscito
Il percorso d'arte sarà visitabile nelle giornate del 29 e 30 settembre negli orari 10:30-13:00 e 17:00-22:30. Sabato 29 settembre.
il dj-set di Aldoina Filangieri dalle ore 22:30 animerà la notte di Piazza Abate Conforti.





mercoledì 19 settembre 2012

Lettera ad Antonello Caporale del “Fatto Quotidiano” di Maria Serritiello






La lettera si riferisce all'articolo di Antonello Caporale sul "Fatto  Quotidiano" del 19  settembre 2012, dal titolo “ Salerno una crepa (di 500 metri) nel potere del sindaco Vincenzo De Luca”.  


Mi dispiace  che sia Antonello Caporale, l’autore di un pezzo, così pieno di livore, rivolto al sindaco della città di Salerno, apparso sul Fatto Quotidiano del 19  settembre 2012, dal titolo “ Salerno una crepa(di 500 metri) nel potere del sindaco Vincenzo De Luca”. Si, mi dispiace, perché lui stesso  viene da quella provincia addormentata da secoli, comandata da padroni e schiavizzata da boss. Vogliamo parlarne? Un esempio a caso: l’autostrada Salerno- Reggio Calabria, un percorso di guerra, una vergogna per un paese civile, che nei giorni scorsi, con torta e champagne ha festeggiato (sig) i 50 anni di  lavori non finiti.
Antonello è nato a Palomonte ( Sa), a Salerno ha studiato, in questa città si è laureato brillantemente  e ne ha fatta di strada. Bene sia, quando è un figlio di questa terra ad andare avanti, male, però, se a questa terra si getta fango. Il suo articolo, per carità, scritto in maniera ineccepibile, è troppo fazioso, per rispondere alla realtà. Certo, ci mancherebbe, ognuno può dire ciò che vuole, ma un minimo di correttezza e non formale, sia pure verso il più infame nemico ci vuole. Diamine, Antonello, è una regola basilare di comportamento, la polemica sì, ma non altrimenti, per non scadere nell’informazione poco corretta, non supportata dalla veridicità dei fatti. Ai salernitani, Antonè, non toccare San Matteo, non lo digeriscono proprio e tu sotto, sotto li ridicolizzi, perché dispensano applausi ugualmente al Santo e a De Luca, tramutandoli in un nugolo popolare e folcloristico al seguito di feste tribali, mentre tu appari l’osservatore esterno, colto, giustiziere  di una fede così primordiale. Mi dispiace dirlo, per essere lo studioso serio, non sei Ernesto De Martino, antropologo e né Salerno, oggetto di riti anni ’50.  Mi rammarico, ancor più che sia il “Fatto Quotidiano”, un giornale di spicco nel panorama italiano, a prestarsi  ad un modo tendenzioso di fare giornalismo, come è stato da lui criticato. Caporale, nella sua catilinaria, va giù duro e a senso unico. E’ a lui che  De Luca non piace e non, come ha lasciato intendere, ai salernitani che l’hanno votato al 76 per cento. Secondo Caporale, privando i cittadini di dignità pensante, i salernitani sono prigionieri del Minotauro, inermi e indifesi, in attesa di un  Teseo di turno che li liberi. Falso, il consenso ottenuto in città, dal Sindaco del fare è dovuto proprio perché fa, progetta e realizza, senza che la città debba assistere nel suo rinnovamento a tempi biblici e Dio solo sa, la burocrazia in Italia! La città dormiva dall’ultima trasformazione operata al tempo di Arechi, pensa tu, caro Antonello Caporale! La trasformazione urbanistica della città è sotto gli occhi di ognuno, dalle grandi opere a quelle che rendono più vivibile i quartieri, basta fare un percorso ragionato per accorgersene, ma tant’è Caporale vive a Roma. Il futuro di questa città, piaccia o meno al Fatto Quotidiano è affidato  al fronte mare e al suo impiego turistico che nessuno ciecamente ha messo in opera fino a questo momento. Nell’articolo si legge solo della crepa in piazza della libertà, che secondo Caporale è “un sintomo di una crisi profonda all’interno del rapporto tra l’amministratore sceriffo e i cittadini salernitani”non si trova una sola parola per il Porto Marina d’Arechi, per esempio, firmato Calatrava, un gioiello riconosciuto, tanto per citare una delle opere di rilievo che contribuiscono alla trasformazione del  volto della città, in un centro dinamico e proficuo per le giovani generazioni. Ma di che dovrebbe vivere questa mia città è la domanda a Caporale ? Di terziario? Non ce n’è per tutti. Di chiuso commercio, ah si, quello che osserva orari da piccolo paese, al tocco del mezzogiorno e al tocco del “sereno”? Caporale capisce il termine usato che è quello del tramonto, quando la laboriosa massaia ritirava i panni stesi per non fargli cadere l’umido sopra. Di agricoltura? Non se ne parla, gli anni del boom industrializzato ha colpito  anche la  mia città, per cui tanta gente ha lasciato la campagna per venire a vivere a Salerno tra Torrione, Pastena, Via Irno (una volta detta “E ceveze rosse”, (trad: gelsi rossi) per via di tante piante di gelsi che l’ombreggiavano e Mercatello, cementificazione  selvaggia senza un piano regolatore ma ciò non è imputabile a De Luca e Caporale dovrebbe saperlo. Caro Antonello, tu manchi da un po’ da Salerno, o forse no, da maggio, al punto Einaudi, locato proprio nel centro e ti sarà sfuggito tutto il miglioramento operato nei quartieri. La riqualificazione della città non è solo Piazza della Libertà, così invisa da pochi, in verità, ma anche della lungo Irno che ha sbloccato il traffico a Fratte, oppure della variante di Matierno, che elimina gli ingorghi e le imprecazioni dei residenti. L’elenco  potrebbe continuare ma chi vive a Salerno lo conosce. Allora perché tanta ostilità, te compreso, nei riguardi  del Sindaco De Luca? Certo è una persona diretta e non lo manda a dire  ed io, a te, in dialetto, che comprenderai ancora e  con una citazione rurale, recito “Troppe galle a cantà nun fa mai iurne” trad “Se troppi galli  cantano il giorno non rischiara”. Ecco magari De Luca ha il cipiglio del gallo-capo, nel pollaio ma almeno con lui fa giorno, poi tutte le polemiche e tutti i giochi di potere mi sono sconosciuti, né mi appartengono. Sono troppo salernitana e ciò che vedo trasformato nella mia città mi rende partecipe e contributiva di un progresso globale, che mi fa dimenticare lo stiracchiato mio  vivere al sud. Senza nessuna ostilità tra noi, ma da salernitana ho sentito il bisogno di esternare il mio pensiero, come hai fatto tu del resto. Se non è uguale al tuo, al Fatto Quotidiano, ai  figli delle chiancarelle, a tutti gli oppositori di De Luca e a tutti coloro che consapevolmente non preferiscono la città di Salerno, bene e sempre per il signor Voltaire, ho detto.

Maria Serritiello





sabato 15 settembre 2012

Lesula, scimmia dal volto umano nuova specie scoperta in Congo




FONTE: LA REPUBBLICA.IT


Dopo 28 anni arriva un nuovo primate africano. Vive in una regione remota del paese e, anche se appena conosciuta dalla scienza, può rischiare l'estinzione. Gli scienziati: "Potrebbero seguire altre scoperte"


Era nascosta nel cuore del Congo, tra la fitta vegetazione della foresta pluviale africana. Dopo cinque anni di ricerche, raccolta di informazioni, osservazione e fotografie, John e Terese Hart l'hanno presentata al mondo. Lesula o Cercopithecus lomamiensis, è il nome del primate scoperto dai ricercatori della Fondazione Lukuru del Congo e del Museo Peabody degli Stati Uniti, insieme ai colleghi di diverse istituzioni di entrambi i paesi. Con arti lunghi e il corpo sottile, il Lesula si muove principalmente tra la bassa vegetazione della giungla e i rami degli alberi più accessibili dal terreno. Colpisce l'espressione - quasi umana - del suo volto. Risale a 28 anni fa l'ultima scoperta di una nuova specie di scimmia africana


                                                       ahahahahhahahah





venerdì 14 settembre 2012

Dal prossimo ottobre al Teatro del Giullare "Donne in scena"





FONTE: WWW. LAPILLI.EU
DI MARIA SERRITIELLO

Cinque attrici per cinque spettacoli "Donne in scena", così intende inaugurare la stagione teatrale 2012-2013, il piccolo teatro cittadino di Via Incagliati "Il Giullare" diretto da Andrea Carraro.
"Cafone" Gea Martire  (27- 28 ottobre); "Un uomo da cancellare" Amelia Imparato e Mimma Virtuoso (3-4 novembre); "Il dito in bocca" Carla Avarista (10-11- novembre); "Della storia G.G" Gea Martire (17-18 novembre); "Don Giovanna" Giovanna Giuliani (23-24-25 novembre).
Questi i pezzi, nelle date segnate, con i quali donne attrici o anche autrici si cimenteranno dal 27 ottobre. Le cose da dire, dal punto di vista femminile sono tante e in teatro, è questo il bello, saranno ascoltate anche dagli uomini, che nonostante tutta la retorica sulla parità dei sessi, il più delle volte,  sono disattenti ai reali bisogni dell'animo femminile. Un grazie va al direttore del Teatro, Andrea Carraro, sensibile alle problematiche dell'universo donna, tanto da proporne un'intera rassegna.

Maria Serritiello

UNA PRODUZIONE DELLA COMPAGNIA DEL  GIULLARE SALERNO: INDIRIZZO SCONOSCIUTO





"Hippocratica Civitas " la penna della Delta dedicata a Salerno



FONTE: WWW.LAPILLI.EU
DI MARIA SERRITIELLO

Si chiama Hippocratica Civitas, la penna dedicata a Salerno, pensata da Gianluca Vinciguerra e disegnata da Davide Scannapieco, due giovani creativi salernitani che il 12 settembre l' hanno presentata al pubblico e al Sindaco Vincenzo De Luca. L'oggetto cult è prodotto dalla "Delta" e costerà dalle 300 alle 800 euro. Nelle vetrine di Salerno, due i modelli previsti: stilografico e roller, con i colori ispirati al mare della costa, al gonfalone  Comunale e ai simboli dell'antica storia cittadina. Saranno 197 gli esemplari previsti, unici al mondo, ma si è anche pensato  ad una serie più popolare, più alla portata del cittadino comune che, però, non vuole rinunciare al marchio Salerno. Dunque, Hippocratca Civitas, una sciccheria tutta salernitana, da tenere ben stretta tra il pollice e l'indice, complice la "Delta", un marchio di garanzia, da anni nel settore. Sarà un lusso in più, dato il costo, oltre all'impegno della scrittura, usare l' Hippocratica  Civitas,  che con eleganza e a guardarla è lampante,  serba in sé la storia della città,  per  simbolo e  colore.
Maria Serritiello





 


Cabina di regia Piu’ Europa Salerno

Ricevo e pubblico

Approvato il finanziamento per circa 7 milioni di euro
fonte:STAFF SINDACO/ Area Comunicazione




Si è riunita questa mattina la cabina di regia del Piu’ Europa Salerno, programma di rigenerazione urbana finanziato con i fondi POR-FESR Campania 2007/2013 obiettivo operativo 6.1.

La CdR, presieduta dal Sindaco De Luca, e composta da Regione, Provincia e Direzione  Regionale per i Beni Culturali e paesaggistici, ha approvato il finanziamento nell'ambito del programma Più Europa, utilizzando le economie realizzate con i ribassi d'asta, di 4 nuovi interventi per circa 7 milioni di euro. Il Comune ha inoltre ufficializzato la candidatura di due interventi ai finanziamenti del fondo Jessica, strumento di ingegneria finanziaria dell'Unione Europea gestito dalla BEI (Banca europea investimenti).

Interventi Più Europa
- completamento struttura teatrale ex Cinema DIANA
- arredo urbano e verde pubblico piazza della Libertà
- riqualificazione arenile S. Teresa
- videosorveglianza Centro Storico e piazza della Libertà

Interventi JESSICA
- PIP cantieristica nautica - opere a mare
- torre nordest piazza della Libertà


Salerno, 11 settembre 2012
Ufficio Stampa







Cibo e Dintorni


Comunicato Stampa
Cibo e … dintorni
11° Salone Internazionale dell’Alimentazione

Degustazioni dei prodotti tipici della nostra terra abbinate ai sapori tradizionali di un territorio noto a tutti per la qualità dei prodotti che lo contraddistinguono: stiamo parlando della Terra degli Etruschi, meglio conosciuta come Tuscia viterbese, la cui cucina offre un patrimonio ampissimo di specialità tutte da scoprire e da…gustare.  Quest’anno Cibo e dintorni, tra le tante novità di questa edizione, propone al suo pubblico la possibilità di conoscere e degustare le bontà che la Tuscia offre in ambito culinario, attraverso la selezione delle più rinomate aziende produttrici nel settore alimentare: dai numerosi vini doc fino all’olio extravergine d’oliva, per non parlare di salumi, pancette e prosciutti dal gusto inconfondibile, ed ancora dolci prelibati ottenuti da confetture selezionate, rigorosamente composte da ingredienti naturali.

Fiore all’occhiello dell’XI Edizione del Salone Internazionale dell’Alimentazione è senza dubbio la presenza del noto ristorante Pure C Cadzan ed in particolar modo del giovane chef olandese Syrco Bakker, fautore di una cucina innovativa messa a punto dal noto maestro Sergio Herman considerato come uno dei principali iniziatori del rinnovamento della cucina dei Paesi Bassi. Bakker parteciperà alla manifestazione in veste di buyer con l’obiettivo di stipulare accordi commerciali con aziende site nel nostro territorio pronte ad esportare i prodotti genuini laddove la cucina diventa momento di sperimentazione ed innovazione attraverso inedite tecniche d’avanguardia.

Cucina e amore in un connubio semplicemente appetitoso. Questa la formula allettante per stuzzicare il pubblico di palati fini, meglio se innamorati e desiderosi di stupire il proprio partner con squisite ricette condite da tanta passione e dedizione. “Ricette per farsi sposare”,  è così che si presenta il libro inedito della giornalista salernitana de Il Mattino, Luciana Mauro, edito dall’Associazione Scriptorium che per l’occasione sposa la manifestazione deliziando il pubblico per una kermesse all’insegna del gusto. A presentarlo sarà l’autrice stessa, martedì 25 settembre 2012 alle ore 16.00 presso il Grand Hotel Salerno, location scelta per lo svolgimento della manifestazione. Un manuale sulla vita di coppia e sui  piaceri che proprio il cibo, la convivialità della buona tavola, possono fornire nel menage quotidiano, salvando alcune defaillance legate alla dolce abitudine dello stare insieme. Ricette per farsi amare, dunque, oltre il vincolo del matrimonio, quel che conta è la condivisione e un piatto preparato con estro e fantasia e con genuina bontà, può essere talvolta il toccasana che addolcisce gli aspetti amari della vita a due. Menù inediti, molto ispirati alla cucina francese, ricca di creme e intingoli, ma realizzate con prodotti tipici della nostra
terra, poi consigli su come affrontare le circostanze del rapporto di coppia, risolvendo con intelligenza e un pizzico d'ironia la grande insidia della quotidianità. Sono gli ingredienti del volume realizzato da Luciana Mauro, per chi sceglie di amarsi con...buon gusto.
 Ufficio Stampa:  Matilde Pisaturo. Area Comunicazione Cibo e dintorni
info@ciboedintorni.eu





mercoledì 12 settembre 2012

12 Settembre è Santa Maria



GRAZIA A TUTTI COLORO CHE DI PERSONA, DA TELEFONO, DA CELLULARE CON MESSAGGI, IN FACEBOOK E PER  E-M@IL MI HANNO INONDATA DI AUGURI. GRAZIE AGLI ALUNNI CHE HANNO SEMPRE UN PENSIERO PER ME. VI VOGLIO BENE RAGAZZI E A VOI AMICI, TANTI "SANTA MARIA" ANCORA INSIEME



Per saperne di più

La festa del santo nome di Maria fu concessa da Roma, nel 1513, ad una diocesi della Spagna, Cuenca. Soppressa da san Pio V, fu ripristinata da Sisto V e poi estesa nel 1671 al Regno di Napoli e a Milano. Il 12 settembre 1683, avendo Giovanni Sobieski coi suoi Polacchi vinto i Turchi che assediavano Vienna e minacciavano la cristianità, sant'Innocenzo XI, in rendimento di grazie, estese la festa alla Chiesa universale e la fissò alla domenica fra l'Ottava della Natività. Il santo Papa Pio X la riportò al 12 settembre.

Oltre sessantasette interpretazioni diverse sono state date al nome di Maria secondo che fu considerato di origine egiziana, siriaca, ebraica o ancora nome semplice o composto.  "Il nome di Maria, dice sant'Alberto Magno, ha quattro significati: illuminatrice, stella del mare, mare amaro, signora o padrona" (Commento su san Luca, I, 27).

Nella storia dell'esegesi ci sono state diverse interpretazioni del significato del nome di Maria:
Fonte: Don Alfredo Morselli


1) "AMAREZZA"

questo significato e` stato dato da alcuni rabbini: fanno derivare il nome MIRYAM dalla radice MRR = in ebraico "essere amaro". Questi rabbini sotengono che Maria, sorella di Mose`, fu chiamata cosi` perche', quando nacque, il Faraone comincio` a rendere amara la vita degli Israeliti , e prese la decisione di uccidere i bambini ebrei.
Questa interpretazione puo` essere accettata da noi Cristiani pensando quanto dolore e quanta amarezza ha patito Maria nel corredimerci:

[2) "MAESTRA E SIGNORA DEL MARE"

Secondo questa interpretazione il nome di Maria deriverebbe da MOREH (ebr. Maestra-Signora) + YAM (= mare): come Maria, la sorella di Mose`, fu maestra delle donne ebree nel passaggio del Mar Rosso e Maestra nel canto.
Questo parallelo tipologico tra Maria sorella di Mose` e Maria, madre di Dio, e` ripreso da Ps. Agostino, che chiama Maria "tympanistria nostra" (Maria sorella di Mose` e la suonatrice di timpano degli Ebrei, Maria SS. e` la tympanistria nostra, cioe` dei Cristiani: il cantico di Mose` del N.T sarebbe il Magnificat, cantato appunto da Maria: questa interpretazione e` sostenuta oggi dal P. Le Deaut, uno dei piu` grandi conoscitori delle letteratura tergumica ed ebraica in genere: secondo questo autore, S. Luca avrebbe fatto volontariamente questo parallelismo.

3) "ILLUMINATRICE, STELLA DEL MARE"

Secondo questa interpretazione il nome di Maria deriverebbe da: prefisso nominale (o participiale) M + 'OR (ebr.= luce) + YAM (= mare): Cosi` S. Gregorio Taumaturgo, S. Isidoro, S. Girolamo (insieme alla precedente)
Alcuni autori ritengono che S. Girolamo in realta` non abbia interpretato il nome come "stella del mare", ma come "stilla maris", cioè: goccia del mare.
La presenza della radice di "mare" nel nome di Maria, ha suggerito diverse interpretazioni e/paragoni di Maria con il "mare":

4) PIOGGIA STAGIONALE

Secondo questa interpretazione il nome di Maria deriverebbe da MOREH (ebr. Prima pioggia stagionale)
Maria e` considerata come Colei che manda dal cielo una "pioggia di grazia" e "pioggia di grazia essa stessa".

5) ALTEZZA

Secondo questa interpretazione il nome di Maria deriverebbe da MAROM (ebr. Altezza excelsis): questa ipotesi e` sostenuta, tra gli antichi dal Caninius, e, tra i moderni, da Vogt, soprattutto in base alle recenti scoperte dei testi ugaritici, che hanno permesso la comprensione di molte radici ebraiche.


Di tutti queste ipotesi, qual e` quella giusta? Forse la Provvidenza ci ha lasciato nel dubbio perche' nel nome di Maria possiamo trovare nel contempo tutti i significati che l'analogia della fede ci suggerisce.